La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 5 novembre 2008

Tentato omicidio D'Angelo : I suoi esecutori vengono soltanto condannati per detenzioni di armi.

Mondragone . Tentato omicidio dell’imprenditore Pasquale D’angelo, il gip Francesco Chiaromonte assolve dal reato padre e figlio, ma li condanna per detenzione di armi in luogo pubblico . E’ finita così la querelle giudiziaria di primo grado di Alfredo Russo e Francesco Russo rispettivamente padre e figlio che il 10 aprile 2008 furono al centro di una polemica su questioni di lavoro con Pasquale D’angelo . Non caso quel giorno per motivi di carattere imprenditoriale i Russo ebbero una discussione con il D’angelo che prima lo percossero provocando lesioni personali guaribili in 10 giorni , poi successivamente ritornando verso casa imbracciarono un fucile calibro 12 regolarmente detenuto, si diressero verso l’abitazione del D’angelo puntando l’arma all’altezza dell’addome esplodendo un colpo che solo la reazione della parte offesa non lo attingeva , andando a colpire l’autovettura a bordo in cui viaggiava il pasquale D’angelo. Durante l’udienza preliminare i Russo avevano richiesto il rito abbreviato credendo di poter chiudere il processo con un assoluzione visto il capo di imputazione abbastanza generico sul fatto accaduto, ma non essendo contestato il reato di detenzione di armi, fatto notare anche dalla parte lesa rappresentata da Luigi Iannettone gli stessi hanno accettato ancora la conclusione del processo in primo grado con il rito abbreviato, nonostante il capo di imputazione fosse cambiato . Si passava cosi alla richiesta delle pene da parte del pubblico ministeri di udienza Dottoressa Orlando della procura della repubblica di Santa Mria Capua Vetere che chiedeva al gip la condanna a 4 anni e due mesi di reclusione . Il gip Francesco Chiaromonte ascoltando le tesi difensive degli avvocati Angelo Raucci, Giovanni Zannini e Edmondo Caterino si è riservato sulla decisione che è giunta nel tardo pomeriggio . Cinque anni di reclusione ad ognuno di loro , questa la condanna emessa dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Francesco Chiaromonte , che è andata al di là delle richieste di pena del pubblico ministero.