C’era una volta Caserta, una città dove tutto si svolgeva in
un fazzoletto di perimetro e dove gli amministratori locali anche se “fatti
miei” cercavano di dare una parvenza alla vita sociale, amministrativa e
politica. Anni fa, addirittura si riconosceva la validità culturale anche se si
era di opposte idee ad alcuni personaggi sociali e politici, si riconoscevano il
valore essenziale quello della “casertanietà” .
Oggi invece i nuovi “radical chic” che sono stati catapultati
nella vita che viviamo oggi, sono persone che hanno cancellato anche la
parvenza e il riconoscimento culturale. Purtroppo ci siamo genuflessi a personaggi quanto
mai squallidi come il “pisciaiuolo salernitano”, cosi chiamavamo i salernitani quando
venivano a Caserta per assistere a Casertana Salernitana, come “San Gennaro dei
poveri” così veniva nominato qualche personaggio
della provincia di Caserta, in una delle ordinanze della misura restrittiva
della libertà personale quando ci fu quella operazione su sull’Asl di Caserta e
provincia .
Oggi questi radical chic vogliono affossare Caserta, compreso
anche quelli dell’opposizione politica all’interno del consiglio comunale della
città di Caserta e della provincia di Caserta che non sanno come si affronta l’impatto
ambientale della città .
Chi vi parla è un testimone oculare di 20 anni di battaglie
contro discariche e Cdr ha consumato inchiostro su diversi giornali, quindi
anche sul mio blog si può trovare traccia. Tanti anni fa risiedevo a San
Tammaro a 3 chilometri dal CDR e 5 da discarica casone e 7 da Maruzzella.
Caserta e provincia ha osannato, ma anche personaggi di
destra e di sinistra nazionali , i radical chic scrittori che scrivevano di
camorra perché solo quello sappiamo fare. Ma adesso invece ci siamo
specializzati anche nel deturpare un territorio, prima, dopo ed adesso, quella
della provincia di Caserta e del comune di Caserta con impianti di rifiuti. Prima
quello di San Tammaro , poi quello di Santa Maria Capua Vetere ed
infine quello di Caserta che si andrà a fare a due passi dal centro storico.
Tutti sono favorevoli a quello di Caserta perché rinunciare a 26 milioni di
euro è soltanto una pazzia per tutto l’endurance imprenditoriale che gira
intorno, ma davanti ai soldi tutti passerebbero anche sul cadavere dei propri
genitori e parenti invece di dare salubrità e vita ad un territorio.
Affermo questo perché, mentre in provincia di Caserta i
nostri scrittori campani scrivono di camorra, anche se a nulla o poco sono
avvalsi alcune pubblicazioni per far conoscere la storia culturale della nostra provincia addirittura con processi giudiziari che potrebbero
insegnare come si vive, in altre regione come la Calabria, già la Calabria, si tenta
a far conoscere chi come Scott lo Faro jazzista americano con indole calabresi ,
che ha suonato con Miles Davis ed altri mammasantissimi artisti del jazz, è
stato uno tra i migliori artisti degli anni sessanta che morì in un incidente
stradale. La vita di questo artista si va ad intrecciare con la vita sociale
della Calabria e come concepivano il lavoro, qualunque esso sia.
Il libro si chiama Solid quel diavolo di Scott Lo Faro. Chi l’ha scritto si
chiama Vincenzo Staiano ed è a tutt’oggi il direttore artistico dell’International
Roccella Jazz festival, cosa diversa addirittura a Caserta che nessuno e quando
dico nessuno compreso i radical chic casertani hanno pensato ad un ricordo a
Fausto Mesolella che guarda caso nel 2013 fu anche ospite a Roccella per una
sublime performance in un convento con la sua chitarra.
Facciamo conoscere il meglio della nostra provincia e città.
Ecco questo è il mio pensiero sulla casertanietà che nessuno
più ha perché di casertani ce ne sono veramente pochi.