Come spesso accade
nella realtà quotidiana, a volte poche parole messe insieme a caso o per scelta
voluta da parte di personaggi di spicco, diventano modi di dire che vanno ben
al di là del loro intrinseco significato.
E’ ciò che è accaduto
negli ultimi tempi nel nostro ambiente attento e fervente di queste
associazioni apartitiche, che hanno sostenuto la carica di Biagio Di Muro a
sindaco di questa città.
Le poche parole del
titolo del romanzo di Max Allan Collins, assurto all’attenzione mondiale nella
rappresentazione scenico cinematografica dal grande regista Steven Spielberg “Salvate il soldato Ryan”, hanno assunto
per tutti noi un significato ben preciso;
è indispensabile, in questo particolare e delicato momento di politica
locale, che il sindaco (soldato Ryan) sia salvato. Salvato dai tanti pericoli
che sta correndo nelle mani di quanti tramano sulla sua ingenuità e nella sua
ormai decisa convinzione di dover comunque ”salvare
la patria” da solo.
Ciò che egli pensa di fare con il suo tono
passivo è mera utopia, perché il soldato Ryan resta sempre più solo, perché tutti
intorno a lui dormicchiano volutamente o non volutamente sui problemi della
città, che, comunque, spuntano da ogni parte. Costoro non riescono nemmeno ad
accorgersi che la causa del loro insuccesso complessivo, che dura ormai da due
anni, non è la mancanza di finanziamenti e le difficoltà finanziarie, non sono le
beghe amministrative, non è il dominio sistematico nelle scelte della burocrazia
comunale; la verità è ben altra il soldato Ryan è circondato da compagni di
avventura che non hanno alcuna intenzione di voler ben amministrare o per
incapacità obbiettiva o per pochezza di idee o per motivi che vanno ben al di
là di ogni possibile immaginazione.
Negli ultimi giorni
gli avvenimenti che denunciano tale incapacità si sono susseguiti a raffica ed
è ben difficile capire dove prevalga l’incompetenza o la mala fede da parte di
alcuni amministratori. Gli eventi di questi ultimi giorni che hanno destato maggiormente
l’interesse dei cittadini sono stati molti e vanno dalla crisi del servizio di
N.U., allo spuntare spontaneo di un “monolite
fumoso” dinanzi all’anfiteatro campano; ma purtroppo dietro questi casi,
che, in verità, sono solo episodi di normale cattiva amministrazione, che possono
essere risolti, comunque, con i mezzi a disposizione e con la necessaria
esperienza amministrativa, ve ne sono altri che fanno profondamente riflettere.
Infatti gira negli
ambienti comunali una proposta di deliberazione, che riesuma una vecchia
iniziativa, che va indietro nel tempo: la riduzione della distanza cimiteriale da
200 a 50 metri. La bozza di deliberazione, che è stata imbastita certamente in
fretta e da qualche funzionario sprovveduto, porta avanti un discorso equivoco
che vorrebbe indirizzare il lettore verso un giudizio positivo sulla bontà del
provvedimento, in sostanza resta un atto equivoco, dubbioso e fumoso, peggiore
di un auspicio funesto della “Sibilla Cumana”.
Pertanto, rinviando
questo argomento e tanti altri ad altre pubblicazioni, ci preme di chiedere subito
e prima che sia troppo tardi, indistintamente a tutte le forze politiche
presenti in consiglio di maggioranza e di minoranza, a tutti coloro che coprono
cariche politiche importanti, a tutti i funzionari comunali ed al corpo
impiegatizio di salvare il soldato Ryan, perché salvando lui salveremo la
nostra città.
Gli ultimi due anni
sono andati ormai perduti e l’insuccesso dell’intera amministrazione non può
essere addebitata solo al soldato Ryan, che viene ormai usato come scudo o
capro espiatorio per tutto quello che hanno promesso e non mantenuto. Il
soldato Ryan non rappresenta alcun partito, ma la reazione di un popolo,
sfruttato e venduto per venti anni; un popolo che aspettava un cambiamento, una
rinascita.
Dove sono il P.D., il
Rinnovamento, che fa la “zavorra” di
fronte ad un programma elettorale, che indica chiaramente gli indirizzi più
sani per questa città? In questi ultimi due anni vi era tutto il tempo di
impostare e programmare cose veramente serie per l’interesse comune, per
ritornare alla grande nello scenario provinciale; al contrario si sono
inventate la città di cinquanta o sessantamila abitanti, che ci costringerà a
vivere in un habitat che non è auspicabile nemmeno per gli animali.
Abbiamo ancora il
tempo di riscattarci, di ritornare alla grande e ricoprire il ruolo che ci meritiamo. Non devono essere più
commessi gli errori, perché di errori si tratta, che hanno portato al
trasferimento di parte del tribunale ad Aversa. Dobbiamo risvegliarci tutti ed
in particolare devono assumere le loro responsabilità coloro che vivono di
politica nel nostro scenario comunale.
Per questi motivi se
siamo veramente pronti a cambiare indirizzo di governo alla nostra città, per
la quale siamo disponibili a dare qualunque forma di contributo, con il
presente intervento vogliamo invitare in particolare la prof.ssa Camilla
Sgambato, il cui risultato elettorale ottenuto nelle ultime elezioni è di assoluto
significato e rispetto, di farsi promotrice e ambasciatrice di una rinascita a
favore della classe dei lavoratori, dei socialmente deboli e di quanti credono
nel vero bene della città, che non è certamente la speculazione edilizia.
Noi crediamo nel suo
programma e siamo sicuri che nei prossimi tre anni si possa attuare quello che
la città si aspetta per risollevare e
far risorgere questa povera, vecchia, gloriosa, storica Capua Antica.
Solo così finiranno i
saccheggiamenti.
Per le associazioni
Nicola Cantone