Nelle
prime ore della mattinata odierna, nell’ambito di un’indagine coordinata dai
magistrati della Procura della Repubblica di Napoli - Direzione Distrettuale
Antimafia, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Casal di
Principe (CE) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare con la misura
coercitiva del carcere - emessa dall’Ufficio GIP presso il Tribunale di Napoli
- nei confronti di due persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati
di estorsione continuata e di illecita concorrenza, aggravati dal metodo
mafioso.
I due, a partire dal gennaio del 2013 e con
condotta perdurante, minacciando i gestori
di diversi esercizi pubblici dell’agro aversano e avvalendosi della forza
intimidatrice determinata sul territorio dall’organizzazione camorristica c.d. dei
casalesi, costringevano, secondo l’ipotesi accusatoria, i commercianti ad
acquistare una determinata marca di caffè, a condizioni economiche meno vantaggiose
di quelle offerte dal precedente fornitore.
Il precedente fornitore di caffè veniva così estromesso
dalle forniture e era costretto a subire l’ulteriore danno dell’impiego delle
proprie apparecchiature - date in uso all’esercente - per la preparazione del
caffè.
Tale attività illecita garantiva, come
dichiarato da alcuni collaboratori di giustizia, importanti entrate economiche nelle casse del
sodalizio dei casalesi della fazione Venosa.
Gli indagati, infatti, secondo quanto è
emerso dalle indagini, costringendo gli esercenti di San Cipriano e dei paesi limitrofi a acquistare. con cadenza
mensile e a prescindere dall’ effettivo consumo, una confezione 50 cialde di miscela
di caffè, conseguivano un profitto mensile di circa 15.000 euro.
Nel
corso dell’operazione sono state anche eseguite perquisizioni presso
torrefazioni di caffè dell’agro aversano, finalizzate ad accertare l’eventuale coinvolgimento
dei loro titolari nell’attività criminale.
E’ da evidenziare che durante le indagini si
è registrata la collaborazione di diversi commercianti della provincia di
Caserta, che hanno
così manifestato di aver acquistato fiducia nelle Istituzioni,
iniziando a denunciare gli episodi di cui erano stati vittime.