Ho saputo che è deceduto Gerardo D’Amore.
Pur essendo
ideologicamente su posizioni ideologiche
opposte al compianto Gerardo, ho sempre apprezzato la sua preparazione e
la sua onestà intellettuale che negli ultimi anni lo hanno avvicinato alle
battaglie che ho combattuto con le Associazioni.
Una parte della città
va via insieme a lui con la consapevolezza che rimaniamo ancora in pochi ad
agire per l’affermazione di un ideale e per l’interesse della collettività; da
qualsiasi punto di vista lo si veda.
Ciao Gerardo, a presto !!! Gaetano Rauso
Ci associamo al dolore della famiglia D'amore
Invio l’ultimo articolo da lui messo in rete il 4 giugno 2013
UN POCO DI CORAGGIO.
Le nostre città sono diventate lo
scenario simbolico all’interno del quale si rappresenta la deriva totalitaria
delle nuove forme della c.d. democrazia.
Abbiamo sempre
votato “per il meno peggio”turandoci
il naso ed eleggendo non dei membri di
partito, ma il più delle volte, vere e proprie consorterie familiari, salvo,
poi, lamentarsi della loro gestione. Se il voto è una cosa importante ( e
personalmente non lo credo), allora votare così l’ha svilito, umiliato, e ha
prodotto danni gravissimi. Quelli che abbiamo tutti sotto gli occhi.
Le Giunte, una
volta superato il periodo della improvvisazione e della spontaneità, si sono
avviate a diventare , sempre più
(attraverso epurazioni e cooptazioni) una clientela unita da comuni interessi
politici ed economici ripercorrendo la strada che fu percorsa per decenni dai
vari partitini di quella che tutti definiscono 1^ Repubblica.
Si sono poste ,
quindi, non soltanto come eredi di tradizioni e di culture politiche, ma di
posti di potere che venivano, al tempo della c.d. 1° Repubblica gestiti come
una proprietà da un governo all’altro.
Tale tipo di
Organizzazione locale del potere si è tradotto in una gestione oligarchica che
decide consultando solo gli azionisti di
riferimento (sponsor) e senza un ricambio della gerarchia.
L’Amministrazione
di S.Maria C.V. , come tutte le altre, non ha mantenuto nessuna delle promesse
fatte in campagna elettorale. Latitano, inoltre, le professionalità, siamo
cioè, nelle mani di apprendisti stregoni. Chi l’ha sostenuta (Associazioni
collaterali e giornalini locali) si è adeguato (con o senza mal di pancia)
tacendo su canne fumarie che spuntano nell’area Anfiteatro (destinate ad
attirare frotte di turisti), sulla perdurante e promiscua gestione dei
parcheggi, nonché sulla trasparenza negata.
Tutti,
però, si sono appellati ai vecchi fasti , all’antica Capua ( e. . . bla. . bla.
. .bla). Trattasi, probabilmente, di un’epidemia oppure dell’azione del “genius
loci” , i comportamenti periodici, le convenzioni linguistiche costruite lungo
i secoli e che esprimono la potenza della specie, l’adattamento biologico delle
forme di vita urbane ai luoghi che le accolgono.
L’unica
memoria del passato che conservo e nutro con piacere mi porta ancora a difendere a gran voce la scuola pubblica, il diritto
all’istruzione, alla conoscenza, al futuro, al verde pubblico. Mi induce a
lottare contro la mercificazione del sapere e della formazione, la
precarizzazione della conoscenza , del lavoro e della vita.
La
maggioranza al governo cittadino giustificherà la sua inconcludenza con l’
imposizione del patto di stabilità interno che ha limitato le possibilità di
indebitamento e ridotto le capacità d’investimento, ecc. ecc.
Si poteva, però, senza costi:
- facilitare
la nascita di una Consulta ambientale chiamandovi a partecipare le varie
associazioni libere di S.Maria C.V. che si sono opposte alla presenza sul
territorio del digestore anaerobico e hanno formulato , insieme a SEL,
proposte relative allo smaltimento dei rifiuti;
- fornire
un sostegno , mettendo a disposizione strutture Comunali, alle iniziative
, pure esistenti sul nostro territorio , del commercio equo e solidale
gestito da organismi o soggetti senza fine di lucro;
- gestire
in house servizi oggi privatizzati ( e solo per questo redditizi?).
Il welfare
locale non esplica i suoi benefici esclusivamente sul piano del reddito, esso
rappresenta una condizione essenziale per rimuovere i fattori di emarginazione,
per sottrarre il cittadino dal ricatto del bisogno. Per molti versi, anzi, la
disponibilità di una rete efficiente di servizi costituisce la condizione
essenziale per dare senso al concetto di cittadinanza. Si poteva valutare le
possibilità di finanziare una dilatazione dell’offerta con un'azione tesa a
ridurre spese non sufficientemente giustificate (consulenze esterne,
progettazioni per opere pubbliche con finanziamenti incerti ) e promuovere una campagna
per recuperare evasioni tributarie e altre imposte o tasse comunali,
soprattutto quando ciò è riscontrabile da fonti certe, principalmente per l'IMU
quando si accerti il mancato aggiornamento di destinazione d'uso e rendita catastale;
Sul terreno ,
poi, della democrazia e trasparenza dove pure si erano misurate libere
associazioni con proposte di delibere di iniziativa popolare (condivise
dal importanti membri dell’attuale
maggioranza) c’è stato il buio completo.
Si poteva,
sempre senza alcun costo:
- approvare il Regolamento attuativo degli Istituti
di partecipazione (Referendum) già previsti dallo Statuto Comunale ;
- definire i criteri con i quali per determinati atti
è obbligatorio l'apertura di una fase di partecipazione;
- riconoscere le istanze o petizioni avanzate dalla cittadinanza
tese a sollecitare interventi specifici idonei a garantire una migliore
tutela degli interessi collettivi;
- fornire informazione
sull'attività politica e amministrativa, nonché sulle procedure per
l'assegnazione degli appalti pubblici e una piena disponibilità dei dati e
degli elementi raccolti dagli enti pubblici (come previsto, peraltro, dalla legge
nr.241 sulla trasparenza).
In questa
città massacrata occorrono discontinuità radicali, importanti, emblematiche.
Occorre che sia chiaro che la delega a questo sistema di pensiero politico, di
proposta elettorale, di pratica di governo, venga intanto tolta a questi partiti e associazioni
collaterali.
E' possibile
immaginare, la nascita , nella nostra città, di un “Forum” auto-promosso, cui partecipi la maggior quantità possibile
delle persone e dei soggetti di molti tipi, culture ed età che sono parte dei
tanti movimenti? Forum in cui ci si pongano domande su come l'esperienza locale
possa fare da laboratorio per le politiche nazionali?
Gerardo D’Amore
04/06/13