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giovedì 15 maggio 2014

Nicola Caputo: «Campania, Calabria e Puglia ultime per i livelli essenziali di assistenza. Discriminazione razziale nei confronti dei cittadini del Sud nella sanità Assunzioni bloccate dal 2009. Non serve il pareggio di bilancio coi ticket da 50 euro»



«Se Campania, Calabria e Puglia sono le ultime regioni in termine di livelli essenziali di assistenza in tutta Italia, allora vuol dire che c'è un problema serio, una discriminazione, quasi razziale, tra i cittadini del Sud Italia e quelli del Centro e del Nord». Nicola Caputo, consigliere regionale del Pd in Campania e candidato alle elezioni europee lancia la propria sfida sul fronte della sanità, affrontata in più occasioni nelle audizioni in Regione Campania. «Le valutazioni del Ministero della Salute fotografano al meglio la situazione attuale, dove migliaia di pazienti sono costretti quotidianamente ad essere ricoverati sulle barelle degli ospedali di Napoli o di attendere fino a 6 mesi per una visita specialistica». La Campania, secondo i dati del Ministero, è ultima in classifica, preceduta da Calabria e Puglia. «Non è solo un problema di fondi - aggiunge Caputo - ma anche di gestione. Si può raggiungere il pareggio di bilancio, ma se continuiamo a tagliare sul personale medico, infermieristico e degli operatori socio-sanitari non andremo lontano. E' incredibile pensare che da 5 anni le assunzioni siano bloccate».
Caputo, poi, entra nel merito della questione sanità in Campania: «Il pareggio di Bilancio, raggiunto dal governo Caldoro, è un falso successo, perché tutto il peso economico delle manovre è stato scaricato sugli utenti, costretti a pagare il ticket, e sui servizi, tagliati in maniera lineare». Ed ancora: «Ora che è stato raggiunto il pareggio di Bilancio, perché non avvia l’iter amministrativo per uscire dal commissariamento? Io credo che non lo fa perché questa situazione di gestione diretta della sanità fa piacere a Caldoro che può controllare tutto direttamente».

Il problema, secondo Caputo, è sui costi della spesa: «Perché gli appalti della sanità costano sempre un terzo in più rispetto al mercato? E' questo il problema da affrontare. Non possiamo andare avanti costringendo i cittadini a pagare ticket fino a 50 euro per rimediare ai guai creati da chi non ha saputo gestire al meglio i fondi a disposizione».