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martedì 7 giugno 2011

SCANDALO CAVAMARKET E SUPER ALVI - AI DOMICILIARI IUL PRESIDENTE DELLA jUVE CASERTA E IL FIGLIO DEL FINANZIATORE DI NICOLA COSENTINO

Ci sono ancora noie giudiziarie per la Juve Caserta. L’ex patron, ma a comandare è sempre lui, Rosario Caputo è finito nelle grinfie dei finanzieri del Nucleo provinciale di Salerno dopo che le fiamme gialle in sinergia con la Procura della repubblica di Salerno e quella di Santa Maria Capua Vetere, hanno concluso l’indagine sulla bancarotta fraudolenta csul caso Alvi . Lui che a novembre del 2010 aveva scongiurato il pericolo giudiziario , se ne dovuto ricredere. La bancarotta fraudolenta avrebbe, secondo gli investigatori, consentito di distrarre beni per oltre 300 milioni di euro. Ai domiciliari sono finiti Antonio Della Monica, presidente della Cavamarket s.p.a., Raffaele, Salvatore, Marcello, Massimo, Giovanni, Roberto e Vincenzo D'Andrea, Raffaele Capasso, già docente universitario, Marco Senatore, Rosario Caputo e Castrese Catone. Inoltre, risultano iscritte nel registro degli indagati altre cinque persone, responsabili, secondo gli inquirenti, di essersi prestati ad acquistare in modo fittizio quote socetarie senza corrispondere alcuna somma di denaro. Dodici ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari sono state eseguite questa mattina dalla Guardia di Finanza di Salerno in merito al crack del gruppo "Cavamarket-Hdc", operante nel settore della grande distribuzione alimentare. Gli indagati sono accusati del reato di bancarotta fraudolenta aggravata dalla notevole entità del danno patrimonial. L'inchiesta nasce dal ritrovamento di scritture private nel corso delle perquisizioni effettuate nelle indagini che hanno poi portato a fare piena luce sul crack del gruppo Alvi. Il punto fondamentale dell'indagine, che vede coinvolto uno dei colossi della grande distribuzione alimentare nel meridione, riguarda la cessione in fitto da parte della Gds, società collegata alla Cavamarket, di otto punti vendita (Cava dé Tirreni, Scafati, Vallo della Lucania e Nocera, in Irpinia ad Ariano Irpino e Lioni e ad Aversa nel casertano) di beni alimentari a favore della società '2C spa', avvenuta pochi giorni prima del fallimento del gruppo. Analizzando fatti e circostanze i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Salerno, diretti dal tenente colonnello Antonio Mancazzo, hanno scoperto che nessuna somma di denaro era stata mai corrisposta per i fitti di azienda.