Non c’è che dire a distanza di
quasi 24 anni, fra poco avrebbero festeggiato “ le dichiarazioni d’argento”, si scopre che ,chi aveva predicato , ed in
questo caso il prima senatore e poi onorevole Lorenzo Diana , indagato per concorso esterno in associazione
mafiosa, negli anni avvenire aveva
razzolato male . L’articolo del
1991 a firma di Michele De Simone e la smentita del presidente antimafia
senatore Gerardo Chiaromonte pubblicato
sul Mattino, la dice lunga su come i
personaggi politici della prima
repubblica del governo , hanno subito un processo mediatico come del resto , e
chiedo scusa se lo cito, ma il suo caso è emblematico nella storia della
politica italiana , Don Nicola Di Muro ha pagato ingiustamente.
Lorenzo Diana all’epoca segretario provinciale di Caserta del partito comunista italiano ,
addirittura per far fronte alle diverse esigenze di una pseudo interrogazione
parlamentare dell’ex senatore del pci
Ferdinando Imposimato che attaccava non solo politicamente , ma dal punto di vista
personale l’ex patron dc, convocava una conferenza stampa nella sede del
partito a via Maielli, per esternare alcune dichiarazioni proprio in merito ad
alcuni fatti ed episodi accaduti nella provincia di Caserta e soprattutto a
Caserta e Santa Maria Capua Vetere.
Preferiamo farle leggere direttamente
dall’articolo che pubblichiamo in fotocopia affianco al post perché sono
certamente da prendere in considerazioni come d’altra parte anche le smentite
del presidente antimafia senatore Gerardo Chiaromonte che
dichiarava, proprio in merito ad una visita a Caserta della commissione per dar
torto o ragione al senatore Imposimato, di non aver mai effettuato incontri a
Caserta.
Ma allora una domanda sorge
spontanea per dirla alla Lubrano . “ Il movimento mediatico, per lo più
avanzato da diversi personaggi politici di quell’epoca che desideravano
distruggere la prima repubblica, doveva servire a far entrare in alcune città
come Caserta e Santa Maria Capua Vetere quella lobbie camorristica e casalese
in modo da purificarsi e pensare ai business miliardari pronti da pappare , per
lo più benedetti da personaggi che oggi
sono finiti sotto inchiesta.
Il procuratore della repubblica Corrado
Lembo avanzò, in una conferenza stampa
presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere , una considerazione sulla
città di Santa Maria Capua Vetere definendola come la cucina dei casalesi . In
sostanza desiderava affermare che la città di Santa Maria Capua Vetere era come una lavanderia per le associazioni
criminali del clan dei casalesi che si appoggiavano anche a gruppi di Santa
Maria Capua Vetere , considerata la
manovalanza della città. Ma tutto questo
non si poteva eseguire senza l’operatività di professionisti affermati come
avvocati tributario , commercialisti , ragionieri .
In questa lobbie c’erano anche i
fratelli Mastrominico , per giunta condannati a sei anni di reclusione insieme
al sindaco di Villa Literno Enrico
Fabozzi .
Insomma oggi , se scriviamo queste cose non
desideriamo essere ne osannati , ne considerati strilloni ,. Ma desideriamo
fare piena luce su un fatto di storia giudiziaria , politica e culturale che ha
visto al centro di numerose polemiche personaggi politici di parte avversa che
oggi se affermassero le stesse cose dette all’epoca , l’opinione pubblica gli
avrebbe riso in faccia o gli avrebbe buttato i pomodori in faccia .
Scusate se è poco , ma mi sono stancato .