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venerdì 4 aprile 2014

SCANDALO COSENTINO - LA DDA DI NAPOLI EMETTE 13 ORDINANZE ECCO IL RESOCONTO


Nelle prime ore della mattinata odierna, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata da questa Procura della Repubblica, i Carabinieri del Reparto Operativo - Nucleo Investigativo di   Caserta hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di sei indagati e degli arresti domiciliari nei confronti di altri sette, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione (art. 629 exp.), concussione (arr. 317 ap.), illecita concorrenza con violenza 0 minaccia (art. 513 bis cap.), calunnia (ar:. 368 bis ep.), favoreggiamento personale (ai-1. 378 ep.), riciclaggio (arr. 648 bis ap.), con Faggravante del metodo mafioso (ar:. 7 L. 203/91). Le persone tratte in arresto si identificano in Cosentino Giovanni, Cosentino Nicola, Cosentino Antonio, , Falconetti Vincenzo, Letizia Giacomo, Schiavone Vincenzo, tutti funzionari delI’Uffici0 Tecnico del Comune di Casal di Principe, Letizia Luigi, funzionario della Regione Campania, Adamiano Giovanni, Sorrentino Bruno, dipendenti della Kuwait Petroleum Italia, Zagaria Pasquale, Zagaria Antonio, Sagliocchi Michele Patrizio. L’indagine, svolta dal 2011 ad oggi, ha consentito di ricostruire l’illecita attivita di gestione di impianti di distribuzione carburanti svolta dalle societa “Aversana Petroli ", “Aversana Gas " e "IP Service ", cui sono interessati, Antonio, Giovanni e Nicola Cosentino. Gli indagati, con il concorso di dirigenti pubblici, funzionari Regionali e del Comune di Casal di Principe, nonché con la complicita di funzionari della societa petrolifera Kuwait Petroleum Italia (Q8), due dei quali destinatari del provvedimento cautelare, si assicuravano il rapido rilascio di pennessi e licenze per la costruzione degli impianti, anche in presenza di cause ostative. Gli stessi, attraverso un sistema di coercizioni in danno di amministratori e funzionari pubblici locali, costringevano Ie Pubbliche Amministrazioni competenti (Comune di Casal di Principe e Regione Campania) ad adottare arti amministrativi illegittimi per impedire o rallentare la creazione di altri impianti da parte di societa concorrenti. Di estrema importanza, al fine della compiuta ricostruzione dei fatti, é stata la collaborazione della parte offesa Luigi Gallo, titolare di una stazione di servizio in corso di costruzione in Villa di Briano, le cui dichiarazioni accusatorie hanno trovato ampi e significativi riscontri nelle investigazioni svolte dalla polizia giudiziaria. La vicenda, tuttavia, ha formato oggetto anche di dichiarazioni di collaboratori di giustizia, L’approfondimento delle quali ha richiesto accertamenti particolarmente complessi che, partendo dall’acquisizione della copiosa documentazione riguardante l’apertura di due impianti di distribuzione, sia presso il Comune di Casal di Principe (per quanto attiene i Cosentino) che presso il Comune di Villa di Briano (per quanto riguarda il Gallo) sono proseguiti con attivita d’intercettazione e di escussione sia della parte offesa che di coloro che, a vario titolo, avevano preso parte alle attivita istruttorie relative al rilascio delle autorizzazioni richieste dal Gallo e dai Cosentino. ll nucleo essenziale della vicenda (integrante delitti di estorsione e di concorrenza illecita) ruota intomo alla pratica di autorizzazione, ottenuta da Gallo Luigi dal Comune di Villa di Briano, alla apertura di un impianto di carburanti, autorizzazione che di fatto paralizzava la possibilita per i fratelli Cosentino di aveme una analoga dal confinante Comune di Casal di Principe per ragioni legate alla mancanza della distanza minima di 5 km richiesta dalla normativa dell’epoca. Antonio, Giovamii e Nicola Cosentino istigavano, allora, Falconetti Vincenzo e Schiavone Vincenzo, dirigenti dell’UTC di Casal di Principe a rilasciare comunque ed illecita1nente all’Agip Petroli (societa partner dei Cosentino ai quali in seguito avrebbe ceduto l’impianto e volturato le licenze)  un’autorizzazione edilizia (le successive varianti in corso d’opera e l’aut0rizzazione all’esercizio dell’impianto) con palesi vizi di legittimita ed in mancanza dei principali pareri previsti dalla legge (VV.FF., ANAS), al line di indurre il Gallo a recedere dalla sua iniziativa imprenditoriale. Le minacce nei confronti della persona offesa sono state reiterate nel tempo, anche dopo l’entrata in vigore della legge numero 133/2008, con cui il settore della distribuzione di carburanti era stato liberalizzato, sicché la apertura di nuovi impianti non poteva piu essere bloccata per via amnministrativa attraverso il meccanismo del rispetto delle distanze minime fra impianti. Cosentino Giovanni e Nicola, attraverso minacce dirette nei confronti del Gallo ed indirettamente, attraverso l’utilizzazione strumentale del rapporto preferenziale — e di sostanziale assoggettamento — da essi instaurato con l’Adamiano e il Sorrentino, funzionari e rappresentanti di zona della Kuwait Petroleum Italia, in piu occasioni, minacciavano e intimidivano il Gallo, condizionandolo nella realizzazione della propria attivita economica. Le indagini hamio consentito di accertare, l’esistenza di analoghi episodi cosi da evidenziare un vero e proprio ‘sistema’ criminoso capace di incidere profondamente sul regolare andamento del mercato ed hanno soprattutto evidenziato una illecita posizione di vantaggio, in cui si trovavano ad operate le ditte riconducibili alla famiglia Cosentino, derivanti da tre diversi e convergenti fattori: - in primo luogo, dal ‘canale privilegiato’ di cui questa poteva godere nella interlocuzione con le pubbliche amministrazioni preposte al rilascio delle licenze edilizie e amministrative; si è infatti accertato che gli interessi della Aversana Petroli e delle imprese collegate sono stati tutelati attraverso l’espletamento di pratiche amministrative sempre veloci e prive degli ostacoli burocratici generalmente frapposti ai concorrenti, sfociando in alcuni casi nell’omissione della verifica della regolarita delle stesse. In questo ambito si e rivelato decisivo il potere politico di Nicola Cosentino e quello criminale promanante dal rapporto stabile che l’ex parlamentare ha potuto vantare con il clan dei casalesi. - in secondo luogo, dalla possibilita di poter negoziare con le societa petrolifere operanti su scala internazionale, specie la Kuwait Petroleum Italia (Q8), in posizione analogamente privilegiata, sia per la notevole potenza economica di cui sono capaci le societa dei Cosentino, sia per l’influenza politica e criminale della famiglia, che consente al colosso dei petroli di fare afiidamento su gestori che garantiscono al massimo grado il buon andamento degli esercizi di distribuzione del carburante, pur in una zona controllata dalla criminalita organizzata. Con cio determinandosi, di conseguenza, una situazione di notevole svantaggio per le iniziative private provenienti da altri imprenditori del settore i quali, o sono stati costretti a rinunciare alla propria impresa (come nel caso di Gallo Luigi) o sono stati costretti a realizzarla in partnership con gli stessi Cosentino (come nel casa di Vozza Francesco 0 del c. di g. Amodio Piero, gestori di impianti in Casagiove).
- in terzo luogo, dallo stabile rapporto di cointeressenza di Nicola Cosentino — ed in misura minore anche del fratello Giovarmi - con esponenti del clan dei casalesi, con alcuni dei quali fra l’altro sussistono rapporti di parentela e/o afiinita — documentata dalle ordinanze di custodia cautelare gia contestate all’ex parlamentare per gravissimi reati e dalla contestazione, operata in questa sede, in damio di Giovanni Cosentino, di riciclaggio del denaro del clan attraverso il sistema del cambio assegni. Dall’indagine E: emerso che i vertici del clan avevano imposto agli affiliati il divieto di operare estorsioni ai darmi degli impianti riconducibili ai Cosentino (cosi, ad esempio, l ’impianto gestito dal c. di g. Amodio in Casagiove, l ’impianto gestito da Piccolo Giuseppe in San Cipriano a' Qlversa), a differenza di quanto avveniva per i loro concorrenti.
In atti é infatti documentata una estorsione di notevole entita operata dal clan Zagaria nei conironti di Gallo Luigi. La contestazione prende in esame una serie di condotte tenute dagli indagati, anche in tempi diversi.
In particolare Cosentino Nicola e Stasi Maria Elena, convocavano il sindaco di Villa di Briano, Zippo Raffaele, nell’ufticio del Prefetto di Casena, al fine di intimargli di provvedere alla rimozione dall’incaric0 del tecnico comumzle geom. Nicola Magliulo, colpevole sia di avere contribuito al rilascio della autorizzazione al Gallo che di avere resistito alle incessanti pressioni esercitate dai Cosentino e da Letizia Luigi per revocarla, pena azioni ritorsive del Cosentino e della stessa Prefettura contro l’Amministrazione comunale di Villa di Briano. Antonio e Giovanni Cosentino, unitamente a Letizia Luigi, esercitavano, in modo coordinato con l’azione posta in essere da Nicola Cosentino e dal funzionario prefettizio Stasi, indebite ed illecite pressioni, sia sul Sindaco che su tutti gli addetti dell’UTC di Villa di Briano (T ornincasa e Magliulo), afiinché si addivenisse alla revoca — sospensione dell’autorizzazione edilizia del Gallo; Antonio Cosentino inoltre presentava una denuncia strumentale presso la AG di S. Maria CV nella quale, venivano evidenziati presunti abusi dell’Amministrazione Comunale di Villa di Briano atti a favorire il Gallo nel rilascio di
_ licenze relative al suo distributore, dcnuncia che seppure in seguito archiviata, nell’immediato determinava un pronto accesso della PG presso gli Uffici del Comune di Villa di Briano per acquisire atti ed informazioni relativi alla pratica dl Gallo, con conseguente ulteriore rafforzamento dello stato di soggezione indotto nella PA di Villa di Briano.
Dalle indagine e emersa dunque la spregiudicatezza dei fratelli Cosentino nelle gestione del loro potere economico e l’asservimento a tale scopo del concorrente potere politico accumulato da
Nicola Cosentino e del rapporto di scambievole interesse con esponenti del clan dei casalesi.
Quanto alle esigenze cautelari, il g.i.p. ha ritenuto significativo il fatto che Nicola Cosentino si sia attivamente interessato per l’andamento degli affari delle imprese di famiglia, circostanza iinora sempre negata dallo stesso indagato e l’ulteriore circostanza costituita dalle risultanze dell’analisi di alcuni recenti tabulati telefonici che damro atto dei frequenti contatti del Cosentino, anche nel periodo in cui era agli arresti domiciliari, con importanti esponenti della politica e delle istituzioni locali e nazionali, comprovandosi in tal modo il persistente svolgimento, da parte dello stesso, di attivita politica. Determinante é stata altresi considerata l’attivita di inquinamento probatorio posta in essere da Giovanni Cosentino in concorso con Reccia Enrico, concretizzatasi nella presentazione di una querela, da parte del primo, fondata sulla registrazione di un colloquio eseguita dal secondo in maniera preordinata e su istigazione dello stesso Cosentino, volta a screditare il Gallo. ll g.i.p. ha espressamente escluso qualsivoglia volonta diffamatoria e calunniatoria da parte di quest’ultimo.
Al Cosentino Giovanni e stata poi contestata una continuata attivita di riciclaggio in favore del clan dei casalesi, svolta attraverso il meccanismo del cambio degli assegni di provenienza illecita con
denaro contaute. In sostanza, cosi come é emerso da plurime e convergenti dichiarazioni, esponenti di primo piano del clan casalese, incassati - a seguito di attivita illecite (per lo piu estorsive ed usurarie) - titoli ed assegni (talora post-datati) direttamente, o attraverso loro incaricati, hanno consegnato gli stessi al Cosentino ricevendone in cambio, nel giro di pochi giorni, moneta contante di valore corrispondente, Si e trattato di un sistema attraverso cui il Cosentino, stabilmente, ha agevolato il sodalizio casalese che e stato rifornito di denaro sicuro ed immediatamente utilizzabile.
A Pasquale e Antonio Zagaria ed a Sagliocchi Michele Patrizio (nato imprenditore di Villa Literno) sono state contestate due ipotesi estorsive, la prima relativa ad una tangente di dieci milioni di lire, ed all’imposizione dell’aftidamento dei lavori di scavo e realizzazione nel sito destinato ad ospitare l’ impianto di carburanti del Gallo alle imprese gestite di fatto dai fratelli Zagaria Pasquale edAntonio, con il pagamento di una somma complessiva di circa centomila euro; la seconda legata al tentativo di costringere Gallo Luigi a mantenere la societa che aveva iniziato con Sagliocchi
Michele Patrizio e che invece il Gallo aveva deciso di sciogliere proprio a seguito dei contrasti sorti in relazione alle richieste estorsive formulate dagli esponenti del clan Zagaria. Durante l’esecuzione dei provvedimenti sono state eseguite anche perquisizioni a soggetti coinvolti nella presente vicenda investigativa, ma non destinatarie di misura cautelare, attraverso cui é statopossibile rinvenire documenti utili al proseguo delle indagini.
Dei 13 provvedimenti di Custodia Cautelare 2 saranno notiiicati a Zagaria Antonio e Pasquale (fiatelli del pifx noto Michele), gia detenuti per altra causa.

ELENCO DELLE PERSONE SOTTOPOSTE A MISURA CAUTELARE
IN CARCERE
1. COSENTINO Antonio, nato a Casal di Principe (CE) il 19.01.1969;
2. COSENTINO Giovanni, nato a Casal di Principe (CE) il 20.11.1954 ;
3. COSENTINO Nicola, nato a Casal di Principe (CE) il 02.01.1959;
4. SAGLIOCCHI Michele Patrizio, nato a Villa Literno (CE) il 17.03.1949.
5. ZAGARIA Pasquale, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 05.01.1960;
6. ZAGARIA Antonio, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 29.06.1962;
agli AA.DD.
7. ADAMIANO Giovanni, nato a Napoli il 7.03.55
8. FALCONETTI Vincenzo, nato a Casal di Principe (CE) il 21.11.1949;
9. LETIZIA Giacomo, nato a Casal di Principe (CE) il 21.03.1951;
10. LETIZIA Luigi, nato a Casal di Principe (CE) il 13.11.1950;
11. SCHIAVONE Vincenzo, nato a Casal di Principe (CE) il 12.08.1954;
12. SORRENTINO Bruno, nato a Portici (NA) il 18.10.1957;

13. RECCIA Enrico, nato a Capua (CE) il 10.11.1963