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venerdì 7 novembre 2014

SANTA MARIA CV - ECCO LA VERITA' SULL'URBANIZZAZIONE NELLA CITTA' PER LE ZONE D E F RELATIVAMENTE AGLI ABUSI PERPETRATI - FINANCHE I MAGISTRATI DEL TAR SONO DACCORDO SULLA LINEA DELLE ASSOCIAZIONI

Appello a chi deve garantire la legalità
Edilizia ed affari a Santa Maria Capua Vetere, dove sono coloro che dovrebbero tutelare la legalità in questa città ?  
Nonostante tutti i tentativi che sono stati posti in essere per screditare l’azione  di denuncia delle associazioni in relazione alle  moltissime irregolarità amministrative che sono state commesse e che, tuttora, si commettono in campo urbanistico nella città, pian piano stanno venendo a galla le verità che danno ragione a quelle denunce.
Da molte parti, infatti, si sta  puntando l’indice sulle illegittimità commesse per la concessione del permesso a costruire nell’area ex tabacchificio. Il rilascio di quel permesso, che le Associazioni hanno avversato duramente,  denunciando, con documenti alla mano, tutti gli abusi che sono stati perpetrati nello svolgimento del procedimento, in barba alla destinazione urbanistica dell’area, delle norme di attuazione del PRG ed alla compatibilità ambientale dell’intervento è , secondo l’opinione di eminenti urbanisti e, finanche, di magistrati del TAR, illegittimo.
Oggi, dopo che l’amministrazione  Giudicianni è stata spazzata via, si sta continuando , credendo di essere immuni da ogni azione della Magistratura, a permettere lo scempio del territorio ed, in particolar modo, delle zone D previste nel vigente PRG.
In questi giorni, infatti, si vuol porre in essere l’ennesimo disegno speculativo ai danni dell’interesse della città.
Dopo che sono falliti i disegni di aggirare le leggi e puntare sulla presunta inidoneità statica di alcuni siti  per poi  giustificarne l’abbattimento (vedi ex Mulino Parisi,  ex Politeama, ecc.) oggi si vuole sfruttare la legge regionale 1/2014, per giustificare l’insediamento di esercizi commerciali in zone D dove è esclusivamente prevista la nascita di attività industriali, artigianali o, al massimo di commercio all’ingrosso
Sono i soliti noti che vogliono imporre ciò ad un Consiglio comunale che dovrebbe ribellarsi alle volontà di questi affaristi che con voli pindarici e macchinosi vogliono continuare a snaturare la Legge per asservirla ai loro sporchi interessi.
Il depositario di sempre di queste false verità e vessillifero di questa brigata di lestofanti, continua a dettare la sua Legge ed a voler imporre con falsi dettati giurisprudenziali, inculcati nella sua mente distorta dal suo mentore, dei dictat che, in presenza di un grave pericolo di scioglimento del Consiglio, darebbero il via a dei progetti speculatori che, in questo momento devono essere attuati con immediatezza, pena la loro impraticabilità, vista la ristrettezza dei tempi.
Ci  si chiede quando si potrà ritornare alla legalità a Santa Maria e quando i dirigenti daranno seguito a quanto stabilito dalle leggi senza creare interpretazioni artate per porre le premesse per provvedimenti favorevoli che andrebbero a discapito dell’interesse collettivo ad a favore dei soliti speculatori.
Tanti sono i  permessi a costruire richiesti per realizzare centri commerciali in zone D produttive in attesa di rilascio. (Italtel, Melito, Edilver di Francesco Verazzo, Co ge. ver ed tanti altri che non ci dilunghiamo ad elencare)
Fino ad oggi non sono riusciti ad ottenere nulla con i ricorsi innanzi al Tar, la cui terza sezione, recentemente, si è pronunciata in favore della validità del divieto posto dalle Nta del PRG in merito alle attività commerciali nelle zone D (industriali) ed ha respinto la sospensiva di un diniego a poter costruire attività commerciali al dettaglio in zona “D” .
Ed ecco che oggi si riscopre la novità di una norma che è in vigore da Gennaio e che era già in vigore anche al momento della pronuncia della sospensiva da parte del Tar.
Se fosse vero che la legge obbliga a concedere titoli edilizi  per strutture commerciali in zona “D” il Giudice Amministrativo non avrebbe emesso quella pronuncia.
La smettessero di prendere in giro, non vi è alcun obbligo di legge ma solo la volontà di favorire le speculazioni.