CASERTA – Un'altra scelta “folle”
dell’Asl di Caserta. Con la delibera n.
1734 del 31 dicembre scorso viene ufficialmente richiesto lo smantellamento
dell’Unità operativa di salute mentale dell’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano
di Caserta la quale si occupa di servizi psichiatrici, diagnosi e cura (Spdc),
soprattutto in regime di trattamento sanitario obbligatorio, acuzie, ricoveri
psichiatrici urgenti e di assistere i pazienti che vi giungono da tutta la zona
nord della provincia. Un bacino d’utenza immenso, se si va a ben vedere, che
riguarda Marcianise, Maddaloni, S. Maria a Vico, San Felice a Cancello,
Piedimonte Matese, S. Maria Capua Vetere e Capua e che viene gestito dallo
staff infermieristico e medico con una qualità assistenziale altissima,
nonostante la struttura versi in condizioni disastrose, mancante addirittura
delle più elementari suppellettili come le sedie per i pazienti (più volte
richieste dal personale al dipartimento di competenza). In tutta la provincia
di Caserta sono presenti tre strutture di Spdc: Caserta, Aversa e Sessa
Aurunca. L’attuale rete dei posti letto, previsti dalla Regione Campania per
l’assistenza psichiatrica, conta in tutta la provincia di Caserta solo 30
ricoveri, così distribuiti: 10 a Caserta, 10 ad Aversa e i restanti a Sessa
Aurunca. Una cifra già sottodimensionata rispetto agli standard nazionali dato che
si prevede un posto letto per ogni 10.000 abitanti. La provincia di Caserta
conta circa 900.000 abitanti e i conti sono presto fatti: una mancanza di ben
60 posti letto, con una copertura totale solo dello 0,33% dell’utenza. Dalla
delibera pubblicata sul sito dell’Asl, il 7 gennaio scorso, si evince che
verranno implementate e riorganizzate le strutture di Aversa e Sessa Aurunca di
5 posti letto ciascuna, per un costo totale di circa 472.000 euro, a discapito
della struttura presente al nosocomio del capoluogo per il quale è previsto lo
smantellamento. Inoltre, dallo staff infermieristico del reparto fanno sapere
che, nonostante siano stati presentati numerosi progetti al dipartimento UOMS,
non è stata mai effettuata una reale formazione agli operatori. Caserta per
l’ennesima volta si vede “scippare” di un servizio assistenziale
importantissimo che creerà disagi notevoli non solo ai pazienti in cura, ma
anche alle intere famiglie di questi ultimi che vivono costantemente e in prima
persona il problema della salute mentale.