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sabato 31 luglio 2010

DECAPITATO IL CLAN DI MASSIMO UCCIERO CHE AVEVA RAPPORTI CON I BIDONETTIANI . LA PROCURA E I CARABINIERI FERMANO NOVE PERSONE.

Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare in carcere ed a misura cautelare del divieto di dimora nelle province di Caserta e Napoli nei confronti di soggetti affiliati al clan “dei casalesi” – gruppo Ucciero, operante su Villa Literno (CE), ritenuti responsabili dei reati di associazione mafiosa, porto e detenzione illegale di armi ed estorsione.

I provvedimenti cautelari traggono origine da una complessa attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (Dr. Federico Cafiero de Raho e D.ssa Annamaria Lucchetta) e condotta dal Nucleo Investigativo di questo Comando, avviata in seguito all’arresto in flagranza, avvenuto il 9 settembre 2009 in Villa Literno, dei pregiudicati ZIELLO Gaetano, classe 1979, poi divenuto collaboratore di giustizia, e GAROFALO Costantino. I due furono colti dai Carabinieri del luogo all’atto di presentarsi sul cantiere di una società edile, vincitrice della gara d’appalto per la riqualificazione del centro urbano di quel comune, per un importo totale di € 3.500.000/00, al fine di imporre la tangente in nome e per conto di tale “Capaspaccata”, identificato in UCCIERO Massimo, elemento apicale dell’omonima fazione, protagonista di una sanguinosissima guerra di camorra con la famiglia Bidognetti, per il controllo delle attività illecite nel liternese, tra la seconda metà degli anni ’90 ed i primi anni 2000.

Il risultato dell’indagine è stato di particolare rilevanza, per un insieme di elementi, tutti di estrema attualità, che gli investigatori sono riusciti a far emergere e cristallizzare. La prima novità consiste proprio nell’identificazione del gruppo camorristico, completamente nuovo, quantunque capeggiato da una “vecchia conoscenza” di Magistratura e Forze di polizia, il citato Ucciero Massimo.

L’attività investigativa ha quindi permesso di ricostruire l’organigramma e le dinamiche del sodalizio criminale, promosso, organizzato, diretto ed avviato, alcuni mesi dopo l’arresto del boss latitante SETOLA Giuseppe, capo dell’ala stragista del clan “dei casalesi” – fazione Bidognetti, dai detenuti Massimo Ucciero, alias “Capaspaccata”, dal fratello Vincenzo Ucciero, alias “cul e’ papera”, da Sergio Ferraro, alias “Spenk”, e da Gaetano Ziello, classe 1980, alias “u Ziell”. A capo del sodalizio si pone quindi Massimo Ucciero, il quale, stanco dei lunghi anni di faida con l’avverso gruppo bidognettiano e duramente colpito nel 2004 dalla morte per omicidio del fratello Domenico, riesce a stringere un’alleanza, nel carcere di Melfi (PZ), con Giuseppe Dell’Aversano, alias “Peppe o’ diavolo”. L’Ucciero si allea inoltre con Ziello Gaetano, classe 1980, paradossalmente coinvolto in diversi omicidi in danno di soggetti del vecchio gruppo Tavoletta-Ucciero ed in passato fedelissimo di Bidognetti.

Altro elemento nuovo è l’utilizzo, per la riscossione delle tangenti e gli acquisti di armi da parte del “direttivo” del sodalizio attualmente operante su Villa Literno, di pregiudicati provenienti da Casapesenna e San Cipriano d’Aversa, quali ZIELLO Gaetano, classe 1979, GAROFALO Costantino, DIANA Costantino e PICCOLO Renato, quest’ultimo già esponente di spicco della fazione facente capo a Zagaria Vincenzo.

Ed ancora, altra novità è la trasmissione agli affiliati liberi, da parte dei capi detenuti, degli ordini e degli elenchi dei soggetti da sottoporre ad estorsione, attraverso “pizzini” veicolati, nel corso dei colloqui in carcere, mediante familiari di detenuti considerati gregari nell’ambito del clan e quindi sottoposti a controlli meno pressanti da parte delle Forze dell’ordine. I latori dei messaggi riuscivano quindi a far pervenire all’esterno delle strutture carcerarie una vera e propria lista di nominativi di operatori economici dell’area liternese, con l’indicazione, per ognuno, della cifra da estorcere nei periodi di Natale, Pasqua e Ferragosto.

Rilevante anche l’efferatezza degli ordini impartiti che prevedevano, tra l’altro, di intimidire, con l’esplosione di colpi d’arma da fuoco all’esterno delle abitazioni, gli operatori economici che avessero rifiutato di pagare il rateo estorsivo.

Il sodalizio, inoltre, diversamente dal passato, non prediligeva più solo alcuni tipi di attività commerciali ed imprenditoriali, ma aveva posto in essere una “campagna” del tutto trasversale, che andava dalle tipografie ai centri medici, dalle società di autotrasporti alle concessionarie d’auto, alle rivendite di materiale edile, alle sartorie, ai negozi di generi alimentari.



Nel corso delle indagini sono state recuperate e sottoposte a sequestro anche numerose armi e munizioni, in particolare due fucili da caccia, un fucile a canne mozze e munizionamento di vario genere, tra cui proiettili per Kalaschnikov con i relativi caricatori.

Gli arrestati non già detenuti sono stati associati presso la Casa Circondariale di S.Maria C.V. (CE).

DROGA A CASTELVOLTURNO . FERMATE TRE PERSONE

Oggi 31 luglio 2010, corso mattinata, in castel volturno (ce), localita' pinetamare, i militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di casal di principe (ce) hanno tratto in arresto in flagranza di reato:

- Omozusi Rose, nata Nigeria, 02.08.1978, residente in Castel Volturno, in possesso permesso soggiorno;

- Allegretti Roberto, nato colombia, 16.10.1952, residente Napoli;

- Frustaci Ferruccio, nato napoli, 05.02.1957, ivi residente;

Poiche' resisi responsabili di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Nella circostanza i militari operanti, a seguito di mirato servizio di controllo del territorio, hanno bloccato i tre nel mentre la cittadina straniera cedeva 21 dosi di sostanza stupefacente del tipo eroina ai due uomini, sequestrandone complessivi grammi 21. A seguito di successiva perquisizione presso l’abitazione della omozusi si rinvenivano sottoponendoli a sequestro ulteriori due ovuli contenenti eroina, per complessivi grammi 27. Gli arrestati, espletate le operazioni di rito, sono stati associati, gli uomini presso la casa circondariale di santa maria capua vetere (ce), la donna presso la casa circondariale di pozzuoli (na).

Il TAR Campania rimedia alla “porcata”: ripristinata la fornitura degli alimenti aproteici ai nefropatici cronici.

Il decreto che negava la fornitura degli alimenti aproteici ai pazienti affetti da insufficienza renale cronica, indispensabili per ritardare, quantomeno, il ricorso alla dialisi, e definito, in un precedente intervento “una porcata” da Giorgio Massara, Presidente regionale campano dello SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani), è stato in pratica annullato da una sentenza del TAR della Campania.

Lo comunica, per Cittadinanzattiva, Fabio Pascapè, precisando che “il TAR Campania ha accolto il ricorso presentato da alcune persone con nefropatia sostenute da Cittadinanzattiva sospendendo gli effetti del decreto che poneva a carico degli ammalati di reni la spesa per la dieta aproteica. E' un ulteriore passo avanti verso la risoluzione del problema che però resta ancora aperto e lo resterà sino a quando i cibi aproteici non saranno inseriti nei L.E.A. (Livelli Essenziali di Assistenza). Ma il passo è fatto! Ora la Regione dovrà ripristinare la erogazione dei cibi aproteici a carico del Servizio Sanitario Regionale”.

Il Giudice Amministrativo ha in buona sostanza accolto le tesi dell’associazione, evidenziando come il decreto, nel revocare il beneficio, non abbia tenuto conto dei pazienti meno abbienti, rischiando per ciò stesso di cagionare un "danno grave ed irreparabile". Nel decreto si sarebbe dovuto prevedere, in altri termini, un sistema articolato nell'ambito del quale, in ragione delle condizioni di reddito e di salute, la Regione doveva contribuire o meno alla spesa per la dieta aproteica.

Lo SNAMI, che ha affiancato i malati nella battaglia attraverso l’opera di sensibilizzazione e la denuncia, accoglie con piacere la notizia, e si impegna a contribuire ulteriormente ogni volta che un cittadino ammalato vedrà negato un suo diritto.

E’ vergognoso il tetto di spesa anche per la radioterapia dei malati di cancro

Nella scheda budget, notificata nei giorni scorsi ai medici di famiglia dell’ASL di Caserta, vi è anche un tetto di spesa per la radioterapia dei malati di cancro.

Lo SNAMI, in una lettera a firma del Presidente Provinciale, Pasquale Orlando, e del Responsabile dei Medici di Famiglia, Filippo D’Addio, inviata al Commissario Gambacorta, che regge le sorti dell’ASL di Caserta (visto il rinvio alle calende greche della nomina dei Direttori Generali), dichiara che “è vergognoso aver dato un budget anche per la radioterapia”. Copia del documento è stata inviata anche al Presidente del Tribunale dei Diritti del Malato di Caserta e al Procuratore Generale di Santa Maria Capua Vetere.

La missiva si è resa necessaria a causa delle numerose richieste di chiarimento sul significato del budget, cui il sindacato non ha potuto rispondere, visto che gli Amministratori dell’Azienda hanno deciso e operato unilateralmente, e ritenendo che la notifica di questa scheda budget possa avere importanti ripercussioni sull’Assistenza Sanitaria nel territorio aziendale, con possibile nocumento della salute dei cittadini, intende chiedere alcuni chiarimenti sulle intenzioni dell’ASL circa l’uso che i Medici di Assistenza Primaria dovranno fare di tale documento, sulle conseguenze che ciò provocherà sui pazienti e sulle altre strutture sanitarie accreditate, sulla normativa che l’Amministrazione ritiene sia alla base degli iter di controllo per il rispetto del budget che intende attivare.

Tra l’altro, lo SNAMI chiede se “sono previsti incentivi per i Direttori di Distretto e/o per altri Dirigenti della ASL in caso di raggiungimento degli obbiettivi di budget”.

La conclusione del Sindacato è, comunque, che i medici si riterranno, comunque, autorizzati a continuare l'assistenza, anche in presenza di sforamento del cosiddetto budget, restando a carico dell’Azienda l'onere di provare, secondo la normativa vigente, l'eventuale inappropriatezza delle prestazioni erogate, per non far pagare ai cittadini ammalati l’improvvida iniziativa intrapresa dall’ASL di Caserta.

Il budget, che riguarderebbe esclusivamente le prestazioni erogate dalle strutture private accreditate, penalizza in modo evidente i cittadini residenti in zone, come il casertano, dove vi è una diffusa carenza di strutture pubbliche che possano erogare servizi di elevata specializzazione (come la radioterapia, ad esempio), costringendo gli stessi ad estenuanti viaggi, proprio quando sono nella situazione di maggiore fragilità.

Questo tetto di spesa è visto, quindi, dai Medici di Famiglia come l’ennesima riduzione dell’assistenza sanitaria.

Sicuramente, con un Direttore Generale, e con il coinvolgimento del Sindacato nelle scelte strategiche per il territorio, si sarebbe trovato un meccanismo meno disastroso per tenere sotto controllo la spesa, senza ridurre i già miseri livelli di assistenza.

venerdì 30 luglio 2010

Perito balistico arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo per detenzione illegale di armi da fuoco e munizionamento

Arrestata anche la moglie che aveva cercato di occultare le armi.Sequestrati un kalashnikov, pistole con matricole punzonare ed oltre 55.000 munizioni di vario calibro.


Nella mattinata del 30 luglio 2010, a conclusione di una prolungata attivita’ di perquisizione locale finalizzata alla ricerca di armi illegalmente detenute, avviata nella serata precedente, i carabinieri del nucleo operativo di santa maria capua vetere, coadiuvati da un militare artificiere del nucleo investigativo cc di caserta e da personale di rinforzo del 10° btg. Cc “campania”, hanno arrestato le sottonotate persone ritenute responsabili di “concorso in ricettazione e detenzione illegale di armi da fuoco e munizionamento”:

Gabriele D'addio  cl. 1957, residente in via galatina a santa maria capua vetere, ex titolare di armeria, nonche’ perito balistico;

Antonietta Lebbioli  cl. 1962, moglie convivente del citato d’addio.

Nella circostanza, i militari operanti hanno rinvenuto nella disponibilita’ dei predetti le sottonotate armi da fuoco e munizioni, occultate all’interno del cestello della lavatrice, nel sottotetto dell’appartamento e in una pertinenza attigua all’abitazione:

- Nr. 1 pistola marca “beretta” mod. 92s cal. 9x21, con matricola punzonata, perfettamente funzionante;

- Nr. 1 pistola marca “beretta” mod. 92s cal. 9x21 priva di canna, con matricola punzonata;

- Nr. 1 pistola marca “taurus” cal. 9x21 priva di canna, sulla cui detenzione sono in corso accertamenti;

- Nr. 1 canna per pistola;

- Nr. 1 canna tagliata con intagli spegnifiamma;

- Nr. 1 apparato utilizzato per la fabbricazione di cartucce;

- Nr. 55.000 cartucce circa vario calibro, di cui circa 800 cal. 9 “parabellum”, contenute interno casse in legno per munizionamento e contenitori in polistirolo.

Poco prima dell’inizio della perquisizione, la lebbioli aveva tentato di eludere l’attivita’ di p.g. lanciando dalla finestra del bagno alcune buste, successivamente recuperate, contenenti:

- nr. 1 fucile mitragliatore modello ak-47 “kalashnikov” con matricola abrasa;

- nr. 1.000 cartucce circa vario calibro.

Il laboratorio posto al piano interrato dell’abitazione e i locali in passato adibiti ad armeria, ubicati in via luigi sturzo, sono stati sottoposti a sequestro unitamente alle armi ed al munizionamento.

Gli arrestati, dopo le formalita’ di rito, sono stati associati rispettivamente alla casa circondariale di santa maria capua vetere ed al carcere femminile di pozzuoli.

Proprio per via del delicato incarico di perito balistico ricoperto dal d’addio (dal 2009 iscritto all’albo del tribunale di santa maria capua vetere), gli organi giudiziari sono stati immediatamente informati della vicenda che lo ha visto coinvolto.

RAPINA AGGRAVATA , I CARABINIERI NOTIFICANO UN ORDINE DI CARCERAZIONE

Oggi 30 luglio 2010, corso mattinata, in casal di principe (ce), i militari della locale stazione carabinieri, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla procura della repubblica di santa maria capua vetere (ce) - ufficio esecuzioni penali, hanno tratto in arresto di filippo ernesto, nato a caserta, il 28.03.1986, residente a casal di principe, pregiudicato, dovendo il medesimo espiare una pena definitiva di anni 3 e mesi 2 di reclusione, poiche' giudicato colpevole di due rapine aggravate, in concorso, commesse il 01 novembre 2006 in aversa (ce) e frignano (ce). L’arrestato, espletate le formalita’ di rito, e’ stato associato alla casa circondariale di santa maria capua vetere a disposizione dell’autorita’ giudiziaria.

giovedì 29 luglio 2010

AD AVERSA IL CARCERE COME UN INFERNO – LA DENUNCIA ERA GIA’ STATA ANNUNCIATA IN UN LIBRO DI DARIO STEFANO DELL’ AQUILA - NEL 1978 DOMENICO RAGOZZINO DIRETTORE DELL’ O.P.G CONDANNATO PER MALTRATTAMENTI SI IMPICCO’

Ospedali psichiatrici giudiziari: bocciato quello di Aversa.

I risultati dei sopralluoghi della commissione d'inchiesta del Senato.

Caserta ( di Ferdinando Terlizzi ) – Un dispaccio dell’Ansa di ieri ha rilevato i dati della Commissione d’inchiesta del Senato relativamente all’O.P.G. di Aversa. I risultati sono negativissimi ma non nuovi. Il vecchio manicomio di Aversa è da sempre un ghetto per derelitti umani. Nel 1978 il Tribunale di S. Maria C.V. condannò l’allora direttore sanitario, lo psichiatra Domenico Ragozzino a 4 anni di carcere per la sevizie a cui venivano sottoposti gli internati. Il Ragozzino ( autore, tra l’altro, di notevoli studi sulla psichiatria ) non resse alla vergogna e si suicidò impiccandosi nel suo ufficio.

In occasione della morte del grande avvocato Enrico Altavilla, studioso di psichiatria forense, autore di pregevoli opere tradotte in tutte le lingue ( nato ad Aversa e morto a Napoli nel 1968 ) Domenico Ragozzino, in un ricordo pubblicato scrisse: “Chi scrive queste scarne note ha avuto la fortuna di apprez¬zarne di persona le doti di mente e di cuore nel corso di una decennale collaborazione scientifica. Anche quando fu avanzato negli anni, rimase sempre lucidis¬simo e portò sino alla fine dei suoi giorni un determinante con¬tributo nell'organizzare, e nel rendere dense di interesse scienti¬fico ed umano, le esercitazioni di psichiatria giudiziaria agli studenti delle facoltà di giurisprudenza, studenti che Egli tanto amò ed ai quali profuse tesori di scienza e di umanità”.

Sono note le drammatiche vicende che alla fine degli anni Settanta portarono i manicomi giudiziari al centro di aspre polemiche e ferme richieste di chiusura di essi: prima la morte della ricoverata Antonia Bernardini, avvenuta nel 1975 nel manicomio giudiziario femminile di Pozzuoli, quindi le denunce di gravi illegalità verificatesi negli istituti di Aversa e di Napoli. Domenico Ragozzino, direttore del manicomio giudiziario di Aversa, e Guglielmo Rosapepe, direttore a Napoli, furono entrambi accusati delle gravi violazioni. Imputati e condannati in primo grado, furono quindi assolti in appello dalle accuse che erano state loro mosse. L’assoluzione, comunque, non cancellò il ricordo dei drammatici fatti avvenuti in quei luoghi. I due funzionari, travolti dagli scandali, posero fine alla loro vita con il suicidio

In un recente pamphlet, che riporta i risultati di una inchiesta sul manicomio giudiziario di Aversa, Dario Stefano Dell’Aquila, casertano, studioso dei temi della marginalità, ( Le reali case dei matti: “Se non ti importa il colore degli occhi” – Edizioni Filema ) scrive: “A trenta anni dalla legge Basaglia ci sono ancora centinaia di uomini e donne rinchiusi in manicomio, legati ai letti di coercizione, nudi in celle di isolamento. Sono gli internati nei manicomi giudiziari, condannati a una misura di sicurezza che può trasformarsi in un ergastolo”.

Ad Aversa le condizioni degli internati sono allucinanti. «Durante il sopralluogo - scrive la commissione - veniva ispezionato il padiglione che ospita le sezioni A-B-C-D, dislocate su due piani. Si notava che le celle-stanze, munite di 6 posti letto e un servizio igienico, versavano tutte in pessime condizioni strutturali e igienico-sanitarie, con: pavimenti danneggiati in vari punti; soffitti e pareti con intonaco scrostato ed estese macchie di umidità; ovunque cumuli di sporcizia e residui alimentari; letti metallici con vernice scrostata e ruggine; sgradevoli esalazioni di urina; armadietti vetusti; effetti letterecci (lenzuola e coperte, ndr) sporchi, strappati ed evidentemente insufficienti; finestre, anche in corrispondenza di letti, divelte o con vetri rotti: il tutto in condizioni tali da rendere disumana la permanenza di qualsiasi individuo».

“In generale emerge il sovraffollamento degli ambienti – continua il dispaccio dell’Ansa - l'assenza di cure specifiche, l'inesistenza di qualsiasi attività, la sensazione di completo e disumano abbandono del quale gli stessi degenti si lamentavano. Degenti che, nella assoluta indifferenza, oltre a indossare abiti vecchi e sudici, si presentavano sporchi e maleodoranti”.

In conclusione la commissione evidenziava che «le carenze e le pessime condizioni strutturali e igienico-sanitarie riscontrate in entrambe le strutture, unitamente al sovraffollamento e all'assenza pressoché totale di attività di recupero e cure specifiche, oltre ad essere fortemente lesive della dignità personale, appaiono, in alcuni casi, rivestire rilevanza penale” ( per la rilevanza penale giriamo la segnalazione alla Procura di S. Maria C.V. N.d.R.)

Ma già nel 2008 ad Aversa furono osservati internati legati al letto seminudi, 24 ore su 24 anche per dieci giorni, sdraiati su un materasso con un foro al centro sotto al quale c’è un secchio in cui finiscono gli escrementi: erano queste le condizioni in cui furono trovati alcuni detenuti nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. La denuncia arrivò dal rapporto preparato dal Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d’Europa dopo la visita effettuata in Italia tra il 16 e il 26 settembre del 2008. Una situazione, quella di Aversa, definita «incredibile» da Marc Neve, componente del Comitato, e indicata come la più grave nel documento pubblicato dopo il consenso giunto dal governo italiano.

Nelle 84 pagine del rapporto venivano denunciati anche diversi casi di maltrattamenti subiti al momento dell’arresto, subito dopo il fermo e in carcere di cui il Cpt ha trovato prove tangibili. I responsabili invece affermato il contrario minimizzando: “Nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa finito nel mirino del Consiglio d’Europa «non ci sono più dal gennaio 2009 i letti di contenzione. C’è sicuramente un problema di sovraffollamento con 300 internati a fronte di una capienza che non dovrebbe superare le 160 unità».

Lo dice, interpellato dall’Ansa, Adolfo Ferraro, psichiatra, direttore sanitario della struttura. «Siamo probabilmente gli unici - spiega - a non avere più letti di contenzione. I problemi nascono invece dal fatto che c’è una carenza di personale sanitario a fronte di una prevalenza di quello penitenziario in seguito a quanto previsto da un Dpcm del governo Prodi che ha fatto degli Opg vere e proprie strutture carcerarie, con la prevalenza di un modello penitenziario rispetto a quello sanitario».

E quali sono oggi le condizioni nelle quali si trovano gli internati? «Sono pessime - dice Ferraro - perchè le persone vivono ammassate l’una all’altra, in condizioni di sovraffollamento con presenze che sono il doppio di quelle che sarebbero consentite»

Le scuole di SANTA MARIA CAPUA VETERE. Quale prospettiva per l’apertura di settembre?

Negli ultimi tempi si sono moltiplicati i comunicati celebrativi dell’amministrazione Giudicianni. Un’Amministrazione seria dovrebbe prima fare e poi autocelebrasi, se ne ricorressero le condizioni. Invece dobbiamo constatare, nonostante il costante decremento della popolazione scolastica, che si continuano a registrare disagi per gli studenti che frequentano gli Istituti Scolastici esistenti in città. Il caso più eclatante è quello della Scuola Elementare Principe di Piemonte; fin dai primi mesi del 2009, infatti,a causa di cedimenti strutturali gli alunni sono stati trasferiti in altre strutture, sottoponendoli a disagevoli spostamenti e, finanche,a doppi turni. E’ assurdo che edifici, da poco interessati da costosissimi lavori di ristrutturazione, siano in queste precarie condizioni strutturali, senza che si sia intervenuto per tempo e radicalmente al fine di renderli agibili. Perchè non si perseguono coloro che hanno avuto, previo lauto compenso, la responsabilità di dirigere ed eseguire i lavori a suo tempo realizzati. Istituti che sono stati, per decenni, il vanto di questa Città, ora si trovano in condizioni così disastrose e tali da non potere assicurare il regolare svolgimento dei corsi di studio. Il Sindaco, in una recente riunione, ha dovuto ammettere l’inadeguatezza degli interventi effettuati che non garantirebbero la riapertura, a settembre, del plesso. Per tutta risposta Giudicianni ha tirato fuori una proposta sconcertante, quella di costruire una cittadella scolastica vicino all’uscita dell’autostrada. Come se si trattasse di Istituti superiori e non di scuole Elementari e Materne frequentate da bambini che, spesso, hanno dei genitori sprovvisti di autovettura. E’ compito della politica dare una speranza alla città e porre rimedio alle difficoltà della popolazione, specialmente quella di età scolare. Ma ciò rimane solo nei falsi propositi sbandierati superficialmente e senza un effettiva programmazione, mentre si continua ad agire nella più completa approssimazione ed ignorando le reali esigenze della Città e della sua popolazione oberata da tasse e balzelli per finanziare progetti inutili o esorbitanti spese per la manutenzione del verde pubblico o per la raccolta dei rifiuti.

Chiediamo uno scatto d’orgoglio per risolvere,con urgenza, i gravi problemi che interessano i nostri figli e garantire un regolare svolgimento dell’anno scolastico, dato che tutti gli Istituti Scolastici sono in condizioni precarie. E’ inutile trincerarsi dietro a difficoltà economiche, quando si sprecano, per accontentare ben individuati personaggi, svariati milioni di Euri per il parco urbano, per il Rugby o per il Conservatorio, senza tenere in debito conto l’esigenza di ristrutturare le scuole.
Ma l’orgoglio deve essere una componente genetica delle persone e coloro che reggono quest’Amministrazione hanno dimostrato, ampiamente, di non possederlo, altrimenti già da tempo si sarebbe cambiato registro, accogliendo le istanze che provengono da larga parte della città di un ritorno a buon governo.

Gaetano Rauso

ASL - Ospedali “chiusi per ferie” ECCO LA MAPPA DEGLI OSPADALI INADEMPIENTI

L’approvazione, da parte ministeriale, del Piano Ospedaliero Regionale della Campania, avvenuto una decina di giorni fa, faceva ben sperare per la soluzione dei problemi assistenziali che attanagliano la nostra martoriata regione.

Invece, con l’arrivo dell’estate, si sono ripresentati i problemi degli ospedali, specie in provincia di Caserta, e si sono acuiti quelli già presenti durante tutto l’anno.

E’ notizia di questi giorni la chiusura delle TAC di Aversa, S. Maria C.V. e Maddaloni, mentre continua la chiusura a notti alterne dei laboratori di analisi di Maddaloni e Marcianise.

E, come se non bastasse, è praticamente sospesa l’attività operatoria di Marcianise e Maddaloni, per la cronica carenza di chirurghi, mentre Teano, che ha una day surgery attiva dal lunedì al venerdì, non sembra aver problemi, con il suo organico di otto sanitari.

Gli spostamenti di personale, tesi ad eliminare criticità all’ospedale di Aversa, ne creano in altri ospedali, i cui Direttori comunicano che “saranno assicurate solo le urgenze”, pur sapendo che in realtà le urgenze vere non saranno assicurate, sempre per le carenze di cui sopra.

La scarsità di infermieri, specie in area critica e nei pronto soccorso, è ormai all’ordine del giorno.

Alla luce di tutto questo, lo SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani), dopo la riunione del Comitato regionale di Settore della Dirigenza Medica di mercoledì 28 luglio, fa notare che sarebbe molto più semplice risolvere questa marea di problemi se le ASL avessero i Direttori generali (la nomina dei quali sembra essere stata rimandata alle calende greche), che potrebbero, ad esempio, mettere in atto gli accorpamenti previsti, salvaguardando però i servizi minimi per il territorio.

Nella stessa riunione, il Sindacato ha esaminato il Piano Ospedaliero, evidenziandone le possibili criticità, riconoscendone comunque un sostanziale rigore di impostazione, e ha deciso di offrirsi quale “consulente gratuito” a Caldoro e alla sua giunta per le possibili soluzioni.

MARCIANISE - ALBO DEI FORNITORI: L’ASSESSORE RAUCCI FA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE A CINQUE MESI DALLA SUA ISTITUZIONE

Marcianise. La trasparenza degli atti amministrativi perseguita a garanzia della piena legalità è stata assunta a principio ispiratore dell’istituzione dell’albo dei fornitori, strumento adottato ormai da cinque mesi, su proposta dell’assessore alle Politiche finanziarie, col. Angelo Raucci.
L’occasione per fare il punto della situazione è stata fornita dal question time, su input di un’interrogazione formulata dal consigliere Antimo Rondello, ed al quale il delegato al bilancio comunale ha dato una risposta dettagliata ed esaustiva.
“Si ritiene- ha affermato Raucci- che l’Albo dei Fornitori stia soddisfacendo appieno l’esigenza di trasparenza amministrativa imposta dal presupposto che ne ha determinato l’avvento. Sicuramente esso può definirsi ancora in via sperimentale, in quanto abbisognante di ulteriori approfondimenti e correttivi fisiologici, in particolare per quanto attiene alle soglie relative agli importi prefissati. Si prevedono, infatti, modifiche al Regolamento vigente in materia, a cura del Consiglio Comunale, in modo da rendere l’Albo rispondente al quadro normativo regionale che prevede l’innalzamento ad euro 40.000 per il settore “Lavori” e ad euro 20.000 per i settori “servizi” e “forniture”.
Attualmente l’Albo annovera 80 aziende operanti nel settore “Lavori” e 22 nelle “forniture”. Per irregolarità formali non sono state accolte le richieste di iscrizione di altre tredici. E’ stato reso noto che sono ancora in corso rilevamenti e verifiche, richieste ad Organi di Controllo Istituzionali, per verificare l’esistenza di ulteriori eventuali altre “cause ostative”.
Nella sua esaustiva disamina, il delegato alle politiche finanziarie ha altresì comunicato la serie dei lavori maggiormente significativi affidati dal Comune ad imprese iscritte all’Albo. Spiccano: la sistemazione della sede della polizia municipale; la fornitura e posa in opera di 52 nuove plance per pubbliche affissioni; la sistemazione dei gradini del sagrato del Duomo.
“Per completezza di informazione - ha concluso l’assessore Raucci- si partecipa che altre 68 aziende sono in attesa di essere censite nell’Albo con decorrenza dal 1 gennaio 2011, dal momento che hanno inviato le proprie referenze solo nel corso del 2010”.

Sequestrato dai CC di San Prisco un centro scommesse on-line15 giorni fa era stato denunciato il titolare per aver esercitato attività di raccolta di scommesse non autorizzata.

Nella mattinata odierna, i carabinieri della stazione di san prisco hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dall’ufficio g.i.p. presso il tribunale di santa maria capua vetere su conforme richiesta della locale procura della repubblica, relativo all’esercizio commerciale “i.point” con sede in san prisco (ce) via stellato.

Il provvedimento e’ scaturito a seguito del controllo effettuato 15 giorni fa dai militari operanti unitamente a personale dell’azienda autonoma monopoli di stato. In tale contesto il titolare era stato denunciato a piede libero poiche’ non aveva ottemperato all’ordine del questore di non esercitare attivita’ di raccolta di scommesse on-line con una societa’ di broker non autorizzata avente sede in austria.

Arrestato dai Carabinieri di Macerata Campania un 36enne pluripregiudicato per evasione dagli arresti domiciliari

Nella mattinata odierna, i carabinieri della stazione di macerata campania hanno arrestato in flagranza per “evasione dagli arresti domiciliari” il 36enne pluripregiudicato Aniello Acquavella , domiciliato a Recale (ce) ma originario di calvizzano (na).



Il predetto, gia’ sottoposto agli arresti domiciliari per reati in materia di stupefacenti, dal 25 luglio 2010 si era allontanato arbitrariamente dal luogo di detenzione domiciliare.


Dopo la convalida dell’arresto in sede di udienza, l’arrestato e’ stato associato alla casa circondariale di santa maria capua vetere.

mercoledì 28 luglio 2010

TRENTA GIORNI FA MORIVA PIETRO TARICONE DOPO CHE SI ERA LANCIATO CON IL PARACADUTE

 La notte fra il 28 e 29 giugno 'o guerriero ha perso la sua battaglia più importante, quella della vita . Precipitò  nella tarda mattinata del 28 giugno  dopo un lancio con il paracadute a Terni. Pietro Taricone, aveva 35 anni, morì  nel cuore della notte nell'ospedale della città umbra dove i medici avevano cercato di salvargli la vita con una lunghissima operazione durata oltre nove ore il giorno dopo . Tante  gravi lesioni interne riportate. Alla testa, all'addome e agli arti inferiori, accompagnate da emorragie definite "importanti" dai medici. Dopo molte ore   l'equipe di chirurgia generale e vascolare hanno lavorato in sala operatoria supportati da molti altri specialisti. L'intervento, cominciò il 28 giugno  pomeriggio alle 15, ma  si era protratto ben oltre la mezzanotte.ma alle 2:30 a causa di improvvise complicazioni è deceduto  senza che avesse mai ripreso conoscenza dopo l'incidente. In sostanza era clinicamante morto già qunado è giunto in ospedale Eppure quello del 28 giugno a Terni doveva essere per Taricone un lancio con il paracadute come tanti altri ne aveva già fatti in passato, ma per la star della prima edizione del 'Grande Fratello' qualcosa è andato storto. Cosa sia successo esattamente lo dovrà stabilire l'indagine svolta dalla polizia. Dalle testimonianze già raccolte dagli investigatori è emerso che il paracadute di Taricone si é aperto regolarmente dopo un lancio da 1.500-2.000 metri di altezza. Poi, però, un colpo di vento o una manovra errata nelle ultime fasi del volo lo hanno fatto finire a terra a una velocità ben superiore a quella prevista. Proprio l'ipotesi di un errore nelle operazioni di frenata è quella maggiormente presa in considerazione dagli investigatori della questura di Terni. Taricone, paracadutista definito "esperto" da chi lo conosce, aveva alle spalle centinaia di lanci, potrebbe averla ritardata eccessivamente, finendo a terra con violenza praticamente davanti agli occhi della compagna, l'attrice Kasia Smuntiak, che si era lanciata dopo di lui. E sembra che con la coppia si trovasse a Terni anche la loro figlia di sei anni, Sophie. 'O guerriero' era  da tempo un habitué dell'aviosuperficie umbra che frequentava da circa un anno e mezzo e dove si era più volte lanciato con la scuola di paracadutismo 'Gordio'. Al presidente della società che gestisce l'area, Sergio Sbarzella, aveva confidato nei mesi scorsi che per lui il paracadutismo non era "solo uno sport, ma un'attività che forma l'equilibrio psico-fisico della persona".Ieri Taricone aveva raggiunto Terni per partecipare a un corso sulla sicurezza in volo di livello intermedio. Due ore di teoria poi un primo salto senza problemi. Quindi di nuovo in quota con un aereo Cesna caravan turbo elica insieme ad altri sette compagni tra i quali la moglie, che a sua volta, nei mesi scorsi, aveva avuto un incidente, sempre con il paracadute, uscendo però indenne. Taricone ha saltato per primo e - ha spiegato uno degli appartenenti alla scuola Gordio - a circa mille e 200 metri si é regolarmente aperto il paracadute ad ala. A un centinaio di metri da terra l'attore doveva cominciare le operazioni per rallentare la velocità in vista dall'atterraggio che invece - ha riferito ancora chi ha assistito a quanto successo - sono state messe in atto solo a 20 metri dal suolo. Perché sia successo lo chiarirà l'inchiesta in corso. Taricone è comunque finito a terra con violenza.

Iva fatturata ma non versata. Le Entrate scoprono una frode carosello da 22 milioni di euro

L’Ufficio Antifrode della Direzione Regionale delle Entrate della Campania ha scoperto una frode carosello nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti ittici, per un importo di circa 22 milioni di euro, tra Iva non versata (12 milioni) e maggiore imposta accertata Ires e Irap (10 milioni).




Il progetto evasivo – Un soggetto interposto (missing trader) operante nell’import di prodotti ittici dalla Grecia, emette, a partire dal 2005, fatture con Iva, senza mai effettuare alcun versamento di imposta, nei confronti di una società acquirente per un imponibile complessivo di 34 milioni di euro. Quest’ultima acquista la merce dal fornitore (il soggetto interposto o missing trader) per poi rivenderla alla grande distribuzione.

Il missing trader, che non versa l'Iva né imposte dirette, emette fatture con regolare addebito dell’Iva nei confronti della società acquirente, applicando, però, prezzi di vendita inferiori allo stesso costo di acquisto della merce.

Questo meccanismo consente di immettere sul mercato la merce ad un prezzo inferiore in quanto non caricato dell'Iva dovuta ma non versata.



La ricostruzione della frode - Lo schema fraudolento risulta chiaro da un’analisi congiunta degli aspetti patrimoniali, economici ed organizzativi delle due società italiane. Il missing trader non ha infatti dipendenti se non l’amministratore unico e non risulta documentato il possesso dei beni strumentali necessari per lo svolgimento dell’attività operativa. La società interposta, inoltre, pur gestendo un notevole volume d’affari, non possiede alcun affidamento bancario ed è stata guidata dall’attuale amministratore della società acquirente.

Al termine dell’indagine, i soggetti coinvolti nella frode sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria competente.

Il recupero delle imposte evase avverrà tramite l’emissione di avvisi di accertamento.



“Con questa operazione – afferma il Direttore Regionale delle Entrate Enrico Sangermano - la struttura antifrode della Direzione Regionale porta a casa un bel risultato per l’erario. L’attività investigativa di intelligence continuerà lungo questo indirizzo per il presidio efficace del territorio, con azioni specifiche e mirate di contrasto all’evasione”.

I Carabinieri della Stazione di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione nei confronti di un 41enne pregiudicato residente al rione IACP: deve scontare una condanna definitiva per violazione degli obblighi di assistenza familiare.

Nel pomeriggio odierno, i carabinieri della stazione di santa maria capua vetere hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla procura repubblica di napoli – ufficio esecuzioni penali nei confronti del 41enne pregiudicato Bruno Crispino , residente al rione iacp di santa maria capua vetere (ce).


Il predetto deve espiare una condanna definitiva a mesi 6 di reclusione ed euro 600 di multa poiche’ riconosciuto responsabile di “violazione degli obblighi di assistenza familiare”.

L’arrestato dovra’ espiare la condanna in regime di detenzione domiciliare.

CAMORRA: GDF SEQUESTRA BENI PER 130 MLN - LA SQUADRA MOBILE LA SEGUE RUOTA CON UN’ALTRA OPERAZIONE

(ANSA) - ROMA, 28 LUG - Beni per 130 milioni sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Mondragone (Caserta) ad un imprenditore ritenuto affiliato ad un clan. Si tratta di Giovanni Sciacca arrestato alla fine di giugno 2010 con l'accusa nei confronti dell'imprenditore e' traffico internazionale di stupefacenti e riciclaggio. Il provvedimento di sequestro preventivo dei beni e' stato emesso dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli. I finanzieri hanno sequestrato 22 aziende commerciali, 25 terreni e sette fabbricati distribuiti tra Lazio, Campania e Molise.Gli inquirenti hanno poi fatto chiarezza sulla "organizzazione criminale assai articolata con ramificazioni in Calabria, Basso Lazio, Olanda e Venezuela dedita al traffico internazionale di cocaina". Complessivamente le Fiamme gialle hanno sequestrato 22 societa' attive in diversi settori commerciali tra i quali la ristorazione, il settore alberghiero, la promozione immobiliare, il commercio di detersivi, auto, edilizia, produzione di macchine utensili e impiantistica elettrica. Sequestrati anche 19 conti correnti, 7 edifici, 25 terreni e 13 auto. I sequestri sono avvenuti nel Lazio, in Campania e in Molise.

martedì 27 luglio 2010

FRANCESCO PAOLO CAIATI UN EMBLEMA PER IL PROFESSIONISMO SAMMARITANO.

C’e stato un grande impegno professionale , ma soprattutto rispetto   per “ il Giudice “ Francesco Paolo Caiati. Per la prima volta in un gremito Duomo di Santa Maria Capua Vetere vi erano magistrati e soprattutto avvocati. E’ così che è stato salutato per l’ultima volta anche da chi insieme a lui ha frequentato nei banchi di scuola del Pietro Giannone il mitico liceo classico di Caserta . A dare l’estremo saluto ad un magistrato , ma soprattutto all’amico di sempre a colui che ha rappresentato lo zoccolo duro della magistratura sammaritana e napoletana vi erano anche il presidente del tribunale di Napoli Carlo Alemi, Carlo Fucci, Lello Magi, il procuratore aggiunto della procura della repubblica Luigi Gay,Antonio Pepe il presidente dell’ordine degli avvocati Elio Sticco, l’avvocato Francesco Ventrone con consorte e l’avvocato Guglielmo che sono anche parenti stretti co la famiglia Caiati, il presidente della provincia di Caserta Domenico Zinzi, il giudice Elena Giordano che con lui ha frequentato il Liceo Classico di Caserta, gli amici di sempre come Federico Simoncelli,Vittorio Giaquinto che ha lungo ha sostato fuori la chiesa nei pressi della bara dopo la santa emessa,Enzo Valletta direttore dell’agenzia delle Entrate di Napoli , il dottor Enzo Giordano commercialista il giudice Oscar Bobbio, con la signora Silvana Sciaudone, l’avvocato Giuseppe Garofalo, Giuseppe Ciccarelli , luigi Ferrante, . Tante persone a cui Francesco Paolo Caiati con la sua conoscenza giuridica ha aiutato nel pieno rispetto della legge. Ma vi erano anche personalità delle forze dell’ordine come il colonnello dei carabinieri Crescenzo Nardone e il capitano del nucleo di S. Maria Carmine Rosciano con il questore di Caserta Angelo Morabito accompagnato dal dottor Arturo Compagnone . Ma soprattutto amici e parenti fra cui anche il procuratore della repubblica di Isernia Paolo Albano legato da un vincolo di parentela.” Caro Franco ci hai onorato perchè sei stato il giudice  – ha dichiarato Carlo Fucci alla fine del rito litrurgico dopo che aveva preso la parola la figlia che ha ricordato il padre . “ Per molti sei stato un faro importante per la risoluzione dei casi sei un esempio per tutti noi “.. La sua famiglia è negli annali del Comune di santa Maria Capua Vetere, perché il padre è stato sindaco del comune di Santa Maria Capua Vetere alla fine degli anni cinquanta e inizi degli anni sessanta .
Scompare a 58 anni per un male incurabile, dopo una carriera sempre in salita che non si è fermata per nessun motivo , Mai un giudice era giunto a livelli di questo tipo.

Arrestato dai CC del Nucleo Operativo il 23enne pregiudicato MAZZEO Manuel per un’ordinanza di aggravamento di misura cautelare.

Nella mattinata odierna, in recale (ce), i carabinieri del nucleo operativo di santa maria capua vetere hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di aggravamento di misura cautelare, emessa dalla corte di appello di napoli, nei confronti del 23enne pregiudicato mazzeo manuel, residente a recale (ce), in atto sottoposto agli arresti domiciliari per “rapina aggravata in concorso” commessa nell’agosto 2008 insieme ai coetanei  Aniello Perreca  ed Francesco Argenziano francesco.
Il provvedimento restrittivo e’ scaturito dall’inosservanza delle prescrizioni relative agli arresti domiciliari, poiche’ in data 18 giugno 2010 il mazzeo e’ stato controllato dai militari operanti all’interno della propria abitazione con persona diversa da quelle con lui conviventi, violando in tal modo le prescrizioni impostegli dall’a.g.
Dopo le formalita’ di rito, l’arrestato e’ stato associato alla casa circondariale di santa maria capua vetere.

A FRANCO CAIATI GIUDICE ESEMPLARE MA SOPRATTUTTO AMICO DELLA GENTE. LO RICORDO COSÌ

Non c’è la fatta , ha combattuto contro se stesso. A Franco Caiati stanotte il cuore non scandiva più il tempo, quel tempo che aveva trascorso per la stragrande parte nella sua città che adesso lo piange e lo ricorda come ai tempi del liceo classico .

Lo ricordo ai tempi in cui il tribunale di Santa Maria Capua Vetere faceva il suo passo da gigante. Franco Caiati per molti , ma soprattutto per gli addetti ai lavori è stato un emblema da portare come esempio per tutti coloro che hanno avuto a che fare con lui .

Semplice con il suo sorriso e il suo modo di risolvere le situazioni più ingarbugliate e soprattutto con la sua corporatura alla Dustin Hoffaman era uno dei quei giudici che ha rappresentato per molti anni lo zoccolo duro di una magistratura prima sammaritana e poi napoletana , presiedeva una corte di appello al tribunale di Napoli.

Un faro per molti professionisti sammaritani . La sua famiglia è negli annali del Comune di santa Maria Capua Vetere, perché il padre è stato uno delle figure istituzionali più rappresentative del comune di Santa Maria Capua Vetere.

Scompare a 58 anni per un male incurabile, dopo una carriera sempre in salita che non si è fermata per nessun motivo , mai un giudice era giunto a livelli di questo tipo.

I magistrati napoletani , casertani e soprattutto sammaritani tutti insieme lo saluteranno per l’ultima volta oggi alle 17 al duomo di Santa Maria Capua Vetere , così come hanno fatto per un altro giudice casertano Massimo Sorbo .

lunedì 26 luglio 2010

FALSITA’ IN ATTO PRIVATO – SOPRRESSIONE E OCCULTAMENTO DI DOCUMENTI - APPROPRIAZIONE INDEBITA – IL GIUDICE HA ORDINATO IL SEQUESTRO DEI BENI – DUE PROCEDIMENTI PENALI IN ATTO – IL TUTTO PER LE GESTIONE DI UNA PALESTRA A S. MARIA C.V.

UNA VICENDA GIUDIZIARIA STILE KAFKA


UNA SERIE IMPRESSIONANTE DI GRAVI REATI COMMESSI DA UN AVVOCATO SAMMARITANO
S. Maria C.V. ( di Ferdinando Terlizzi ) – Più che la disputa per la gestione di una palestra per fitness sembra un ring giudiziario, una vicenda, che definire kafkiana, sembra addirittura riduttivo o irreale, se non ci fossero coinvolti professionisti e personaggi della santamaria-bene. Una serie interminabile di reati gravissimi sono stati posti in essere, a quanto risulta dagli atti giudiziari in nostro possesso, dall’avv. Antonio Giuseppino, anni 46, residente in S. Maria C.V. alla Via Degli Orti 8.
Il professionista è accusato in due diversi procedimenti penali, di appropriazione indebita, aggravata per cose possedute, ( art. 646 C.P., pena prevista reclusione fino a 3 anni ); falsità in foglio firmato in bianco in atto privato ( art. 486 C.P. pena prevista da 6 mesi a 3 anni ); nonché soppressione, distruzione e occultamento di atti vari ( art. 490 pena prevista da 1 a 6 anni, ridotta di un terzo) e sono previsti procedimenti civili per rivendicare la restituzione di una somma di circa 50 mila euro che i coniugi Dr. Domenico Valletta e Loredana Giglio, entrambi da S. Maria C.V., (parte offesa nei procedimenti penali e difesi entrambi dall’avvocato Giuseppe Terzi ) dichiarano di vantare, per ristrutturazioni varie, nei confronti dell’Avv. Antonio Giuseppino, proprietario ( con altri suoi familiari ) degli immobili ove era ubicata la palestra dell’Associazione Sportiva “ASD FITNESS SCHOOL”, in Via Vittorio Emanuele II n°49 a S. Maria C.V. e difeso dall’avvocato Enrico Monaco.
Ecco, in sintesi, come sono nati i dissidi e la litigiosità civile e penale, tra l’avvocato Giuseppino e i coniugi Valletta. Il Dr. Domenico Valletta, nella sua qualità di Presidente dell’associazione sportiva “ASD Fitness School”, chiedeva, nel 2008, l’utilizzo di un vasto locale di via Vittorio Emanuele II, di proprietà dell’avvocato Antonio Giuseppino , della madre e della sorella di questi, per esercitare una attività di palestra. A questa richiesta il Giuseppino aderiva chiedendo nel contempo di partecipare alle gestione, di modificare lo statuto sociale, di assumere la carica di Presidente, di nominare la madre Antonetta Nuzzolo e la sorella Giustina Giuseppino, quali componenti del consiglio direttivo dell’Associazione, fino a quel momento gestita dal Dr. Valletta che con quelle modifiche sarebbe retrocesso a vice presidente, mentre la moglie Loredana Giglio era stata nominata segretaria-tesoriere.
In effetti, l’avvocato Giuseppino, con il pretesto di garanzie per la regolarità del pagamento dei fitti, e con quelle modifiche e attuazioni allo statuto si era impossessato, di fatto, della ex “Asd Fitness School” pretendendo, addirittura di modificarne anche il nome in “Gi.Va.Club”. Nel corso degli ulteriori accordi per la futura gestione della palestra si stabilì, con tra l’altro, che i coniugi Valletta-Giglio avrebbero anticipato la somma di circa 40 mila euro ( per lavori di ristrutturazione e vari miglioramenti ) dei locali destinati all’attività futura. Si convenne, inoltre, di pagare un fitto di euro 1000 al mese all’ Avv. Giuseppino, a partire dal gennaio 2008. Ed inoltre, che tale somma sarebbe stata aumentata a 2.500 Euro mensili, appena l’avvocato Giuseppino avesse restituito ai coniugi Valletta i 32mila euro fino a quel momento spesi per la ristrutturazione. A dire dello stesso locatore la somma di euro 2.500 rappresentava il 50% del vero valore commerciale. E appena avviata l’attività la signora Loredana Giglio ( moglie del Dr. Valletta ) sarebbe stata assunta con regolare contratto di lavoro. Ma… ( evidentemente per evadere il fisco ) fu in effetti simulato un rapporto di vero e proprio fitto, con il deposito presso l’Agenzia delle Entrate, di un atto di comodato gratuito per l’uso dei locali della futura palestra. Il Dr. Valletta scoprirà solo successivamente che l’atto era stato modificato con clausole a favore del Giuseppino a lui sconosciute. I coniugi Valletta-Giglio dovettero far ricorso a prestiti e mutui per raccogliere la somma occorrente per i lavori. Ma la loro speranza era che le prospettive di guadagno future avessero potuto gratificare il loro attuale sforzo. Ma le delusioni e gli inganni non tardarono ad arrivare.
A gennaio 2008 la palestra ebbe il suo splendore e lavorò sodo fino alle ferie. Unico neo che, nel frattempo, e cioè nel mese di settembre, il Giuseppino aveva intimato lo sfratto ai suoi soci, aveva cambiato i lucchetti alle porte, si era impossessato dell’ intera attrezzatura sportiva e connessi, aveva costituito una nuova associazione sportiva la “Lion The New Wellnes Club” di cui si era anche autoproclamato Presidente.
Di qui un’altra querela per falso e raggiro e la conseguente richiesta di sequestro delle attrezzature, concessa dal giudice Got Avv. Barbara De Felice, innanzi alla quale era fissata la prima udienza del processo penale dopo la richiesta di emissione di decreto penale di condanna richiesto dal P.M. Maurizio Giordano.
Il processo è stato aggiornato al 4 ottobre 2010, perché i difensori dei coniugi Valletta-Giglio, gli avvocati Pasquale Errico e Giuseppe Terzo, hanno chiesto di unificare anche l’altro processo instauratosi a carico dell’avv. Giuseppino, per i reati perpetrati nel prosieguo delle sue azioni. Intanto, per ora, con la prospettiva di un posto di lavoro i coniugi Valletta-Giglio sono carichi di debiti, le attrezzature sono in possesso del Giuseppino e le cause si perdono nelle pastoie e le lungaggini della giustizia.

domenica 25 luglio 2010

TRUFFA ALLA REGIONE DA 10 MILIONI DI EURO - LUNEDI MATTINA INTERROGATORIO FIUME PER I TRE AVVOCATI , MA CI SONO ANCHE ALTRI 4 INDAGATI

Saranno interrogati lunedì mattina dal giudice dalle indagini preliminari del tribunale di Benevento che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare i tre noti avvocati operanti nella città di Benevento, Marco Cocilovo, Mario Itro e Mauro Di Monaco. Sono stati tratti in arresto dalla Guardia di Finanza venerdi notte in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice per le Indagini preliminari presso il Tribunale di Benevento, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Tartaglia Polcini. I professionisti si sarebbero resi responsabili dei reati di appropriazione indebita, riciclaggio e fraudolento trasferimento di valori, per una somma complessiva di oltre dieci milioni di euro. Uno degli avvocati arrestato era stato incaricato dall'ospedale Fatebenefratelli di Benevento di procedere al recupero di somme non pagate da parte della Regione Campania. Una volta ottenuto il pagamento di tale somme, anziché mettere il denaro a disposizione del proprio cliente, se ne sarebbe appropriato. Gli altri due professionisti avrebbero quindi posto in essere varie operazioni bancarie e finanziarie per riciclare il denaro oggetto dalla indebita appropriazione. Inoltre sono stati notificati altri quattro avvisi di garanzia ad altrettante persone che avrebbero attivamente partecipato alla realizzazione della condotta delittuosa mediante l’accensione di conti correnti e l’effettuazione di operazioni bancarie tese, per l'accusa, a dissimulare e occultare la reale destinazione delle somme riciclate. Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, l’autorità giudiziaria ha altresì disposto il sequestro di una somma equivalente a quella oggetto dell'ipotizzato appropriazione e riciclaggio, per circa 10 milioni di euro.Un avviso di garanzia è stato altresì notificato al rappresentante pro-tempore di un primario istituto bancario nazionale per la responsabilità amministrativa dipendente da reato.

OPERAZIONE CAMALEONTE “ LA GUERRA DEI ROSES OVVERO LA GUERRA DEI SANNITI IN TERRA DI LAVORO”.

Ernesto Calindri attore drammaturgo italiano , qualche anno fa si dilettava in un noto scheck pubblicitario di una nota casa di liquori posizionandosi in mezzo al traffico di auto e recitando una storica frase “Contro il logorio della vita moderna bevi Cynar”.E’ il caso di dichiararlo ai personaggi sanniti ed in particolar modo a quelli che da un po’ di tempo migrano nella provincia di Caserta fin dal 1995 e che adesso si trovano a scontare uno stato di detenzione preventiva perché accusati di riciclaggio ed associazione a delinquere. Dal 1995, anno in cui fu lanciato un quotidiano casertano che ha raggiunto in poco più di dieci anni livelli stratosferici, i Sanniti o Beneventani si sono appropriati della città di terra di lavoro, rovesciando quella che è stato per molti anni una città dove si è fatta l’Italia con personaggi illustri istituzionali che avevano per certi versi solcato un percorso politico nazionale e casertano. E’ in questa sfera che il Corriere di Caserta è nato guarda caso da due personaggi , l’uno direttore e l’altro editore. Pasquale Clemente di Montesarchio direttore all’epoca che grazie a Maurizio Clemente editore diede vita al cambiamento radicale dell’informazione con personaggi del nascendo centro sinistra o partito della quercia in provincia di Caserta che segnò la nascita di Tangentopoli. L’amore professionale fra i due terminò, perché lo ricordo abbastanza bene, verso la metà di aprile intorno al 27 aprile del 1998 , data in cui per me segnò la scomparsa di un “angelo” nato da poco . Pasquale Clemente d’accordo con editori Tatarella e Bocchino diede vita alla Gazzetta di Caserta che iniziò a pubblicare notizie che il Corriere di Caserta, che intanto aveva nominato un nuovo direttore Antimo Fabozzo, non riusciva a captare perchè dall’altra parte vi erano giornalisti ancora imbambolati dal cambio direzionale del giornale voluto fortemente da Maurizio Clemente. Intanto faceva strada l’avvocato Marco Cocilovo insieme all’avvocato di Monaco . Il primo diventava anni dopo il deux ex machina del giornale colui che trovava i soldi insomma faceva consulenza al Corriere . Intanto Pasquale Clemente, dopo il ben servito, radunava il suo zoccolo duro dei giornalisti dell’ex corriere fra cui anche note firme che oggi sono al servizio dell’onorevole Bocchino nel Roma. E’ qui che la nasce la guerra dei sanniti in terra di lavoro che ha le sembianze di una vera e propria guerra dei Roses film commedia americana che parla di una strana coppia che a suon schiaffi pugni inizia una vera e propria guerra in casa rompendo tutto ed iniziando una lotta fratricida. La guerra, quella giornalistica, doveva terminare con l’operazione eseguita dalla procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere nei confronti dell’editore del Corriere di Caserta sfruttando anche dichiarazioni di uomini politici e di giornalisti fra cui persone legate a Pasquale Clemente che dal 1998 era stato messo alla porta. La cosa però non decollò a favore della nuova gazzetta di Caserta , dopo aver anche brindato, alla stato di detenzione di Maurizio Clemente , anche con persone che oggi si trovano della redazione del Corriere di Caserta. Lo stesso Pasquale Clemente anni addietro dopo una piccola permanenza a Napoli nel Roma, aveva sfruttando l’amicizia di un tono imprenditore di Cancello Arnone a cui aveva promesso che il giornale doveva diventare il primo giornale in terra di lavoro. La lotta non è mai cessata anzi, sfruttando parentele di famiglia iniziò a dare filo da torcere alla famiglia Capacchione, chiudendo il cerchio con la notizia dell’arresto degli avvocati del corriere di Caserta che addirittura negli anni che vanno dal 2000 al 2003 e 2004 l’avvocato Marco Cocilovo prima di trasferirsi a via Mazzini , aveva lo studio in Piazza Vanvitelli lato Coin in un lussuoso palazzo storico dove era nato un importante personaggio europeo e cioè a due passi dal King House dove per anni il Corriere di Caserta ha avuto la sede .

sabato 24 luglio 2010

Arrestato dai Carabinieri di Grazzanise il 40enne CASTALDO Ciro

I carabinieri della stazione di grazzanise hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’ufficio g.i.p. presso il tribunale di santa maria capua vetere nei confronti del 40nne castaldo ciro, residente a castelvolturno (ce), ritenuto responsabile di “detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti”.


Il predetto era stato gia’ arrestato il 12 febbraio u.s., nell’ambito dell’operazione antidroga denominata “ultima alba”, ma il tribunale del riesame di napoli lo aveva successivamente scarcerato per motivi meramente formali.

Dopo le formalita’ di rito, e’ stato associato alla casa circondariale di santa maria capua vetere.

Arrestato dai CC di Macerata Campania per detenzione di stupefacenti il 45enne FIORE Giuseppe, pregiudicato per reati specifici.

Nella serata del 23 luglio 2010, in macerata campania (ce), nel corso di un servizio antidroga, i carabinieri della locale stazione hanno arrestato in flagranza per “spaccio di sostanze stupefacenti” il 45enne Giuseppe Fiore , residente a macerata campania (ce), pregiudicato per reati specifici, in atto sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza con divieto di uscire dalla propria abitazione dalle 20.00 alle 07.00 del giorno successivo.


Tale restrizione della liberta’ personale, impostagli dopo un arresto per reati della stessa specie in data 27 giugno 2010, non gli ha impedito tuttavia di spacciare sostanza stupefacente dall’interno della propria abitazione, ove si erano recati tre diciottenni di marcianise (ce) per acquistare due dosi di “marijuana”, come accertato dai cc di macerata campania.

I tre giovani sono stati segnalati alla prefettura di caserta quali assuntori.

Nel corso della perquisizione all’interno dell’abitazione del fiore, sono state inoltre rinvenute e sequestrate bustine in cellophane, utilizzate per suddividere in dosi la sostanza stupefacente, e la somma contante euro 188,60 ritenuta provento dell’illecita attivita’.

Dopo le formalita’ di rito, l’arrestato e’ stato associato alla casa circondariale di santa maria capua vetere.

GIUSTIZIA LUMACA - RICORSO PER L’EQUA RIPARAZIONE PER MANCATO RISPETTO DEL TERMINE RAGIONEVOLE DEL PROCESSO - I FRATELLI ANTONIO E GIOVANNINO DI MARCO DA ROCCAMONFINA CONTRO IL MINISTERO DELL’ECONOMIA.

 Aumentano sempre più i tempi per avere verdetti giudiziari.


LE AZIONI DEL PROF. CIRO CENTORE PRESIDENTE DEL “SINTUC” DI CASERTA - DIFESA DI UFFICIO (GRATUITA ) PER I CITTADINI DANNEGGIATI DALLA LENTEZZA GIUDIZIARIA -

Caserta – ( di Ferdinando Terlizzi ) Soltanto oggi, dopo 16 anni di attesa, il Tribunale Amministrativo si è pronunciato su di una vertenza avviata 16 anni fa da Maria Angelica Cestrone di Roccamonfina, deceduta, nel frattempo e durante il corso di questo giudizio, causa proposta contro l’Amministrazione comunale del tempo per lavori non eseguiti a regola d’arte e determinativi, su un fabbricato della denunciante, di infradiciamento di parete e fondazione, in occasione delle misure di salvaguardia del dopo terremoto del 1960. Una giustizia lumaca che nega i diritti ai cittadini, che determina situazioni parossistiche, spesso con risvolti irreparabili che sfociano in tragedie familiari. Una realtà allucinante come in questo emblematico ( ma non unico ) caso giudiziario.

La storia in breve. L’Amministrazione comunale di Roccamonfina dell’epoca, cioè del 1994, era intervenuta per puntellare un fabbricato ( sito in Roccamonfina, Frazione S. Domenico, via Capierini n° 1 ) gravemente lesionato dal sisma e lo aveva fatto con puntellamenti vari senza però predisporre quelle necessarie salvaguardie che potessero evitare la caduta di acqua piovana sul fabbricato della denunciante.

Il predetto fabbricato si trovava in adiacenza ad altro fabbricato, già di proprietà di Vincenzo Cestrone, demolito “parzialmente” per avere, detto Cestrone, “ricostruito” il proprio fabbricato su altro terreno, utilizzando i fondi dopo il sisma del 1960. Nel ricorso al Tar, inoltrato 16 anni or sono, si lamentava, tra l’altro, che il Comune di Roccamonfina non avesse provveduto conseguentemente a demolire le restanti parti del fabbricato, di ufficio e nell’interesse pubblico, perché porzioni fatiscenti e pericolanti, determinative di pericolo e insalubrità, anche e particolarmente per il fabbricato e relativa abitazione della defunta Cestrone.

Ed inoltre, si addebitava alla civica amministrazione dell’epoca, di non aver realizzato (nell’ambito di interventi di pubblica utilità e a salvaguardia del tutto), una copertura dalla quale far defluire l’acqua meteorica sulla parte a confine tra le due proprietà ( quella di Vincenzo Cestrone e quella della Maria Angelica Cestrone, madre degli attuali ricorrenti). La collocazione di questa copertura, con materiali precari, tra l’altro, rappresentata da travetti di legno e lamiere, aveva determinato (e determina, ancora oggi) in occasione delle piogge “l’infradiciamento” delle pareti e delle fondazioni della proprietà del fabbricato della defunta Cestrone.

Di qui una lite che è durata 16 anni e che ha visto, nell’attesa, anche la “scomparsa” della denunciante, per ragioni di età e il subentro, in questa vita dei figli, Antonio e Giovannino Di Marco che si sono costituiti con l’assistenza dell’avv. Ciro Centore e hanno inteso dare continuità alla causa, per onorare la defunta loro genitrice. Il TAR, finalmente, ha fissato questa udienza, nel 2010 e pur rigettando il ricorso per un fatto procedimentale ma non entrando nel merito delle responsabilità, ha così, da parte sua, chiusa questa vicenda.

L’avv. Prof. Ciro Centore, su mandato espresso ricevuto però dai denuncianti, ha aperto un contenzioso innanzi alla Corte di Appello di Napoli per questa “ritardata giustizia”, sottolineando che è assurdo, ingiusto, incostituzionale e contrario ad ogni principio fissato dalla Corte di Giustizia Europea, avere un verdetto dalla Magistratura italiana, sia esso positivo o negativo, dopo ben 16 anni e ha richiamato, in tal senso una legge che pochi cittadini conoscono e utilizzano e che “impone” la chiusura di ogni processo entro e non oltre cinque anni.

L’avv. Centore ha, tra l’altro, precisato che, dopo il superamento di questo quinquennio si ha diritto ad una attribuzione di indennizzi pari, nel minimo, si badi a Euro 1.000,00 per ogni anno di attesa e che “tra pochi giorni” avrà a citare in giudizio, per la stessa ragione, la Presidenza del Consiglio dei Ministri per cittadini che hanno atteso addirittura ben trentacinque anni per avere un verdetto di primo grado.

Da noi raggiunto telefonicamente l’Avv. Prof. Ciro Centore ci ha dichiarato:” Se “i cittadini” fossero meno pecoroni e facessero valere, così come fanno in pochi, i loro diritti, ben potrebbero concorrere alla modifica di questo stato di paralisi e sottolineo ancora che, attraverso il SINTUC, Sindacato di Tutela dei Cittadini, nato proprio a Caserta, sono pronto ad assistere ( gratuitamente) tutti coloro che hanno avuto giudizi e attese giudiziarie del tipo denunciato. Si ha diritto, comunque, ripeto, ad un minimo di Euro mille per ogni anno che supera i cinque, per cui è ben recuperabile questo gruzzoletto, anche se, tra l’altro, dopo i cinque anni, la Magistratura non si è ancora pronunciata. La citazione, insomma, può intervenire subito”.

IL PUGILE DOMENICO VALENTINO VOLA A SINGAPORE PER I MONDIALI DI PUGILATO

Domenico Valentino, campione mondiale di pugilato, portacolori del Gruppo Sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato e della Società "Medaglie d'Oro" dei Marcianise, è l'"Athlete Role Models" dei Giochi Olimpici Giovanili in programma a Singapore dal 14 al 24 agosto. In questa veste ha partecipato nei giorni scorsi nel salone d'onore del Coni a Roma alla presentazione della rappresentativa azzurra forte di 61 unità che prenderà parte alla prima edizione della nuova manifestazione internazionale voluta dal Cio per valorizzare l'impegno degli atleti delle categorie giovanili in un confronto mondiale con i pari età degli altri paesi.

A Singapore ci saranno appunto dei grandi atleti in qualità di "testimonial" e per l'Italia sono stati scelti la fiorettista Valentina Vezzali e il pugile Domenico Valentino, che ha rivolto il saluto ai componenti del team italiano in vista dei Giochi Olimpici Giovanili, cui parteciperà, in qualità di tecnico, anche un altro casertano, Antonio Andreozzi di Aversa, responsabile del settore giovanile della Federazione Italiana Atletica Leggera.

Nella rappresentativa azzurra non ci sono atleti appartenenti a società sportive di Terra di Lavoro, in quanto quelli selezionabili sono tutti impegnati nei campionati europei e mondiali delle rispettive discipline, le cui date sono concomitanti o a ridosso dei Giochi Olimpici Giovanili di Singapore

EUROPEI DI NUOTO A BUDAPEST- LA PROVINCIA DI CASERTA E IL CONI SARA' PRESENTE CON IL SUO GADGET

Il Presidente della Provincia on. Domenico Zinzi e il presidente del Comitato Provinciale Coni di Caserta Michele De Simone, hanno tenuto a battesimo e presentato ufficialmente una maglia sportiva indossata da una squadra che dovunque gareggerà, in Italia ed all'estero, porterà stampato il logo della Provincia di Terra di Lavoro.

I primi ad accogliere l'invito della Provincia e del Coni sono stati i nuotatori del team ADN Swim Project, che da novembre scorso si allenano presso lo Stadio del Nuoto di Caserta, grazie alla disponibilità della Provincia e che dal 4 al 15 agosto partecipano ai 30^ Campionati europei di nuoto in programma a Budapest in Ungheria e, successivamente dal 12 al 19 settembre, ai Giochi Panafricani a Casablanca in Marocco.

"E' stato il mio primo desiderio - ha sottolineato il presidente della Provincia Domenico Zinzi - quello di identificare gli atleti e le squadre di vertice con il territorio di riferimento, una iniziativa attuata già in molte regioni e province, che è sicuramente un momento non solo di opportunità promozionale, ma anche la conferma di una concreta vicinanza delle istituzioni al mondo dello sport, ritenuto, a ragione, veicolo positivo di immagine". "Lo sport - ha aggiunto Zinzi - è una delle eccellenze di Terra di Lavoro, nel senso che le graduatorie relative ai risultati agonistici pongono Caserta sicuramente più in alto nelle classifiche di rendimento sportivo rispetto alle altre di rendimento economico, sociale e ambientale, che ci vedono purtroppo ancora nelle posizioni di coda. C'è da augurarsi che lo spirito vincente che caratterizza il mondo dello sport nel basket, nel pugilato, nel tiro a volo e in altre discipline, possa ripetersi anche in altri settori e su questo c'è il mio impegno più sentito".

"Ci auguriamo di distribuire molte maglie della nuova squadra targata - ha rilevato il presidente del Coni Michele De Simone - a conferma del livello raggiunto in campo nazionale e internazionale con l'auspicio di raggiungere, come nel passato, rinnovati risultati dei prestigio. Contiamo sull'aiuto della Provincia per il migliore utilizzo dei grandi impianti, come lo Stadio del Nuoto e il Palamaggiò, ma anche per una politica di sostegno ad atleti e società, che portano, attraverso i risultati agonistici, in alto il nome di Terra di Lavoro". "Un ringraziamento rivolgiamo - ha ricordato il presidente del Coni - anche agli imprenditori che, insieme agli Enti locali, garantiscono risorse e servizi, così come si è verificato per il team dei nuotatori mondiali che utilizzano per i loro trasferimenti un Doblò messo a disposizione dallo sportivissimo Giovanni Palmesano, concessionario Fiat".

A conclusione della semplice ma significativa cerimonia il presidente Zinzi, che era affiancato dal direttore dello Stadio del Nuoto Carlo Sorrentino, e il presidente De Simone, che era affiancato dal vicepresidente Geppino Bonacci e dal delegato della Federazione Nuoto Fabio Villani, hanno consegnato al responsabile del team ADN Swim Project Andrea Di Nino ed agli atleti Evgeny Korotyshkin (Russia), Miroslava Najdanovski (Serbia), Peter Mankoc (Slovenia), Aljand Triin (Estonia) che parteciperanno dal 9 al 14 agosto agli Europei di Budapest ed ai fratelli kenioti Jason e David Dunford che a settembre saranno protagonisti dei giochi Panafricani a Casablanca, le maglie targate "Provincia di Caserta". E tutti hanno augurato ai campioni presenti di salire sul podio a Budapest o a Casablanca con i colori della Provincia di Caserta ed hanno promesso di rivedersi subito dopo per una festa celebrativa dei risultati conseguiti.

CAMIGLIANO CONDANNATO A 5 ANNI PER RAPINA OTTIENE SCONTI DI PENA.

CamiglianoDopo quasi due anni di carcere ha ottenuto gli arresti domiciliari. Pietro Del Core, 23 anni, giovane di Camigliano, accusato di una rapina in Vitulazio nell'aprile del 2008.Del Core, in primo grado, era stato condannato ad una pena di 5 anni e 4 mesi. In appello, difeso dall'avvocato Enzo Guida, Del Core ha ottenuto un sostanziale sconto di pena, con la condanna a 4 anni di reclusione. Nel frattempo la difesa del giovane aveva chiesto la concessione degli arresti domiciliari, negati dalla Corte di Appello di Napoli. Da qui la decisione di ricorrere al Tribunale del Riesame di Napoli che, l'altra mattina, dopo la discussione del difensore, ha revocato il carcere concedendo la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari. Del Core è stato condannato per un episodio di rapina avvenuto in una villa nell'aprile del 2008. Secondo l'accusa, in compagnia di altre persone, avrebbe compiuto una rapina, armati di bastoni ed armi. Dopo una serie di indagini, le forze dell'ordine avevano individuato i responsabili, traendoli in arresto.

RAPINA ARRESTATO BUCCINO DEVE SCONTARE UN ANNO DI RECLUSIONE

Gli agenti della squadra mobile di caserta diretta dal vice questore Angelo Morabito hanno tratto in arresto il pluripregiudicato Salvatore Buccino  di anni 36 abitante in Frignano.
L’uomo e’ stato arrestato in esecuzione di ordine di carcerazione della procura genrale della repubblica presso la corte d’appello di napoli in quanto deve scontare anni 1 e mesi 9 di reclusione residui di condanna precedente ad anni 3 e mesi 8 cui era stato condannato per una rapina commessa in s. Marcellino il 3-6-1995.
Il Buccino, dopo essere stato condotto in questura per la notifica del provvedimento restrittivo, ha nominato suo difensore di fiducia l’avvocato Giuseppe Ciccarelli del foro di s. Maria c.v..
Subito dopo e’ stato condotto presso la casa circondariale di s. Maria c.v. A disposizione del procuratore della repubblica.

Arrestato dai CC di Macerata Campania per detenzione di marijuana il 24enne MAZZEO Gabriele, pregiudicato per reati specifici.

Nella serata del 22 luglio 2010, in macerata campania (ce), nel corso di un servizio antidroga, i carabinieri della locale stazione cc hanno arrestato in flagranza per “detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti” il 24enne Gabriele Mazzeo , residente a macerata campania (ce), pregiudicato per reati specifici.

A seguito di un’accurata perquisizione domiciliare, i militari operanti hanno rinvenuto nella disponibilita’ del predetto e sottoposto a sequestro gr. 14,25 di sostanza stupefacente tipo “marijuana”, suddivisa in 13 dosi, nonche’ la somma contante di euro 235 ritenuta provento dell’illecita attivita’.

Dopo le formalita’ di rito, l’arrestato e’ stato associato alla casa circondariale di santa maria capua vetere

CAPODRISE . Arrestata dai CC di Marcianise coppia di rumeni sorpresa a rubare all’interno del “Carrefour” di Capodrise.

Nella serata di ieri 22 luglio 2010, i carabinieri della stazione di marcianise hanno arrestato due persone di nazionalita’ rumena, in italia senza fissa dimora, per “furto aggravato”:


• Cioc vladimir florin cl. 1973;

• Zamant cristina fiorentina cl. 1989.

I predetti sono stati sorpresi mentre stavano trafugando bottiglie di liquori e capi d’abbigliamento, per un valore complessivo di euro 105 circa, all’interno dell’ipermercato “carrefour – giardini del sole” ubicato in via retella di capodrise (ce).

All’esito dell’udienza di convalida tenutasi nella mattinata odierna sono stati convalidati gli arresti e disposto il rinvio del processo ad altra data.

giovedì 22 luglio 2010

Arrestati dai Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere tre giovani di Casal di Principe sorpresi a rubare all’interno di un’azienda bufalina a San Tammaro.

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Nel pomeriggio odierno, i carabinieri della stazione di santa maria capua vetere hanno arrestato in flagranza per “furto aggravato in concorso” i sottonotati giovani residenti a casal di principe (ce):

־ Di Filippo Ernesto cl. 1986, pregiudicato per reati contro il patrimonio;

־ De Filippo Cipriano cl. 1992;

־ Bamundo Giovanni cl. 1984.

I predetti sono stati sorpresi dai militari operanti mentre, con l’utilizzo di un flex, stavano asportando e caricando su un autocarro delle lamiere zincate poste a copertura di un capannone di un’azienda bufalina, dalla quale avevano gia’ smontato il cancello d’ingrsso in ferro ed alcuni tubi.

Nei confronti degli arrestati si procedera’ nella mattinata di domani 22 luglio 2010 con rito direttissimo.

HA COMMESSO REATI DURANTE L'OBBLIGO DI FIRMA . AGGRAVAMENTO DELA MISURA PER ADDARIO

Nel pomeriggio odierno, i carabinieri della stazione di santa maria capua vetere hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla corte d’appello di napoli nei confronti del 25enne sammaritano Francesco Addario , pregiudicato nonche’ coinvolto nell’operazione antidroga denominata “lupin” eseguita da questo comando nel novembre 2009.


Il predetto, gia’ sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla p.g. per una rapina commessa nel febbraio 2009, in data 18 maggio 2010 e’ stato tratto in arresto da militari dipendenti poiche’ aveva inferto alcune coltellate a c.g., 26enne del luogo, gia’ noto alle forze dell’ordine. Nella circostanza, la vittima aveva riportato ferite al braccio sinistro, con cui si era parato per evitare che i fendenti potessero colpire l’addome o organi vitali.

Con tali condotte l’addario ha violato anche le prescrizioni che gli erano state imposte dall’a.g., che ha pertanto disposto un aggravamento di misura cautelare.

Dopo le formalita’ di rito, l’arrestato e’ stato associato alla casa circondariale di santa maria capua vetere.

UNTOUCHABLE” LA DDA E PER ESSO IL PROCURATORE AGGIUNTO CAFIERO DE RAHO METTE IN ATTO UN'OPERAZIONE COME QUELLA DI CUTOLO. ( questa è storia giudiziaria )

Sono passati più di trenta anni da quando il terremoto mandò giù case e appartamenti in Irpinia. Ebbene dal 23 novembre 1980 , la camorra , come allora , ha iniziato con i suoi tentacoli ad entrare nelle stanze dei bottoni per starci e comandare così come ha fatto anche dopo il terremoto dell’Abruzzo.

In quegli anni però la camorra veniva chiamata NCO , nuova camorra organizzata e nasceva con i patti emanati da Don Raffaele Cutolo che sganciava i suoi per cercare di chiudere affari con i rappresentanti della regione Campania. In quegli anni un sequestro di persona di un personaggio politico campano segnò particolarmente l’ascesa dei contratti di appalto che avvenivano sotto il predominio della nco .

Ebbene dal 23 novembre 1980 al 6 aprile 2009 non è cambiato niente .Anzi se prima nei paesi colpiti dal terremoto dell’ottanta, si poteva agire indisturbati , adesso invece la camorra si era messa d’accordo con gli industriali .

I telegiornali nazionali e regionali , ma anche i giornali in quei giorni, durante il terremoto dell'Abruzzo, scrivevano a carattere cubitalio che era difficile entrare perché chi voleva prestare aiuto alle zone terremotate, dovevano essere autorizzati. Ma se è così, chi ha autorizzato all’epoca i presunti imprenditori a cui è contestato il reato di associazione camorristica finalizzata alla vincita degli appalti nelle zone terremotate?

A L’Aquila già il 7 aprile 2009 non faceva entrare cani e porci perché sapevano che la camorra era in agguato. Anzi tutto ciò era in perfetta sintonia con quello che volevano fare , spingere fuori chi dava fastidio.

L'AQUILA COME NAPOLI NELL'80 QUANDO C'ERA CUTOLO -Gdf smantella braccio economico Casalesi

Circa 500 militari della Guardia di Finanza di Roma hanno partecipato in un'operazione che ga portato all'arresto di sei persone. Gli arrestati, accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso, sono ritenuti 'espressioni economiche' del clan dei Casalesi. Sequestrate inoltre 21 societa',118 immobili ed altri beni e valori ad essi riferibili, per un ammontare di 100 milioni.E' stato scoperto che la camorra tentava di infiltrarsi negli appalti per la ricostruzione dell'Aquila.
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mercoledì 21 luglio 2010

PDL A SANTA MARIA CAPUA VETERE - OPPOSIZIONE PROPOSITIVA Ad horas si convochi un consiglio comunale per l’annullamento delle deliberefinalizzate a trasformare l’area antistante il cimitero in un bazar. Pena il ricorso al Prefetto.

Si è riunito il gruppo consiliare presso la sede di Via Mazzocchi, convocato dal coordinatore cittadino Avvocato Nicola Garofalo. Tutti d’accordo sulle linee che il partito seguirà nei prossimi tempi: opposizione propositiva e, vista la situazione determinatasi, volta alla valorizzazione del consiglio comunale e delle sue attività. Per i pidiellini il consiglio comunale deve diventare sempre più sede di discussioni e deliberazioni se non altro almeno perché esso è pubblico e tutti sono in tempo reale informati di ciò che accade. Valorizzare il consiglio comunale significa ulteriormente sfiduciare nei fatti la giunta. In tale direzione, un primo atto urgente, il Pdl sammaritano lo ha deliberato all’esito dell’incontro: chiedere che si tenga con urgenza un consiglio comunale volto all’annullamento delle delibere di giunta n. 209 del 16.7.09; 360 del 17.12.09 e 51 del 12.3.10. Tre delibere che pur avendo ad oggetto la delocalizzazione dei chioschi antistanti il cimitero, nei fatti ne prevedono non solo l’aumento da tre a cinque ma ne trasformano la parte prospiciente in area di sosta e terminal per autobus di linea ed autotreni. “Non è possibile pensare di mancare di rispetto ad un luogo degno di venerazione in tal modo anziché tutelarlo e valorizzarlo attraverso progetti di riqualificazione urbana ed ambientale”. Il consiglio comunale in questione, peraltro, è stato già chiesto dai consiglieri comunali poco prima dell’altra richiesta concernente la dislocazione del tribunale. La convocazione urgente è contemplata dall’art. 24 del regolamento consiliare che prevede dei tempi nei quali il presidente del consiglio deve dar seguito alla richiesta. “Se ciò non dovesse avvenire ad horas saremo costretti a fare ricorso al Prefetto”. Il Pdl è certo della convocazione; sarebbe “scandalizzato e terrorizzato” dall’idea che si possa trasformare il cimitero in un gran bazar. Le tre delibere devono essere revocate. In tal senso il coordinatore cittadino ha inviato una missiva al presidente dell’assise.


Altra proposta che il Pdl si accinge a concretizzare è quella di una conferenza dei capigruppo che possa sin da ora calendarizzare i lavori consiliari per tutto il mese di settembre durante il quale affrontare temi importanti per la città quali, tra gli altri, ospedale, tribunale, teatro Garibaldi, valorizzazione del centro storico, edilizia scolastica e questione Principe di Piemonte.

SQUADRE MOBILI DI CASERTA E NAPOLI IN AZIONE . SEQUESTRANO ARSENALE A SAN GIOVANNI BARRA .

Alle prime ore di stamani gli agenti della squadra mobile di caserta, diretta dal vice questore Angelo Morabito, e di napoli diretta dal vice questore Vittorio Pisani, hanno effettuato un blitz nel famigerato rione di s .giovanni barra denominato “bronx” rinvenendo un vero e proprio arsenale a disposizione del clan Formicola.

Gli agenti hanno forzato, con l’ausilio di pali di ferro e cesoie, numerosi garage ove hanno rinvenuto un fucile mitragliatore marca sites completo di munizioni, 4 pistole semiautomatiche, 1 revolver, 4 bilancini elettronici di precisione, oltre 100 grammi di cocaina, tre autovetture blindate (una golf, una fiat 131 e una lancia k), una moto di grossa cilindrata nonche’ numerossime cartucce.

Gli investigatori, che sono sulle tracce di coloro che utilizzavano quanto rinvenuto, non escludono che armi e autovetture possano essere state utuilizzate per perpetrare rapine in danno di portavalori nelle provincie di caserta e di napoli.

Nel dettaglio sono stati rinvenute e sequestrate:

1 pistola semiautomatica di colore nero “para ordnance” p. 12-45 con matricola abrasa,completa di relativo caricatore.

1 pistola a tamburo di colore argento con guanciole nere, marca “smith &wesson” 357 magnum, con matricola abrasa.

1 pistola semiautomatica piccolo calibro, colore argento, guanciole nere, marca “pietro beretta”, priva di matricola, completa di relativo caricatore;

1 pistola mitragliatore marca “falcon” cal. 9, matricola abrasa, completo di relativo caricatore.

1 pacchetto di sigarette con all’interno nr. 17 cartucce cal. 9x21 e nr. 2 cartucce cal. 40.

1 contenitore in polistirolo contenente nr. 26 cartucce cal. 44 magnum “smith & wesson”.

1 busta di cartone di colore marrone contenente nr. 9 cartucce cal. 380 auto; nr. 22 cartucce cal. 9x21; nr. 1 cartuccia cal. 357 magnum; nr. 3 cartucce cal. 38 special; nr. 3 cartucce cal. 40; nr. 4 cartucce cal. 6.35; nr. 10 cartucce cal. 9x19; nr. 1 cartuccia cal. 45 colt; nr. 1 cartuccia cal. 7.65;

1 fondina a caviglia di colore marrone

1 borsello di colore nero contenente nr. 1 cartuccia cal. 357 magnum; nr. 1 cartuccia cal. 6.35; nr. 2 cartucce cal. 9 corto; nr. 8 cartuce cal. 9x19; nr. 12 cartucce cal. 7.65 g.f.l.; nr. 10 cartucce cal. 9x21; nr. 1 canna per pistola priva di matricola; nr. 1 molla per caricatore.

1 calzino da uomo di colore blu contenente nr. 42 cartucce cal. 9x21 g.f.l.; nr. 1 cartuccia cal. 40 sw.

Gr. 20,92 di pasta di colore giallo contenuta in involucro di cellophane trasparente risultata essere cocaina.

1 borsa di plastica di colore arancione con disegni floreali contenente varie buste nelle quali vi sono nr. 13 cartucce cal. 9 corto; nr. 18 cartucce cal. 380 auto; nr. 28 cartucce cal. 6.35; nr. 46 cartucce cal. 9x21; nr. 1 passamontagna di colore nero; nr.53 cartucce cal. 45; nr. 1 cartuccia cal.40; nr. 2 cartucce cal. 38 special; nr. 2 cartucce cal. 357 magnum; nr. 1 cartuccia cal. 7.62 nato; nr.5 cartucce cal. 9x21; nr. 1 cartuccia cal. 7.65; nr. 1 cartuccia cal 12; nr. 2 caricatori privi di cartucce per pistola “glock”; nr. 1 pacco contenente nr. 17 cartucce cal. 38 special; nr. 1 scatola di colore rosso “american eagle” contenente nr. 5 cartucce cal. 32 auto; nr. 7 cartucce cal. 380 auto; nr.82 cartucce cal. 357 magnum; nr. 31 cartucce cal. 9x21.

1 cassettina di sicurezza in ferro di colore blu contenente nr. 2 caricatori privi di cartucce (uno per pistola cal 9x19 ed uno per pistola cal. 9 corto/380 auto); nr. 12 coltelli di varie forme e dimensioni, tutti con lama a scomparsa; nr. 3 stelle “ninja” in acciaio; nr. 6 cartucce di piccolissimo calibro; nr. 1 cartuccia cal. 9x19; nr. 1 cartuccia cal. 9 corto; nr. 3 cartucce cal. 380 auto; nr. 4 cartucce cal. 38 special; nr. 1 cartuccia cal 40; nr. 1 cartuccia cal. 45;

1 busta in plastica contenente una scatola di colore nero con all’interno nr. 1 cartuccia cal. 9x19; nr. 1 caricatore privo di munizionamento per pistola “glock”; nr. 1 scovolino per pulizia armi.

1 sacco in tela di colore nero contenente nr. 2 bilancini elettronici di precisione di colore grigio privi di marca e funzionanti; nr. 1 bilancino elettronico di precisione di colore nero marca “tangent”, funzionante; nr. 1 bilancino elettronico di precisione di colore nero marca “tanita”, funzionante.

Grammi 64,00 di sostanza in polvere di colore bianco contenuta in una busta di cellophane trasparente, risultata essere cocaina.

1 pistola semiautomatica di colore nero marca “glock” mod.17 cal. 9x19 priva di punzonatura di registrazione al catalogo nazionale delle armi completa di relativo caricatore.

1 pistola semiautomatica di colore nero marca “viking” cal. 9x19 con matricola punzonata completa di caricatore privo di cartucce.

2 caricatori per pistola beretta 9x19 parabellum.

1 caricatore per pistola “viking” 9x19

1 caricatore per pistola di piccolo calibro.

1 scatola di cartone “tom target” contenente nr. 31 cartucce cal. 9 luger.

1 scatola in plastica contenente nr. 10 cartucce cal. 9 luger shotshell.

19 cartucce cal. 380 auto.

21 cartucce cal. 357 magnum.

44 cartucce cal. 9 luger.

1 cartuccia cal. 9x21.

1 scatota in cartone contenente nr. 50 cartucce cal. 38 special.

1 busta di plastica contenente nr. 4 cartucce cal. 12; nr. 2 cartucce cal. 40; nr. 1 cartuccia cal. 9x21; nr. 35 cartucce cal. 6.35.

1 motocicletta honda hornet 900 di colore grigio.

1 autovettura lancia y di colore bianco in stato di abbandono e con tre fori di proiettile sul parabrezza anteriore.

1 autovettura volkswagen golf di colore bianco, blindata

1 autovettura fiat 131 di colore bianco, blindata.