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lunedì 23 settembre 2013

CASTELVOLTURNO- OMICIDIO PRETERENTENZIONALE CON RAPINA E SEQUESTRO - FERMATI TRE CITTADINI EXTRACOMUNITARI


In data 21 settembre u.s. a seguito di serrate, complesse e articolate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di S.M. Capua Vetere, delegate e condotte, con encomiabile professionalità, dalla Compagnia di Mondragone e dalla Stazione di Castelvolturno, è stato eseguito un decreto di fermo del Pubblico Ministero nei confronti di tre di indiziati di delitto:
1. MITOCARU Mihita Cristinel nato in Romania il 31.10.1992, senza fissa dimora;
2. MATEI Petru nato in Romania il 13.4.1992, senza fissa dimora; 3. MORTIMEI Izabel nata in Bulgaria, senza fìssa dimora.
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I reati contestati sono: per tutti: concorso in rapina pluriaggravata ( artt. 110, 628 comma 1-3 e nn. l-2-3bis-3quinquies,art.61 n.5 c.p. ); per i primi due: concorso in omicidio preterintenzionale ( artt. 110, 584 c.p.), in ricettazione ( artt. 110, 648 c.p. ) e per l'uso indebito di carte
bancomat ( artt. 110, 56 c.p. e 55 co.9 D.L.vo n. 23 1/07 ).
I destinatari del decreto di fermo sono gravemente indiziati di avere organizzato una rapina in danno di Michele Carbonara, di 74 anni, eseguita, modalità efferate, nella notte tra il 14 e il 15 settembre u.s. in CastelVolturno loc. Baia Verde, che ha avuto quale conseguenza la morte del Carbonara.
Il Mitocaru e il Matei sono risultati essere gli esecutori materiali della rapina, mentre la Mortimei è da ritenersi concorrente nello stesso reato in quanto, pur essendo assente sulla scena del delitto, da lei sono state fornite le indicazioni che hanno portato i malviventi nell' abitazione del Carbonara, presso il quale la Mortimei aveva lavorato come badante per qualche tempo. Del Carbonara quindi costei aveva avuto modo di conoscere non solo il possesso di denaro contante, carte di credito e bancomat, ma anche lo stato di isolamento personale, il precario stato di salute, ultrasettantenne, affetto da ictus cerebrale e non deambulante, tutte condizioni che avrebbero reso estremamente facile l'esecuzione dell'azione delittuosa.
Introdottisi nell'abitazione del Carbonara, il Mitocaru e il Matei lo hanno minacciato ed immobilizzato violentemente, con modalità disumane tali da causarne la morte.
Una immediata perquisizionein alcuni mobili e armadi dell'abitazione del Carbonara ha consentito ai malviventi, per le precise indicazioni della complice, di appropriarsi di circa 100 euro in contanti, due telefonini cellulari e due carte bancomat.
L'efferatezza del delitto, scoperto la mattina del 15 settembre e che tanto allarme e preoccupazione aveva suscitato nei concittadini del Carbonara, ma in particolare nella considerazione delle condizioni e dell'età del Carbonara, contro cui avevano agito i rapinatori, hanno immediatamente fatto scattare le indagini, prima con un minuzioso lavoro scientifico nell'abitazione e poi con la ricostruzione delle abitudini del deceduto e delle persone che lo frequentavano.
La perfetta intesa tra questa Procura, nella persona del P,M. delegato, e i Carabinieri della Compagnia di Mondragone e Stazione di C. Volturno, hanno consentito, lavorando anche di notte, di giungere in un tempo altamente encomiabile alla identificazione dei responsabili, assicurandoli alla Giustizia. Infatti, le indagini sono risultate sin dall'inizio particolarmente fluide e complesse, essendo emerso che l'abitazione del Carbonara era stata frequentata, oltre che da pochissimi familiari, anche da diverse badanti, su cui potevano concentrarsi le indagini. La pazienza di non bruciare le indagini, con inutili fermi o interrogatori, unita alla tenacia hanno dato i loro frutti.
La svolta delle indagini, infatti, si è avuta dall'accertamento su alcuni prelievi bancari ( per circa 1310 euro ), con uso dei bancomat sottratti al Carbonare, effettuati la mattina stessa del 15 settembre presso sportelli bancomat sia nel casertano che nel napoletano.
Acquisite immediatamente le immagini dei video posti sui bancomat e con successive indagini "porta a porta ", è stato identificato uno dei rapinatori.
Non sono mancati colpi di scena, ma alla fine sono stati identificati e fermati tutti i componenti del gruppo: due cittadini rumeni ed una bulgara, fidanzata di uno dei rapinatori.
La consapevolezza delle prove inconfutabili raccolte dagli inquirenti ha stroncato qualsiasi resistenza e due di loro hanno confessato le rispettive responsabilità con ampie e dettagliate dichiarazioni rese al Pubblico Ministero, nel corso di un regolare interrogatorio.