Domani scade “l’ultimatum” posto da Garofalo all’amministrazione comunale in occasione del sopralluogo al Palazzo Cappabianca che il Pdl vorrebbe destinare ad uffici giudiziari per evitare la spoliazione del centro storico .
Dopodomani è fissata la conferenza stampa di Nicola Garofalo con L’on. Paolo Romano per fare il punto sulle linee politiche da tracciare in città .
Le due cose sembrano distinte e separate. Ma così non è .
Alla conferenza stampa di dopodomani gli osservatori più attenti danno per scontato che Garofalo e Romano porranno fine ad ogni sogno ribaltonistico di Giudicianni e company.
E che c’entra tutto questo, direte voi, con il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, i suoi uffici e i suoi problemi ?
C’entra eccome. E vi spiego perché .
La questione del tribunale, sollevata da Garofalo, ha effetti veramente dirompenti anche sugli equilibri politici della città.
Se c’era un dialogo tra il centro destra e il sindaco Giudicianni con i suoi fedelissimi, questo dialogo doveva per forza interrompersi quando Garofalo ha scatenato l’opposizione assumendo posizioni ben precise sulla questione del Tribunale ed in netto contrasto con le idee ed i propositi di Giudicianni ed i suoi in materia di Uffici Giudiziari .
Se il sindaco si era già chiaramente espresso per portare il grosso degli Uffici giudiziari fuori città ( tra la ex Italtel e via Olanda ) Garofalo e il Pdl alzavano un muro contro queste ipotesi, rivendicando l’allocazione degli Uffici Giudiziari nel centro storico .
Il contrasto non è di poco conto e salgono i toni ed aumenta la tensione quando Garofalo e il gruppo consiliare del Pdl chiedono un consiglio comunale ad hoc sulla questione .
A questo punto, ammesso che vi fosse un dialogo fra la destra e la sinistra, questo dialogo si è interrotto mettendo in evidenza la diversità di vedute ed è diventato irrecuperabile con la richiesta di consiglio comunale che, su una questione così delicata, rischia di diventare, per Giudicianni e i suoi fedelissimi, una sorta di fossa dei leoni dove tutto può succedere e dove, per lo meno , risulterà chiaro chi sta da una parte e chi da un’altra. Insomma, se c’era un inciucio, il guastafeste è stato Garofalo che pensa alla città, al tribunale , ai commercianti del centro storico, ai simboli e alle tradizioni di quella che si chiama ancora “città del foro “ e che siamo certi continuerà ad esserlo finché ci sarà qualcuno che si impegna in sua difesa senza vendersela per quattro soldi.