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mercoledì 7 ottobre 2009

BICENTENARIO DEL TRIBUNALE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE . 36 ORE ALL'INIZIO

Passo dalla relazione dell'avvocato Giuseppe Garofalo scelto per il magistrale convegno di venerdì che inizierà alle ore 15.00 al Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere

Due anni e più di convivenza con la vecchia legislazione, il 20 maggio 1808 S. Maestà Giuseppe Bonaparte firmò tre decreti:
1) abolizione dei monasteri di clausura;
2) abolizione dei Banchi e creazione di un unico Banco di Corte;
3) riordino dei Tribunali.
Con quest’ultimo fissò in ciascuna provincia un Tribunale di prima istanza. Quello della più grande e popolata provincia del Regno, Terra di Lavoro, fu fissato in S. Maria di Capua.
Il giorno dopo, 21 maggio 1808, il re partì da Napoli per non più tornarvi. Se ne andò alla chetichella, diversamente da come era venuto. La regina rimase ancora un mese e se ne andò con grande pompa, anche lei diversamente da come era venuta.
Lo spirito mordace dei napoletani si espresse in un manifesto
Lo Rre
E’ benuto da regnante
E’ partuto da brigante
La Regina
E’ benuta da mappina
E’ partuta da Regina.

(Ogni riferimento a personaggi politici della città di Santa Maria Capua Vetere è puramante casuale)

Il decreto, oltre ad un Tribunale di prima istanza in ogni provincia, e all’ufficio della Procura Generale, istituì quattro Tribunali di Appello: Napoli, Lanciano, Altamura e Catanzaro.
Toccò a Gioacchino Murat, successore di Giuseppe Bonaparte, messo sul trono di Spagna, eseguirlo nel termine previsto, 6 mesi.