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lunedì 15 novembre 2010

CAMORRA - OPERAZIONE IN CORSO DELLA SQUDRA MOBILE DI CASERTA .

Nella mattinata odierna, a seguito di complesse e penetranti  indagini condotte dai magistrati del pool della Direzione Distrettuale antimafia 1 di Napoli,addetto al contrasto del  clan dei casalesi, la Squadra Mobil: di Caserta,ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale, nei confronti di Giuseppe Setola , Davide Granato e  Tammaro Diana imprenditore alimentare.   Il Setola ed il Granato  sono indagati , il primo in qualità di mandante ed i1 secondo quale esecutore materiale, del reato di violenza privata aggravata dall’avere agito con metodo mafioso ed al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata clan dei casalesi-gruppo Bidognetti, mentre il Tammaro Diana é indagato del reato di partecipazione  all’ associazione  camorristica denominata “clan dei casalesi" — gruppo Bidognetti". Le suddette misure restrittive hanno ad oggetto gli atti intimidatori perpetrati  dal gruppo stragista di SETOLA Giuseppe, nell’ottobre del 2008, nei confronti dell’allora vice sindaco di  di Castel Volturno Lorenzo Marcello   volti a costringere l’amministratore ad incontrare  il Setola all’ epoca latitante  al lime di ridefinire i rapporti e rinegoziare i patti  tra il gruppo Bidognetti, di cui il latitante era divenuto il capo, e l’amministrazione comunale di Castel Volturmo ,al fine di condizionarne l’operato  nell’interesse del clan. Riguardo, invece, al DIANA Tammaro, appartenente; ad una nota famiglia di imprenditori del settore della distribuzione alimentare operante  in Villa Literno (CE) e Castel Volturno (CE), le indagini della. Squadra  e Mobile permettevano di acquisire indiscutibili indizi sulla sua partecipazione  al  gruppo BIDOGNETTI al quale, almeno dal 2000, forniva  supporto materiale logistico, in particolare il Diana Tammaro per conto del clan custodiva  e procacciava autovetture , esplosivo ed  armi agli affiliati.-favoriva la commissione di omicidi,versava ingenti somme di danaro al clan al fine di stipendi agli affiliati partecipava a riunioni in cui si ideavano e si decidevano strategie e i reati da commettere.