Si è svolta questa mattina innanzi al G. I. P. di S. Maria C. V., Dott. Mario De Simone, l’udienza di convalida dell’arresto -operato dai Carabinieri di Villa Literno (CE) nel pomeriggio di martedì 2 agosto- ai danni di Cerasuolo Michele (69 anni- imprenditore agricolo), la contestazione mossa nei confronti dell’indagato era di tentato omicidio e porto abusivo di armi. Secondo la ricostruzione del P. M. –Dott.ssa Sasso del Verme- sussistevano i gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di cui alla contestazione ed in particolare in ordine al tentato omicidio ai danni della vittima Moraru Gigi, desumibile sia dalle dichiarazioni dei presenti ai fatti che dalla drammatica dinamica dei fatti tali da richiedere la custodia cautelare in carcere. Il G. I. P. sammaritano, invece, ha accolto in pieno la linea degli avvocati Raffaele Costanzo e Salvatore Petrozzi difensori di fiducia del Cerasuolo, derubricando l’accusa di Tentato omicidio in lesioni personali. Infatti secondo la ricostruzione dei difensori dell’indagato non sussistevano nel caso di specie –secondo la dinamica dei fatti accaduti – l’univocità e l’idoneità degli atti indispensabili per configurare in capo al Cerasuolo la sua volontà omicidiaria.Altro elemento emerso in udienza di convalida è stato il movente nobile che ha spinto il Cerasuolo ad esplodere i colpi di fucile verso la vittima, che importunava da diversi mesi una sua dipendente –Iuhasz Aurica Rodica- attraverso minacce e violenze fisiche, colpi esplosi solo per intimidire, bloccare e quindi consegnare alle autorità l’aggressore -Moraru Gigi- che per l’ennesima volta si era recato nei campi per importunare la ragazza.
Il G. I. P. ha disposto quindi l’immediata liberazione del detenuto applicandogli, per le residue esigenze cautelari, la misura dell’obbligo di presentazione alla P. G..
Il Moraru è stato denunciato per il reato di rapina aggravata ai danni della sua connazionale.
E’ stata fatta chiarezza su una vicenda che aveva destato clamore nella comunità cittadina di Parete (CE) –paese del Cerasuolo- dove nessuno, conoscendo la personalità e la moralità dell’indagato, ha mai creduto nella sua volontà di uccidere.