La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 3 aprile 2024

LE DICHIARAZIONI DI FRANCESCO SCHIAVONE DI NICOLA ALEGGIANO COME FANTASMI NELLE AULA DI GIUSTIZIA - ADESSO C'E' BISOGNO DI FAR LAVORARE IN SILENZIO I MAGISTRATI - MA CI SONO I FANTOMACI GIORNALISTI CHE GUASTANO TUTTO

 

“Lasciate ogni speranza o voi che entrate”. Non vorrei fare una retorica sulla frase che nella immaginazione di Dante Alighieri ha scritto prima di entrare nell’inferno. Già, perché quei fantomaci  “giornalisti e non giornalisti giornalisti”- così come il capo redattore del giornale “ Il  Mattino” della sede di Torre Annunziata, faceva presente a Giancarlo Siani nel film Fort Apache durante una passeggiata sulla spiaggia,  quando “gli scoop erano ruttura e c….zz”. Oggi se ne sono andati con una mano avanti ed un’altra indietro. E lo sapete il perché?? Perché oggi non si potevano depositare in udienza le dichiarazioni del collaboratore di Giustizia Francesco Schiavone di Nicola, perché doveva essere a conoscenza anche la difesa degli imputati.

Il codice di procedura penale- lo diciamo in maniera maccheronica, visto che lo devono capire tutti- recita, che se vi sono dichiarazioni di nuovi collaboratori di giustizia, queste devono essere depositate presso le cancellerie dei pm, tale da permettere agli avvocati difensori di essere a conoscenza e quindi , in udienza di eseguire il controesame del collaboratore di giustizia .

Come siamo caduti in basso con questi fantomaci giornalisti. Cio’ conferma che gli ordini, la federazione della stampa, i media televisivi radiofonici e del web,   si fidano di pseudo giornalisti che non conoscono né il codice penale né il codice di procedura penale e ne le normative che sono basilare per il procedimento penale in presenza di pentiti.

Troppo presto per i professionisti dell’antimafia, in prima linea anche “le manchen” tipo “ brutte copie di Moira Orfei”   gridare già  vittoria sul niente. Ci vuole molto ancora da capire, invece oggi è stata soltanto una passerella mediatica che non è servita.  

Ma andiamo alla cronaca.

Si sono precipitati da tutta Italia - tra cameramen e giornalisti - ma sono tornati a casa giusto con la dichiarazione di un imputato che si è detto tranquillo. Nessun deposito di dichiarazioni di Francesco "Sandokan" Schiavone, nel processo di oggi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere: lo celebrano da un anno ma l'aula si è affollata giusto oggi perchè i processi si seguono 'a impulsi'. Le dichiarazioni di Sandokan, che non sono nemmeno mai entrate nel processo per l'omicidio Mancone di Mondragone - contrariamente a quanto diffuso dal web l'altro giorno - non sono arrivate. Sotto accusa al processo Reti Ferrovierie, un vecchio amico e presunto storico socio e prestanome Nicola Schiavone, imputato per associazione camorristica. Il 22 aprile è previsto, questa a volta, Napoli, il secondo troncone del processo sugli appalti di Rfi dove vengono contestati i reati di intestazione fittizia di beni, turbativa d'asta, corruzione, riciclaggio con l'aggravante della metodologia mafiosa ma anche rivelazione di atti coperti dal segreto delle indagini. E non è escluso che in questa occasione possano essere depositati i "segreti" che il neo collaboratore di giustizia ha rivelato agli inquirenti. Oggi una richiesta, respinta, è stata presentata della difesa di Nicola Schiavone, quella di celebrare il processo a porte chiuse per evitare che l'eccessiva attenzione mediatica (all'udienza c'erano numerosi giornalisti) possa ledere la privacy degli imputati. L'attesa per l'udienza del processo sugli appalti dati da funzionari di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) in cambio di soldi e regali a ditte colluse con il clan dei Casalesi era palpabile ma i cronisti sono tornati a casa senza scoop...