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domenica 30 settembre 2012

S. MARIA C. VETERE - Dalla teoria alla pratica: al Nervi è una realtà

Le attività produttive del territorio aprono le porte a quindici studenti delle classi quinte dell’ITG Nervi. L’EDILSIGMA, la SUD ENGINEERING, la BETON TORRE e le Ceramiche Il Pavone hanno messo a disposizione il proprio personale per la crescita dei nostri futuri professionisti. I temi trattati sono stati: la diagnostica dei materiali da costruzione, le bonifiche dei siti contaminati da amianto, la produzione del calcestruzzo e delle famose ceramiche di Vietri. Tutti di temi di grande attualità che hanno hanno permesso ai nostri giovani un ulteriore arricchimento del loro bagaglio di conoscenze e di competenze. Il corso è stato articolato in lezioni frontali e di stage per cui i giovani allievi hanno potuto sperimentare sul campo ciò che avevano appreso a lezione. “ E’ una esperienza appassionante- così ha commentato Antonella Cantiello -questo corso mi ha consentito di acquisire una preparazione certamente utile all’inserimento nel mondo del lavoro’. Altrettanto entusiastiche sono stati i commenti degli altri partecipanti Riccardo Cocchis, Antonio Rauso, Rosario Fabozzi, Carmine Luongo, Domenico Funinciello, Fabio Sparano, Vincenzo Pasquariello, Giovanni Signore, Leonardo Monte, Luca Russo, Antonello Memoli, Antonio Carrillo, Benito Di Caprio, Domenico Della Vecchia. Il dott. Franco Russo dell’EDIL SIGMA ha riconosciuto l’importanza di questa esperienza ‘che apre la scuola ad un rapporto reale con l’esigenze delle aziende.” Un attestato di partecipazione verrà rilasciato ai corsisti al termine delle attività formative che è previsto alla fine del mese di ottobre con la visita al SAIE di Bologna.

Il corso è stato organizzato grazie ai Fondi Strutturali Europei , al Dirigente Scolastico dell’ISISS RIGHI_NERVI prof. RENATO BOTTE e all’ impegno dei docenti il saper fare è realtà!

SANTA MARIA CV - MERCATO O CAMPO DI BATTAGLIA? LA RABBIA DEI COMMERCIANTI DI SMCV

Da sempre, se si chiede ad un commerciante ambulante quale mercato renda di più nella provincia di Caserta, forse, la risposta prevalente è: quello di Santa Maria Capua Vetere.

Uno dei nodi commerciali più importanti della Campania sta scomparendo, vuoi, a causa dell’attuale crisi economica, vuoi, per la nascita dei centri commerciali (surrogato più comodo).

Ma, ad acuire questa situazione fin troppo disagevole, contribuisce il menefreghismo della giunta comunale, che sembra mettere davanti agli ambulanti tantissime priorità.

La foto, che allego, mostra le condizioni pietose in cui versa il manto del nostro mercato. Oltre a cagionare un evidente danno estetico, può causare anche inciampate o storte.

Forse, è una strategia politica lasciare la pavimentazione così come è. Col maltempo, i commercianti lavorano tutta la giornata coi piedi nell’acqua (ricordo che sono venditori, non coltivatori di riso), si ammalano, si assentano per qualche giorno, e il loro posto viene occupato legalmente dai cosiddetti “spuntisti”. Questi ultimi sono commercianti che utilizzano i box vacanti, versando una somma di denaro nelle casse comunali.

L’operazione è questa : BUCHE+MALATTIE=SPUNTISTI=SOLDI. Facile, no?

Non sono servite a nulla le continue pressioni fatte al Corpo della Polizia Municipale, che, se da un lato, sta combattendo bene l’abusivismo, dall’altro finge di chiudere gli occhi, davanti a questa situazione degradante. Una volta, però, prima dell’estate, non si poterono chiudere del tutto perché un maresciallo stava per cadere e io l’afferrai in tempo. Magari, se lo lasciavo cadere, una sua denuncia avrebbe costretto il comune a rifare tutta la pavimentazione.

Da commercianti, accettiamo il caldo, la pioggia, la scostumatezza dei clienti perché, in quanto commercianti, accettiamo gli aspetti positivi e negativi del nostro mestiere. Ma questo no! Lavorare in un ambiente confortevole è un nostro diritto.

Chiediamo semplicemente la ristrutturazione del manto., niente di più.. anche se altri problemi ce ne sarebbero.

Il mio ringraziamento va, intanto, al PDL, che, per primo, ha preso a cuore il mio appello promettendomi “la presentazione di una formale interrogazione consiliare per chiedere all’amministrazione di intervenire con la massima celerità”.

Ecco la risposta della maggioranza: per il vicesindaco Antonio Scirocco ,per ora non ci sono fondi per riparare l'area mercatale, e dobbiamo aspettare il bilancio del 31 ottobre. Giuseppe Stellato ha detto che porterà il caso in giunta. Omero Simone ha segnalato il disagio e si provvederà almeno alla sistemazione delle buche presenti.

Sperando che la situazione cambi, Fabio Marini



FALSE ASSICURAZIONI SCOPERTO UN GIRO DA DIVERSI MILIONI DI EURO - SEQUESTRATA L'APPARECCHIATURA

Comunicasi che nei giorni scorsi, nell’ambito di predisposti servizi volti a contrastare le varie forme di illegalità diffusa, personale del Reparto Prevenzione Crimine “ROSARNO”, a disposizione del Commissariato P.S. di Castel Volturno, diretto dal V.Q.re Dr. Davide DELLA CIOPPA, ha proceduto alla denuncia in stato di libertà, per reato di guida senza patente, di uno straniero nigeriano gravato da molti precedenti penali, peraltro già in regime di Arresti Domiciliari per altro reato presos la propria abitazione di Villa di Briano (CE) e, momentaneamente, con in permesso di circolare tra le 10.00 e le 12.00. OK. Gift, nigeriano di anni 31, infatti, veniva controllato lungo la nota via Domitiana di Castel Volturno a bordo di una fiammante MERCEDES 500 durante quella fascia oraria. All’atto del controllo, oltre alla mancanza di una valida patente di guida, avendo esibito solo una fotocopia di una patente spagnola, lo straniero controllato esibiva anche una polizza assicurativa temporanea della TORUS assicurazioni spa che, benché apparentemente perfetta, incuriosiva gli agenti operanti. Dopo una serie di accertamenti d’ufficio, infatti, i predetti ne acclaravano la totale falsità. Fatto singolare, tra l’altro, è che nel corso delle indagini svolte dagli Agenti di Polizia, da una telefona fatta dagli agenti su un numero telefonico con prefisso “02” indicato sulla polizza, una persona con il chiaro accento settentrionale confermava che l’auto controllata era regolarmente coperta da polizza assicurativa. Tale particolare insospettiva ulteriormente gli agenti operanti, atteso che la TORUS ASSICURAZIONI SPA non risulta fra gli intermediari autorizzati ad emettere polizze sul territorio italiano e, pertanto, come successivamente confermato anche dai funzionari dalla TORUS INSURANCE UK LTD (rappresentanza generale per l'Italia) all’uopo interpellati per eccesso di zelo, la polizza esibita dal GIFT risultava essere completamente falsa, motivo per cui la fiammante Mercedes veniva sottoposta anche a sequestro amministrativo.

Gli accertamenti svolti dagli agenti in forza al Commissariato di Castel Volturno, tuttavia, non si fermavano alle sole contestazioni fatte nei confronti dello straniero nigeriano. Infatti, nel corso del controllo a bordo dell’autovettura, si rinveniva un’altra polizza temporanea, scaduta, emessa sempre dalla stessa agenzia (fasulla) con sede in Campobasso, su cui si evidenziava sempre lo stesso numero telefonico con prefisso “02”, a cui rispendeva la solita voce maschile e “settentrionale”. Convinto il malcapitato nigeriano a riferire la sede dell’agenzia presso cui aveva stipulato le false polizze, gli Agenti del Reparto Prevenzione “Rosarno” e del Commissariato di Castel Volturno si portavano presso un noto rivenditore di auto usate sito sulla Circumvallazione esterna di Napoli all’altezza di Qualiano, al cui interno venivano rinvenute molte altre polizze false, simili a quelle trovate nella MARCEDES del nigeriano, nonché una completa attrezzatura fatta di telefono, fax e computer per riprodurre le false polizze. Tra l’altro, atteso l’elemento sorpresa, gli agenti riuscivano a rinvenire anche la copia di una nota fax di un altro organo di polizia che, trovandosi a controllare un’auto munita di quella polizza (falsa), aveva inoltrato richiesta di conferma della validità al numero milanese indicato sul documento, fax che, fraudolentemente, veniva dirottato verso l’utenza fax con prefisso “02” all’uopo attrezzata dai falsi assicuratori. Nella circostanza, le persone trovate a gestire tale attività, P.V. di anni 30, di MARANO di NAPOLI, e D’A P. , di anni 20, di MUGNANO di NAPOLI, venivano denunciati a piede libero per concorso nei reati di falso, truffa e ricettazione. Posta sotto sequestro tutta l’apparecchiatura utilizzata per la produzione delle false polizze.

GUARDIA DI FINANZA DI CASERTA: CONTRASTO ALLA CONTRAFFAZIONE E ALLA SICUREZZA DEI PRODOTTI.

La Guardia di Finanza di Caserta prosegue l’attività a contrasto di quelle forme di illegalità economica e finanziaria che sempre più spesso turbano le regole della concorrenza, incidendo dannosamente sull’economia legale.

Particolare attenzione è stata posta dalle Fiamme Gialle nei confronti dei soggetti dediti alla importazione, produzione e commercializzazione di prodotti contraffatti e nocivi alla sicurezza pubblica, provenienti per la maggior parte da paesi asiatici, prevalentemente dalla Repubblica Popolare Cinese, non conformi alla normativa europea.

A conclusione dell’operazione di servizio, articolata in distinti interventi, sono stati sequestrati circa 600 tra dvd e cd sprovvisti del marchio S.I.A.E., oltre 5.000 pile e circa 600 apparecchi elettrici di varia natura privi della marchiatura “CE” e, quindi, pericolosi per la salute pubblica, 120 apparecchi elettrici specifici per la telefonia, nonché oltre 1.000 luminarie pericolose “Made in China”. Il valore commerciale dei prodotti sequestrati dalle Fiamme Gialle ammonta a circa 20.000 euro.

I controlli effettuati dalla Guardia di Finanza hanno portato alla segnalazione al locale Comune e alla Camera di Commercio di Caserta di vari cittadini originari della Repubblica Popolare Cinese, per aver posto in vendita articoli che non sono stati sottoposti ai preventivi controlli attinenti alla commercializzazione nel territorio italiano, con l’irrogazione nei loro confronti di sanzioni amministrative che vanno da un minimo di 774 euro ad un massimo di 4.648 euro.

L’operazione si inquadra nel più ampio contesto dell’intensificazione delle attività a tutela del “Made in Italy”, settore strategico per l’economia nazionale, e si aggiunge a quelle già numerose svolte dal Comando della Guardia di Finanza di Caserta su tutto il territorio della provincia, confermando, ancora una volta, l’impegno profuso quotidianamente dalle Fiamme Gialle a tutela dei cittadini.

IL PUNTO DI GAETANO RAUSO - Lo smembramento del Tribunale di Santa Maria e di tutta la Provincia di Caserta: Un misfatto che va cancellato!!!



Il d.lgs 155 del 2012 ha decretato il ridimensionamento del tribunale di Santa Maria Capua Vetere e la nascita del Tribunale Napoli nord. Questo provvedimento è un vero attentato al buonsenso ed alla voglia che si sbandiera negli ambienti di Governo di legalità e di risparmio nella gestione della spesa pubblica.

Ma,chi ha voluto questo paradosso? Di chi sono le responsabilità dell’adozione di un provvedimento che vuole mettere in ginocchio il cosiddetto modello di giustizia “Caserta”?

Attraverso l’analisi di fatti e circostanze si dovrebbe allestire una vera aula di Tribunale per analizzare tutti i danni che si prospettano all’orizzonte ai danni della gestione della Giustizia in Terra di Lavoro.

Nel Consiglio Comunale aperto svoltosi nel Teatro Garibaldi il presidente dell’ordine degli avvocati del foro sammaritano ha testualmente affermato: “ Fino al 31 luglio- ha esordito Diana – avevamo avuto ampie rassicurazioni che il tribunale sammaritano non sarebbe stato toccato dal provvedimento. Nel giro di sette giorni di agosto tutto è cambiato: Cos’è successo? Che ci stanno a fare in Parlamento i nostri rappresentanti ?”.

“Una fitta nebbia di mistero aleggia sull’accaduto” ha esordito l’avvocato Garofalo nel suo intervento . Fare una legge di tale importanza in cinque giorni e, soprattutto, d in agosto equivale ad un agguato . La successiva saga della politica locale per l’acquisizione della sede del nuovo tribunale ha dato vita ad una grottesca guerra tra Caserta ed Aversa, con rivendicazioni,le più assurde, di casertanità, che si sono registrate in rivendicazioni campanilistiche, come quelle del il sindaco Del Gaudio che ha poi ritrattato nella sua breve apparizione al Garibaldi, incoraggiato dalle promesse di preservare la sede del Tribunale di Caserta o la creazione della sezione di Corte di Appello.

Nella disamina puntuale del decreto del Presidente della Camera Penale Avv, Angelo Raucci nella quale, tra l’altro, ha messo in evidenza la cattiva applicazione del dettato della legge delega 148 del 2011 nella fattispecie e l’aver ignorato che nei territori di mafia la legge per il riordino delle sedi giudiziarie prevede la relazione scritta della DdA, mentre al procuratore Cafiero de Raho non è mai stato chiesto un parere a proposito che, peraltro, secondo le sue dichiarazioni, sarebbe stato negativo. Né un parere è stato chiesto al Procuratore Lembo, al presidente del Tribunale Della Selva eD a nessun operatore di Giustizia in merito allo scorporo dell’agro-aversano dalla sede sammaritana che si identifica in quella della Provincia di Caserta.

E dove lo mettono il problema di competenza procedurale?. Un clan come quello dei casalesi, che insiste su tutta la provincia, troverebbe solo giovamento dallo spezzettamento delle indagini e del giudizio tra i due tribunali.

Va considerato,inoltre, in tempo di austerità così marchiata e sbandierata l’impatto economico di questa decisione assurda. Il solo allestimento della sede e la creazione di aule bunker e di apparati di videoconferenze, che a Santa Maria sono già allestiti con tante spese e difficoltà,comporterebbe costi elevati ed assunzione di tanto personale di cui si lamenta già la mancanza, ignorando il divieto di assunzione sancito dagli ultimo provvedimenti legislativi e dalla spending review.

Non vanno minimizzate le osservazioni e le rimostranze avanzate dal presidente dell’Ordine Notarile provinciale, dott. De Donato, che ha posto l’accento sulle gravissime difficoltà che la popolazione e gli operatori del settore andrebbero ad affrontare se questo provvedimento avesse concreta attuazione.

Ma tutti sappiamo che in questo provvedimento vi è la longa manus della politica e degli interessi economici che già tanti danno hanno causato a questa provincia.

I politici casertani non hanno certo risposto all’invito a partecipare loro inviato, mettendo in evidenza il trasversalismo che, da anni, li coinvolge per l’attuazione dei loro disegni di veri “mercanti del Tempio” che vanno a scapito dei veri interessi della Provincia.

Tra i tanto attesi parlamentari casertani erano presenti solo Pina Picierno e Stefano Graziano,

mentre e il Presidente Zinzi ha lanciato un messaggio, seppur chiaro, solo a mezzo stampa.



L’onorevole Picierno,che della famigerata Commissione Giustizia fa parte, ha glissato sulla mia richiesta di fare i nomi dei responsabili del misfatto ed ha attribuito “la paternità del decreto al governo Berlusconi e la volontà attuativa al governo Monti”, ed ha affermato che il Ministro Severino, sicuramente compulsato da chi aveva interesse, ha dato il suo consenso alla realizzazione del progetto di smembramento della sede giudiziaria sammaritana nonostante le sue rimostranze.

Le armi che hanno crepitato nella notte di agosto hanno voluto commettere un vero omicidio- suicidio della Giustizia in Terra di Lavoro nella prospettiva, come ha detto l’onorevole Graziano, di giocarsi un’ incosciente partita elettorale.

Con questo provvedimento, ancora una volta,si va verso un accentramento di risorse a favore del napoletano com’è avvenuto per l’ urbanistica e per i rifiuti, a scapito di interessi di un territorio già tanto penalizzato e mortificato da colonizzazione camorristiche.

Bisogna evitare ogni campanilismo che prestare il fianco a strumentalizzazioni che possano addurre a scusante di questo assurdo ed iniquo provvedimento l’incapacità di gestione del territorio da parte della classe politica casertana.

Bisogna che nessun politico possa sottrarsi alle proprie responsabilità. Il documento approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale che invoca l’intervento governativo per correggere e rivedere il provvedimento di applicazione a Caserta della legge delega 148 del 2011, ove si riscontra una evidente contraddizione dei principi di questa Legge delega, che vieta l’ istituzione di due tribunali nella stessa provincia e il fatto che il foro di Santa Maria, da secoli tribunale dell’intero distretto,nella relazione accompagnatoria al decreto legislativo 155 del 2012,sia stato equiparato ad una sede giudiziaria sub provinciale è un vero “falso ideologico”.

Tutti dobbiamo auspicare l’emanazione di un decreto correttivo che, al più presto, cancelli questa mostruosità.

Le dichiarazioni unanimi di contrasto al provvedimento, devono essere accompagnate da vere e convinte azioni a sostegno contro i veri responsabili di questa mostruosità, ben individuabili.

La politica quella con la “p” maiuscola, non devono dar spazio agli intessei imprenditoriali e di infima politica se vuole il consenso alle politiche del 2013.

Mi sovviene la domanda . “forse si è voluto, ancora una volta,punire Santa Maria per non aver aderito a qualche recondita istanza portatrice di interessi poco chiari? Speriano di no!!!!

Gaetano Rauso

CESA - La risposta dell’assessore al cimitero Romeo sulla apertura dell’ingresso pedonale di via Atellana non soddisfa il gruppo Progetto Democratico per Cesa

Nell’ultimo consiglio comunale, svoltosi giovedì 27 settembre, tra i vari punti dell’ordine del giorno vi era una interrogazione presentata dal gruppo di minoranza “Progetto Democratico per Cesa”, composto da Domenico Mangiacapra, Enzo Guida, Antimo Dell’Omo, relativa alla apertura di un passaggio pedonale per l’accesso al cimitero cittadino su via Atellana.

La interrogazione, illustrata in aula dal consigliere Enzo Guida, nasceva dalla decisione dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Cesario Liguori di chiudere l’ingresso di via Atellana. “Una decisione che ha lasciato scontenti molti cittadini, in particolare le persone anziane, quelle che quasi tutti i giorni si recano nel luogo di culto”, si leggeva nell’interrogazione. Tant’è che furono raccolte anche circa 400 firme a sostegno di una petizione, indirizzata all’amministrazione comunale per chiedere l’apertura di un passaggio pedonale. Prima dell’inizio del consiglio comunale una nutrita rappresentanza di queste persone ha espresso al sindaco Liguori la necessità di aprire l’ingresso pedonale. “Ma da parte dell’assessore competente Giovan Battista Romeo – spiegano i consiglieri di minoranza – è giunto solo un generico impegno a rivedere la decisione, ipotizzando una apertura del passaggio pedonale, solo se e quando saranno installate delle telecamere e dunque in sistema di video sorveglianza, per garantire la sicurezza”.

“Una decisione quella di chiudere l’ingresso e di non lasciarlo nemmeno come passaggio pedonale che – ricorda il consigliere Guida – è stata in un primo momento motivata in ragione del parcheggio selvaggio che si registrava e del traffico che si creava. I fatti hanno dimostrato che pure chiudendo quell’ingresso, il traffico c’è sempre così come il parcheggio selvaggio. Per cui non vi era correlazione. Su questo punto auspichiamo che presto gli impegni dell’assessore Romeo espressi in consiglio comunale, vale a dire di regolarmente e disciplinare la sosta nei pressi del cimitero su via Atellana, si traducano in fatti”.

Da parte del capogruppo Domenico Mangiacapra, nell’esprimere la non soddisfazione per la risposta all’interrogazione, è stato posto l’accento sulla sicurezza delle persone. “Si potrebbe lasciare aperto quell’ingresso pedonale – ha ricordato – in attesa che si completino i lavori per la realizzazione dei marciapiedi in via Madonna dell’Olio. Oggi il cittadino che a piedi deve raggiungere l’ingresso principale e deve percorrere via Madonna dell’Olio lo fa in una condizione di pericolosità. In via provvisoria, prima dell’installazione delle telecamere, si potrebbe iniziare ad aprire in maniera costante il passaggio pedonale”. Al momento il passaggio pedonale è aperto in alcuni ore di mattina e nei giorni festa, proprio a seguito delle sollecitazioni della minoranza, a fronte della decisione di chiudere in via definitiva questo varco.

DROGA A CASERTA - FERMATO PREGIUDICATO CON LA COCAINA IN CASA

I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di caserta, nella serata di ieri, hanno tratto in arresto, in flagranza per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti: Cecere Alberto, 39enne pregiudicato casertano, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza.

Il provvedimento e’ scaturito in seguito ad una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del cecere sita in viale cappiello nel corso della quale i carabinieri hanno rinvenuto, bene occultati tra gli arredi dell’abitazione : 100 grammi di cocaina, un panetto da 100 grammi di hashish, 11 dosi di crack, una piantina di marjuana e l’occorrente per il confezionamento delle sostanze per il successivo spaccio.

Con quello di ieri, salgono a 30 i provvedimenti restrittivi operati dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di caserta nel corso dell’anno, nell’ambito di una mirata attivita’ di contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti.

L’arrestato dopo gli accertamenti di rito, e’ stato tradotto presso la casa circondariale di santa maria capua vetere.

SANTA MARIA CAPUA VETERE - Consiglio comunale convocato per 3 e 8 ottobre

Il presidente del consiglio comunale Dario Mattucci ha convocato il civico consesso per mercoledì 3 ottobre, alle 18, in prima convocazione, e per lunedì 8 ottobre, alla stessa ora, in seconda convocazione.

All’ordine del giorno: provvedimenti relativi alla risoluzione del contratto di gestione dei parcheggi al Consorzio Icaro (relatore il consigliere Fabio Monaco) e adesione alla convenzione relativa al conferimento delle funzioni di Stazione Unica Appaltante (relatore il sindaco Biagio Di Muro).



SAN CIPRIANO D’AVERSA (CE) – SEQUESTRATI 40 KG DI SIGARETTE DI CONTRABBANDO. ARRESTATI DAI CARABINIERI DUE UCRAINI

San Cipriano D’Aversa – Nella tarda serata di ieri i Carabinieri della locale Stazione hanno tratto in arresto due cittadini ucraini, responsabili di “contrabbando di tabacchi lavorati esteri”, sequestrando circa 40 chilogrammi di sigarette, pari a 2.000 pacchetti.

I militari, dopo aver eseguito alcuni servizi di osservazione e pedinamento in abiti civili, nella tarda serata di ieri hanno fatto scattare il “blitz”, fermando un’autovettura Opel Astra con due ucraini di 34 e 25 anni a bordo, rinvenendo circa 20 Kg di sigarette prodotte all’estero e prive del bollo del monopolio di Stato, occultate nel portabagagli e in un doppiofondo dell’autovettura. Nel corso della successiva perquisizione domiciliare i carabinieri hanno rinvenuto altri 20 chilogrammi di sigarette contraffatte, distribuite in diverse borse e pronte per essere vendute.

Le sigarette sequestrate verranno distrutte dopo l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria, mentre i due arrestati, dopo la convalida dell’arresto, verranno processati nel mese di ottobre.

OPERAZIONE DELLA POLIZIA DI CASERTA - FERMATO PREGIUDICATO DI POMPEI

Nella nottata di ieri 28 settembre 2012, alle ore 02.00 circa, personale della Squadra Volante della Questura di Caserta, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio finalizzati alla prevenzione dei reati di criminalità diffusa, traeva in arresto il pluripregiudicato Gagliardi Giuseppe, nato a Pompei (NA) il 14/8/1985 e residente ad Angri (SA).
Il tutto avveniva a seguito di controllo effettuato al sunnominato in questa Piazza Garibaldi.
Attraverso accertamenti esperiti tramite la Banca dati della Polizia di Stato emergeva che il Gagliardi era destinatario della misura della “sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Angri” per la durata di anni 2, con obbligo di permanere in casa dalle ore 22.00 alle ore 06.00
Al termine degli accertamenti di rito l’arrestato è stato associato presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere a disposizione dell’A.G. procedente.



CASERTA - ANTONIO DE CRESCENZO - GARANTIAMO LA FORMAZIONE MUSICALE

In tempo utile per il regolare avvio dell’anno accademico I genitori hanno chiesto al direttore del conservatorio di Avellino, sulla base della programmazione didattica annuale da approvare , di proporre al Consiglio Accademico l’attribuzione di ore di didattica aggiuntiva che consenta di sfruttare a pieno le risorse che il Conservatorio dispone, integrando in tal modo i corsi istituzionali attivi presso la sezione di CASERTA.

Nel corso di un ulteriore incontro, il comitato dei genitori ha chiesto al presidente della Provincia Zinzi di aggirare con volontà politica l'ostacolo tecnico delle richiamate disposizioni urgenti per la revisione delle spesa pubblica del Dl 6 luglio 2012.integrando lo sforzo del conservatorio di costituire moduli orari aggiuntivi diversi da quello di titolarità così da poter ampliare l’offerta formativa.

La costituzione di un ulteriore ed eccedente monte ore annuo, cofinanziato da i due enti sarebbe una soluzione idonea alla continuazione dei corsi decentrati che costituiscono una presenza consolidata ormai triennale su Caserta.

Il presidente Zinzi ha assicurato il suo impegno personale per garantire il prosieguo dei corsi del conservatorio a Caserta cercando di realizzare una operazione di “Recupero intelligente” degli stessi.

Il consolidamento e l'istituzionalizzazione del sistema di alta formazione nel settore dello spettacolo e musicale si inserisce in un contesto, come quello casertano, particolarmente ricco di potenzialità che sono un patrimonio comune ma che vanno meglio supportate con la possibilità una formazione continua integrata che tenga meglio in evidenza le esigenze e la voglia di cultura musicale dei giovani casertani.

Il Consigliere comunale De Crescenzo nel corso dell’ultima assise consiliare votando per l’ordine del giorno condiviso a sostegno delle iniziative di rafforzamento della gestione della Giustizia nel casertano ha ribadito "L'obiettivo è quello di mantenere uno stretto coordinamento per garantire tra l’altro la formazione musicale di livello superiore e di invertire la tendenza dei primati negativi che hanno contrassegnato la provincia di Caserta, di cui l ‘abolizione delle sezione decentrate dei tribunali costituisce l’ultimo increscioso e vento che vede Caserta ancora come un caso unico in negativo



Strada provinciale 333 pericolosa, il sindaco Papa scrive alle autorità

Santa Maria La Fossa – Solo a seguito della segnalazione inoltrata a

fine agosto a tutti gli organi competenti da parte del sindaco di

Santa Maria La Fossa Antonio Papa, si sta provvedendo in questi giorni

al rifacimento del manto stradale della SP 333 dal bivio per Cancello

ed Arnone fino a Grazzanise.

La missiva del sindaco Papa fu inviata al Prefetto di Caserta d.ssa

Carmela Pagano, all’ Amministrazione Provinciale di Caserta - Settore

Viabilità, alla Legione Carabinieri Campania - Stazione di Grazzanise,

al Commissario Prefettizio del Comune di Grazzanise, all’Ufficio

Tecnico e al Comando Polizia Municipale del Comune di Grazzanise.

“Premesso – si legge nella missiva - che l’Amministrazione Comunale di

Grazzanise sta eseguendo i lavori per la realizzazione dell’Emissario

di Grazzanise;che buona parte dei lavori stanno interessando la strada

Provinciale 333 mediante lo scavo e messa in opera del collettore

fognario nel tratto dal Km. 15,650 al Km. 10,250;che attualmente i

lavori risultano sospesi da qualche settimina, il tutto senza

segnaletica di sicurezza e il manto stradale risulta essere in forte

dissesto (avvallamenti e disconnessioni del manto stradale); che da

notizie assunte, su tale tratto di strada si sono verificati vari

incidenti stradali;tutto ciò premesso – continua Antonio Papa -

Considerato che buona parte della popolazione dal sottoscritto

amministrata, periodicamente percorre la strada Provinciale 333, sia

per recarsi a lavoro e/o in luoghi di villeggiatura, con la presente

al fine di tutelare la pubblica e privata incolumità, si invitano gli

enti in indirizzo ad attivarsi ognuno per quanto d

i competenza al fine di eliminare il pericolo lamentato. Sicuri di un

sollecito riscontro della presente (anche in considerazione

dell’elevato stato di pericolo in cui versa attualmente l’arteria

stradale in parola) si coglie l’occasione per porgere distinti

saluti”.

SCUOLA – ZINZI: “COMPLIMENTI AL LICEO MANZONI, UNICO ISTITUTO CAMPANO PRESENTE AL QUIRINALE PER L’INAUGURAZIONE DELL’ANNO SCOLASTICO. LA PROSSIMA SETTIMANA L’INTERA DELEGAZIONE SARA’ IN PROVINCIA”.


“Faccio i miei più sinceri complimenti alla preside del Liceo “Manzoni” di Caserta, Adele Vairo, e all’intera delegazione, composta da studenti e insegnanti, che ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico presso il cortile del Quirinale. Per la Provincia di Caserta, che ha tra le sue deleghe più importanti quella all’Istruzione, la presenza di una scuola di Terra di Lavoro al cospetto del Presidente della Repubblica rappresenta un motivo di grande orgoglio”. A dichiararlo è stato il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, che ha così commentato la partecipazione del Liceo “Manzoni” di Caserta alla cerimonia di apertura dell’anno scolastico, svoltasi al Quirinale alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e del Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo.

“Nei prossimi giorni – ha aggiunto Zinzi – saremo lieti di ricevere l’intera delegazione del “Manzoni” che si è recata al Quirinale, includendo, naturalmente, i 21 ragazzi che hanno preso parte all’iniziativa e i loro genitori. La Provincia di Caserta intende promuovere e supportare in maniera concreta tutte le scuole che portano avanti progetti di rilievo su temi di straordinaria importanza quali educazione, legalità, integrazione e solidarietà. Sosterremo con forza tutte le nuove iniziative che la dirigenza del “Manzoni” sta già realizzando in questi mesi e che saranno sicuramente foriere di altri eccellenti risultati a livello locale e nazionale”.

La cerimonia di apertura dell’anno scolastico è stata trasmessa in diretta televisiva su Rai 1 all’interno del programma “Tutti a scuola” e ha visto presenti 21 studenti del “Manzoni”, accompagnati dalla dirigente Adele Vairo, dalle docenti Marisa Mattiello, referente alla Legalità dell’istituto, e Annamaria Pasquariello, coordinatrice dei laboratori musicali e da Angelo Agnisola, produttore e direttore artistico del prodotto audio-video. Nell’occasione i ragazzi, accompagnati dall’orchestra della Rai, si sono esibiti in “Radio Camorra”, il rap che ha già ricevuto il plauso del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, e delle più alte cariche dello Stato in occasione del ventennale della strage di Capaci, celebrato nell’aula bunker di Palermo il 23 maggio scorso.

CASAGIOVE - Enzo Melone,ex sindaco di Casagiove e attuale dirigente provinciale UDC dichiara : la minoranza ha fatto bene ad uscire dall’aula consiliare per protesta.


Democrazia istituzionale e partecipativa azzerata ….

Mai a Casagiove il rapporto tra maggioranza e minoranza è stato così teso e difficile.

Il dialogo era la pietra angolare per le decisioni amministrative ; il tutto si basava su una democrazia partecipativa ed istituzionale in cui le forze sociali , politiche , produttive del Paese avevano un ruolo importante e determinante ed in cui le riunioni tra i capigruppo rappresentavano una sintesi delle volontà politiche espresse in consiglio comunale .

Attualmente l’amministrazione targata Russo Elpidio ha distrutto politicamente questo principio democratico , riducendo il tutto ad una alzata di mano in consiglio comunale , costringendo la minoranza ad uscire continuamente dall’aula consiliare per protesta .

Questo atteggiamento da parte del sindaco Russo non è assolutamente condivisibile perché il suo ruolo dovrebbe essere la ricerca del dialogo tra maggioranza e minoranza nel rispetto dei ruoli che la legge attribuisce .

Non è possibile che una minoranza debba abbandonare l’aula consiliare perché non è stata coinvolta in decisioni di interesse generale oppure è stato ignorato ogni confronto con le forze sociali e produttive del Paese !!.

Questo in epoca diversa comportava una sconfitta politica per una maggioranza e si cercavano i modi per ritrovare i giusti rapporti ed il dovuto rispetto democratico tra le forze presenti in consiglio comunale .

Oggi ,invece , la minoranza non è solo costretta a dimostrazione clamorosa ma è considerata un ostacolo per la loro gestione .

Si ricorda al Sindaco Russo che “ la volontà della maggioranza sia veramente tale , solo se il consenso su di essa resiste alla manifestazione del dissenso “.

Questo principio di democrazia non è stato ancora recepito dal sindaco e dalla maggioranza .

Comunque l’uscita della minoranza dall’ultimo consiglio comunale , nono solo è scaturita dalle condizioni così precarie e difficili del confronto democratico , ma soprattutto per la non condivisione delle aliquote sull’ imposta municipale propria cioè l’Imu , che il sindaco e la maggioranza hanno stabilito al 4 per mille per la prima casa ed al 10, 6 per mille per la seconda casa.

La proposta , invece, che è stata indicata dalla minoranza , era quella di riportare le aliquote al 3 per mille sulla prima casa ed al 8, 6 per mille per la seconda casa , indicando anche l’azione politica amministrativa per arrivare a tale riduzione come il contenimento delle spese non obbligatorie , l’uscita dall’ unione dei comuni , la riduzione dei costi della politica , una centralizzazione dei servizi e degli acquisti etc .

A questa proposta , che era il punto di partenza per discutere il regolamento . non è stata data alcuna risposta . Comunque questa sensazione di sfiducia politica ed amministrativa è sentita nell’intera cittadinanza anche perché manca una vera programmazione e si sta distruggendo anche quello che si è realizzato precedentemente.



Casagiove 29/09/2012 Enzo Melone

(ex sindaco di Casagiove- dirigente provinciale enti locali UDC)

giovedì 27 settembre 2012

SANTA MARIA CAPUA VETERE- La Zavorra non tace più e si ribella al sindaco contro lo strapotere del PD di Stellato e Leone



RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA UN GRUPPO DI CITTADINI SAMMARITANI


Dopo mesi di immobilismo e attendismo i consiglieri comunali eletti nelle liste delle associazioni ritornano nuovamente a ricordare al sindaco le promesse elettorali .

Il Pd di Stellato e i socialisti di Leone hanno diretto in quest'anno tutti i settori dell'amministrazione in modo da portare a termine tutto ciò che era stato predisposto già da Iodice prima e Giudicianni poi .

Dopo aver , all'inizio della consiliatura, portato a casa una grande vittoria , la delibera contro al costruzione dei 430 appartamenti, i 5 consiglieri del gruppo dimuriano hanno dovuto subire in silenzio lo strapotere del PD di Stellato e di Leone ed oggi ,ritornano a far sentire il loro dissenso.

Sembra infatti che i sinistri siano tornati alla carica con i 430 alloggi nell'ex tabacchificio e quindi la zavorra ha deciso di dare un senso all'aggettivo che è stato loro dato e cioe rendere più difficile ai manovratori amici dei palazzinari le loro manovre.

Accerchiati dalle imposizioni di Leone in merito al C1nord ( niet al ritorno al doppio senso di marcia) , in merito al ritorno del comandante De Rosa, e all'inamovibilità di Icaro seppur toccato da interdittiva atipica antimafia e dai dik tat del Pd che ha mantenuto ferma l'amministrazione sulla strada degli sprechi ( 1miliardo di vecchie lire solo per mantenere i 5 dirigenti esterni : Pirro, Biondi, De Rosa, Di Tommaso e Sorà) capannoni di Grattapulci di Pellino ( un milione di euro all'anno) e della cementificazione selvaggia( 430 appartamenti, Sant'Andrea etc) , hanno deciso di rompere il silenzio .

Forti degli impegni elettorali , fino ad oggi disattesi perchè non collimanti con i progetti dei sinistri, i consiglieri delle associazioni hanno posto le loro condizioni al sindaco tra le quali spicca la revoca del dirigente Biondi, tanto caro al Pd , emblema della continuità e contiguità con i 15 anni di saccheggio delle amministrazioni di centro sinistra.Biondi, sarebbe in procinto di firmare la concessione per i 430 appartamenti nell'ex tabacchifico nonostante il voto contrario del consiglio comunale ( passata la festa gabbatu lu santu)

I consiglieri che in campagna elettorale, insieme al sindaco , avevano promesso una nuova ondata occupazionale proprio dall'ex Tabacchificio che avrebbe finalmente riportato floridità al commercio e quindi vita al centro storico, non hanno più potuto tacere il proprio sdegno non essendo disponobili a tradire i sammaritani per appoggiare i progetti dei sinistri.

Altra giusta lamentela dei consiglieri concerne anche l'aumento delle tasse che gli elettori addebitano loro quando invece gli sprechi sono voluti e supportati dal Pd per mantenere gli antichi impegni : Scirocco tace e il sindaco si prende le responsabilità che vengono di conseguenza addebitate anche ai consiglieri oggi in rivolta .

Udite! udite! udite! Sono stati invitati a dimettersi se non vogliono supportare i progetti dei sinistri

W il Pd di Stellato e Scirocco
 Un gruppo di sostenitori del cambiamento della citta'

martedì 25 settembre 2012

STORIA DI SANTA MARIA CAPUA VETERE - ECCO COME DON LORENZO NACCA SCRISSE UNA LETTERA NELLA PRIMA REPUBBLICA AD UN POLITICO DELLA CITTA'.

Un proverbio storico , meraviglioso .

La donna sincera e l’uomo saggio la pensano così. In una discussione un uomo quieto, savio e prudente, si alzò e parlò : “ Si , si. C’è un proverbio , che fa parte della cultura di tutti tempi : Il proverbio è questo – Dopo tanto parlare anch’io vorrei cambiare . Però , devo essere sincero; nella mia coscienza avverto qualcosa di diverso . Ho detto tra me : tutto quello, che è stato realizzato nella nostra città, in tutti i settori è stupendo . Gli stessi forestieri rimangono stupefatti . capisco , sì , la situazione , ma non è possibile accontentare tutti , tutti. Un po’ di pazienza. Siamo sicuri che si avverrà quello che noi vogliamo. Che non ci accada di ripetere – questo è il punto fermo , come i nostri avi. Stavamo meglio, quando stavamo peggio. Sai quello che lasci. Non sai quello che trovi. Non cambiare la via vecchia con la nuova . Per stare meglio , secondo il mio parere , c’è una sola via che è questa “ Mettiamoci d’accordo “. Discutiamo , Vediamoci spesso , Vi pare giusto che , mentre il mondo fa pace e si unisce nella libertà , nella democrazia , nell’amore sociale , nella solidarietà ….. E noi che facciamo? La guerra? Andiamo piano . Riflettiamo . Il domani , il futuro è la nostra speranza . Quella speranza che ci matura , ci acquista, ci rasserena …

Don Lorenzo Nacca

Parroco della Chiesa Sant’Andrea Apostolo . in località Sant’Andrea dei lagni

SANTA MARIA CAPUA VETERE - MARIO TUDISCO " LA CITTA' DEL FORO SPROFONDA NEL BARATRO PIU' TOTALE "

Ex Città del Foro, ex Città dell’ Ospedale, Città dell’ex Tabacchificio e Città dell’ex Siemens. Benvenuti nell’Antica Capua, laddove in circa quindici anni sono andati persi novemila posti di lavoro; ma “ in compenso “ si rischia anche di perdere sia il Tribunale sia lo storico nosocomio. Infatti, tre lustri di amministrazioni di centrosinistra hanno prodotto una caterva di guai nonostante in qualche periodo la coalizione in questione poteva vantare una filiera completa: governo cittadino, provinciale, regionale e nazionale. Insomma, c’erano tutte le condizioni favorevoli per lo sviluppo della Città anche tramite una nuova ondata occupazionale che sicuramente ci sarebbe stata con la costruzione della Cittadella giudiziaria e con un Dea di secondo livello che avrebbe accorpato il Melorio con il Palasciano di Capua in territorio sammaritano. E invece entrambi i progetti non si sono realizzati nonostante che alla guida di Palazzo Lucarelli, in sostanza, dal 1997 ad oggi ci siano sempre gli stessi personaggi. Oddio, alcuni dei quali hanno cambiato partito e schieramento politico, ma le facce sono sempre quelle!

Una allegra armata Brancaleone, dunque, che ha pensato solo a cementificare l’Antica Capua mentre si è disinteressata delle grandi strutture pubbliche quali, per l’appunto, il nuovo Ospedale e la fantascientifica Cittadella giudiziaria di cui sopravvive solo un plastico avveniristico pagato a peso d’oro e nulla in più… Ma il “ Prefisso “ ex è una costante anche per quanto riguarda altri casi: l’ex cinema Politeama ( misteriosamente dato alle fiamme qualche anno fa e ancora oggi in attesa di trasformarsi in un grande magazzino griffato Benetton e laddove è stata ritrovata una statua romana di circa un metro, probabilmente raffigurante una divinità ), l’ex Mulino Parisi ( Anche questo incendiato misteriosamente ), l’ex Istituto Santa Teresa ( Oggi ridotto a un cumolo di macerie nonostante i milioni di euro per la sua ristrutturazione ), e un palazzetto dello Sport mai attivato che non è diventato ex solo perché non è stato neanche inaugurato…

E pensare che solo da queste strutture potevano scaturire migliaia di posti di lavoro: dal reparto amministrativo all’alta specializzazione, dalla guardianeria alla sicurezza e chi più ne ha più ne metta. E la principale conseguenza di questo potenziamento locale avrebbe dato anche la stura al commercio cittadino mediante sia una maggiore redditualità sia tramite una maggiore circolazione di denaro liquido. Purtroppo le cose sono andate diversamente, e oggi come oggi c’è il rischio terribile che il Foro e il nosocomio vengano trasferiti altrove. Se questo dovesse accadere sapremmo chi ringraziare: gli amministratori degli ultimi quindici anni con in testa i Sindaci che si sono succeduti, i parlamentari eletti nei collegi sammaritani che dopo le elezioni non si sono fatti più vedere. Un ringraziamento speciale all’Avvocato Giuseppe Stellato che nulla ha inciso sia come Consigliere Regionale, sia come Consigliere Provinciale e, naturalmente, sia come amministratore locale…



SANTA MARIA CAPUA VETERE - IL PUNTO DI GAETANO RAUSO

O’ tempora!!! o’ mores!!!! (Che tempi, che costumi!!! )

Libera traduzione di Gaetano Rauso dalle Catilinarie di M. T. Cicerone.

A Cosa ci tocca assistere

Tutta L’ Italia è a conoscenza dell’ignobile comportamento dell’ex capogruppo dei consiglieri del PdL della Regione Lazio. La pubblicizzazione di questo luridume e le conseguenti dimissioni della Polverini, sono solo la punta di un iceberg venuto fuori da un mare magnum di sprechi, di imbrogli, di malgoverno che si registra, ormai da tantissimi anni, nell’amministrazione dello Stato, nelle Regioni e negli Enti Locali. E’ riduttivo che le persone perbene si scaglino contro un solo personaggio che ha agito in tal modo favorendo interessi personali o di pochi altri, fregandosene di quelli della collettività.

Dobbiamo prendere atto che questo modo di agire è generalizzato e che bisogna agire con ogni mezzo per toglierci dal cospetto chi è colpevole o è complice di tutte le macchinazioni che sono state poste in essere o si intendono portare avanti a scapito della povera gente vessata dalle tasse mentre si continua ad assistere a sprechi di danaro pubblico. Siamo governati da politicanti che hanno solo l’interesse a far soldi e continuano a tessere trame tese ad affermare dubbi interessi con l’appoggio di persone miserande che vendono la loro dignità per pochi spiccioli o per qualche prebenda. Se c’è una Giustizia, si dovrà colpire chi ha determinato lo sfacelo di una Nazione con condizionamenti, a dir poco dubbi,che potrebbero esse facilmente smascherati, se solo si volesse. I sacrifici si richiedono solo alla povera gente che, per esempio, è costretta a pagare gli esami specialistici perché i soldi per coprire la spesa sono già finiti a settembre. La Regione Campania e tante altre,per gli sprechi che si fanno, costringe i propri abitanti a vessazioni inaudite ed al pagamenti di balzelli insostenibili. I costi della politica sono ormai insostenibili e, quindi, va rivista tutta l’organizzazione dello Stato. Tutto ciò è stato possibile per il precipitare dei livelli di competenza nella gestione delle diverse strutture dello Stato ed all’eliminazione dei controlli sugli atti delle Regioni e degli Enti Locali; controlli proditoriamente aboliti dalla modifica del Titolo V della Costituzione, con accordi trasversali tra Sinistra e Destra politica. Accordi tesi a fare i propri comodi ed a gestire, indisturbati, la Cosa Pubblica. E’ emblematica la promulgazione del Decreto Legislativo 125/2012 che ha deciso, contravvenendo le indicazioni della Legge Delega, di istituire il nuovo Tribunale di Napoli Nord, solo per dare soddisfazione alle richieste di personaggi ben individuabili che, come è stato dette chiaramente, intendono favorire alcune realtà territoriali senza pensare ai danni che arrecheranno alla gestione della Giustizia ed al sollievo che ne potranno avere le organizzazione criminali che vedranno vanificarsi il modello Caserta, tanto decantato e che, indubbiamente, ha prodotti grandi risultati nella lotta contro la Camorra.

C’è ancora tempo per dire basta!!! Basta!!! Basta!!! ABBIATE IL CORAGGIO DI DIRE BASTA !!!

Con uno scatto di orgoglio e di dignità, si cerchi di tornare ad essere una Nazione degna di questo nome e della propria storia millenaria.

Gaetano Rauso

SANTA MARIA CAPUA VETERE - Il 29 e 30 settembre torna “La città sotto la città”

Il 29 e 30 settembre torna “La città sotto la città”, due giorni interamente dedicati all’archeologia e alla visita di siti solitamente non aperti al pubblico.

L’iniziativa, organizzata dalla soprintendenza per i beni archeologici e dal Comune di Santa Maria Capua Vetere, ha il titolo tematico “Lungo l’Appia – Capua antica da una porta all’altra”.

Oltre ai monumenti già inseriti nelle precedenti edizioni, il percorso sarà ampliato all’arco di Adriano, ad altri edifici lungo l’Appia (attuale corso Aldo Moro), ai resti delle installazioni idrauliche e stradali di Capua sino al Castellum Aquae, per concludersi con la famosa fornace etrusca.

Il museo archeologico, l’anfiteatro e il mitreo saranno visitabili nel consueto orario, che sarà comunque prolungato la sera con ultimo ingresso alle 23.45. Domenica 30 settembre, sarà inoltre visitabili eccezionalmente il laboratorio di restauro presso il museo, con dimostrazioni del lavoro dei restauratori.

I siti normalmente non aperti al pubblico saranno visitabili dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19: criptoportico, mercato e officina dei bronzi in via Curri, domus di Publio Confuleio Sabbione con i suoi magnifici mosaici, botteghe sotto la galleria San Pietro e corso Aldo Moro, domus di via Bonaparte, domus di via degli Orti, la grandiosa cisterna del Castellum Aquae, fornace etrusca, carceri vecchie. Negli stessi orari si terranno le visite guidate all’arco di Adriano.

Durante le aperture serali dell’anfiteatro, sarà proiettato sugli spalti il documentario “Il sangue dei giganti”.

E’ preferibile – specialmente per i siti normalmente non aperti al pubblico – prenotare le visite al numero 392.8613764 o tramite il gruppo facebook “La Città sotto la Città 2012”.

“Queste giornate – commenta l’assessore alla Cultura Paolo Busico – rappresentano momenti importanti per far conoscere, sia ai sammaritani che ai visitatori provenienti da fuori, le meraviglie della nostra città, che vanta una storia trimillenaria e che conserva sul suo territorio reperti di valore archeologico e storico immenso. E’ obiettivo di tutta l’amministrazione comunale, in perfetta sinergia con l’ufficio archeologico diretto da Francesco Sirano, la conservazione e la valorizzazione delle testimonianze che il glorioso passato dell’antica Capua ha lasciato a noi e alle generazioni che verranno. Si tratta, da un lato, di preservare la nostra memoria e, dall’altro, di porre basi solide per una fruizione su larga scala del nostro patrimonio, che può costituire un eccezionale volano di sviluppo turistico e commerciale della città di Santa Maria Capua Vetere”.



CASAGIOVE - Oggetto: La fontana è stata una scelta tecnica di una commissione.


Non ho mai pensato di cercare una polemica con l’attuale Amministrazione Comunale, perché,
non essendo stato programmato niente , c’è ben poco da poter contestare .
Ma ho sentito il dovere politico di intervenire, come ex Assessore Comunale, almeno per cercare di bloccare lo sfascio e l’abbandono delle opere realizzate dalla precedente Amministrazione e lasciate in eredità agli attuali amministratori.
Sulla trasformazione della Fontana di Piazza degli Eroi, è opportuno sottolineare nuovamente che essa fu realizzata dopo concorso pubblico, il cui Presidente era l’attuale Dirigente dei lavori pubblici.
Quindi ci fu una scelta tecnica, una valutazione economica e una compatibilità ambientale .
Il voler giustificare, poi, da parte di qualche pseudo amministratore che questo intervento di trasformazione della fontana in una piccola fioriera con uno stemma del comune illuminato, trova motivo nell’aspetto economico, è del tutto puerile.
Questa fontana è di piccole dimensioni e, quindi, come già dichiarato, alla sua manutenzione possono provvedere gli operai del Comune oppure se qualche amministratore avesse avuto la brillante idea e l’intelligenza la predetta manutenzione la si poteva inserire nella gara espletata per la manutenzione della rete idrica e pertanto, queste due possibilità avrebbero consentito di non incidere assolutamente sul bilancio comunale.
Ricordo all’attuale Amministrazione che sia la Fontana di Piazza degli Eroi che quella di Piazza Vanvitelli (SALVATA DAI RESIDENTI PERCHE’ VOLEVANO ELIMINARLA) all’atto del loro insediamento erano funzionanti e ben tenute, quello che è successo dopo è da addebitare esclusivamente alla Loro inerzia.

Purtroppo oggi non ci meravigliamo più di niente perchè tutto viene politicamente ed amministrativamente improvvisato !!!

In verità nessuno si è accorto degli applausi che i residenti hanno dedicato alla maggioranza di aver messo del terreno e delle piante in una fontana già preesistente probabilmente questa amministrazione ha immaginato e creduto di aver realizzato una grande opera da rimanere nella storia di Casagiove. È veramente redicolo offendere l’intelligenza dei Casagiovesi.



Casagiove 24 settembre 2012 Firmato

Vice Segretario UDC ed ex Assessore

Pota Franco



MARCIANISE FESTEGGIA IN PIAZZA VENERDI’ 28 I PUGILI RUSSO E MANGIACAPRE MEDAGLIATI AI GIOCHI DI LONDRA

Nel segno dell’ormai consolidato slogan “Marcianise, terra di pugili e di campioni”, Marcianise si appresta a festeggiare le sue punte di diamante, i pugili medagliati dei Giochi Olimpici di Londra, e cioè l’argento di Clemente Russo e il bronzo di Vincenzo Mangiacapre, ambedue nati e cresciuti nella mitica palestra Excelsior sotto la guida del maestro Mimmo Brillantino. Venerdì 28 a partire dalle 19.30 l’appuntamento in piazza Umberto I, dove avrà luogo, sul palcoscenico realizzato dagli organizzatori con la collaborazione del Comune e di altri Enti una grande serata di sport e spettacolo, presentata dal collega Lucio Bernardo, delegato provinciale dell’Unione Stampa Sportiva Italiana, aperta dalla esibizione degli allievi della Excelsior Boxe Egl Marcianise e seguita da esibizioni di musica e danza, a cura del gruppo musicale “Antico presente” e del Centro di Danza classica e moderna “Etoile” di Marcianise e di altri artisti locali, intervallati dalle premiazioni ai campioni presenti. Oltre a Russo e Mangiacapre saranno ospiti del significativo evento anche gli azzurri che hanno difeso sul ring di Londra i colori italiani, a cominciare dall’altro portacolori della boxe di Marcianise, il campione del mondo Domenico “Mirko “ Valentino, e dal matesino Vittorio “Jahin” Parrinello, insieme con il napoletano Vincenzo Picardi e il sardo Manuel Cappai (Cammarelle non ci sarà per concomitanti impegni). Con loro il presidente della Federboxe Franco Falcinelli con un altro marcianisano doc, il bronzo di Los Angeles Angelo Musone, attuale dirigente federale, ed altri tecnici e dirigenti regionali e nazionali.

Verrà anche proiettato il video “Marcianise, terra di pugili e di campioni”, che da tempo esalta i trionfi della”capitale” italiana e internazionale del pugilato in tutto il mondo.

Alla cerimonia saranno presenti il commissario prefettizio al Comune di Marcianise Umberto Cimmino, il presidente della Provincia Domenico Zinzi, il presidente del Coni provinciale Michele De Simone ed altri rappresentanti di istituzioni amministrative e sportive.

“Dopo i festeggiamenti degli olimpionici al loro rientro da Londra -ricorda il presidente del Coni De Simone- c’è stato il 19 settembre il significativo incontro al Quirinale con il Capo dello Stato, cui seguiranno una serie di eventi, il primo dei quali, come è giusto, allestito a Marcianise e, quindi, gli ulteriori appuntamenti alla Regione, mentre a fine ottobre avrà luogo a Caserta il tradizionale Gala dei Campioni per celebrare i successi di una esaltante annata sportiva per Terra di Lavoro”.



LETTERA DEL DIRIGENTE DELL'ISTRUZIONE A TUTTE LE SCUOLE PER RICORDARE SUA ECCELLENZA BRUNO SCHETTINO

Carissimi Dirigenti,


avrete tutti saputo dell’improvvisa scomparsa di Mons. Bruno Schettino, Arcivescovo di Capua. Desidero sottrarre pochi minuti al Vostro lavoro, particolarmente impegnativo in questi giorni di avvio delle lezioni, per ricordare una figura esemplare di uomo di fede e di studi, che amava operare in silenzio. Sabato mattina, quando era aperta la Camera ardente, ho avuto modo di ascoltare le testimonianze di tante persone, in particolare giovani emigrati nel nostro Paese, che sono stati accolti da Mons. Schettino con affetto paterno. Non a caso molti si rivolgevano a Lui chiamandolo papà, mentre ricordavano storie più o meno semplici, ma tutte importanti, tutte segnate dalla straordinaria capacità di ascolto e di comprensione profonda dei bisogni dell’altro. Con i suoi consigli e grazie alla sua ben nota generosità, ha sottratto molte braccia alla criminalità organizzata, allontanandole dal crimine per attirarle a una vita onesta.

Ho tra le mani un volume di poesie di Mons. Filippo Melone, Parole come chiodi, che a breve avrò l’onore di presentare. L’Arcivescovo Schettino ne ha firmato la Prefazione, che assume i tratti di un vero testamento spirituale. “Sono spazi di verità, dove l’Autore si confronta con il Mistero e si valuta nell’estasi di ciò che è, di ciò che avrebbe voluto essere”: l’incipit, vigoroso e stentoreo, sembra riprodurre il cammino del compianto Arcivescovo, in continuo dialogo con quel Mistero che scrutava con mente acuta e intelligenza speciale, senza mai sottrarsi alla valutazione dei progressi compiuti, sempre inferiori alle aspettative e all’esigente rigore.

In questo ultimo suo scritto, mons. Schettino cita tre volte la parola morte, l’”approdo per incontrarsi con Dio”, l’”offerta dell’Invisibile”, “il sogno della felicità in Dio”. Anche nei confronti della morte non si colgono parole turbate o inquiete: si avvertono, piuttosto, la serenità di chi è in Dio, la pacata compostezza del saggio, il sorriso bonario di chi conosce la vita , ma aspira alla vera vita, quella del dopo, dell’oltre, del sopra.

In questo testo, breve ma denso e profondo, tanti sono gli elementi di riflessione e di analisi, ma vorrei isolare una frase, che riassume la dialettica tra le difficoltà della vita e l’anelito alla trascendenza, il dramma dell’uomo che si consuma tra l’adesione all’esistenza e l’aspirazione all’infinito, tra le inquiete istanze della ragione e gli allettamenti delle passioni..

E con queste sue parole vorrei chiedervi di ricordare il Pastore: “Non mancano dubbi e incertezze, ma alla fine su ogni momento aleggia la presenza della luce illuminante e consolante”.



Maurizio Piscitelli

sabato 22 settembre 2012

SANTA MARIA CAPUA VETERE- NICOLA GAROFALO " E' STATO ESEGUITO UN AGGUATO NOTTURNO "

Il consiglio comunale aperto alla società civile , ma anche agli ordini professionali con gli interventi anche del presidente Alessandro Diana e del presidente della camera penale Angelo Raucci, ha fatto capire una cosa , che Santa Maria Capua Vetere ha subito uno scippo vero e proprio della storia di una città che attraverso le geste dei grandi avvocati , alcuni di essi ancora in vita ha, in ogni caso, dato lustro a tutta la provincia di Caserta. Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere si sa da fastidio e soprattutto ai personaggi politici nazionali che hanno visto  nel palazzo di giustizia un  vero e proprio nemico , forse perché ha applicato norme e leggi anche quando un centrosinistra molto radicato sul territorio, è stato messo ko generando la caduta del governo di  Romano Prodi  allora presidente del consiglio con iscrizione nel registro degli indagati di un ministro della giustizia e della moglie . Ma stavolta non è stato il gruppo del centrosinistra a votare a favore di uno smembramento del tribunale di Santa Maria Capua Vetere quanto un centrodestra che  a braccetto con i deputati e senatori del centro sinistra che tengono in vita il governo del professor Mario Monti. Già perché durante il consiglio comunale, eseguito per lo più nella splendida cornice di un Teatro Garibaldi,   l’avvocato Nicola Garofalo ha, in ogni caso definito il decreto legge approvato in una calda sera d’estate “ un agguato notturno” dove già la commissione parlamentare giustizia con deputati e senatori aveva  votato a favore “  forse senza rendersene conto” dei vari strascichi che potrebbe avere un provvedimento del genere, vedi notariato e uffici finanziari  . Il professionista ha esornato addirittura il consiglio comunale ha stilare un forma di emendamento   affinchè si potesse presentare con ragioni serie al ministro di giustizia Onorevole Severino. Una cosa è certa  L’avvocato Nicola Garofalo  si è espresso senza risparmiare nessuno e facendo il ruolo dell’accusatore , a lui non consono , contro tutti i personaggi politici  nazionali i quali, ed in special modo, quelli aversani con quel volpone del Sindaco di Aversa  Giuseppe Sagliocco, hanno già individuato  il Castello aragonese nella sede del n uovo tribunale di Aversa, perché qualcuno ha sussurrato che Aversa vuole fare le scarpe a Marano sede del nuovo tribunale .  I giochi sono aperti e chi avrà più titolo e credibilità per un progetto serio avrà le carte in regola per poter rivendicare una leadership.  Due note vanno in ogni caso tenute conto . La prima che è stata affermata dal Notaio Di donato . Con il trasferimento della giurisdizione dei comuni dell'agroaversano presso il tribunale di Napoli , 15 di loro non potranno stipulare nel circondario di Santa Maria Capua Vetere, quindi si dovranno  rivolgere a Napoli Nord , l'altra nota, che è quella storica, è stata avanzata   dal Direttore  della Seconda Università di Santa Maria Capua Vetere . " Unico dato certo è quello che Napoleone  ha istituto il tribunale di Santa maria Capua Vetere , ed è un fatto stirico" - e si sa la storia non si cancella facilmente .   

LA VERA STORIA DEL TRIBUNALE DI SANTA MARIA CPUA VETERE SCRITTA E LETTA DALL'AVVOCATO GIUSEPPE GAROFALO AL BICENTENARIO DEL 9 OTTOBRE 2009

Con la Legge organica del 17 febbraio 1861 fu introdotta nell’ordinamento giudiziario per i giudizi di corte d’assise, la giuria popolare che la costituzione repubblicana elaborata da Mario Pagano prevedeva e che i francesi non introdussero malgrado vigesse in Francia.

La legge organica richiamò in vita un istituto che nell’antica legislazione napoletana aveva scritto pagine di storia giudiziaria: l’avvocato dei poveri.

Per questo organismo, data l’attualità della materia, va spesa qualche riga in più.

La legislazione del regno di Napoli, sveva, angioina, spagnola, non ha mai ignorato o trascurato il problema della difesa di coloro che per mancanza di mezzi finanziari erano impossibilitati a sostenere e difendere i loro diritti e ragioni.

La 33^ costituzione di Federico di Svevia, secondo la compilazione di Pier delle Vigne, pubblicata nel 1231 nell’assemblea di Melfi, stabiliva che i minori, le vedove, gli orfani e i poveri, andavano difesi, anche se la lite era contro il fisco, da avvocati esercenti la libera professione forense, pagati dall’Erario, di volta in volta per le loro prestazioni, esenti da qualsiasi spesa di Giustizia, comprese le indennità a testimoni.

A distanza di 700 e più anni l’attuale legge sul gratuito patrocinio non è riuscita a fare di meglio. Potrebbe definirsi una copia monca rispetto a quella di Melfi.

Malriuscita perché la Costituzione di Federico non si fermava alla difesa giudiziaria in senso stretto. Andava oltre. Prevedeva la somministrazione di alimenti ai litiganti poveri perché potessero attendere più tranquillamente alle loro cause. Non erano previsti limiti di spesa.

I Riti della Vicaria, in particolare il 23°, pubblicati dalla regina Giovanna II, circa due secoli dopo, non alterarono il principio, ma restrinsero la borsa.

Gli avvocati che assumevano la difesa dei poveri erano, sì pagati dall’erario, ma nei limiti della ripartizione dei proventi, cioè delle pene pecuniarie pagate dai condannati, tra i Giudici dei tribunali. All’epoca l’amministrazione della giustizia cercava di autofinanziarsi. Furono poi gli Aragonesi a risolvere il problema della difesa dei non abbienti, in maniera rivoluzionaria, che i moderni legislatori non immaginano nemmeno.

Sua maestà Alfonso D’Aragona con la XIV grazia del 1473, istituì presso la Gran Corte della Vicaria e ciascun tribunale provinciale del Regno, l’ufficio dell’avvocato dei poveri.

L’avvocato dei poveri non era più un privato pagato dallo Stato, ma un funzionario dello Stato il cui ufficio era parte organica dei Tribunali.

Veniva nominato allo stesso modo con cui venivano nominati i Giudici ed aveva uno stipendio annuo pressoché pari a quello dell’avvocato fiscale (p. m.) del quale assunse il ruolo di contrappeso. Godeva di vari privilegi: aveva la precedenza nelle udienze; difendeva a capo coperto davanti al Sacro Consiglio. Prima che le indagini venissero chiuse, gli atti del processo dovevano essere consegnati all’avvocato dei poveri per eventuali contestazioni e richieste. Delle tre ore di servizio pomeridiano, i Giudici erano obbligati a dedicargliene una. I due avvocati dei poveri presso la Gran Corte della Vicaria oltre ai non abbienti di Napoli e della Provincia di Terra di Lavoro, assumevano la difesa in appello di tutti gli altri condannati dai Tribunali Provinciali. Un compito particolarmente gravoso che comportava una corrispondenza, imposta per legge, con i colleghi che avevano difeso i condannati davanti ai Tribunali Provinciali di prima istanza. In più occasioni gli avvocati dei poveri della Gran Corte della Vicaria si avvalsero dei processi loro affidati per affrontare questioni di principio valide non solo per i poveri.

La più significativa fu quella sulla rilevanza della ignoranza della legge penale in una società analfabeta soffocata da legislazione sterminata, in parte superata dal tempo, ma sempre tutta in vigore. Fu sollevata dall’avvocato dei poveri davanti al Sacro Consiglio per strappare alla forca un condannato della Gran Corte della Vicaria per il furto di un mantello in particolari circostanze di tempo e di luogo. La Repubblica Napoletana era consapevole dell’importanza della difesa dei non abbienti e non ignorava i precedenti. Non si sa perché abbandonò l’ufficio dell’avvocato dei poveri, che era una realtà, per incamminarsi sulla via dell’assistenza affidata a privati.

Il 25 Febbraio 1799 il Comitato di Polizia generale del Governo provvisorio, premesso che era intendimento della Repubblica non processare le opere pie, invitò la congregazione di S. Ivone a “seguitare la detta opera in tutti i suoi rami, secondo il metodo antico, con quello zelo e fervore, che si conviene ad un vero cittadino.

Salute e Fratellanza”.

Per comprendere il significato di questo invito è necessario qualche chiarimento. La Congrega di S. Ivone era un’opera pia, i cui componenti erano i più noti avvocati e i più alti magistrati. Il loro compito era quello di assistere i poveri nelle cause civili, fossero attori o convenuti.

Il povero che non aveva la possibilità di affrontare un giudizio civile contro un ricco o un potente, si rivolgeva alla Congrega che, esaminata e dibattuta la questione, se la riteneva giusta e difendibile, la curava in proprio, affidandola a un avvocato confratello. Essere confratello della Congrega di S. Ivone era un grande onore e conferiva prestigio.

I confratelli avvocati nelle cause sostenute per conto della Congregazione avevano la precedenza su tutti.

Per le cause penali la Sala Patriottica, un’ associazione politica, istituì un ufficio, una specie di patronato, affidato a tre avvocati, per la difesa dei poveri e si affrettò a chiarire che quello era un “concerto privato “ della Sala per “beneficiare l’umanità afflitta dal passato governo”.

La Legge organica del 17 febbraio 1861 che riportò nell’ordinamento giudiziario del regno unitario l’avvocato dei poveri, era stata preceduta dalla Legge preunitaria 13 febbraio 1859 di Urbano Rattazzi, ministro piemontese con Cavour. La legge Rattazzi (art. 3), valida per il regno sabaudo, dichiarava gli avvocati dei poveri e i loro sostituti “funzionari dell’ordine giudiziario” alla pari “dei giudici di ogni grado, gli uffiziali del pubblico ministero, e i segretari”. Più dettagliata su questo punto la Legge organica del 17 febbraio 1861 (art. 169) estesa dal 1862 a tutto il regno: ”l’avvocato dei poveri ed i suoi sostituti hanno gli onori della magistratura e siedono nel Tribunale o Corte cui sono addetti nelle adunanze generali prevedute dall’art. 129 (inaugurazione anno giudiziario) della presente legge, ed intervengono coi tribunali e le corti in tutte le solenni cerimonie a cui questi magistrati sono chiamati”.

Solo 3 anni durò l’avvocatura dei poveri presso il tribunale di Santa Maria. Fu soppressa con Legge 6 dicembre 1865 per motivi finanziari. Al suo posto fu introdotto il gratuito patrocinio e l’avvocato d’ufficio. A quella legge si uniformò il Decreto 30 Dicembre 1923, rimasto in vigore fino al 1990 e seguito dal Testo Unico 30 maggio 2002 n. 115, con tutte le anomalie. La classe forense che si riunisce oggi in convegno nazionale, nel rispetto delle sue tradizioni, può intervenire per sanarle.



Più volte nella sua storia sul Tribunale di Santa Maria, il più grande delle provincie meridionali, dopo Napoli, è caduta l’attenzione internazionale per processi, dai risvolti politici o di grande interesse collettivo, che vi si celebravano.

Di questi mi limito a ricordarne solo alcuni.



PROCESSO LA GALA

Una feroce banda, capeggiata da Giona la Gala, seminava terrore e morte tra Maddaloni e Arienzo. Un medico, ritenuto un delatore, convocato in montagna, era stato ucciso e fatto a pezzi che qualcuno aveva anche mangiato. Per dare una parvenza di legittimazione alle brutali imprese innalzavano bandiera borbonica. L’assalto alle carceri di Caserta e la liberazione dei prigionieri accreditava la loro figura di insorgenti contro il governo piemontese.

E accreditava anche la voce che il loro referente fosse la giovane regina Sofia, esule a Roma e non rassegnata alla perdita del trono di Napoli.

La banda, braccata dall’esercito e destinata ad una esecuzione sommaria sul porto, trovò modo di imbarcarsi su una nave francese per riparare in Francia.

Ciascun componente della banda era provvisto di passaporto dello Stato Pontificio.

Francia e Stato Pontificio tifavano per il re di Napoli. Nei suoi confronti il Papa aveva un debito. Non più di un decennio prima Pio IX, costretto a fuggire da Roma, aveva trovato rifugio a Gaeta, accoltovi e protetto dal Re di Napoli, padre dello spodestato Francesco. La Francia per conto suo aveva fatto anche di più.

La flotta francese si era messa tra Gaeta e la flotta piemontese per impedire assalti.

E con un battello francese, Francesco II, l’ultimo Re di Napoli, aveva lasciato il territorio del regno.

La nave francese con a bordo i componenti della banda La Gala, diretta a Marsiglia, fece scalo a Genova. Il ministro di polizia, il napoletano Silvio Spaventa, li fece arrestare e tradurre in carcere. Violenta protesta di Napoleone III che denunziava la violazione del territorio francese. Tale era da considerarsi la nave. Pretese che gli fossero consegnati i prigionieri per poi decidere se restituirli o trattenerli in Francia come rifugiati.

Negare la consegna dei prigionieri significava creare un incidente diplomatico e guastare i rapporti con la Francia, del cui aiuto l’Italia, appena unita, aveva bisogno.

Napoleone III mantenne la parola e restituì i prigionieri che furono giudicati dalla Corte d’Assise di Santa Maria C.V. Non disponendo il tribunale di un’aula che potesse accogliere i numerosi imputati e garantire la sicurezza, il processo fu celebrato nella Caserma posta di fronte al carcere, attuale Caserma Pica, dove si appresta ad essere trasferita parte del tribunale. Attesi i risvolti politici del processo, furono presenti numerosi inviati stranieri e un osservatore speciale di Napoleone III per garantire che fossero rispettate le condizioni con cui erano stati restituiti i prigionieri che assegnavano al processo la cognizione dei soli reati commessi, senza riferimenti né espliciti né impliciti, a situazioni politiche.



PROCESSO ALLA BANDA DEL MATESE

Carlo Cafiero, di ricca famiglia pugliese, socialista e internazionalista e Enrico Malatesta di S. Maria C. V. discepolo di Bakunin, anarchico alla testa di un pugno di uomini tentarono di provocare una sollevazione delle popolazioni meridionali contro il governo. Nella primavera del 1877 si concentrarono, in tutto una ventina di uomini, sul massiccio del Matese.

Intercettati dalla polizia nei pressi di S. Lupo in provincia di Benevento aprirono il fuoco e uccisero un carabiniere e né ferirono un altro.

Attraverso sentieri di montagna ripararono in provincia di Caserta dove, nei comuni di Gallo e Letino, dichiarato decaduto il Re, proclamarono la repubblica sociale. Accerchiati e arrestati tutti, furono rinchiusi nel carcere di S. Maria C. V. Contro gli arrestati furono aperti due processi, uno presso la procura del Re di Benevento per l’omicidio e il ferimento dei due carabinieri e l’altro presso la procura di S. Maria C. V. per attentato alla sicurezza interna dello Stato. L’istruttoria a S. Maria C. V. fu complessa e di largo respiro, anche se su di essa pendeva la minaccia del ministro dell’interno Giovanni Nicotera, di investire del processo un Tribunale Militare. A conclusione, il Procuratore Generale chiese l’unificazione dei due processi e il rinvio a giudizio degli imputati davanti la Corte di Assise di S. Maria C. V. Venuto a morte il re, Vittorio Emanuele II, il nuovo re, Umberto I, proclamò l’amnistia per i reati politici. Rimasto il solo carico dell’uccisione e del ferimento dei due carabinieri, ritenuto reato comune, gli imputati furono rinviati a giudizio davanti alla Corte d’Assise di Benevento, competente per territorio. I giudici di quella Corte assolsero tutti gli imputati.

Il tribunale e il carcere di S. Maria C. V. nella pendenza del giudizio finirono sui giornali di tutta Europa, non solo per l’aspetto politico del processo e la pericolosità degli imputati, ma anche per un episodio singolare, quasi di colore, che suscitò ilarità e incredulità, anche esse a livello internazionale.

Il 21 giugno 1877 il console d’Italia a Ginevra informò il ministro dell’interno che gli internazionalisti della “Banda del Matese” capeggiata da Carlo Cafiero ed Enrico Malatesta, prigionieri nelle carceri di S. Maria C. V. in attesa di giudizio innanzi alla Corte d’Assise di Benevento, erano riusciti a far pervenire una loro lettera al Bureau federale di Neuchàtel. Alla richiesta di spiegazioni del ministro, il direttore delle carceri e il procuratore del Re di S. Maria C. V. esclusero categoricamente che il fatto potesse essersi verificato sia perché gli agenti di custodia addetti alla sorveglianza erano persone di provata fede, sia perché i prigionieri erano guardati a vista in ogni movimento del giorno e della notte. Ad ogni buon conto per scrupolo professionale il direttore diede ordine di privare i detenuti di qualsiasi strumento di scrittura e dispose che i prigionieri potevano scrivere due volte alla settimana alla presenza delle guardie e in una sala apposita su carta e con penna fornita al momento dalla direzione del carcere.

Dopo solo 20 giorni il ministro allarmato informò il direttore delle carceri che alla riunione del comitato della sezione italiana di Ginevra, Andrea Costa aveva tirato fuori un’altra lettera di Carlo Cafiero proveniente dalla prigione di S. Maria C. V.

Il direttore rispose per la seconda volta che il fatto era impossibile e che il tutto era una millanteria degli internazionalisti diretti ad accreditare una forza inesistente. Esasperò ancora lo scrupolo professionale e fece sorvegliare i sorveglianti dentro e fuori la prigione. Per quasi un mese Carmine Esposito, un agente di custodia fece impazzire il commissario di S. Maria C. V. ed altri esperti indagatori fatti venire apposta.

Smontato dal servizio, ogni giorno se ne andava alla stazione e se ne stava in contemplazione a vedere passare i treni. La Svizzera e i treni facevano giurare che fosse lui la talpa: tutti i sospetti risultarono infondati.

Carmine Esposito era nient’altro che un romantico che si contentava di affidare ai treni i suoi sogni di terre lontane.

I prigionieri furono trasferiti dal 10° comprensorio, il nucleo di agenti fu cambiato e il nutrito drappello di soldati di guardia all’esterno rinforzato. Le palomme non hanno mai conosciuto barriere.

A distanza di poco meno di due mesi il giornale “L’Anarchia” di Napoli scrisse che gli internazionalisti prigionieri, nel carcere di S. Maria C. V. si erano costituiti in sezioni col nome di “Banda del Matese” e che avevano inviato ad Andrea Costa il mandato, sottoscritto da tutti, a rappresentarli al congresso di Verniers. Come se la notizia non bastasse, il “Buletin de l’Association des travailleurs”, che si stampava a Sonvillieurs, cantone di Berna, pubblicò il testo del mandato con le firme dei detenuti. Il solito direttore diede la solita versione: le firme erano apocrife perché non era assolutamente possibile che i detenuti, rinchiusi in camerate diverse, avessero potuto firmare lo stesso foglio.

Il Ministro lo mise a tacere perché si accertò che le firme erano autentiche. Artefici dell’operazione erano stati due camorristi, il detenuto Vincenzo Esposito e il prestinaio esterno Camillo Palmiero, figlio di quel Ferdinando Palmiero, “pedecchiuso” uno dei capi camorra di Caserta, arrestati nella repressione del ‘62. A distanza di tempo fu sequestrata la micro attrezzatura per scrivere che solo i camorristi possedevano ed erano in grado di fornire. Andrea Costa rivelò ai compagni esuli in Svizzera che per ogni documento che usciva dal carcere, Cafiero pagava 40 lire.



PROCESSO CARNEVALE

Era stato rinviato dalla Corte di Cassazione da Palermo alla Corte di Assise di S.Maria C.V.

Salvatore Carnevale, socialista, sindacalista, guidava il movimento popolare per l’occupazione delle terre. Fu ucciso una mattina mentre percorreva un “tratturo” per recarsi al lavoro.

Furono arrestati quali autori dell’omicidio quattro “campieri”, indicati come mafiosi di un feudo della principessa Notarbartolo.

L’istruttoria presso il tribunale di Palermo fu agitata da manovre sotterranee per scagionare gli imputati. Silenzio dei testimoni, falsi alibi, ritrattazioni di dichiarazioni già rese furono il terreno per invocare la legittima suspicione. Il processo davanti la Corte di Assise di Santa Maria fu lungo e a volte drammatico. Gli imputati furono condannati all’ergastolo e fu segnalato che quella era la prima sentenza che interrompeva l’abituale serie di assoluzioni per insufficienza di prove. Vari furono i motivi che richiamarono a Santa Maria la stampa internazionale:

1) lo sfondo politico e mafioso del processo;

2) il libro di Carlo Levi” Le parole sono pietre” riferito al linguaggio asciutto e di denunzia di Francesca Serio la madre dell’assassinato;

3) la presenza al processo dello stesso Levi, interessato anche a verificare se gli imputati corrispondevano ai connotati morali che la Serio gli aveva attribuito e a lui riferiti in lunghi colloqui.

La serie di assoluzioni si interruppe solo per un momento per riprendere, con l’assoluzione degli imputati in appello, il suo corso.



Parlare del passato remoto del tribunale non mi è stato difficile.

I documenti costituiscono una guida sicura. Parlare del suo passato prossimo è stato più difficoltoso perché il tempo non ha ancora ingiallito le carte.

Parlare del tribunale oggi è estremamente difficoltoso, a meno che non ci si voglia fermare alle esteriorità fatte di arresti in massa, maxiprocessi e condanne all’ergastolo. Il lettore sprovveduto potrebbe confonderle con quelle che seguirono la famigerata Legge Pica (1863-1865). Il tempo rimetterà al loro posto, nella speranza che non ne manchi alcuna, le tessere del mosaico della giustizia.



S. Maria C. V., 9 Ottobre 2009

Avv. Giuseppe Garofalo