Nel bel mezzo del cammin di nostra vita mi imbattei in una selva lucente… Ad un tratto una luce accecò gli occhi miei. Dopo di che udii una voce inconfondibile: “ We Prospero che stai a fa ccà? Si rimaste tale e quale! Dimmi in che posso esserti utile… ah dimmi una cosa: Mario che dice? ”. Al che mi resi conto di trovarmi al cospetto del mio Maestro Pietro che l’Onnipotente aveva assegnato al girone dei puri di cuore. E fu un gran sollievo per me apprendere che almeno lui se la passava bene. Ma la mia contentezza durò ben poco: egli mi chiese dell’Antica Capua. E il cielo si fece subito scuro. E, se possibile, il suo volto si fece ancor più scuro del cielo. Al che io a lui: “ Maestro, perché vi rabbuiate così ? Forse… pu fatte ‘e Mario? “ . Ed egli a me: “ Infatti, sta cosa sua mi ha fatto un grande dispiacere. So che stava facendo molto bene l’Assessore alla Cultura… “. E io di getto a lui: “ lasciamo stare questo tasto dolente…” al che mastro Pietro a me: “ Nooooo, non voglio lasciar perder niente: anche ccù Mario si sono comportati male!!! “.
Ed io a lui: “ pecchè, con chi altri si stanno comportando male? “ E lui ferocemente: “ ccomme cù chì?!
Se stanne cumpurtann nà chiavica con tutti quelli che hanno messo la faccia nelle elezioni. E soprattutto u’ sindach fa finta cà nun canoscé cchiù a nisciune!. Ma chistù sceme è convint che i vote a pigliate isse? Chille si nun’ere pù patre quann’ sa mettev a’ fasce ‘mpiette… Comunque, non è il peggiore. Pegg e isse ci sta cchill’omme è merd che sta inte a mmunnezza: si è rimangiato tutt’e ccos pur di fare l’Assessore! E a’cchill o schifan tutt’quant, pure cchill che lo tengono a fianche! Non ti dico San Pietro comm sta ‘ncazzate: se lo potesse uccidere con gli occhi, l’avrebbe già fatto…” al che io mi permisi di interrompere il Maestro mio “ addirittura…” e lui a me: “ anzi, già staremo al trigesimo!”.
Nonostante lo sfogo, l’ira funesta del mio Maestro non diminuiva. Sembrava uno di quei temporali che fino ad ora si era limitato ai lampi. I tuoni dovevano ancora arrivare. E puntualmente arrivarono. Presi coraggio e mi rivolsi a lui senza giri di parole: “ Maestro, mi pare che la vostra anima sia in pena anche per altro o mi sbaglio? ”. E lui rincuorato dalle mie parole rispose: “ Caro Prospero, con te che mi conosci bene non voglio fare il furbo. Il mio animo è dolente perché qualcuno dal Comune ha telefonato a mio fratello e a mio figlio per non far stampare il giornale che sai, minacciando loro che altrimenti non avrebbero più lavorato per il Comune! E loro due pavidi si sono stati al ricatto. Questa gentaglia ha ragione che io sono morto: altrimenti andavo a Palazzo Lucarelli a sputarli in faccia! ”. – “ Don Piè, però vi voglio far sapere che anche noi ci siamo tolti una grande soddisfazione… Non so se in Paradiso si è saput ‘o fatte: dopo l’Interrogazione Parlamentare sono arrivati dodici avvisi di garanzia a cchella gente che mettevamo ‘ncoppe ‘u giurnal… “. Ma lui non mi diede il tempo di finire il ragionamento e in preda ad una euforia mai avuta in vita mi tolse la parola. “ Ccomme ‘no!?! Qua le buone notizie si vengono a sapere subito. Almeno chest ‘cè rimaste di quattro anni di battaglia… Se ero ancora vivo quando si è votato mai e poi mai avesse mise a cchill ‘a ffà ‘u sindach: a lavà ‘a cap ‘o ciucce s’accapezz ‘o tiempe, l’acqua e ‘o sapone! ”.
Per le altre notizie vai la blog 2 ci sono i falsi ciechi della guardia di finanza e l'operazione della questura di Caserta. Clicca in alto a destra