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domenica 19 maggio 2013

C'ERA UNA VOLTA .......... LA FIABA , ADESSO SOLO CHIACCHIERE E DISTINTIVO

C’era una volta in provincia di Caserta una città dal nome prestigioso, perché erede di una tradizione millenaria che faceva capo al periodo della grandezza di Roma antica; questa suggestiva cittadina dal nome di S. Maria C.V., nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, viveva l’evoluzione socio-politica che la portava nella nuova realtà industriale del 1900.
Il passaggio dalla società agricola, che aveva visto nella raccolta della canapa e del tabacco, le maggiori fonti di sussistenza, vedeva nella sorgente Siemens una nuova fonte di benessere. Questa realtà negli anni sessanta e successivi diede da vivere a migliaia e migliaia di lavoratori, che con le loro famiglie riuscirono a farsi una casa, l’automobile ed altro.
Il fenomeno di sviluppo industriale a S. Maria C.V. non nacque dal nulla ma ebbe le sue origini nella forza e nel talento della classe politica del tempo, che grazie ai suoi migliori rappresentanti riuscì in imprese di sviluppo, che non tutti i comuni della regione riuscirono ad ottenere.
 La stessa città di Caserta, capoluogo di provincia, a quei tempi non poteva paragonarsi a noi  in nessuno dei campi in cui fosse preso il confronto: fabbriche, ospedale, tribunale, cultura, archeologia, commercio, attività sociali, servizi etc. non erano certamente cose da poco.
Negli anni successivi per un fenomeno dovuto al cambiamento generazionale, che ha interessato principalmente la guida politica, si è avuto un calo spaventoso della valenza ed importanza della nostra città. Fabbriche chiuse, ospedale a regimo ridotto in attesa di essere trasferito altrove, tribunale in bilico per ipotetiche nuove destinazioni, cultura zero, commercio sottozero, classe politica sotto,sotto,sotto zero.
Per dare  una giustificazione a questo drammatico fatto si è data la colpa alla Cina, all’India, al governo centrale e forse, in ciò c’è molto di vero; ma nella sostanza e, per il caso locale, non può disconoscersi che questa città da oltre un ventennio soffre la mancanza di vere personalità politiche degne di questo nome.
Tralasceremo per doveroso rispetto di chi è assente dilungarci sulle specifiche gravissime responsabilità degli ultimi amministratori, perché solo la “Storia”può essere sovrana in materia di giudizi. Ci limiteremo invece a cercare di dare un pallido e semplificativo aspetto della realtà politica di questo nostro Consiglio. Esiste un sindaco che ha le sue estrazioni politiche nelle forze delle classi rappresentate dalle associazioni, che a loro volta trovano motivi di gratitudine ed ispirazione in un vecchio saggio. Egli stesso è solo sindaco per motivi di nomina istituzionale, di fatto è sindaco a un terzo, in quanto la poltrona in molte occasioni è divisa con altri due rappresentanti che trovano forza ed ispirazione politica in personaggi occulti.
I tre sindaci, o come qualcuno li ha definiti affettuosamente i Tre Tenori, rappresentano tutte le classi politiche che attualmente governano la nazione; a cominciare dalla destra passando per il centro e finendo nella sinistra. Questo è un innegabile vantaggio politico che non trova riscontro nemmeno nel governo centrale, attualmente presieduto dall’on.le Letta, il quale è sostenuto “solo” (si fa per dire) da alcuni gruppi di destra e di sinistra. Per la nostra classe dirigente il loro status di equivocità in realtà non sortisce alcun beneficio, anche se è vero come la luce del sole che gli appoggi politici del centro nazionale possono dare veri aiuti alla periferia.
Tra i consiglieri comunali vi è di tutto, tranne che esperienza, volontà di operare, trasparenza e lealtà. Si pensa solo a litigare per le poltrone, per le cariche etc. ma nulla, dico nulla, si fa nel prendere coscienza di una gravissima situazione politico sociale e, cosa ancor più grave, non si fa nulla, in questo momento di profonda crisi, ma comunque di trapasso, in materia di PROGRAMMAZIONE; dove questa parola non è mera utopia, ma vuole indicare come  preparasi adeguatamente per fronteggiare le circostanze propizie che certamente, entro breve tempo, si presenteranno; dove questa parola è prepararsi con tempestiva preveggenza e intuizione sul futuro e nell’ottica esclusiva, primaria ed ineluttabile di creare nuovi posti di lavoro.
Infatti non è difficile comprendere come, nel passato, per creare i posti di lavoro sia stato sufficiente un atteggiamento politico di semplice attesa, aspettando che il miracolo venisse dal cielo, ma fu necessario lottare continuamente ed impegnarsi su tutti i fronti e con tutte le forze, per cogliere le occasioni buone, che videro l’insediamento di fabbriche, il potenziamento di ospedali funzionanti, l’ampliamento dei tribunali, lo sviluppo del commercio e così via.
Si vuole concludere questo  sfogo con un sincero augurio agli amministratori per l’assunzione di atti di programmazione che abbiano radici profonde nella realtà dei fatti  e delle cose, senza sviamenti per  chimere irraggiungibili e con il solo doveroso obbligo di pensare e programmare per tutti coloro che stanno peggio per la mancanza di un di lavoro dignitoso.
A titolo indicativo e per far riscontro alla nostra volontà di collaborazione costruttiva, siamo ad indicare con semplicità assoluta i casi che maggiormente meritano un attenzione programmatica, con un invito a non prendere decisioni affrettate  e sbagliare perché trattasi di beni comuni a tutti noi:
Utilizzo del suole ex Siemens, Utilizzo del suolo ex Tabacchificio, risanamento su progetto originario ed autentico della villa comunale, destinazione cinema politeama, piantumazione di alberi secolari, sistemazione definitiva del piano traffico; utilizzo della capacità attitudinali di dirigenti, impiegati ed operai comunali, etc 
                                                            Dott. Nicola Cantone portavoce delle Associazioni