Nelle prime ore della mattina odierna e’stata data esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Napoli in ordine al reato di cui all’art. 416 bis c.p. su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Maio Emilia, convivente di Amato Salvatore – capoclan dell’omonima organizzazione criminale operante in S. Maria Capua Vetere e nella provincia di Caserta - la quale, durante lo stato di detenzione dell’Amato, era subentrata al compagno nel ruolo direttivo ed organizzativo del clan, insieme ad Amato Rosa, figlia di Salvatore, dando puntuale attuazione alle direttive ricevute dal predetto in occasione dei colloqui in carcere in ordine alla gestione di numerose attività illecite.
Infatti, dalle attività investigative espletate, delegate al Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di S. Maria C.V, è emerso che MAIO EMILIA oltre ad occuparsi della gestione delle attività illecite del clan, ha tentato di indurre, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vicolo associativo, alcuni affiliati che hanno intrapreso attività di collaborazione con la giustizia a rendere dichiarazioni mendaci all’Autorità Giudiziaria, ovvero a ritrattare le dichiarazioni già rese nel corso della stesura del verbale relativo ai contenuti della collaborazione.
In particolare, Maio Emilia, unitamente ad Amato Rosa – attualmente detenuta per gli stessi fatti – su disposizioni impartite da Amato Salvatore minacciava i familiari di un collaboratore di giustizia, paventando agli stessi il rischio di subire gravi conseguenze giudiziarie se non avessero convinto il congiunto a ritrattare le dichiarazioni accusatorie rese nei loro confronti.
Il provvedimento cautelare odierno nasce all’esito di ulteriori sviluppi delle indagini che già alla fine del mese di luglio 2009 condussero all’arresto di numerosissimi affiliati al clan “Amato” dedito alla perpetrazione, nel territorio di S. Maria Capua Vetere e zone limitrofe, di numerosissimi reati, in particolare usura ed imposizione, con metodi violenti, di videopoker negli esercizi commerciali.
In particolare, il già grave quadro probatorio a carico di Maio Emilia, emerso sin dalle prime fasi delle indagini a carico degli altri associati, è stato arricchito da nuove risultanze investigative, in particolare, nel corso di una perquisizione domiciliare, i militari operanti rinvenivano nell’appartamento abitato dall’interessata e da Amato Salvatore di alcuni fogli che rappresentano un vero e proprio “libro paga” dei diversi componenti il sodalizio criminoso.
Tale accertamento ha confermato ulteriormente il pieno coinvolgimento di Maio Emilia nelle attività del clan in quanto dedita anche a provvedere alle necessità dei familiari degli affiliati in stato di detenzione provvedendo a continue elargizioni di denaro nei loro confronti.