LA LATITANZA. L’uomo si era reso latitante da quando, a metà del mese di settembre, la DDA Partenopea, unitamente al Squadra Mobile di Napoli, aveva emesso 39 provvedimenti di cattura a carico dei componenti, a vario tiolo, di una associazione di tipo mafioso, armata e dedita alla commissione di omicidi, estorsioni, rapine e traffico di stupefacenti, nella quale l’arrestato aveva il ruolo di promotore ed organizzatore. Tutti appartenenti al clan “D’Ausilio”, sgominato proprio con questa operazione.
Dalla data dell’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, il boss aveva deciso di lasciare il capoluogo campano, ritenuto poco sicuro, per trovare rifugio sul litorale domitio. Aveva scelto una località nel comune di Castel Volturno (CE). Una piccola e poco appariscente villetta lontana da occhi indiscreti all’interno del Villaggio Coppola. Lì avrebbe voluto trascorrere i primi giorni della sua latitanza, in attesa di una migliore sistemazione.
LE INDAGINI. Il tutto prende le mosse dai movimenti sospetti attorno a quella villetta che i Carabinieri sapevano disabitata. I servizi di osservazione si sono protratti per giorni. Qualcuno era al suo interno. Di sera, dalle tapparelle chiuse, si notava una luce fioca. La svolta nel pomeriggio di ieri quando, da un’auto in sosta nella via sotto osservazione, vengono scaricati due borsoni da viaggio. L’attenzione dei militari si concentra proprio su quelle valigie, fino a quando, nella tarda serata, si individua il possibile rifugio del latitante.
L’ARRESTO. Le possibilità che Pasquale potesse essere lì erano molte. Dopo aver circondato la zona con una ventina di militari, scatta il blitz nella villetta. Era seduto su una sedia, intento a guardare la televisione. Senza dire neanche una parola, preso alla sprovvista, non ha accennato alcuna reazione ma si è limitato a pronunciare il suo nome e cognome. In camera da letto, sul comodino, 8 cd con tutta la serie televisiva “Il capo dei capi”. Le valigie vicino l’uscio, già pronte per lasciare quel luogo ritenuto sicuro. L’ormai ex latitante si trova rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dove dovrà scontare la condanna per associazione a delinquere di tipo mafioso, aggravata dall’uso delle armi.
IL PROPRIETARIO DI CASA. Durante la perquisizione della villetta e delle sue pertinenze la sorpresa per i militari. Dalla porta d’ingresso entra il vero proprietario di casa, R. G., 50enne casertano, incensurato. Anche per lui sono scattate le manette per aver offerto il rifugio al catturando.