Sbloccati i fondi per la
ristrutturazione della ex casa comunale. E’ il risultato della convenzione
firmata dal sindaco Biagio Di Muro con la Regione Campania, nell’ambito delle
procedure per l’accelerazione della spesa.
Si tratta di un finanziamento, già
concesso, di circa cinque milioni di euro, a fronte di un impegno del Comune a
completare i lavori entro la fine del 2015.
Prima dell’estate l’amministrazione
comunale aveva ottenuto il parere favorevole del Genio civile di Caserta per i
lavori di completamento e restauro della ex casa comunale e, in particolare,
per la realizzazione del nuovo padiglione di copertura degli importanti reperti
archeologici rinvenuti in fase di scavo.
Durante l’intervento, infatti, vennero alla
luce una serie di ambienti di notevoli dimensioni, appartenenti a un edificio
di epoca romana. Dai resti archeologici si distingue chiaramente una fase di
piena età imperiale, collegata al fervore che l’Antica Capua conobbe, in
particolare, in epoca antoniniana. Lo scavo dei pavimenti ha poi permesso di
individuare strutture di epoche precedenti, tardo-repubblicane e augustee.
Visto l’importante rinvenimento,
l’amministrazione comunale – guidata dal sindaco Biagio Di Muro – aveva deciso
di realizzare (in accordo con le competenti sovrintendenze) un padiglione
espositivo dei resti dell’antico edificio romano, nonché un nuovo spazio verde
urbano, ricavato sulla copertura dello stesso padiglione.
Il progetto esecutivo per il completamento
e il restauro della ex casa comunale fu pertanto modificato, nella parte
relativa all’ampliamento della sala conferenze prevista originariamente, per
tener conto degli importanti reperti trovati in fase di scavo.
La
stessa soprintendenza archeologica, del resto, aveva ribadito “l’importanza dei
rinvenimenti e la grandiosità delle superfici”, proponendo soluzioni per la conservazione
e la fruibilità degli stessi. Si tratta, infatti, di un complesso pubblico
dell’antica Capua, la cui planimetria di scala monumentale e le cui sontuose
decorazioni lo rendono un “esempio unico” sinora ignoto nella città.