La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 18 novembre 2022

STORIE DI UNA SQUADRA- LA DEMOCRAZIA CRISTIANA CHE TUTTI HANNO SEMPRE CRITICATO E’ STATA L’ANIMA DI UNA NAZIONE QUELLA ITALIA CHE SI E’ SEMPRE CONTRADDISTINTA PER LE SUE IDEE A LIVELLO NON SOLO NAZIONALE , MA SOPRATTUTTO A LIVELLO EUROPEO .

Quella che vi racconteremo è una storia realmente accaduta, ed è tratta da “un lavoro” Il Caso Buttiglione che l’onorevole Gianfranco Rotondi “ avellinese doc”  ha scritto a sua firma pubblicandolo un po di mesi fa .

In alcuni paragrafi dello stesso libro si fa riferimento ad un progetto politico , quello di Democrazia Europea dove alcuni fautori insieme a Gianfranco Rotondi  parteciparono offrendogli casa ed esperienza politico amministrativa.


Sono due “marcianisani doc”. L’onorevole già sottosegretario alla Finanze e Tesoro e presidente anche dell’unità sanitaria locale che agiva in provincia di Caserta ed avvocato Ferdinando De Franciscis, e l’ex presidente della Provincia di Caserta nonché onorevole ed assessore regionale della Campania Mimì Zinzi padre di Giampiero Zinzi ora  deputato al parlamento Italiano nella maggioranza del presidente del Consiglio Giorgia Meloni.        

Nel gennaio 2001 L’onorevole Gianfranco Rotondi promosse un incontro finalizzato, in vista delle elezioni politiche gia’ indette per il mese di aprile 2001, ad inglobare nello schieramento di centro destra il Partito - Democrazia Europea –fondato dagli onorevoli Giulio Andreotti, Ortensio Zecchino, e Sergio D’Antoni. A tal fine, nell’appartamento ubicato in Roma alla via Porta Cavalleggeri n.1 si incontrarono gli onorevoli Rocco Buttiglione, Calogero Mannino, Salvatore Cuffaro, Gianfranco Rotondi, in rappresentanza di Forza Italia CDU, CCD e per Democrazia Europea Sergio D’Antoni ( segretario nazionale del partito ) e gli onorevoli Ferdinando De Franciscis e Domenico Zinzi detto Mimi  .


Una piccola chiosa va fatta.  In quel giorno, in questo appartamento a Roma l’onorevole Salvatore Cuffaro detto Toto’ si rese protagonista di una performace cafettiera per tutti gli intervenuti che aspettano “un caffè siciliano” .

 Quel pomeriggio la delegazione guidata dall’onorevole Buttiglione per il CDU anche a nome di Silvio Berlusconi ( Forza Italia ), Gianfranco Rotondi ( Alleanza Nazionale) e Pierferdinando Casini ( Centro Cristiano Democratico ), propose ai rappresentanti di Democrazia Europea di formare per le elezioni politiche liste comuni di centro-destra assegnando a Democrazia Europea un terzo dei candidati delle liste proporzionali per la elezione dei deputati e dei senatori  spettanti a CDU e CCD, cinque collegi uninominali alla camera e cinque al senato a scelta di Democrazia  Europea e dieci collegi per la camera ed altrettanti al senato indicati dall’onorevole Silvio Berlusconi ed infine la designazione di Sergio D’antoni quale candidato a Sindaco Di Roma.  

La proposta fu da tutti i presenti valutata favorevolmente, ma respinta dall’onorevole Andreotti il quale sognava un vistoso successo elettorale per Democrazia Europea e quindi la rinascita della Democrazia Cristiana.

L’esito della consultazione elettorale fu disastroso per Democrazia Europea che ottenne la percentuale del 2.52% del tutto insufficiente per partecipare alla ripartizione dei seggi in quota proporzionale. Risultò eletto un solo senatore, mentre per la camera dei deputati non venne conquistato alcun seggio uninominale.

Preso atto dei risultati elettorali, Democrazia Europea venne sciolta e coloro che avevano aderito trovarono altra collocazione politica.