C’è una celeberrima poesia di Antonio de Curtis in arte Toto’
che recita “ Ogni anno il 2 novembre” …. Noi invece diciamo “Ogni quattro anni
alla fine di luglio e fino alla metà di agosto……….” andiamo a giocarci una medaglia nel prime tre
posizioni nella disciplina sportiva della pallanuoto sia femminile che maschile,
che ci ha visti sempre ai massimi livelli sia mondiali , europei ed olimpionici, ma guarda
caso, dopo che la torcia olimpica si spegne, anche se hai vinto un oro la
pallanuoto passa in secondo piano, anzi scompare addirittura dai giornali che
ne hanno parlato cosi bene durante l’avventura a cinque cerchi .
Chi scrive e’ uno di quelli che ha dato l’anima per questo
sport a livello casertano e campano, ma anche a livello nazionale e quindi sa
molte cose, ed è stato presente a molte manifestazione ed ha vinto anche qualcosa.
Iniziamo subito con affermare che prendiamo atto delle
medaglie nel nuoto, perché una volta e per tutte il percorso atletico e “nuotistico”
ideato da quel “volpone” Riccardo Siniscalsco
( spero che ancora sia mio amico) per far vincere Massimiliano Rosolino alle
olimpiade di Sidney del 2000 le medaglie d’oro, è stato basiliare per il
percorso nella disciplina del nuoto, vedi cosa è successo dopo le medaglie di Massimiliano
Rosolino.
Ma certamente non si può sottovalutare tutto il lavoro fatto
da tecnici federali che hanno portato l’italia femminile agli inizi del terzo
millennio a livelli mai così in alto
vincendo una medaglia d’oro nel 2004.
Ecco quel progetto oramai concluso, oggi si è rinnovato con una
nazionale completamente diversa con a capo quel Carlo Silipo ex campione olimpionico
che da ragazzo insieme a tanti giovani napoletani si “ bagnavano “ nella piscina
della canottieri Napoli.
Caro coach Carlo ti basta qualche iniezione di “cazzimma” da
trasmettere alle ragazze così come Pierluigi Formiconi l’ha trasmessa alle
ragazze nel 2004, quando gli chiedeva di fare “ gli occhi di tigre “ .
Viceversa per coach Sandro Campagna forse “la cazzimma” sta a buon punto, ma bisogna
fare risultato nei prossimi incontri, per non cadere nel secondo gruppo di
squadre che si giocano dal quarto posto in poi.
Marco del Lungo mi ha fatto ricordare Francesco Attolico mi
ha fatto ricordare quando parò il rigore ad Estiarte nella finale olimpica del
92 .
Egregi coach “Vendete cara la pelle e il fiato dei nostri
giocatori deve stare sempre sul collo dell’avversario”
ANDIAMOCI A PRENDERE UNA MEDAGLIA !!
Il vostro sacrificio non è senz’altro meno di un giocatore di
calcio che in campo europeo non ha voluto vincere niente !!