Era il 18
gennaio 2012 quando Ruggiero Di Pietro (62 anni) imprenditore nel
settore del ferro in Piedimonte Matese era stato assolto dal reato di usura ed
estorsione La corte di appello di Napoli ha confermato in appello la sentenza di primo
grado ieri sera. La vicenda giudiziaria lo aveva coinvolto dopo che Vinciguerra
Francesco, titolare della fallita Casa del Tramezzino e della consorte Ferrante
Maria lo avevano denunciato perché negli
anni 1998-2001 avrebbe prestato centinaia di milioni di lire in cambio di tassi
usurari fino al 203%. Quando i coniugi Vinciguerra non hanno più potuto far fronte
al pagamento dei debito. Secondo l’accusa Di Pietro li avrebbe indotti a
vendere un capannone industriale ad un prezzo stracciato (700 milioni di lire
quando invece il perito del PM lo ha valutato circa 1 miliardo di lire) e senza
corrispondere tutto il dovuto (avrebbe corrisposto solo 400 milioni di lire).
Dopo la vendita il Di Pietro avrebbe preteso dal Vinciguerra il pagamento di
ulteriori 350 milioni di lire. l'Avv. Alberto Martucci, difensore del Di
Pietro. in accoglimento delle tesi, ha
dimostrato per la seconda volta come
molti assegni che il Vinciguerra ha dichiarato essere stati consegnati in
pagamento furono incassati dallo stesso Vinciguerra, ma soprattutto la corte ha dichiarato
inammissibile il ricorso presentato dalla pubblica accusa confermando la sentenza
di primo grado di assoluzione perché il fatto non sussiste.