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mercoledì 2 luglio 2025

SANTA MARIA CAPUA VETERE - UNDICI ANNI DI BATTAGLIA GIUDIZIARIA PER I SERVIZI SOCIALI. PER BIAGIO MARIA DI MURO E ROBERTO PIRRO NULLA DI FATTO - IL TRBUNALE DICHIARA NON DOVERSI PROCEDERE.

 

Santa Maria Capua Vetere. I serpenti a sonagli sammaritani oramai non fanno paura più. Per anni l’ex sindaco architetto Biagio Mario Maria di Muro è stato al centro di inchieste giudiziarie che hanno sconvolto la tranquillità giornaliera del professionista, che ieri ha collezionato una ulteriore procedimento penale senza un nulla di fatto.

Lo ha deciso la Seconda  Sezione collegio C del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere presidente Riccio che ha messo la parola fine ad un procedimento penale che aveva fatto in ogni caso aprire quella iniziale  parentesi giudiziaria.

Lo ha fatto menzionando quell’articolo del codice di procedura penale il n. 129 con la dichiarazione di non doversi procedere nei confronti di Biagio Maria Di Muro ed anche di Roberto Pirro incaricato di svolgere il ruolo di responsabile dei servizi sociali del comune di Santa Maria Capua Vetere.

Per loro il processo si è chiuso con un nulla di fatto e la sentenza ha confermato che il teorema accusatorio e il sistema amministrativo non era così  illecito da consideralo un reato anche contestando l’associazione  a delinquere con altri  soggetti che erano stati indagati.

Undici anni, perché il procedimento era nato nel 2014 ed aveva conosciuto con altri provvedimenti emanati nel 2016, di battaglie dove attraverso interrogatori e udienze processuali con dichiarazioni anche in sede di indagini preliminari aveva già solcato una direttrice. Gli avvocati Giuseppe Stellato ed Emilio Maddaluna certamente hanno avuto un gran da fare per cercare la verità su tutto il procedimento penale che poteva essere anche non eseguito visto che molte persone non avevano bene inteso che cosa era successo.  

Undici anni  per stabilire che Di Muro, nella sua doppia veste di sindaco della città del foro dal 2011 al 2015 e delegato al settore dei servizi sociali, sarebbe stato proprio con Pirro il promotore, costitutore e organizzatore di un’associazione a delinquere finalizzata al «controllo degli uffici dei servizi sociali e dell’Ambito Territoriale C8, già C5 del quale Santa Maria era Comune capofila».
Sotto il coordinamento di Di Muro ricadevano gli ex otto comuni dell’ambito: Curti, Casapulla, San Prisco, San Tammaro, Capua, Sparanise, Pignataro Maggiore, Bellona, Calvi Risorta, Rocchetta e Croce, Vitulazio, Camigliano, Pastorano, Giano Vetusto. Su tutti faceva il bello e il cattivo tempo il Comune capofila di Santa Maria Capua Vetere che organizzava le presunte attività illecite che ruotavano intorno alle iniziative socio assistenziali gestite dall’Ambito C8 finanziate dalla Regione Campania e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con un danno nei confronti dello Stato di oltre 200 mila euro.

Era  l'inchiesta del progetto delle, case manager della cooperativa Invento che gestiva l'appalto Home Care Premium. Un progetto che prevedeva l’erogazione di un contributo in favore di anziani o di persone non autosufficienti con il vincolo della contrattualizzazione di assistenti familiari.   

E’ stato anche il procedimento legato politicamente alle primarie del Pd di quegli anni dove addirittura l’ex sindaco  si è semplicemente adoperato per dare un’accelerata alle attività dei servizi sociali.

CASERTA - SINDACATO LOBBIE ED INFAMI - NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SOLTANTO GLI ITALIANI DEVONO RISPETTARE LE REGOLE GLI EXTRACOMUNITARI NO - MENO MALE CHE C'E' CASAGIOVE

 

C’erano una volta le regole, i patti politici che si facevano con una stretta di mano che valevano un patto di ferro, c’erano una volta i sindacati che difendevano i lavoratori, ma oggi difendono soltanto chi fa parte di una lobbie dove tutti si iscrivono virtualmente per non lavorare e lasciare le faccende amministrative a chi ha un po di buon senso. Nessuno vuole sottostare alle regole ed ecco che presso gli uffici della pubblica amministrazione scatta il senso di disprezzo nei confronti degli impiegati che chiedono all’utenza di sottostare alle regole, per giunta in alcuni casi  impartite da dirigenti con la tessera della CGIL, che hanno fatto carriera e adesso sono i primi a fare “ i razzisti”. Si proprio cosi,  a fare i razzisti perché lasciano in balia delle onde extracomunitari indiani, iraniani che oggi sono i più pericolosi, cingobalesi, africani e di tutte le razze etniche che non hanno assistenza perché le società e i centri di accoglienza sono andati a finire tutti sotto processo, vedi ex canapificio di Caserta .

Una situazione abnorme se si considera, che oggi l’italiano deve sottostare alle regole, ma gli extracomunitari no.

Al comune di Casagiove, un  plauso va  per l’attività che stanno svolgendo alcuni professionisti,  che non hanno abbandonato gli extracomunitari tanto è,  che li assistono con un tutor che li accompagna in tutti i loro adempimenti ed integrazione.   

Purtroppo è la Cgil che ha voluto questo . Oramai  è alla frutta se non alle mollichelle di pane sulla tavola. Una volta il  sindacato  faceva paura a tutti ma con il passar del tempo, dopo che hanno sputato nel piatto dove hanno mangiato, hanno perso tutto pure la faccia.

Però non hanno cambiato la loro indole, quella di essere infami perché in alcuni uffici della pubblica amministrazione ci sono simpatizzanti che soltanto perché desiderano avere un po di credibilità, iniziano a parlare male del collega senza sapere che quel collega casomai lavora più di loro.

Ma non finisce qui , perché di mele marce ci sono anche in altri sindacati, ma di meno, in quanto ci cerca in ogni caso di risolvere il problema, ma gli infami ci sono anche lì.  

Una nota positiva va indirizzata ai rappresentanti sindacali aziendali   i quali sono rimasti in balia delle onde dai nazionali,  anche perché nonostante si prodigano e si comportano in maniera più che consona sono sempre lasciati soli e senza  fari luminosi per il loro lavoro.