VEDERE PER CREDERE CLICCA QUI

Pagine

mercoledì 30 giugno 2010

PROCESSO AL PD - S,MARIA CV - GIUDICIANNI AZZERA LA GIUNTA DOPO LE BORDATE DI STELLATO E MONACO . IL PDL GONGOLA , MA SONO NATI I DUE ORFANELLI SAMMARITANI


Adesso a Santa Maria Capua Vetere ci sono anche i due orfanelli . Gino Maio ed Alfonso Salzillo, ex assessori del partito democratico . Il sindaco Giancarlo Giudicianni sotto le bordate del consigliere provinciale Giuseppe Stellato ed anche quelle del coordinatore cittadino Enrico Monaco vacilla e perde di credibilità nel centrosinistra e cosa fa, azzera la giunta municipale aprendo una crisi . Ma perché sta succedendo tutto questo? Molto semplice. Il Pd, in persona del coordinatore cittadino, ha espresso vivo disappunto per la convocazione delle sessioni di Giunta Municipale con all’odg deliberazioni di contenuto politico e non necessitate da ragioni di urgenza non procrastinabili. “ Si precisa che,- aggiunge la nota - in ossequio alle deliberazioni del circolo cittadino, gli assessori del Pd Salzillo e Maio, vi hanno preso parte a titolo esclusivamente personale, senza neanche previo accordo sui contenuti con il partito.Allo stato dell’arte, rimasti insoluti gli snodi già evidenziati dal circolo cittadino e permanendo in Giunta esponenti, precedentemente indicati da aree politiche non omogenee al centrosinistra, al quale più volte il Sindaco ha dichiarato di ispirarsi; giudicate insufficienti le mere dichiarazioni del Sindaco non seguite da esplicite prese di distanza dal centrodestra dei soggetti interessati, che oggi sarebbero comunque tardive; ritenuto non più accettabile il mero rinvio delle questioni politiche poste sul tappeto, il Pd ritiene che i predetti assessori Maio e Salzillo non siano più espressione del partito in Giunta Municipale. Ad abundatiam, si pone in rilievo che solo per mero senso di responsabilità il partito non ha inteso protocollare le dimissioni a suo tempo già rilasciate dagli assessori al Coordinatore Cittadino. Vogliano gli assessori Maio e Salzillo, preso atto di quanto sopra e cioè di aver agito in contrasto con i deliberati del circolo cittadino, provvedere a formalizzare le rispettive dimissioni. Il consigliere del pd Giuseppe Stellato ha ribadito invece che l’attuale maggioranza non si riconosce più nel centrosinistra – continua Stellato – essendo diventata solo una sommatoria di individualità senza alcuna dialettica politica e programmatica in corso. Una situazione che sconfessa il progetto iniziale. Quel progetto nel quale, in occasione delle elezioni del 2007, alcune forze di centrosinistra confluite poi nel Partito democratico avevano contribuito a creare un’Amministrazione che, successivamente, ha raggruppato tutte le forze cittadine del centrosinistra. Questo fino a quando Giudicianni non ha consentito una deriva qualunquistica della maggioranza a cui ha fatto seguito l’ingresso in Giunta di esponenti di centrodestra”.“Bisogna compiere una scelta – conclude Stellato - o dare in mano alle forze politiche una maggioranza che rispecchi le reali esigenze della cittadinanza facendo fede al mandato conferito dagli elettori nel 2007 oppure, per quanto ci riguarda, siamo assolutamente contrari ad un’Amministrazione che agisce senza tener conto degli interessi collettivi”. Ma c’è di più . Qualche giorno fa è stata convocata una giunta municipale per approvare alcuni punti al’ordine del giorno fra una delibera per spostare alcuni fascicoli dalla caserma Pica all’aula bunker di viale Cappuccini . Già l’aula bunker che è completamente fuori uso e la destinano ad archivio del tribunale . Ma per far questo hanno approvato un progetto di un ingegnere Donato Mingione il quale d’accordo con il comune di Santa Maria Capua Vetere ha presentato una integrazione di 200 mila euro in più rispetto agli 840 mila iniziali per un cosato totale di più di un milione di euro approvata nel giorno di San Giovanni il 24 giugno 2010 da tutti gli assessori assente Giuseppe Russo .

IL FISCO DEL TERZO MILLENNIO - ENRICO SANGERMANO PRESENTA LE DIREZIONI PROVINCIALI DI NAPOLI UNO E DUE


LA NAPOLI DEL FISCO  VOLTA PAGINA
In Campania il riassetto organizzativo delle Entrate alle battute finali

Dal 5 luglio al via le Direzioni Provinciali I e II di Napoli

LA DIREZIONE PROVINCIALE DI NAPOLI UNO A EMILIO VASTARELLA QUELLA DI NAPOLI DUE A MARIA GIORDANO .


Ultime battute in Campania per il progetto nazionale di riorganizzazione degli uffici periferici delle Entrate su base provinciale. Da lunedì 5 luglio, infatti, saranno operative anche le Direzioni Provinciali I e II di Napoli, le ultime ancora da attivare in Campania.

La scelta sul territorio partenopeo è stata quella di attivare, così come per Torino e Milano, due Direzioni Provinciali con competenze territoriali ben precise.

Le due nuove strutture prevedono l’accentramento delle attività di controllo e contrasto all’evasione in capo a due uffici controlli, articolati in quattro aree:

1. Area imprese medie dimensioni

2. Area imprese minori e lavoratori autonomi

3. Area legale

4. Area persone fisiche ed enti non commerciali.

Le attività di assistenza e informazione ai contribuenti sono curate, invece, dagli uffici territoriali che si occupano della gestione degli atti, delle dichiarazioni, dei rimborsi e della registrazione dei provvedimenti giudiziari. Sono inoltre competenti in materia di:

 controllo formale di dichiarazioni e atti;

 accertamenti parziali su segnalazioni centralizzate;

 attività di controllo esterno per l’emissione di ricevute e scontrini e per acquisire dati e informazioni, in particolare per l’applicazione degli studi di settore;

 accertamenti su imposta di registro, successioni e donazioni e tributi collegati.

Nulla cambia per l’assistenza e l’informazione ai contribuenti, che troveranno le stesse sedi degli uffici preesistenti.



La Direzione Provinciale I di Napoli (codice TF2) è articolata in:

• Ufficio Controlli – codice TF3

• Ufficio Territoriale di Napoli 1 – codice TER

• Ufficio Territoriale di Napoli 2 – codice TES

• Ufficio Territoriale di Casoria – codice TEK

• Ufficio Territoriale di Ischia – codice TEP

• Ufficio Territoriale di Pozzuoli – codice TEZ

Il Direttore Provinciale designato è Emilio Vastarella, già direttore dell’Ufficio locale di Napoli 1. La Direzione Provinciale, l’Ufficio Controlli e l’Ufficio Territoriale di Napoli 1 sono ubicati a Napoli, in Via Diaz, 11 (Palazzo degli Uffici Finanziari).

Gli Uffici Territoriali di Napoli 2, Casoria, Ischia, Pozzuoli mantengono le strutture preesistenti.

Per i rimborsi Iva, compresa l’Iva auto, è competente l’Ufficio Territoriale di Napoli 1.

La Direzione Provinciale II di Napoli (codice TF4) è articolata in:

• Ufficio Controlli – codice TF5

• Ufficio Territoriale di Napoli 3 – codice TET

• Ufficio Territoriale di Castellammare di Stabia – codice TEL

• Ufficio Territoriale di Nola – codice TEV

Il Direttore Provinciale designato è Maria Giordano, già direttore dell’Ufficio locale di Napoli 3.

La Direzione Provinciale, l’Ufficio Controlli e l’Ufficio Territoriale di Napoli 3 sono ubicati a Napoli, in Piazza Duca degli Abruzzi, 31 (ex Caserma Bianchini).

Gli Uffici Territoriali di Castellammare di Stabia e Nola mantengono le strutture preesistenti.

Per i rimborsi Iva, compresa l’Iva auto, è competente l’Ufficio Territoriale di Napoli 3.

“L’Agenzia delle Entrate della Campania – afferma il Direttore Regionale Enrico Sangermano – completa la sua riorganizzazione, rinnovando le strutture per garantire in modo capillare i servizi di assistenza e informazione e rendere più efficace e mirata l’attività di controllo grazie all’istituzione di strutture di livello provinciale.

Nel complesso in Campania 6 Direzioni provinciali - una per ciascun capoluogo di provincia e due su Napoli – con 6 uffici controlli, dove sono concentrati i funzionari impegnati in una qualificata lotta all’evasione fiscale. Quanto ai servizi, grazie ai 24 uffici territoriali dislocati in un ambito regionale che va da Ischia a Vallo della Lucania, viene garantita l’assistenza ai contribuenti, che possono recarsi presso le stesse sedi dei preesistenti uffici delle Entrate senza subire alcun disagio.

Tengo ad aggiungere – prosegue Sangermano – che nella delicata fase della riorganizzazione, l’attenzione della Direzione Regionale è stata rivolta certamente ai contribuenti, ma al contempo si è cercato di ridurre al minimo il disagio all’interno delle nostre strutture e di rendere immediatamente operativo il nostro Personale, che merita ogni considerazione per l’elevato valore sociale dell’attività istituzionale svolta ”.

La “Lucida Follia” di PINA PARISI alla Mondadori PRESENTI AUTORITA’, UOMINI DI CULTURA, AMICI ED ESTIMATORI DELL’AUTRICE

IL PRESIDENTE CENICCOLA E IL GIORNALISTA TERLIZZI HANNO ANIMATO IL DIBATTITO
Caserta – E’ stato un vero successo, di critica e di pubblico la “prima” del libro “Lucida Follia” di Pina Parisi, presentato l’altro giorno presso la libreria Mondadori al Corso Trieste di Caserta. Alla presenza di autorità, uomini di cultura, amici ed estimatori dell’autrice si è svolto un intenso ed accorato dibattito sulle tematiche della follia. In particolare il Dr. Raffaele Ceniccola, avvocato generale della Suprema Corte di Cassazione e Presidente della Commissione Provinciale Tributaria di Caserta, ha illustrato i diversi passi del lavoro della Parisi, con significativi esempi di vita vissuta da magistrato e finendo con il dire che “un artista deve sempre lanciare un messaggio attraverso il suo lavoro ma che è poi il libero arbitrio del lettore a decretarne il successo”. Incalzato più volte dal giornalista Ferdinando Terlizzi ( autore del libro “Il delitto di un uomo normale”, ora in ristampa ) il Presidente Ceniccola ha confessato di essersi emozionato calandosi nella lettura del libro ed è questo il più significativo elogio – secondo il nostro modesto parere – che ha potuto fare all’autrice.

Pina Parisi, è nata a Salerno, giornalista, vive e lavora a Caserta presso un Ente Pubblico. Autrice di fotoromanzi, ha collaborato attivamente con la casa editrice Lancio; ha lavorato come consulente matrimoniale e ha scritto numerosi articoli di carattere socio-cultuale per alcuni giornali locali. Collabora con il settimanale “Confidenze”. Lucida Follia è la sua prima opera.

A precisa domanda del giornalista Terlizzi, l’’autrice ha così sintetizzato la trama del suo libro: “Una tranquilla pensione turistica situata nella penisola sorrentina è teatro delle molteplici e intrigate vicende le cui fila si dipanano nel corso del racconto. Ne emerge chiaramente delineato, il quadro della vasta gamma delle passioni umane in un altalenante avvicendarsi di amore e odio, tormento e gioia, lucida follia. E’ un racconto d’amore e di intrighi che permette di immergersi fin negli oscuri meandri della psiche umana che qui si mostra capace persino di azioni crudeli e sanguinarie in nome di un sentimento tanto nobile ma provato in maniera così intensa da diventare folle…”.

Tra i molteplici personaggi presenti in libreria, per seguire la presentazione dell’opera, abbiamo notato: il Dott. Pasquale Menditto, la Dott.ssa Valeria Stornaiuolo, le dottoresse Sonia Terlizzi e Maria Rosaria Ventriglia, lo studente Vincenzo Carbone, il Dott. Cesare Caputo, il dr. Vincenzo Gisondi, il il Dr. Mario Aglione, Presidente della Practical School, il Dott. Pietro Raucci e consorte, Presidente dell'ordine dei dottori commercialisti di Caserta, il Dott. Severino Cantiello, Presidente Associazione Magistrati Tributari, il Dr. Vincenzo Stornaiuolo, Tenente di Polizia Municipale di Caserta, il Dott. Raffaele Caianiello, Funzionario Amministrativo Tributario presso la Direzione Regionale dell'Agenzia delle Entrate, il Dott. Gary Goglia, Giudice di pace presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, gli avvocati Ciro Centore e Cesare Gesmundo; i giornalisti: Maria Beatrice Crisci, Biagio Salvati e Prospero Cecere; il Dr. Pasquale Izzo, il Dr. Michele Mancino, il Dr. Elio Attanasio, le Dottoresse Giusy Cecere, Maria D’Antonio, Ida Delle Carri, Pina Mazzarella, l’arch. Silvia Romano, il Rag. Antimo Gionti, i signori: Paola Fusco, Eliana Lonziello, Mimmo Iuliano, Gianni Rosario, Roberta Gervasio e Dr. Vittorio Gervasio, Funzionario del Gruppo Cariparma.

















OPERAZIONE DUAL BROKER - ATTO SECONDO - SEQUESTRATI IBENI PER CIRCA DUE MILIONI DI EURO


Questa mattina la Guardia di Finanza ha eseguito quindici ordinanze applicative di misure cautelari, emesse dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica - Sezione Reati di Criminalità Economica: in particolare due applicative della custodia cautelare in carcere, otto di arresti domiciliari e cinque dell’obbligo di presentazione alla PG. I provvedimenti cautelari hanno colpito i promotori, gli organizzatori ed alcuni componenti di una ben strutturata associazione a delinquere finalizzata alle frodi fiscali.

L’odierna operazione, che ha visto impegnati circa sessanta finanzieri dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Napoli, Nucleo PT Napoli e di Salerno, Compagnia di Scafati, rappresenta l’esito di un’articolata attività investigativa diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli - Sezione Criminalità Economica durata circa due anni.

Gli indagati colpiti dai provvedimenti restrittivi, in uno a numerosi altri soggetti sottoposti alle indagini, erano già stati destinatari di un decreto di sequestro preventivo, emesso in via d’urgenza dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli - Sezione Criminalità Economica ed eseguito il 3 giugno c.a., poi convalidato dal GIP presso il Tribunale di Napoli, avente ad oggetto conti correnti, beni immobili e mobili registrati, di seguito indicati:

1. cinquantatrè beni immobili (siti tra Napoli e provincia, ad eccezione di un appartamento sito a Maratea (PZ) e 27 box in provincia di Novara) per un valore complessivo pari a € 1.593.273,49;

2. otto autovetture/motoveicoli per un valore complessivo pari a circa € 100.000;

3. disponibilità finanziarie per un valore complessivo pari a € 5.308.012,62, presenti su cinquantasei rapporti bancari/finanziari accertati.

La complessa attività d’indagine, frutto di elementi probatori emersi nel corso di alcune verifiche fiscali, ha permesso di scoprire, anche attraverso l’ausilio di intercettazioni telefoniche, perquisizioni e sequestri documentali, un giro di false fatturazioni da circa 400 milioni di Euro con una conseguente evasione IVA dell’impressionante valore di circa 80 milioni di Euro. L’associazione criminosa, infatti, ha operato fin dall’anno 2003 attraverso una complessa rete di trentanove società nazionali e tre società estere, attive nel commercio di telefoni cellulari e prodotti tecnologici.

Per la realizzazione della frode, rientrante nel sistema di quelle “carosello”, gli aderenti all’organizzazione criminosa, coordinata dal ragioniere Di Fenza Luigi, specialista nella creazione di reti societarie, avevano costituito numerose società di comodo (cd. cartiere), amministrate da mere “teste di legno”, con sedi in diverse regioni italiane ed all’estero, create al solo scopo di acquistare ingenti quantitativi di prodotti tecnologici senza addebito di imposta. Tutto ciò sfruttando anche i canali degli acquisti intracomunitari e da operatori commerciali attivi nella Repubblica di San Marino, ovvero il canale degli acquisti nazionali attraverso società, che risultavano esportatrici abituali, pur non avendone i requisiti, per poi convogliare le medesime partite di merci verso due imprese, effettivamente operanti (cd. broker), che potevano così vendere in Italia ad un prezzo nettamente inferiore a quello di mercato.

La particolarità della frode messa in piedi dal fantasioso ragioniere e dagli altri associati è rappresentata dall’uso di due differenti imprese di “brokeraggio”, che si sono avvalse di vari gruppi di cartiere, disposte su più livelli della catena commerciale, formando così numerosi canali di commercializzazione, alternativi tra loro, al fine di contenere i rischi legati all’individuazione del sistema fraudolento.

Inoltre, al classico meccanismo della “frode carosello” è stata aggiunta l’ulteriore rivendita dei telefonini e prodotti HI-FI a cartiere ubicate in altri Stati dell’Unione Europea (Ungheria e Slovacchia), le quali cedevano nuovamente i predetti beni alle cartiere nazionali, rinnovando il ciclo di passaggi commerciali fittizi, onde abbattere ulteriormente i prezzi applicabili e rendere ancor più difficoltosa la ricostruzione dei trasferimenti di merci e delle sottostanti transazioni finanziarie.

Gli arresti disposti dal GIP del Tribunale di Napoli ed eseguiti nella mattina odierna confermano l’importanza e la gravità di fenomeni quali quelli delle frodi internazionali, che nell’attuale fase economica recessiva incidono in modo assolutamente deleterio sul corretto sistema degli scambi economici e, di conseguenza, sull’equilibrio del sistema economico già notevolmente indebolito dalla crisi.

OTTO ORDINANZE SPICCATE NEI CONFRONTI DI APPARTENENTI AL CLAN DEI CASALESI

Operazione congiunta della Squadra Mobile di Caserta e del comando provinciale carabinieri di caserta finalizzata alla esecuzione di nove ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti esponenti del “clan dei casalesi”.

I destinatari della misura restrittiva, gia ‘ colpiti il 7 giugno scorso da un provvedimento di fermo emesso dalla procura distrettuale antimafia di napoli, costituivano una articolazione del “clan schiavone” particolarmente attiva nell’agro aversano ove si dedicava principalmente ad una capillare e sistematica attivita’ estorsiva in danno di imprenditori e commercianti per conto del reggente della consorteria camorristica, schiavone nicola, primogenito di francesco “sandokan”, recentemente arrestato dalla squadra mobile di caserta quale mandante del triplice omicidio, avvenuto nel maggio 2009, di tre affiliati che non avrebbero rimesso nella cassa comune dell’organizzazione i proventi delle attivita’ delittuose e che avrebbero avanzato pretese estorsive nei confronti di imprese contigue allo stesso clan. I destinatari della misura restrittiva devono rispondere a vario titolo di associazione di stampo mafioso, lesioni personali, porto e detenzioni di armi, reati aggravati dall’avere agito con metodo mafioso ed al fine di agevolare il “clan dei casalesi”.



Sono destinatarie della misura cautelare restrittiva le persone di seguito elencate:



1. CACCIAPUOTI BARTOLOMEO nato il 23 Giugno 1973 a S.Maria C. V. (CE), pregiudicato, detenuto;

2. CIERVO BERNARDO nato il 28 Giugno 1983 a Caserta, pregiudicato, detenuto;

3. DE BIASE GAETANO detto “burzone”, nato il 16 Dicembre 1967, pregiudicato, detenuto;

4. ESPOSITO GIANCARLO detto “gnagnariello”, nato il 22 Dicembre 1984 ad Aversa (CE), pregiudicato, detenuto;

5. FALCONE PIETRO nato il 27 Giugno 1980 ad Aversa (CE), pregiudicato, detenuto;

6. MAIONE ANTONIO detto “u’ modenese”, nato il 3 Aprile 1985 a Cento (FE), pregiudicato; detenuto.

7. PACIELLO AGOSTINO nato il 14 Marzo 1987 a Caserta, pregiudicato, detenuto;

8. ORABONA SALVATORE, nato a Trentola Ducenta (CE) il 3.2.1972, pregiudicato, detenuto.

9. NIELEN MOHAMED ISMAIL, nato a Casablanca (Marocco) il 20.10.1983, detenuto.

DOVEVA SCONTARE 9 ANNI DI RECLUSONE ARRESTATO CARMINE DI FRAIA

Gli uomini della Squadra Mobile di Caserta e del Comando Provinciale Carabinieri di Caserta hanno tratto in arresto in Casal di Principe il pluripregiudicato Di Fraia carmine di anni 54 da villa literno, il cui figlio Di Fraia Antonio fu ucciso nel maggio 2004 in villa literno.

L’uomo era colpito da ordine di esecuzione per cumulo di pene concorrenti emesso il 22 giugno u.s. dalla procura della repubblica presso il tribunale di firenze a seguito di diverse precedenti condanne per spaccio di sostanze stupefacenti (reato per il quale era stato condannato ad anni 9 di reclusione dalla corte di appello di firenze nel decorso maggio) bancarotta fraudolenta (condannato ad anni 3 di reclusione dalla corte di appello di napoli nell’anno 1996).

Considerata l’applicazione dell’indulto, il di fraia deve ancora scontare anni 9 di reclusione e diverse pene accessorie (interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione lagale durante la pena, nonche’ il pagamento di oltre 20mila euro di multa).

Il prevenuto, che e’ stato associato presso la casa circondariale di s. Maria c.v. a disposizione dell’autorita’ giudiziaria, ha nominato suo difensore di fiducia l’avvocato Carlo De Stavola del foro di s. Maria C.V..









AVEVBA HASCHISC CON SE - E'ì STATO FERMATO DALLA POLIZIA ANTONIO BARRA

Nella tarda serata di ieri gli agenti della squadra mobile di caserta diretta dal vice questore angelo morabito hanno tratto in arresto, in flagranza di detenzione illegale di sostanza stupefacente, il pregiudicato barra antonio di anni 23 abitante in recale (ce).Gli agenti, che da tempo seguivano le attivita’ del giovane sospettato di essere un attivissimo spacciatore, sono intervenuti allorquando lo hanno intercettato alla periferia di caserta a bordo della sua autovettura opel astra di colore grigio.Al momento del controllo, il barra appariva in evidente stato d’ansia e di agitazione per cui gli agenti decidevano di sottoprolo ad un’ accurata perquisizione, al termine della quale venivano rinvenuti tre panetti di sostanza di colore marrone con impressa la sigla rr, occultati all’interno degli slip che il giovane indossava. Altre due stecchette di hashish venivano rinvenute in un pacchetto di sigarette riposta nel vano portaoggetti dell’autovettura ed nell’armadio della camera da letto dell’abitazione del barra, ove gli agenti effettuavano subito dopo un’altra perquisizione.

La sostanza, sottoposta ad esami di laboratorio dalla polizia scientifica di caserta, risultava essere hashish ed avere un un peso complessivo di grammi 298,9
Il Bara antonio veniva pertanto dichiarato in stato di arresto in quanto colto nella flagranza del reato di detenzione illegale di sostanza stupefacente per fini di spaccio, tenuto conto, altresì che nel corso della perquisizione locale estesa nel contesto presso la sua abitazione di recale, veniva rinvenuta e sottoposta a sequestro altra stecchetta di hashish di colore marrone, avvolta in carta stagnola dalle dimensioni di cm. 2,8x0,5, rintracciata all’interno dell’armadio della camera da letto del barra stesso.

Barra Atonio, che e’ difeso dall’avvocato Mssimo Atonio Grllo del foro di s. Maria capua vetere, è stato associato alla casa circondariale di s. Maria capua vetere, a disposizione del Prcuratore della Rpubblica .

martedì 29 giugno 2010

HOTEL CONFISCATO A CASTELVOLTURNO, SCATTANO GLI ARRESTI DELLA DDA DI NAPOLI

Nella mattinata di oggi 29 giugno 2010, il C.O. D.I.A. di Napoli ha dato esecuzione all’ ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P., su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della procura della Repubblica di Napoli, nei confronti di BORRATA Francesco, cl.1953, del figlio Giuseppe, cl. 1983, di Casal di Principe (CE), e di MOLFINI Luciano, cl. 1946, assicuratore, residente nel quartiere napoletano di Posillipo, ritenuti responsabili di una serie di episodi delittuosi che ruotano intorno alle vicende relative ad una struttura alberghiera sita in Castelvolturno (CE), sotto amministrazione giudiziaria in quanto sequestrata nel 2004 e confiscata nel 2005 dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Applicazione delle Misure di Prevenzione - ritenuta nella disponibilità di BORRATA Francesco, pregiudicato per associazione mafiosa (“clan dei casalesi”), già sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.

Le approfondite indagini svolte dalla D.I.A. di Napoli, supportate da servizi di sorveglianza elettronica, hanno accertato che BORRATA Francesco, utilizzando metodi tipicamente mafiosi, con l’ausilio del figlio Giuseppe e del MOLFINI, malgrado il provvedimento adottato dal Tribunale Sammaritano, ha tentato di assumere la gestione della struttura confiscata, nella quale vengono svolti corsi di formazione per il personale marittimo, minacciando il titolare della società responsabile dei corsi, che dal 2004 ha stipulato un contratto di comodato per la conduzione di una parte dell’albergo, di danneggiamenti ed azioni lesive qualora non avesse contratto un patto societario clandestino.
Tale vicenda ha determinato l’imputazione di tentata estorsione continuata, aggravata dal metodo mafioso.
BORRATA Francesco e MOLFINI Luciano sono indagati, inoltre, del delitto di cui all’art. 12 quinquies l.356/92, per aver fittiziamente attribuito a prestanome, tra cui alcuni familiari del MOLFINI nei confronti dei quali non è stata emessa misura cautelare, le quote sociali ed il complesso aziendale della società HOTEL KING, struttura alberghiera anch’essa sita a Castelvolturno (CE) di cui il MOLFINI risultava amministratore unico, apparentemente non riconducibile al BORRATA, ma da questi, di fatto controllata. Attraverso tale struttura alberghiera, il BORRATA aveva tentato, con la complicità del MOLFINI, di ottenere dall’amministrazione giudiziaria la locazione dell’albergo confiscato. Fallito il tentativo, aveva tentato di ottenere dall’imprenditore responsabile dei corsi o la cessione dell’affitto o l’acquisizione in forma occulta di una quota della società affittuaria.

L’intento del BORRATA era quello di costringere l’imprenditore a stipulare un contratto in base al quale, la struttura alberghiera facente capo al MOLFINI avesse la possibilità di gestire direttamente la predetta struttura sotto amministrazione giudiziaria. Per raggiungere tale scopo, già di per sé illecito in quanto volto a vanificare il provvedimento di sequestro e confisca adottato dal Tribunale sammaritano, il BORRATA minacciava in più occasioni l’imprenditore, palesando, più volte, la possibilità di “far saltare in aria” la struttura alberghiera. Il G.I.P., nella medesima misura cautelare, ha disposto anche il sequestro preventivo dell’hotel KING, eseguito nella mattinata odierna dalla D.I.A. di Napoli con l’ausilio della Guardia di Finanza, Tenenza di Mondragone, che ha collaborato nella fase delle indagini per i relativi accertamenti. Di contorno a tali attività sono emersi, nell’ambito delle indagini, non meno gravi comportamenti di natura estorsiva ed usuraria attuati da BORRATA Francesco e dal figlio in danno dei dipendenti della struttura alberghiera confiscata. In particolare, i due costringevano sistematicamente, con azione metodologicamente mafiosa, alcuni dipendenti dell’albergo confiscato a consegnare loro un terzo dello stipendio (pari ad € 300,00 sulla retribuzione di €900,00 ad essi corrisposta dall’amministratore giudiziario). E’ stato accertato, infatti, che i dipendenti, dopo aver ricevuto l’assegno relativo alle loro competenze professionali, venivano accompagnati in banca e, dopo il cambio degli assegni, venivano costretti a consegnare agli indagati parte del proprio stipendio. Nell’ambito dell’attività svolta, è emersa, infine, una vicenda di natura usuraria di cui si è reso responsabile BORRATA Francesco e che vede come vittima un altro dipendente della struttura confiscata. In particolare, il BORRATA Francesco, approfittando dello stato di bisogno del dipendente, gli elargiva un prestito a tassi usurari, pretendendo la cessione della sua autovettura a fronte del mancato pagamento.

RAPINA LA MONTE DEI PASCHI DI SIENA - BECCATO IL QUARTO RAPINATORE

Nel pomeriggio odierno, i militari del dipendente nucleo operativo e radiomobile hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di Pasquale Cerqua , di anni 37, di Giugliano in Campania (na) censurato, poiche’ gravemente indiziato di aver commesso, in data 4 febbraio 2010 ed in concorso con Ciccarelli Felice, di anni 29 e De Simone Raffaele, di anni 30, gia' tratti in arresto, una rapina in danno della banca Monte Paschi di Siena, sede di Cancello ed Arnone (ce), asportando la somma di € 40.000,00 circa.

Il provvedimento e’ stato emesso a conclusione dell’attivita' investigativa coordinata dalla procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere (ce) e condotta dai militari operanti.

L’arrestato e' stato associato alla casa circondariale di napoli "Poggioreale".

ANCORA FURTO DI ENERGIA ELETTRICA
Nella tarda serata di ieri, nell’ambito dei servizi disposti da questa compagnia, tesi a debellare il fenomeno largamente diffuso del furto di energia elettrica, i militari dell’aliquota radiomobile hanno tratto in arresto in flagranza di reato Giuseppe Ciervo , di casal di principe (ce), di anni 63, titolare di un caseificio ubicato in cancello ed arnone (ce).



In particolare, i militari operanti, unitamente ai tecnici della società enel, accertavano che il ciervo, a seguito della manomissione del contatore, sottraeva energia elettrica allo scopo di alimentare la propria attivita' commerciale

SANTA MARIA C.V. TRIBUNALE E POLITICA: QUEL GUASTAFESTE DI GAROFALO.......

Domani scade “l’ultimatum” posto da Garofalo all’amministrazione comunale in occasione del sopralluogo al Palazzo Cappabianca che il Pdl vorrebbe destinare ad uffici giudiziari per evitare la spoliazione del centro storico .

Dopodomani è fissata la conferenza stampa di Nicola Garofalo con L’on. Paolo Romano per fare il punto sulle linee politiche da tracciare in città .

Le due cose sembrano distinte e separate. Ma così non è .

Alla conferenza stampa di dopodomani gli osservatori più attenti danno per scontato che Garofalo e Romano porranno fine ad ogni sogno ribaltonistico di Giudicianni e company.

E che c’entra tutto questo, direte voi, con il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, i suoi uffici e i suoi problemi ?

C’entra eccome. E vi spiego perché .

La questione del tribunale, sollevata da Garofalo, ha effetti veramente dirompenti anche sugli equilibri politici della città.

Se c’era un dialogo tra il centro destra e il sindaco Giudicianni con i suoi fedelissimi, questo dialogo doveva per forza interrompersi quando Garofalo ha scatenato l’opposizione assumendo posizioni ben precise sulla questione del Tribunale ed in netto contrasto con le idee ed i propositi di Giudicianni ed i suoi in materia di Uffici Giudiziari .

Se il sindaco si era già chiaramente espresso per portare il grosso degli Uffici giudiziari fuori città ( tra la ex Italtel e via Olanda ) Garofalo e il Pdl alzavano un muro contro queste ipotesi, rivendicando l’allocazione degli Uffici Giudiziari nel centro storico .

Il contrasto non è di poco conto e salgono i toni ed aumenta la tensione quando Garofalo e il gruppo consiliare del Pdl chiedono un consiglio comunale ad hoc sulla questione .

A questo punto, ammesso che vi fosse un dialogo fra la destra e la sinistra, questo dialogo si è interrotto mettendo in evidenza la diversità di vedute ed è diventato irrecuperabile con la richiesta di consiglio comunale che, su una questione così delicata, rischia di diventare, per Giudicianni e i suoi fedelissimi, una sorta di fossa dei leoni dove tutto può succedere e dove, per lo meno , risulterà chiaro chi sta da una parte e chi da un’altra. Insomma, se c’era un inciucio, il guastafeste è stato Garofalo che pensa alla città, al tribunale , ai commercianti del centro storico, ai simboli e alle tradizioni di quella che si chiama ancora “città del foro “ e che siamo certi continuerà ad esserlo finché ci sarà qualcuno che si impegna in sua difesa senza vendersela per quattro soldi.

PIETRO TARICONE è MORTO - CASERTA E FROSINONE PIANGONO IL LORO IDOLO


TERNI - 'O guerriero  ha perso   la sua battaglia più importante. Precipitato nella tarda mattinata di ieri dopo un lancio con il paracadute a Terni, Pietro Taricone, 35 anni, è morto nel cuore della notte nell'ospedale della città umbra dove i medici avevano cercato di salvargli la vita con una lunghissima operazione durata oltre nove ore. Troppo gravi lesioni interne riportate. Alla testa, all'addome e agli arti inferiori, accompagnate da emorragie definite "importanti" dai medici. Per ore equipe di chirurgia generale e vascolare hanno lavorato in sala operatoria supportati da molti altri specialisti. L'intervento, cominciato ieri pomeriggio verso le 15, si era protratto ben oltre la mezzanotte.ma  alle 2:30 a causa di improvvise complicazioni è deceduto . senza che avesse mai ripreso conoscenza dopo l'incidente. in  sostanza era clinicamante morto già qunado è giunto in ospedale  Eppure quello di ieri a Terni doveva essere per Taricone un lancio con il paracadute come tanti altri ne aveva già fatti in passato, ma per la star della prima edizione del 'Grande Fratello' qualcosa è andato storto. Cosa sia successo esattamente lo dovrà stabilire l'indagine svolta dalla polizia. Dalle testimonianze già raccolte dagli investigatori è emerso che il paracadute di Taricone si é aperto regolarmente dopo un lancio da 1.500-2.000 metri di altezza. Poi, però, un colpo di vento o una manovra errata nelle ultime fasi del volo lo hanno fatto finire a terra a una velocità ben superiore a quella prevista. Proprio l'ipotesi di un errore nelle operazioni di frenata è quella maggiormente presa in considerazione dagli investigatori della questura di Terni. Taricone, paracadutista definito "esperto" da chi lo conosce, con alle spalle centinaia di lanci, potrebbe averla ritardata eccessivamente, finendo a terra con violenza praticamente davanti agli occhi della compagna, l'attrice Kasia Smuntiak, che si era lanciata dopo di lui. E sembra che con la coppia si trovasse a Terni anche la loro figlia di sei anni, Sophie. 'O guerriero' è da tempo un habitué dell'aviosuperficie umbra che frequentava da circa un anno e mezzo e dove si era più volte lanciato con la scuola di paracadutismo 'Gordio'. Al presidente della società che gestisce l'area, Sergio Sbarzella, aveva confidato nei mesi scorsi che per lui il paracadutismo non era "solo uno sport, ma un'attività che forma l'equilibrio psico-fisico della persona".Ieri Taricone aveva raggiunto Terni per partecipare a un corso sulla sicurezza in volo di livello intermedio. Due ore di teoria poi un primo salto senza problemi. Quindi di nuovo in quota con un aereo Cesna caravan turbo elica insieme ad altri sette compagni tra i quali la moglie, che a sua volta, nei mesi scorsi, aveva avuto un incidente, sempre con il paracadute, uscendo però indenne. Taricone ha saltato per primo e - ha spiegato uno degli appartenenti alla scuola Gordio - a circa mille e 200 metri si é regolarmente aperto il paracadute ad ala. A un centinaio di metri da terra l'attore doveva cominciare le operazioni per rallentare la velocità in vista dall'atterraggio che invece - ha riferito ancora chi ha assistito a quanto successo - sono state messe in atto solo a 20 metri dal suolo. Perché sia successo lo chiarirà l'inchiesta in corso. Taricone è comunque finito a terra con violenza.


lunedì 28 giugno 2010

UNA DECISIONE DEL GIUDICE ENEA CHE HA FATTO GIURISPRUDENZA SINGOLARE LA MOTIVAZIONE DELLA SENTENZA CHE HA ASSOLTO UNA OPERAIA DENUNCIATA DAL DATORE DI LAVORO

La vedova Sullo aveva chiesto tramite il suo legale le spettanze lavorative – Il gestore del SISA di Sessa Aurunca invece di pagare l’aveva denunciata per truffa – Azzerata con ordinanza del giudice la costituzione nel giudizio di lavoro –



Sessa Aurunca ( Ferdinando Terlizzi ) – E’ stata depositata, l’altro giorno, da parte del giudice Sergio Enea, della Sezione distaccata del Tribunale di Carinola, la interessante e singolare motivazione dell’assoluzione della signora Maria Francescone da Sessa Aurunca, che costituirà certamente giurisprudenza e darà una valida indicazione ( se non un messaggio ) a tutti coloro che credono di sottrarsi ai propri doveri ( specialmente economici) denunciando strumentalmente i propri dipendenti, mortificandoli, costringendoli a difendersi ed intasando la vie della giustizia per meri fini abietti di interesse personale o familiare.

Ecco in sintesi l’accusa: “perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso in tempi diversi con artifici e raggiri consistiti nell’ inviare tramite il legale Avv. Domenico Stanga, a Sullo Andrea due richieste di pagamento di spettanze. relative ad asserite attività lavorative svolte, rispettivamente presso il supermercato “SISA” sito in Sessa Aurunca di cui il Sullo è legale rappresentante e presso l’abitazione dei coniugi Rosanna Di Resta e Andrea Sullo, come domestica, compiva atti idonei diretti in modo non equivoco ad indurre in tal modo in errore Sullo Andrea in merito all’effettivo svolgimento di tali attività e a procurarsi l’ingiusto profitto corrispondente alle somme richieste, con corrispettivo danno per la persona offesa evento non verificatosi per cause indipendenti dalla volontà dell’agente (opposizione della persona offesa).

Nell’ultima udienza, con l’ intervento del pubblico ministero Dott.ssa Angela Izzo ( che aveva chiesto la condanna a 4 mesi di carcere ); della parte civile, Andrea Sullo, rappresentata dall’Avv. Luigi Imperato, ( che si riportava alle conclusioni scritte depositate ); della difesa, Avv.ti Gennaro Iannotti e Dario Pepe, di fiducia per Maria Francescone, ( assoluzione con formula piena; in subordine minimo della pena e benefici di legge ); il giudice Sergio Enea, aveva letto il dispositivo di assoluzione: ”Perché il fatto non sussiste”. Oggi si sono apprese le interessanti motivazioni di quella decisione.

“L’imputata va senz’altro mandata assolta dal reato a lei ascritto perché il fatto non sussiste, - ha scritto il giudice Enea nella sua motivazione ed ha ribadito che - “atteso che il fatto descritto nel capo di imputazione non è sussumibile (“Sussumere” nel linguaggio giuridico significa ricondurre un caso specifico a uno generale che lo possa comprendere N.d.R.) nella fattispecie di cui agli att. 56 e 640 c.p. o in altra fattispecie penale. Secondo l’ipotesi d’accusa, la tentata truffa si sarebbe concretata mediante il mero invio di due lettere con le quali Francescone Maria, per il tramite del suo avvocato, richiedeva alla parte offesa. Sullo Andrea il pagamento di spettanze relative ad asserite attività lavorative svolte rispettivamente presso il supermercato “SISA” sito in Sessa Aurunca, di cui il Sullo era legale rappresentante e presso l’abitazione del Sullo come domestica”.

“L’espletata istruttoria dibattimentale” – continua il giudice Enea - (ed in particolare la deposizione della parte offesa e la produzione documentale della pubblica accusa) ha consentito di appurare che le 2 missive predette recanti rispettivamente la data del 17/01/05 e del 26/01/05, contenevano effettivamente la mera richiesta del pagamento delle spettanze per l’attività lavorativa asseritamene svolta presso la Euromark s.r.l. e presso l’abitazione del Sullo, ma null’altro che comprovasse l’avvenuto espletamento di tale attività lavorativa. V’è pertanto da chiedersi se la mera richiesta del pagamento degli emolumenti per prestazioni lavorative, anche se non effettivamente espletate, rivolte al datore di lavoro, concreti o meno l’ipotesi delittuosa di cui in imputazione”.

“A tale quesito non può che darsi risposta negativa. Al fine dì meglio comprendere la conclusione cui è pervenuto il giudicante e prima di richiamare il contenuto di talune analoghe pronunce della giurisprudenza di legittimità — giova richiamare il mero dettato della norma incriminatrice in esame, l’art. 640 c.p. che punisce chiunque, con artifizi e raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno. La fattispecie incriminatrice è posta a tutela dell’interesse individuale della libera determinazione della persona offesa, che può venir lesa non già da una mera altrui richiesta di pagamento. per quanto illegittima, ma dalla falsa rappresentazione di una causa legittimante la pretesa economica, realizzata mediante artifizi o raggiri. In altri termini, la norma penale non intende sanzionare la mera richiesta economica illegittima, ma la fraudolenta induzione in errore del soggetto richiesto, che aderisce all’altrui richiesta economica sulla base di una falsa rappresentazione della realtà appositamente predisposta dal reo”.

“Diversamente argomentando, dovrebbe pervenirsi all’inverosimile conclusione che ogni richiesta economica non fondata su un titolo legittimante concreti il delitto di tentata truffa. con la conseguenza che ogni procedimento civile, ove l’attore avanzi una pretesa economica poi non accolta dal giudicante, siccome sempre preceduto da una formale messa in mora, contenga in sé una ipotesi delittuosa (consistente nella richiesta stessa di corresponsione di una data somma di denaro o altra utilità). Tale assunto è tanto evidente che in giurisprudenza non si rinvengono fattispecie analoghe nelle quali oggetto dell’imputazione era la mera pretesa economica formulata con lettera, non accompagnata da alcun artifizio o raggiro volta ad indurre in errore il destinatario della richiesta. Così quanto alla richiesta di corresponsione di una somma di denaro effettuata per corrispondenza, la Suprema Corte ha affermato che essa integra la fattispecie delittuosa in esame soltanto nell’ìpotesi in cui sia accompagnata da mezzi ingannevoli atti a comprovare l’assunto fondante la richiesta e quindi a trarre in inganno il destinatario”.

“È il caso di Cass. n. 1983/69 che ha ritenuto configurabile il delitto di truffa nel fatto di colui che ottenga danaro o altri aiuti economici mediante richiesta epistolare inviata a un numero indefinito di persone, nella quale con mezzi ingannevoli dimostri uno stato di bisogno, in realtà inesistente: o di Cass. n. 5020/80, che ha ottenuto insussistente il tentativo di truffa nella ipotesi dì mera richiesta di pagamento per prestazioni non effettuate (in quel caso anche attraverso la predisposizione di falsi documenti contabili). La giurisprudenza richiamata dalla parte civile a fondamento delle proprie argomentazione (Cass. n. 495/98), ad avviso del giudicante, non fa che confermare tale assunto. In quell’ipotesi la Suprema Corte ha affermato che integra il delitto di tentata truffa non già la mera richiesta infondata di erogazione di una prestazione assistenziale avanzata ad un ente previdenziale, ma la falsa rappresentazione della costituzione di un rapporto di lavoro, tale da indurre in inganno l’ente pubblico sulla effettiva esistenza del rapporto stesso, cui poi consegua una formale richiesta da parte del soggetto agente. È pertanto essenziale componente della condotta criminosa la predisposizione di elementi documentali (falsificati in tutto od in parte) atti a trarre in inganno l’ente pubblico, elementi che, come detto, non si rinvengono nella fattispecie in esame, non avendo la Francescone posto in essere alcun artifizio documentale o di altro genere atto a far apparire verosimile il pregresso svolgimento delle mansioni lavorative”.

“Peraltro, il precedente giurisprudenziale menzionato dalla parte civile consente di operare una ulteriore riflessione, quanto al parametro della idoneità della condotta, secondo un giudizio prognostico a produrre 1‘evento dannoso connotato caratterizzante il tentativo di delitto. In tutti i casi giurisprudenziali nei quali la tentata truffa è stata integrata mediante la falsa rappresentazione della costituzione e svolgimento di un rapporto di lavoro la richiesta economica e stata inoltrata non già al datore di lavoro, ma ad un ente terzo (INPS, INÀIL. etc.). che non avendo la possibilità di operare un immediato riscontro circa la veridicità delle asserzioni del richiedente, è tenuta ad erogare la prestazione assistenziale o previdenziale, sulla scorta di dati documentali prodotti dal richiedente medesimo. Ben diverso e il caso in cui la richiesta economica sia rivolta al datore di lavoro che e perfettamente in grado di operare un controllo immediato dell’ identità dei suoi dipendenti e che pertanto non può di certo esser tratto in inganno da documentazione esibita dal richiedente e eventualmente attestante la sussistenza del rapporto di lavoro”.

“In altri termini, il datore di lavoro e sempre in grado di conoscere l’identità e numero dei lavoratori da lui impiegati (soprattutto nell’ipotesi di lavoro domestico o di lavoro espletato presso un piccolo esercizio commerciale quale quello in esame), onde giammai può esser tratto in inganno da una richiesta proveniente da un soggetto che asserisce di essere stato suo dipendente. Quindi, ove anche la Francescone avesse allegato alle richieste documentazione tesa a comprovare la sussistenza del rapporto di lavoro al fine di ottenere da Sullo il pagamento delle proprie spettanze, tale condotta sarebbe comunque stata inidonea a trarre in inganno la parte offesa, onde verrebbe comunque meno il parametro di cui all’art. 56 c.p.. Alla luce delle suesposte argomentazioni è evidente che il prosieguo dell’istruttoria si palesava del tutto superfluo, siccome volto a dimostrare da parte della pubblica accusa ( e della parte civile) la insussistenza del rapporto di lavoro e da parte della difesa, l’esatto contrario, atteso che, ove anche fosse stata acquisita la prova della insussistenza del detto rapporto e la conseguente infondatezza della pretesa economica avanzata dall’imputata, per il tramite del difensore, con le missive di cui in imputazione, non sarebbe stata comunque integrata la fattispecie incriminatrice della tentata truffa”.





TITANO-GATE - SPUNTA UNA DONNA SAMMARITANA NELLA BLACK LIST DI SAN MARINO

Spunta anche una donna sammaritana nella lista frutto di una rogatoria con cui il pm romano Perla Lori a fine 2009 aveva chiesto alle autorità sammarinesi documenti relativi a quell’holding, ipotizzando un maxi-riciclaggio, roba da oltre un miliardo di euro. La trentasettenne nata a due passi dalla reggia di Caserta , ma appartenente alla famiglia benestante poichè si interessa di edilizia, è nella lista pubblicata stamattina sul Giornale di Milano. La donna sembra essere la moglie di un noto facoltoso immobiliarista casertano che si interessa di compravendita immobiliare ora residente in un lussuoso parco di Caserta. La donna è entrata nella lista dove la guardia di finanza sta passando al setaccio tutti i correntisti della Smi Bank di San Marino . Non è indagata , ma potrebbe esserlo qualora ai baschi verdi non dirà per quale motivo aveva quel conto. Imprenditori, cantanti, sportivi, ma anche impiegati, artigiani e gente comune. Tutti uniti da quei depositi all’estero. Su cui ora vogliono fare luce sia la Procura capitolina sia l’Agenzia delle Entrate. C’è da capire quali di questi abbiano portato i loro soldi sul Titano regolarmente, quanti abbiano sanato la loro posizione denunciando i capitali all’estero con lo scudo fiscale, quanti siano invece evasori fiscali a tutto tondo. Il materiale è stato acquisito nel corso di più perquisizioni nella sede della Smi: a inizio dicembre dello scorso anno forze dell’ordine e agenzia sammarinese di informazione finanziaria hanno setacciato gli uffici della San Marino investment di Pasquini, ex ambasciatore in Spagna per l’enclave del Titano, nonché proprietario delle ferrovie pugliesi Bari Nord, la Ferrotramviaria. A Roma sono arrivate così decine di faldoni di documentazione bancaria, e 26 pagine con oltre mille nominativi. Tra questi, oltre a Pasquini, quello di sua moglie Clara Nasi, imparentata con la famiglia Agnelli. Premesso che sull’elenco, come detto, gli inquirenti stanno ancora lavorando, sfogliando la black list saltano fuori diversi nomi eccellenti.

ORE DECISIVE PER PIETRO TARICONE DA TRE ORE SOTTO I FERRI

Ore decisive per Big Pietro . la sua passione lo ha tradito. E' ancora in camwera operatoria , ma sembra che fra qualcxhe istante uscirà .
Pietro Taricone è rimasto ferito gravemente, dopo essersi lanciato con il paracadute. Fratture e lesioni multiple e un'emorragia interna gli sarebbero state riscontrate all'ospedale di Terni, dove ora è sotto i ferri per un intervento d'urgenza. L'incidente è avvenuto nell'aviosuperficie di Terni, in Umbria, dove l'attore pratica questo sport. Il paracadute si è avvitato, a causa del vento o di una manovra sbagliata. A Terni c'erano anche la moglie e la figlia. Nello stesso aeroporto il 3 aprile e il 1° maggio scorsi sono morti due paracadutisti.

sabato 26 giugno 2010

A GIANFRANCO PICCOLO ESTROVERSO E TRASCINATORE CASERTANO

C’era una volta Gianfranco Piccolo, il ragazzo più estroverso di Caserta tanto estroverso che dietro di lui aveva sempre la coda di amici e affezionati che lo seguivano . Il mio ricordo è qualcosa di diverso, diverso a tal punto che non posso non dimenticare le scorribande sui motorini quando papà Santino aveva preso casa a Baia Domizia negli anni settanta. Ma gettati anche sui campi di pallacanestro sia invernali che estivi, anzi soprattutto estivi in quale di Baia . Già noi ragazzi degli anni settanta che masticavamo palla a spicchi , ma palloni di cuoio, in quel di Baia addirittura avevamo occhiato un capo di pallacanestro dove accedevamo via spiaggia . Già sul quel capo del condominio Solemar di Baia Domizia , si sono disputate le più grandi campagne campanilistiche baskettofile fra napoletani e casertani . Insieme a Sergio Donadoni , Vincenzo Enrico , Pasquale Errico , Mario Simeoli , Virginio Bernardi sua moglie Teresa Antonucci, Paolo Gambardella e anche zio Romano , Gianluca e Valerio c’era anche Gianfranco che con la sua caparbia personalità era da sempre il trascinatore . Nel suo cuore Juve Caserta, casertana e Juventus . Oggi 26 giugno 2010 a ricordalo è Don Antonello Giannotti , uno dei prelati più importanti della città di Caserta.


Ciao Gianfranco

GUARDA DI FINANZA TENENZA DI MONDRAGONE SCOPERTO L'OUTLET DEL FALSO

La Guardia di Finanza di Caserta, nell'ambito dell'attività di controllo economico del territorio, ha intensificato le iniziative a contrasto del commercio di prodotti recanti marchi di fabbrica contraffatti, in concomitanza con l’approssimarsi della stagione estiva e l’arrivo sul litorale domitio del flusso turistico campano. In tale contesto, i finanzieri della Tenenza di Mondragone, all’esito di autonoma attività info – investigativa, hanno individuato due locali adibiti a laboratorio/sartoria siti nella periferia napoletana, rispettivamente nei comuni di Brusciano e Castello di Cisterna.  Gli scorsi 9 e 12 giugno è scattata dunque la vasta operazione anti-contraffazione: le Fiamme Gialle hanno eseguito diverse perquisizioni locali individuando ben due locali seminterrati adibiti a laboratorio/sartoria rinvenendo capi di abbigliamento palesemente contraffatti nonché accessori per l’abbigliamento riportanti i marchi di note griffes nazionali e internazionali.  Nello specifico, sono stati rinvenuti pezzi delle seguenti marche: Dolce & Gabbana, Armani, Blauer, Baci e Abbracci, Burberry, Fay, Monclear, Emporio Armani, Liu Jo, Guru, 1^ Classe Alviero Martini, Sweet Years, Jackerson, Versace, Harmont & Blain, Ralph Laurent, Fred Perry, A. Style, Adidas.

 Inoltre, nei laboratori sono stati rinvenuti numerosi macchinari utilizzati per il confezionamento dei capi contraffatti (oltre 60 pezzi ). Particolare degno di nota è stato la scoperta, nel laboratorio di Brusciano, di un ambiente ricavato sottoterra, cui si accedeva da una botola, al cui interno uno dei responsabili aveva abilmente occultato tutto le griffes e gli accessori che venivano poi lavorati sui capi da immettere sul mercato clandestino. Denunciati all’Autorità Giudiziaria di Nola, competente per territorio, n. 3 soggetti ritenuti responsabili dei reati di contraffazione di prodotti industriali e ricettazione, nonché sequestrati n. 2 locali adibiti a sartoria per un estensione di oltre 450 metri quadrati , oltre 60 macchine utensili e complessivamente 670 capi contraffatti e circa 60.000 accessori di varie marche pronti per essere immessi sul mercato, per un introito stimato in circa € 100.000.

venerdì 25 giugno 2010

A SANTA MARIA CV , MAGISTRATI E GIUDICI RELEGATI A FARE GIUSTIZIA IN UN CONDOMINIO PERCHE' IN CITTA' VA DI MODA LA MACCHIA DI LEOPARDO

Non c’è nulla da fare , i giudici del tribunale civile e soprattutto i magistrati della procura, ma anche il personale degli uffici giudiziari comunque vada, sono condannati a lavorare in un condominio. C’è stata questa sensazione poiché , stamattina l’incontro voluto fortemente dal coordinatore del pdl Nicola Garofalo doveva in ogni caso convincere gli addetti ai lavori affinchè una parte degli uffici giudiziari potesse essere dislocata nel prestigioso e storico Palazzo cappabianca pieni di affreschi e soprattutto un palazzo che poteva rappresentare in ogni caso una figura possente della giustizia sammaritana .
Ne avrebbero guadagnato tutti magistrati, giudici, personale giudiziario e soprattutto addetti a lavori , in modo tale che si circoscriveva quello che si poteva definire il polo giudiziario di Santa Maria Capua Vetere in meno di 50 metri raggio circonferenziale. Insomma il sopralluogo eseguito ieri mattina a palazzo Cappabianca ha avallato che lo spazio c’è ed è a pochi metri in un palazzo che ha tutte le sembianze per essere un edificio di tribunale . Viceversa invece si tenta con la costruzione di un palazetto in via Olanda oppure uno in via sambuco che è per civili abitazione, ma è nei pressi della caserma Mario Fiore o addirittura pagare un affitto al titolare dell’area di Via del Lavoro . Ma perché bisogna pagare privati quando la soluzione è a portata di mano ? e cioè a 50 metri? Due passi a piedi fanno sempre bene , invece di traslocare a due chilometri con auto e stress . Purtroppo a Santa Maria Capua Vetere c’è la moda di costruire edifici per la pubblica amministrazione “ a macchia di Leopardo” . L’aulario ne è la conferma. Voi dite che c’entra ,invece c’entra e come perché l’aulario si trova dalla porta opposta dell’università che è ubicata nel palazzo Melzi e così vorrebbero fare con gli Uffici giudiziari , con la procura ed altri uffici giudiziari.

Ma cosa aspettate, perché si rischia che il palazzo di giustizia venga trasferito in altro posto e la città piomberebbe in uno scatafascio totale .

UBICAZIONE UFFICI GIUDIZIARI - IL PRESIDENTE STICCO SCRIVE Al COORDINATORE DEL PDL NICOLA GAROFALO

MENO MALE CHE NICOLA (GAROFALO)
C'E' 2


A seguito di invito da parte del Sindaco di S. Maria C.V. dr. Giancarlo Giudicianni sollecitato dall‘avv. Nicola Garofalo si e proceduto in data odierna con le componenti dell'Avvocatura Civile e Penale alla valutazione delle ulteriori possibilità dell’urgente sistemazione degli Uffici Giudiziari della città di S. Maria C.V. tenendo di vista la concentrazione dei settori e partendo dalle ipotesi, già allo stato, formulate in sede di Commissione di Manutenzione. L’iniziativa e stata promossa., in spirito unitario, nell’interesse della città di S. Maria C.V. quale centro giurisdizionale della Provincia di Caserta e quindi nella finalità della massima e collaborazione con gli organi preposti alla soddisfacente soluzione del grave problema imposto da contingente ed urgente necessita . Si é proceduto alla visita del palazzo Cappabianca che è ubicato nelle vicinanze del Palazzo di Giustizia Penale in Piazza della Resistenza, e sono stati ispezionati il piano terra, il primo e secondo piano e la mausarda nonehé i sotterranei. ll primo lotto dei lavori in corso dovrebbe termine entro fine dicembre ma l’mpresa ha assicurato che accelererà per consegnarli entro fine luglio c.a. e che in riferimento al secondo lotto potrebbe completarsi ed essere consegnato entro fine dicembre c.a. qualora fosse supportato dal Comune di S. Maria C.V. . Sono state richieste le planimetrie per poter rendere il fabbricato di Via Cappabianca utilizzabile ad edilizia giudiziaria. con ampi corridoi al servizio dei vani adiacenti. Il cortile ed il retro-cortile potrebbero ricevere dai venti ai trenta automezzi. Ci si é portati poi in Via Matarazzo per visitare un edificio in costruzione di 4 piani compreso il piano terra adattabile ad Uffici Giudiziari sia per il settore Penale che per il settore Civile ed attualmente in condizione di poter eseguire le necessarie modifiche cosi da poter renderlo agibile in un periodo infrannuale. Il piano terra potrebbe destinarsi ad aule giudiziarie. ln tale contesto potrebbe trovarsi la soluzione di concentrazione giudiziaria in un perimetro che si circoscrive tra il Palazzo di Giustizia Penale, Via Albana e Via Cappabianca evitando distanze non utili ad un servizio giustizia efficiente. Quindi, nell'interesse comune dell'Amministrazione della Giustizia e della Citta di S. Maria C.V. tutti i convenuti hanno ritenuto di rimettere la soluzione delle suddette ipotesi alla Commissione di Manutenzione e di essere disponibili a fornire ogni utile apporto nella finalità unitaria della iniziativa.

ll Presidente

Avv. Elio Sticco

ITALIANI CHE SI FANNO ONORE ORGANIZZATO DAL CONSOLE DI CHARLEROI

IL PRIMO WEEK END ITALIANO IN BELGIO
La dottoressa Iva Palmieri, Console in Belgio è di Sessa Aurunca. Stand con l’acqua di Suio e Musicalia Aurunca - Sfilate dell’Alfa Romeo e gruppi di sbandieratori. Una delegazione di Sessani ha consegnato al Console una lettera del Sindaco Luciano Di Meo.



Sessa Aurunca ( di Ferdinando Terlizzi ) – Bella festa, piena di allegria e buon trampolino di lancio per il “Made in Italy” organizzata nel primo week end di giugno dove il nome di Sessa Aurunca ha vissuto il suo “momento di gloria” in Belgio dove la giovane Console Generale d’Italia a Charleroi, Dottoressa Iva Palmieri ( nativa di Sessa Aurunca, dove tutti la ricordano con particolare affetto per le sue doti di preparazione e signorilità ) ha organizzato, in occasione delle Festa della Repubblica il primo week end italiano.

Tutto è iniziato con la cerimonia di inaugurazione tenutasi proprio al Bois du Cazier, la ex miniera di Marcinelle ora trasformata in Museo. Nel suo toccante discorso di apertura il Console Dr.ssa Palmieri ha rivolto il suo saluto alla associazioni di ex minatori ed ha accomunato l’evento del 2 giugno 1948, che in Italia decretò l’instaurarsi della Repubblica a quello che nello stesso tempo accadeva in Balgio, dove numerosissimi italiani si trasferirono per lavorare nelle miniere di carbone. Ma nel disastro di Marcinelle, alcuni anni dopo, 126 di essi vi trovarono la morte.

La celebrazione è proseguita con la partecipazione di numerosi artisti locali e italiani, tra cui il gruppo di ricerca “Musicalia Aurunca” di Alberto Virgulto che si è esibito più volte ed ha riscosso un enorme successo più volte sottolineato dallo speaker di “Radio Italia” sponsor della manifestazione e presente alla kermesse. Nel contempo, da Sessa Aurunca si sono recati a Charleroi alcuni esponenti del Comune di Sessa Aurunca che hanno recapitato al Console una lettera di saluto e di congratulazioni del Sindaco Luciano Di Meo. Della delegazione facevano parte anche alcuni produttori locali come i coniugi Brini dell’Azienda Agricola “Badevisco”, che produce olio e vino; il signor Andrea Grella che ha allestito uno stand con l’acqua di Suio.

All’evento hanno dato lustro con la loro presenza il sindaco di Charleroi, che insieme al console Palmieri ha dato inizio alla festa con il taglio del classico nastro, nonché alcuni esponenti di prestigio della politica belga, come Elio Di Rupo, primo italiano eletto al Consiglio dei Ministri belga, e Paul Magnette, ministro dell’Energia.

giovedì 24 giugno 2010

INTESA GAFI SUD-AISCRIS PER FINANZIARE PROGETTI DI RICERCA, INNOVAZIONE E SVILUPPO

Per le piccole medie imprese che in ambito nazionale intendono finanziare progetti di ricerca, innovazione tecnologica, sviluppo pre-competitivo accedere al credito ora è più facile. Grazie, infatti, all’accordo sottoscritto dal confidi Gafi Sud e dall’Associazione italiana società di consulenza per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo (Aiscris), con sede a Roma, aderente a Confindustria, le pmi interessate potranno accedere a finanziamenti di medio-lungo termine erogati da Unicredit Banca di Roma, mediante l’accensione di mutui chirografari, per importi fino a 500 mila euro.

Il finanziamento è finalizzato alla copertura di investimenti produttivi orientati all’innovazione tecnologica;

Il finanziamento, inoltre, può essere destinato alla copertura di spese relative al progetto e restituito in un arco temporale massimo di sette anni, comprensivi del periodo di preammortamento fino a 24 mesi.

Il prodotto finanziario messo a punto da Gafi e Aiscris è imperniato, in una doppia valutazione dei rischi connessi alle richieste di investimento: uno, elaborato da Gafi che con 1300 soci e garanzie in essere per un volume di 150 milioni di euro risulta tra i più importanti del Mezzogiorno, attiene al più classico rating basato sui parametri di Basilea. Nell’altro caso invece si tratta, più propriamente, di un “rating tecnologico” assegnato dall’Aiscris, per rendere meglio leggibile il progetto, e dunque finalizzato ad aumentare le capacità delle piccole e medie imprese interessate agli strumenti di finanziamento.

Aiscris è un’associazione di categoria nazionale aderente a Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici che come federazione rappresenta 17 mila imprese con 600 mila addetti e attività di circa 117 miliardi di euro di fatturato.

“Con questa iniziativa – ha sottolineato il presidente di Gafi , Rosario Caputo – il nostro confidi ha messo a punto un prodotto finanziario che colma, in qualche modo, un vuoto importante negli strumenti di finanziamento delle pmi: quello relativo, ai progetti di investimento per l’innovazione e la ricerca, tradizionalmente tra i più difficili da sostenere. Ciò è reso possibile grazie alla collaborazione con Aiscris, ed Unicredit Banca di Roma”.

Soddisfazione anche nelle parole del presidente dell’Aiscris, Tommaso D’Onofrio: “Per la nostra associazione l’intesa con Gafi rappresenta un ulteriore qualificante servizio offerto agli associati. Tra le possibilità offerte dal prodotto, infatti, c’è anche quella di finanziare, tra gli altri progetti innovativi, deposito ed estensione di marchi e brevetti, prototipazione, diagnostica aziendale. Azioni, mai come in questo momento congiunturale, strategiche per la vita stessa delle imprese”.



MONDIALI 2010 - NON FACCIAMO VENIRE IN ITALIA MARADONA , MA PERDIAMO CONTRO LA SLOVACCHIA ..

Quagliarella e Maggio superstar, perchè Lippi non li ha messo in campo prima ?
Senza cuore e senza testa , pronti per salpare sul primo aereo e tornare in italia . Presidente Berlusconi faccia come Sarkozy, metta in ricolo questa Italia dove i giocatori  guadagnano fior di milioni di euro e si permettono di fare le signorine . Un  primo tempo da schifo e senza essere concentrati, oramai l'italia e il calcio italiano ha fatto il suo corso .
 Ma non facciamo venire in Italia  Diego Armando Maradona perchè ha un debito con lo stato , ma quanti personaggi italiani hanno debiti con lo stato e con la giustizia .  Presidente si tenga caro Bossi che lo farà affossare nel letame.
Sono sempre e sono stato sempre convinto che nel 2006 il presidente Blatter non aveva ancora saputo che cosa avevano fatto a Luciano Moggi . L'amicizia rispettosa  di Lucinano Moggi nei confronti di Blatter ci aveva portato in cima , adesso siamo nella melma. 
Speriamo che si risvegliano.
N:B: Presidente , se si vuole salvare, faccia un condono fiscale e faccia rientrare  Maradona in Italia perchè ne guadagnamo anche noi e soprattutto Lei.

Durissima protesta del sindacato Giustizia LETTERA APERTA INDIRIZZATA ALLA PROCURA E AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE

FIRMATA DA OLTRE 100 DIPENDENTI,  IL PRESUNTO TRASLOCO DIVENTA UN'ASPRA  POLEMICA PER LA DISLOCAZIONE DEGLI UFFICI GIUDIZIARI


S. Maria C.V. ( Fer.Ter) Da Alfonso De Giglio, responsabile sindacale dei dipendenti giudiziari, in servizio in servizio presso la struttura "ex Caserma Mario Fiore", (parte della Procura, Ufficio del Giudice di Sorveglianza, Ufficio del Giudice di Pace) riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera aperta indirizzata al Presidente del Tribunale e al Procuratore della Repubblica.

“Il personale amministrativo giudiziario, in servizio presso la “FORESTERIA” ex Caserma Mario Fiore, sentitamente ringraziano i vertici degli Uffici Giudiziari di S.Maria C.V. per l’alta considerazione di cui godono. Dopo i fanghi invernali, attualmente beneficiano della sauna estiva. Allietati per circa NOVE mesi da sinfonie per martelli pneumatici e trapani vari, muovendosi con disinvoltura tra materiali di risulta e polvere a volontà, che nei giorni piovosi si trasformava in poltiglia, osservati con amorevole cura da operai in transito sulle impalcature, con le finestre decorate da calcinacci e teli posti a protezione dalla luce naturale, picconati ovunque e ad ogni ora, con il privilegio di poter parcheggiare, durante il periodo invernale, in ampi ed arieggiati spazi, anche se distanti e frequentati da cani randagi, attualmente, con l’avvento della stagione estiva, beneficiano di igienica e salutare sauna, per la disattivazione dei climatizzatori”.

“Però, con sommo orgoglio, si apprende, tramite i mezzi di informazione (giornali locali), che il “sacrificio”, ritenuto tale solo dagli ingrati ed irriconoscenti, è stato ed è utile per “riqualificare l’immobile e renderlo soddisfacente, sia sotto il profilo funzionale che a quello del decoro, alle esigenze dell’utenza e degli Uffici Giudiziari del Tribunale Civile che dovrebbe andare ad ospitare. Cosa, forse, che non è stata da 10 anni a questa parte?”.

“In Premio si apprende, sempre dai mezzi di informazione, che, al personale che è stato in servizio presso tale struttura, per oltre un decennio, verrà concesso l’alto onore di un trasferimento presso la ex ITALTEL. Dalla ex Caserma alla ex Fabbrica. Si migliora in rispetto e considerazione. Sembra che il disegno sia ormai compiuto, con la partecipe complicità di molti e nel pigro silenzio di moltissimi”.

“Tutti conoscono la destinazione o le destinazioni, prossime e future, dei dipendenti in servizio presso la ex Caserma Mario Fiore, mezzi di informazione e comuni cittadini, tranne i diretti interessati. Ma, quale è il problema? Da ubbidienti esecutori prepareranno le loro 24 ore, con qualche decina di migliaia di fascicoli e raggiungeranno la nuova colonia. E cosa importa che sia il precedente D. Lgs. 626/94 che l’attuale D. Lgs.81/08 prevedeva e prevede una partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori per renderli responsabili della loro tutela e sicurezza. Che tra gli obblighi del Datore di Lavoro vi era e vi è quello di adempiere agli obblighi di informazione”.

“Il tutto è stato fatto, o non fatto, nel loro interesse, onde evitare un faticoso e fastidioso confronto che presuppone sempre la possibilità di cambiare opinione, fare mediazioni, sentire l’opinione degli altri e tenerne conto. Ha sempre funzionato così, ad intermittenza, come un fiume carsico. Brevi stagioni di anarchia, sovrastate da lunghi periodi di silenzio. Ora stiamo vivendo uno di questi. E cosa importa che l’attività dell’Ufficio deve essere rivolta al servizio all’utenza, all’informazione all’utenza, alla promozione e alla realizzazione di iniziative di comunicazione per assicurare la conoscenza di normative, strutture e diritti dell’utenza”.

“Il personale sarà dotato di orario dei mezzi pubblici che collegheranno le varie strutture giudiziarie. A meno che, qualche illuminato amministratore (comunale?) non provvederà ad organizzare adeguato servizio navetta che potrà essere anche utilizzato dal personale giudiziario costretto a fare la spola tra le varie strutture per esigenze di servizio, indispensabili alla sopravvivenza dell’ufficio. O gli verrà assegnato autista personale? Comunque, nel ringraziare ulteriormente, ma con la preoccupazione che il troppo benessere possa nuocere alla salute degli scriventi, si chiede un interessamento per affrontare e risolvere il problema climatico che attualmente li coinvolge”.

mercoledì 23 giugno 2010

FERMATO GUIDO PAGANO ERA LATITANTE DAL 2008

Nel solco delle strategie perseguite dalla Polizia di Stato per colpire le consorterie criminali operanti nei comprensori di Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano d’Aversa(CE), nella prima mattinata di oggi, la Squadra Mobile di Caserta, in Casal di Principe (CE), a seguito di meticolose ed ininterrotte indagini, rintracciava e traeva in arresto PAGANO Guido, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 14.05.1962, pluripregiudicato.

L’uomo, già arrestato in Spagna per traffico di stupefacenti sorpreso con 30 kg. di hascisc, deve scontare una condanna definitiva per detenzione illegale di armi, falso, ricettazione e sostituzione di persona.

Il PAGANO Guido che, al momento dell’arresto si trovava da solo a bordo di un’autovettura in Corso Umberto di Casal di Principe, si era reso latitante dal novembre 2008, annovera precedenti per associazione di stampo mafioso, estorsione, sequestro di persona, armi, evasione e reati contro il patrimonio.

PAGANO Guido è uno storico e temuto appartenente alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele CUTOLO; sia il padre, PAGANO Ernesto Dante, che il fratello, PAGANO Antonio, esponenti di spicco della citata N.C.O. di CUTOLO, furono assassinati durante la sanguinosa faida che contrappose, nel corso degli anni ottanta, l’organizzazione cutoliana al clan dei Casalesi, federato, alla “Nuova famiglia”. In particolare, il PAGANO Antonio venne assassinato il 22 aprile 1989 a Casal di Principe (CE), insieme ad altri tre affiliati, da un gruppo di fuoco di cui faceva parte, tra gli altri, il pericoloso latitante Antonio IOVINE, alias “O’ Ninno” e DIANA Raffaele, alias “Rafilotto”- quest’ultimo arrestato lo scorso anno, dopo una lunga latitanza, dalla Squadra Mobile -, entrambi condannati nel citato processo Spartacus per tale delitto.

Gli investigatori, impegnati costantemente nella ricerca dei latitanti del comprensorio, acquisita la notizia del possibile rientro nel casertano di PAGANO Guido, da cui si era allontanato da diverso tempo, avuta la conferma della sua presenza tra Casal di Principe e San Cipriano, chiudevano il cerchio stamattina, sorprendendo il latitante in strada.

GAROFALO, STICCO E GIUDICIANNI AL CAPPABIANCA PER CAPIRE SE NELL'EDIFICIO POSSONO ESSERE UBICATI GLI UFFICI GIUDIZIARI

Il tribunale si sa è una delle risorse fondamentali per la città di Santa Maria Capua Vetere, ma sembra che ci sono tutti i buoni propositi per dare una giusta ed onorata sistemazione ad un struttura che è stata ed è in ogni caso un riconoscimento per una città che anni addietro è stata anche provincia. Per onorare quella che si può definire il fiore all’occhiello della città l’avvocato Nicola Garofalo ha chiesto ed ottenuto dal sindaco Giancarlo Giudicianni e dal presidente dell’ordine degli avvocati Elio Sticco un sopralluogo all’istituto Cappabianca nella omonima strada a Santa Maria Capua Vetere per capire se vi sono i buoni propositi di una sistemazione di qualche ala del penale, come ad esempio qualche ufficio della procura della repubblica.

Per questi motivi si incontreranno venerdì mattina, previo prima un colloquio informale , per eseguire alle ore 9,00 un sopralluogo per capire a che punto sono i lavori e se la struttura del Cappabianca può ospitare uffici giudiziari.

Insomma sembra che qualcosa si muova prima di edificare cemento e palazzi come in un primo momento hanno fatto capire .

Staremo a vedere .-

236° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA

La Guardia di Finanza di Caserta, a partire dalle ore 19.00 di oggi, nell’emiciclo antistante la Reggia di Caserta, festeggia il 236° Anniversario della Fondazione del Corpo, alla presenza delle massime Autorità civili, militari e religiose della Provincia.La cerimonia militare sarà presieduta dal Colonnello t. ST Francesco Saverio Manozzi, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta, e prevede lo schieramento di una compagnia di formazione composta da tre plotoni di finanzieri in armi, affiancati dalla Fanfara della Brigata Bersaglieri “Garibaldi”. Saranno, inoltre, presenti i Gonfaloni del Comune e della Provincia di Caserta, nonché quelli degli altri Comuni ove hanno sede i Reparti del Corpo, i Labari del Nastro Azzurro, delle Associazioni Nazionali dei Finanzieri d’Italia in congedo presenti in Provincia e delle altre Associazioni Combattentistiche e d’Arma. Per tale occasione, il Comando Provinciale di Caserta ha inteso tracciare un bilancio degli ultimi dodici mesi di attività operativa, che ha fatto registrare un ulteriore e significativo rafforzamento del ruolo di polizia economica e finanziaria svolto dalle Fiamme Gialle, sempre più orientato al contrasto dell’evasione fiscale e, più in generale, ad evitare le sempre più frequenti alterazioni della concorrenza e del mercato. Consolidata la presenza ispettiva sul fronte della repressione delle frodi in danno dei bilanci dello Stato, dell’Unione Europea e degli Enti locali, nonché verso i fenomeni del riciclaggio, dell’usura, della contraffazione e dei traffici illeciti più diffusi nella Provincia.Numerosi sono stati gli interventi che hanno consentito di aggredire i patrimoni illegittimamente accumulati, soprattutto nei confronti dei sodalizi criminali presenti sul territorio.Nell’ultimo anno sono state concluse complessivamente 660 verifiche fiscali, che hanno portato alla constatazione di circa 211 milioni di euro di imponibile sottratti a tassazione ed un’evasione all’I.V.A. per 66 milioni di euro.L’attività, in questo ambito, ha permesso di denunciare 185 persone per reati fiscali, individuando, altresì, 89 evasori totali, ovvero soggetti completamente sconosciuti al Fisco, operanti nei più svariati settori economici. Tale lotta al sommerso ha consentito, nel contempo, di far emergere oltre 226 lavoratori ”in nero” o “irregolari”.Nell’ambito delle misure volte alla lotta al carovita, gli interventi di monitoraggio dei prezzi al consumo hanno, altresì, permesso alla Guardia di Finanza di Caserta di effettuare oltre 11.000 controlli strumentali, con la constatazione di oltre 3.300 irregolarità. Incrementata anche l’azione di contrasto alla criminalità organizzata.Al riguardo, di tutto rilievo appaiono i sequestri preventivi di beni mobili ed immobili, nonché di disponibilità finanziarie – per un valore complessivo di oltre 50 milioni di euro – riconducibili a soggetti aderenti a locali sodalizi criminosi di matrice camorristica, effettuati nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli.Nel campo della contraffazione, che ha ormai assunto le dimensioni di vera e propria attività imprenditoriale, le aree che sono risultate maggiormente dedite alla produzione ed alla commercializzazione di merci illecite risultano essere quelle dell’agro aversano e del litorale domitio.L’attività svolta nello specifico settore ha consentito di fornire un contributo finalizzato alla tutela di quei settori merceologici che di recente stanno caratterizzando la realtà dell’imprenditoria locale: la percentuale più elevata di merce contraffatta, infatti, è stata riscontrata nel ramo della pelletteria e del calzaturiero. In tale contesto, nel corso di oltre 450 interventi, sono stati sequestrati complessivamente circa 500.000 articoli con marchio artificiosamente riprodotto e più di 38.000 pezzi tra differenti supporti magnetici (compact disk e DVD) illecitamente duplicati. Nello specifico comparto operativo sono state denunciate 356 persone. Rilevante anche l’impegno profuso dalla Fiamme Gialle per la prevenzione e repressione dei danno ambientali. Nel periodo in esame sono state denunciate 118 persone, di cui 23 in stato di arresto. Inoltre, sono state sequestrate 45 discariche abusive e circa 8.126.000 Kg. di rifiuti industriali.
261 sono stati i controlli antidroga, con l’ausilio delle unità cinofile, che hanno portato al sequestro di più di 17.205 grammi di sostanze stupefacenti (eroina, cocaina, hashish e marijuana) e alla denuncia di 84 persone, 30 delle quali tratte in arresto per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Incrementata anche la presenza del Corpo sul territorio attraverso l’impiego di circa 10.000 pattuglie del servizio di pubblica utilità “117”, verso il quale, negli ultimi dodici mesi, sono state effettuate circa 600 chiamate.
Parimenti, è stata rilevata una recrudescenza dei traffici illeciti di sigarette, a seguito della quale è stata intensificata l’attività di controllo della movimentazione delle merci, che ha consentito, nel periodo di riferimento, di sequestrare circa Kg. 13.822 di tabacchi lavorati esteri di contrabbando. Sono state denunciate 93 persone, di cui 35 in stato di arresto.