La
magistratura in cerca delle verità, l'elettorato in cerca di
dignità.
L'indagine
in atto da parte della Procura della Repubblica di Napoli sulla
gestione di alcuni fondi da parte di alcuni consiglieri regionali
della campania ha prodotto un doppio effetto, da un lato ha
rafforzato la fiducia nella giustizia da parte dei tantissimi
cittadini onesti campani ed italiani, dall'altro, inevitabilmente, ha
inferto un duro colpo a quasi tutta la classe politica campana
evidenziando tutto il marcio in essa contenuta. La cosa più triste,
in tutto questo, appare lo sterile tentativo di difesa dichiarato a
caldo da buona parte degli indagati che nel tentativo di sminuire la
cosa, di colpo si sono inventati grandi giuristi cercando di spiegare
pubblicamente la differenza tra comportamenti illeciti ed
illegittimi, oppure spiegando che trattasi di somme poco rilevanti.
Ma
sicuramente le affermazioni che indignano più di tutte sono quelle
del Presidente del Consiglio Regionale Paolo Romano, il quale quasi
da estraneo alla vicenda e con un certo distacco non ha trovato di
meglio da dire che cercarsi di cantare la gloria con il
discutibilissimo virtuosismo degli ultimi bilanci della Regione
Campania con dei presunti abbattimenti di spesa per circa 30 milioni
di euro in poco più di metà consiliatura, evidenziando la grande
svolta gestionale rispetto alle ultime consiliature a maggioranza di
centrosinistra. Ebbene è il caso di ricordare al Presidente Romano
che, se questo dovesse corrispondere a vero, lui non ne uscirebbe
bene politicamente, in quanto non è un esponente politico di un
movimento nato da poco, infatti in quegli anni lo stesso ha ricoperto
cariche di prim'ordine all'interno di Forza Italia prima (capogruppo
nell'anno 2008) e successivamente nella PdL (capogruppo negli anni
2008\2010) , per converso se vi è stata una cattiva gestione nei
bilanci che hanno preceduto la consiliatura in atto è stato anche
per demerito dell'opposizione del tempo della quale lui sicuramente
ne è stato un leader.
In certi
momenti gli elettori gradirebbero, stranamente, un religioso silenzio
da parte dei politici piuttosto che banalità del genere, in attesa
delle verità da parte della magistratura magari volte a
prosciogliere o assolvere gli attuali indagati. Perchè se qualcuno
ha usato fondi in maniera impropria ne risponderà personalmente ma
non perchè lo vuole il Presidente Paolo Romano o la politica, ma
perchè è scritto nel codice penale e tocca con la dovuta procedura
ai magistrati.
Carlo
AMOROSO