La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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martedì 4 dicembre 2012

CARABINIERI IN AZIONE - OPERAZIONE CAVALLO DI RITORNO RITRAVATI TRATTORI RUBATI

Nei giorni scorsi, i militari del Comando Compagnia Carabinieri di Capua hanno dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto del p.m. emesso dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di due soggetti di nazionalità straniera, indagati per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di furti, presso abitazioni private e aziende agricole, di automezzi, motoveicoli, trattori agricoli e macchinari per l’agricoltura, e di estorsioni aventi ad oggetto la richiesta di pagamento di corrispettivi in denaro per la restituzione dei sopradetti beni oggetto di precedente furto, cosiddetti “cavallo di ritorno”.

L’attività investigativa, avviata lo scorso mese di maggio, coordinata dal Procuratore Aggiunto Dott. Luigi Gay e dal Sostituto Procuratore dott.ssa Manuela Persico e condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri di Capua, trae origine dal rinvenimento in una zona isolata di campagna del “demanio di Calvi” di alcuni trattori, risultati poi essere oggetto di furto avvenuto presso aziende agricole della zona. La stranezza dell’episodio non ha lasciato ombra di dubbio sul fatto che i mezzi erano stati lì celati per poi essere restituiti agli aventi diritto previo pagamento di una somma di denaro. Le indagini, condotte con metodi tradizionali di osservazione e pedinamento ma anche attraverso un’articolata attività tecnica intercettiva, hanno permesso, in poco tempo, di scoprire una vera e propria organizzazione costituita da stranieri (di cui uno albanese e l’altro algerino), che operava nell’intera provincia di Caserta, soprattutto in orario notturno. In particolare gli autori, dopo aver perpetrato il furto, erano soliti contattare le vittime, per la restituzione della refurtiva, previo pagamento di un corrispettivo in denaro; trattativa che, in tutti gli episodi delittuosi interessati, non ha avuto finale esito positivo, grazie alla volontà delle vittime di denunciare alle Forze dell’Ordine i fatti subiti e grazie all’intervento dei Carabinieri che, nella complessa indagine, hanno saputo rinvenire quanto rubato ed acquisire chiari elementi di colpevolezza nei confronti degli indagati.

POLIZIA DI STATO – MONDRAGONE (CE): DISARTICOLATO CLAN CAMORRISTICO DEDITO AL TRAFFICO DI INGENTI QUANTITATIVI DI COCAINA, CRACK E HASCISH.

Nel corso della notte il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, la Squadra Mobile di Caserta ed il Commissariato di P.S. di Castel Volturno (CE), hanno portato a termine una vasta operazione, coordinata dalla D.D.A. di Napoli, che ha condotto all’arresto di 33 persone, a vario titolo indagate per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dal fine di agevolare il clan camorristico FRAGNOLI-GAGLIARDI di Mondragone (CE), smantellandone l’articolazione preposta al traffico ed allo spaccio di ingenti quantitativi di cocaina, crack ed hashish, acquistati sulla piazza di Napoli-Secondigliano. Secondo le indagini, il gruppo criminale aveva trasformato la villa comunale di Mondragone (ce) in un vero e proprio super mercato dello stupefacente, rendendola di fatto inaccessibile ai cittadini, e dove erano stati organizzati veri e propri turni di servizio durante i quali i pusher, tra i quali anche giovani minori di età, si alternavano per assicurare senza interruzione l’approvvigionamento degli acquirenti, provenienti da tutta la provincia e dal basso Lazio. L’attività di spaccio assicurava quotidianamente all’organizzazione introiti fino a 7 mila euro. Nel corso delle decine di perquisizioni effettuate questa notte sono stati sequestrati anche un mitra Uzi ed un ordigno rudimentale ed è stato arrestato, per detenzione di armi da guerra e materiale esplosivo, un presunto affiliato al clan DI LAURO di Secondigliano, pregiudicato per associazione mafiosa e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Contestualmente, la Polizia di Stato ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dalla D.D.A. di Napoli in relazione a beni mobili ed immobili, quote societarie e rapporti bancari, nella disponibilità dei destinatari delle misure cautelari, ritenuti frutto del reimpiego dei proventi delle attività illecite dell’organizzazione.

POLIZIA DI STATO – MONDRAGONE (CE): DISARTICOLATO CLAN CAMORRISTICO DEDITO AL TRAFFICO DI INGENTI QUANTITATIVI DI COCAINA, CRACK E HASCISH.


E’ in corso una vasta operazione del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Squadra Mobile di Caserta e del Commissariato di P.S. di Castel Volturno (CE), coordinata dalla D.D.A. di Napoli, finalizzata all’esecuzione, in diverse province d’Italia, di 35 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di un’organizzazione, contigua al clan camorrista FRAGNOLI-GAGLIARDI di Mondragone (CE), dedita al traffico di ingenti quantitativi di cocaina, crack ed hashish. L’organizzazione, che si approvvigionava dello stupefacente a Napoli-Secondigliano, aveva trasformato la villa comunale di Mondragone (ce) in un vero e proprio super mercato dello stupefacente, con l’organizzazione di veri e proprio turni di servizio durante i quali i pusher, tra i quali anche giovani minori di età, coadiuvati da numerose vedette, assicuravano lo spaccio della droga senza interruzione nell’arco della giornata ai numerosi acquirenti provenienti da tutta la provincia e dal basso Lazio. L’attività di spaccio assicurava quotidianamente all’organizzazione introiti fino a 7 mila euro. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati ingenti quantitativi di stupefacenti ed armi da fuoco nella disponibilità degli affiliati. Contestualmente, la Polizia di Stato sta eseguendo un decreto di sequestro preventivo emesso dalla D.D.A. di Napoli in relazione a beni mobili ed immobili, quote societarie e rapporti bancari, nella disponibilità dei destinatari delle misure cautelari, ritenuti frutto del reimpiego dei proventi delle attività illecite dell’organizzazione.
AI PROSSIMI AGGIORNAMENTI

AVEVA ESEGUITO UNA RAPINA AD UNA PERSONA DI QUALIANO - E' STATO FERMATO DALLA POLIZIA A CASTELVOLTURNO

Comunicasi che alle prime ore della mattinata odierna personale della Squadra Investigativa del Commissariato di Castel Volturno diretto dal V.Qre Dr. Davide DELLA CIOPPA ha tratto in arresto tale ESEMPIO Raffaele, napoletano di anni 70, responsabile di concorso in rapina aggravata perpetrata in data 01/08 c.a., per mezzo della tecnica del c.d. “FILO DI BANCA”, in danno di SAVANELLI Tommaso, nativo di Qualiano, titolare dello stabilimento balneare denominato “AMMOT”  sito alla via Marina di Varcaturo - località Giugliano in Campania. Allo stato privo di precedenti penali, l’ESEMPIO Raffaele è stato colpito da Ordinanza applicativa di misura cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di S. Maria C. Vetere, a seguito della sua compiuta identificazione da parte degli Agenti del Commissariato di Castel Volturno. All’identificazione di quest’ultimo, infatti, gli agenti della Squadra Investigativa del Commissariato di Castel Volturno pervenivano a seguito di una concisa ed efficace attività investigativa, svolta nell’immediatezza della denuncia sporta dalla vittima, SAVANELLI Tommaso. Di seguito tale fatto criminoso, infatti, nella cui circostanza il Savanelli si vide privare di oltre 17.000 euro in contanti da un commando di almeno 5 rapinatori, armati di pistola e organizzati con due autovetture ed una moto Hornet di grossa cilindrata, che lo seguirono dalla banca (ove il “filatore” Esempio Raffaele cominciò a seguirlo senza perderlo più di vista) fino al suo stabilimento balneare, gli agenti di questa Squadra Investigativa pervennero alla compiuta identificazione dell’Esempio muovendo principalmente dall’acquisizione dei filmati delle registrazioni del sistema di sicurezza dell’agenzia della Banca Popolare di Ancona – filiale di Qualiano, ove avvenne il primo avvistamento della vittima, nonché degli estratti del sistema video-sorveglianza passiva e dei lettori di targhe della Polizia Municipale di Giugliano, e poi delle telecamere dello stesso stabilimento balneare di proprietà della vittima. Tratto in arresto nella mattinata odierna, di seguito agli adempimenti di rito l’Esempio Raffaele è stato sottoposto agli AA.DD. presso la sua abitazione di Napoli, vico Pergole, così come disposto dall’Ordinanza cautelare.

SANTA MARIA CV - VIOLENZA SESSUALE ARRESTATO UN RUMENO

Alle ore 21.00 di ieri 02/12/2012, personale della Squadra Volante del Commissariato di P. S. di S. Maria C. V., diretto dal V.Q.A. Dott. Riccardo Di Vittorio, ha proceduto all’arresto di un cittadino di nazionalità rumena, a nome di SERBAN Ion, nato in Romania il 23.09.1973, e residente in Italia a S. Maria C.V., pregiudicato., perché responsabile di violenza sessuale e lesioni dolose in danno di una connazionale.
In particolare il personale operante, a seguito di comunicazione telefonica giunta al 113, interveniva in questa via Mazzini, ove era stata segnalata un’aggressione in danno di una cittadina Rumena.-
Prontamente giunti sul posto, gli operanti della Volante del Commissariato venivano contattati da una cittadina Rumena a nome di S. L. G., che riferiva che la propria madre, poco prima, era stata aggredita da un loro connazionale, abitante allo stesso civico, al terzo piano dello stabile.
Gli Agenti, si portavano presso l’abitazione segnalata e qui rinvenivano, giacente a terra, la donna indicata in precedenza, tale C. G., nata in Romania il 27.03.1955, e residente in S. Maria C.V. .
Veniva richiesto immediatamente l’intervento del 118, che sul posto provvedeva ai primi soccorsi della malcapitata con il trasporto presso l’Ospedale di S. Maria C.V. ed il successivo invio in 2^ cura presso l’Ospedale civile di Caserta, atteso anche che la vittima aveva dichiarato di essere stata abusata sessualmente da un uomo suo connazionale.
Veniva, nella circostanza, rintracciato il presunto autore della violenza sessuale, identificato per SERBAN Ion, come sopra generalizzato, il quale appariva in evidente stato di ebbrezza e veniva accompagnato presso gli uffici per gli accertamenti del caso.
Qui, dalla ricostruzione dei fatti, si accertava che, poco prima, la vittima C. G., si era portata presso l’abitazione del suo aggressore, in quanto invitata dallo stesso per un caffè, ma una volta all’interno dell’abitazione il SERBAN Ion, aveva subito manifestato le sue vere intenzioni, dapprima chiudendo la porta a chiave e successivamente passando alle vie di fatto e cioè aggredendo la malcapitata con pugni al volto al fine di toglierle i pantaloni e lo slip.
In tale frangente la donna opponeva resistenza, gridando a squarciagola e dimenandosi, non riuscendo però ad evitare che l’aggressore portasse a termine la violenza sessuale. Solo l’intervento della figlia della donna, contattata telefonicamente dalla madre durante la colluttazione, faceva desistere l’aggressore dal continuare la violenza sessuale.



Gli immediati riscontri svolti dal personale operante, sul luogo dei fatti, portavano ad assicurare le prove di quanto denunziato, consistenti oltre che nei chiari segni di lotta presenti nell’abitazione, anche nel rinvenimento dei pantaloni e degli slip della donna strappati, nonché di alcune macchie ematiche sul letto, per terra e sulla maniglia della porta di casa, debitamente repertati da personale del Gabinetto di Polizia Scientifica della Questura di Caserta.



Anche gli accertamenti sanitari effettuati sulla donna presso l’Ospedale Civile di Caserta evidenziavano i segni della violenza sessuale.-



Il SERBAN Ion, atteso l’esito delle prime risultanze investigative, veniva, pertanto, tratto in arresto e dopo le formalità di rito tradotto presso il Nuovo Complesso Penitenziario di S. Maria C.V., a disposizione dell’Autorità Giudiziaria informata.



1. CASERTA. NASCONDEVA UNA PISTOLA SOTTO IL PAVIMENTO: ARRESTATO DAI CARABINIERI.



I Carabinieri della Stazione di San Felice a Cancello hanno tratto in arresto il pregiudicato del luogo Picozzi Luigi, classe1961, per il reato di detenzione illegale di arma comune da sparo, di alterazione dei segni identificativi di arma da sparo e di detenzione illegale di munizionamento. Il predetto, a seguito di perquisizione domiciliare è stato trovato in possesso di una pistola semiautomatica calibro 7,65, con matricola abrasa, in buono stato d’uso ed efficiente, nonché 60 cartucce calibro 7,65 avvolte in uno straccio e occultate in un vano ricavato sotto una piastrella del pavimento. La pistola e le munizioni sono state poste sotto sequestro mentre l’arrestato è stato tradotto presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.





CAMORRA A CASALE - OMICIDIO DI DODA RAMIS - LA DDA DI NAPOLI PROCEDE PER DUE ORDINANZE

Nella mattinata odierna i Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio GlP presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di due `affiliati al clan "dci casalesi“ gruppo SETOLA, già detenuti per altra causa:

• SANTORO Salvatore cl.’87; , •

• BERTOLUCCI Giovanni cl.’80,

Gli indagati risultavano aver rivestito un ruolo determinante , in concorso con altri componenti del comando già tratti in arresto e per i quali si e proceduto separatamente, nella consumazione dell’ omicidio del cittadino albanese DODA Ramis cl 83, commesso in San Marcellino (CE) il 21 agosto 2008 all’esterno del Bar “Fredoom". Le indagini, condotte mediante attività tecniche corroborate da mirati riscontri alle dichiarazioni rese al collaboratore di giustizia SPAGNUOLO Oreste, avevano già portato nel novembre 2009 all’ insieme di un’O.C.C. in carcere nel confronti di 6 indagati (SETOLA Giuseppe e LETIZIA Giovanni, con i ruoli di mandanti ed esecutori materiali, CIRILLO Alessandro e SPAGNUOLO Oreste, il mondo da autisti dei due killer, SANTORO Salvatore e GUERRA Giuseppe con i ruoli di basisti e organizzatori delle fasi preparatorie e terminali responsabili a vario titolo dell’ eliminazione di DODA Ramis. ll provvedimento restrittivo tuttavia non veniva confermato nei confronti di GUERRA Giuseppe e SANTORO Salvatore dal Tribunale del Riesame, che aveva ritenuto carenti della gravità indiziaria, gli elementi di colpevolezza a loro carico. ll successivo pentimento di GUERRA Giuseppe ha consentito la riapertura delle indagini, dimostrando l’assoluta valenza dell’originario impianto accusatorio dando solo piena responsabilità a carico del SANTORO, ma. permettendo anche di accertare il ruolo, non ancora emerso in tale vicende delittuosa, di BARTOLUCCI Giovanni. Nello specifico il BARTOLUCCI, previo accordi con GUERRA Giuseppe; aveva individuato il proprio bar denominato "Freedom" quale luogo adatto per l’’agguato, ed aveva intrattenuto la Vittima in attesa che il gruppo di fuoco portasse a termine l’omicidio, mentre il SANTORO, oltre a procedere ad una attività . di osservazione volta a verificare l’eventuale presenza di Forze dell’Ordine, aveva segnalato al commando, limitatamente al BARTOLUCCI, il momento propizio per agire. Circa • la causale dell’omicidio, la decisione maturo in SETOLA dopo che il DODA era stato individuato come possibile autore di furti in appartamento e di estorsioni con il metodo del c.d. "cavallo di ritorno", ponendosi in tal modo in contrasto con la logica del "controllo del territorio stabilita dal SETOLA, dimostratasi particolarmente violenta nel caso in cui i destinatari fossero stranieri L’omicidio venne commesso nell’ambito della cosiddetta strategia della terrore attuata dal clan dei casalesi diretta dalla frangia facendo capo al SETOLA Giuseppe (maggio — dicembre 2008), viene concordemente indicata, da plurimi provvedimenti giudiziari e sentenze, come il più aggressivo e sanguinario degli ultimi anni della storia italiana, avendo come obiettivo l’assoggettamento dell’intera collettività della Provincia casertana attraverso la sistematica eliminazione di testimoni di giustizia, imprenditori, congiunti dl collaboratori di giustizia, ex affiliati e persone straniere (tra il 2 maggio cd il 12 dicembre 2008, in un periodo pari a poco più di 7 mesi i, si conteranno 18 morti e 8 ferlti).

lunedì 3 dicembre 2012

CASERTA. CAMORRA: DUE AFFILIATI AL “GRUPPO SETOLA” ARRESTATI DAI CARABINIERI PER OMICIDIO.



È in corso da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta un’operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che vede quali indagati due affiliati al clan “dei casalesi” - gruppo SETOLA, ritenuti responsabili di aver rivestito un ruolo determinante, in concorso con i componenti del commando, nella commissione dell’omicidio del cittadino albanese DODA Ramis commesso in San Marcellino nel 2008 all’esterno del Bar “Freedom”. L’omicidio venne commesso nell’ambito della cosiddetta “strategia del terrore” attuata dal gruppo SETOLA, che aveva come obiettivo l’assoggettamento dell’intera collettività della provincia casertana attraverso la sistematica eliminazione di testimoni di giustizia, imprenditori, congiunti di collaboratori di giustizia, ex affiliati e persone straniere.

sabato 1 dicembre 2012

CARO PRESIDENTE ZINZI E GIAMPIERO VI SCRIVO......GRAZIE DEL BEL POMERIGGIO PASSATO INSIEME

C’era una volta la politica quella vera che oggi caro presidente Zinzi e figlio Giampiero è rinata di nuovo. E se devo essere sincero l’avete fatta rinascere proprio voi,padre e figlio a Caserta chiamando intorno una bella fetta di affezionati assetati di politica e proposte concrete che l’elettorato di centro vuole sentire e approvare. Ieri pomeriggio, Caro don Mimì e Giampiero e non me vogliate se Vi chiamo così, ho assistito fino ad un certo punto ad un momento di vera politica con il segretario provinciale la signora D’ambrosio che annunciava con un discorso bene fatto affermare “ qualcosa di centro” che ha fatto capire come l‘Udc cittadino e provinciale e  quello nazionale, si stia preparando ad una tornata elettorale quanto mai chiarificatrice nel nostro paese. E’ senz’altro un grande momento per Voi don Mimì perché Giampiero è uscito fuori, con un discorso a braccio ben fatto a convincere anche i suoi amici giovani , perché al resto ci pensate voi,quale è il percorso da seguire credendo in quei valori ideologici che il centro ha sempre divulgato dando messaggi ben precisi al popolo che lo ha seguito. E’ stato uno sforzo tremendo, lo so, organizzare una assemblea a cui non volevate sfigurare, ma Presidente Zinzi e figlio Giampiero, non potevate sbagliare e quindi il Vostro sforzo è stata ripagato muovendo le segretaria cittadine del partito della provincia e facendo accostare quell’elettorato del ceto medio che ancora non è convinto del programma politico elettorale degli altri partiti politici . Voi avete dato credibilità a quelle persone che sono ancora imbambolate dalle miriade di imposte che i cittadini devono pagare con le prossime elargizioni di stipendi e tredicesime già impegnate. Avete dato voce ai giovani che sono frastornati in mondo politico piene di promesse mediatiche attraverso proclami quasi squallidi che trovano il tempo soltanto per persone che ancora credono nel ciuccio che vola. Grazie presidente Zinzi e Giampiero per aver dato questa ventata di ossigeno in un uggioso pomeriggio quasi invernale , riscaldato dalla presenza di cittadini che aspettano risposte concrete e barlumi da un politica molto spesso dimenticata . Lo ha capito anche l’onorevole Pierferdinando Casini che , secondo me, non si aspettava questa accoglienza meravigliosa . Peccato che però , l’onorevole Casini che bene ha iniziato il suo pensiero si sia aggrovigliato nel patetico affermando più volte il nome del presidente del consiglio Mario Monti confermando la sua fiducia : Ma il presidente Monti non è un politico , è un tecnico e se vuole fare il politico si deve presentare all’elettorato e la sua percentuale di credibilità e sempre sotto del 50 per cento cioè non conta . Non lo dico io, ma lo dicono i sondaggi . Si Governa con un minimo del 51 per cento. Vede onorevole Casini che le scrive non è un giornalista qualsiasi che copia ed incolla i comunicati stampa, ma è uno che ha vissuto la politica casertana di centro di sinistra e di destra . Non a caso è cresciuto in un palazzo dove vi era una segreteria politica Centro studi Campania Felix dell’onorevole e presidente del consiglio Giulio Andreotti, del ministro Paolo Cirino Pomicino , del ministro Nicola Mancino , di Don Salvatore D’angelo, Alfredo Pozzi, Vittorio Gasparin,Manfredi Bosco e tanti altri politici di una Democrazia Cristiana che in provincia di Caserta raggiungeva il 60 per cento dei consensi, quando vi era il sistema proporzionale, per non parlare di Santa Maria Capua Vetere dove si raggiungeva anche l’80 per cento dei consensi che riuscivano addirittura in maniera eclatante a eleggere onorevoli e senatori diventati poi ministri ed assessori regionali del partito più chiacchierato d’Italia .

La prego non rovini questo sogno di centro, perché molte volte i sogni diventano realtà.

Con riverenza e rispetto per il presidente Mimì Zinzi e suo Figlio Giampiero

Prospero Cecere

CAMORRA IN PROVINCIA - GADGET E CANTANTI , CINQUE PENTITI INCASTRANO 12 PERSONE

LA SQUADRA DELLA DDA DI NAPOLI DI FEDERICO CAFIERO DE RAHO E' VIVA E VEGETA  

Nelle prime ore della mattinata odierna, ad epilogo di una complessa indagine coordinata dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio GIP presso il Tribunale di Napoli nei confronti di 12 persone (10 in carcere e 2 agli arresti domiciliari), affiliati e/o fiancheggiatori del clan “dei casalesi” gruppo Schiavone, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione in concorso, porto e detenzione illegale di armi da fuoco e cessione di sostanze stupefacenti, reati aggravati dalla finalità mafiosa.

I provvedimenti restrittivi costituiscono il risultato di un’articolata e complessa indagine avviata nel gennaio 2009 allo scopo di contrastare le agguerrite compagini facenti capo, all’epoca, a SCHIAVONE Nicola cl.’79 (primogenito di Francesco inteso Sandokan) ed operanti in Aversa e comuni limitrofi.

I primi risultati investigativi avevano già consentito l’emissione di un decreto di fermo, disposto dai magistrati della DDA ed eseguito il 7 giugno 2010, nei confronti di dieci appartenenti al medesimo clan, essendo emersi, all’epoca, oltre al pericolo di fuga, sia l’assoluta necessità ed urgenza di interrompere una pervicace attività estorsiva nei confronti di operatori commerciali della zona di Aversa, sia l’improcrastinabilità di catturare l’ala militare del gruppo, resasi nel frattempo responsabile del tentato omicidio di due affiliati per dissidi interni.

L’indagine, proseguita anche dopo l’esecuzione del provvedimento di fermo, ha permesso di accertare - attraverso attività tecniche corroborate da mirati riscontri alle dichiarazioni rese dai numerosi collaboratori di giustizia, tra i quali spiccano i nomi di LAISO Salvatore, PICCOLO Raffaele, VARGAS Roberto, CANGIANO Nicola, CATERINO Salvatore, già organici al clan - che molti degli indagati, capeggiati da DE BIASE Gaetano e FALCONE Pietro, non si limitavano soltanto all’imposizione delle tangenti con metodo “classico” (ovvero con minaccia espressa o velata degli emissari del clan cui consegue la dazione brevi manu della somma estorta), ma si erano specializzati nel seguire un percorso più “raffinato”, pur sempre originato dalla minaccia insita nell’appartenenza al clan, grazie al quale, dietro il “paravento legale” di alcune imprese/agenzie specializzate, più o meno direttamente riconducibili ad affiliati, veniva imposto:

- a titolari di attività commerciali, l’acquisto di gadgets pubblicitari (calendari, agende, penne, accendini, ecc.) ad un prezzo di gran lunga superiore a quello di mercato, al fine di far conseguire al clan un elevatissimo profitto, grazie ad un rincaro, rispetto all’ordinaria fornitura, di circa il 150% del costo del prodotto. Grazie a tale attività, nel solo periodo natalizio, nelle casse del clan entravano dai 150.000 ai 200.000 euro ;

- ad altri operatori (principalmente ristoratori, organizzatori di comitati per feste patronali o di piazza e titolari di emittenti televisive locali) la scritturazione per prestazioni canore di cantanti neomelodici - tra cui, oltre la compagna di DE BIASE Gaetano, ovvero FERRARA Rita (in arte Ida D’AMORE), anche altri cantanti tra i quali Franco D’AMORE, cugino di Ida, Nico DESIDERI, Ciro RIGGIONE, Nico D’AMBROSIO, Tony CALISE, Mauro LANDI, Flavio MARINO, Giovanna ROMANO. Il relativo compenso veniva solo in parte devoluto all’ “artista”, essendo invece in gran parte destinato alle casse del clan o a singoli affiliati.

Le indagini hanno, inoltre, evidenziato il ruolo di primo piano rivestito da LIMALDI Silvana, vedova di FALCONE Ettore, boss di Aversa ucciso a Parete nel 1990 e madre di FALCONE Pietro. La donna, nella cui disponibilità erano state rinvenute e sequestrate munizioni e una pistola marca S&W cal. 9x21 con matricola abrasa, oltre a detenere le armi del clan, offriva agli affiliati supporto logistico consentendo l’utilizzazione della propria abitazione per riunioni, alle quali presenziava e partecipava attivamente anche nel ruolo decisionale.

Nel corso delle indagini, sono altresì emerse responsabilità circa la cessione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina da parte di MALLARDO Roberto, ESPOSITO Giuseppe cl.’86 e MARINO Carmen.

Nello specifico i predetti acquistavano lo stupefacente per poi cederlo a LAISO Salvatore o consumarlo insieme a lui. Quest’ultima vicenda ha evidenziato la facilità di reperimento della sostanza stupefacente da parte degli affiliati potendo contare su individui totalmente assoggettati nel soddisfare ogni sorta di loro volevano.
ELENCO PERSONE ARRESTATE

I destinatari del provvedimento cautelare, di cui i primi dieci in carcere e gli ultimi due agli arresti domiciliari, sono:

1. ESPOSITO Giuseppe, cl.’86 di San Marcellino (CE);

2. MENALE Giovanni, cl.’63 di Aversa (CE);

3. MUSTO Gennaro, cl.’67 di Aversa (CE);

4. TAVOLETTA Carlo, cl.’73 di Alife (CE);

5. LIMALDI Silvana, cl.’57 di Trentola Ducenta (CE);

6. CAPONE Ivo, cl.’70 di Casaluce (CE), detenuto;

7. DE BIASE Gaetano, cl.’67 di Teverola (CE), detenuto;

8. ESPOSITO Giuseppe, cl.’68 di Casaluce (CE), detenuto;

9. FALCONE Pietro, cl.’80 di Trentola Ducenta (CE), detenuto;

10. IACOLARE Alfonso, cl.’81 di San Cipriano d’Aversa (CE), detenuto, cugino di SCHIAVONE Nicola;

11. MALLARDO Roberto, cl.’58 di Giugliano in Campania (CE);

12. MARINO Carmen, cl.’88 di Trentola Ducenta (CE).