Si è chiuso con un bilancio superiore alle aspettative l’appuntamento annuale, il quinto, con il Festival Nazionale della Comunicazione, che si è svolto dal 9 al 16 maggio a Caserta e in altre località campane. Soprattutto perché, così come si proponevano, i promotori Paolini, Paoline, Diocesi di Caserta, con il coordinamento organizzativo del Centro Culturale San Paolo Onlus nazionale e locale. sono riusciti a fare rete.
Lo confermano anche i numeri: le proposte hanno spaziato dal teatro alla danza e alla musica, dall’animazione per i ragazzi e le scuole agli incontri per gli operatori della comunicazione e i docenti, infine ai momenti celebrativi: complessivamente più di 60 appuntamenti in 8 giorni, con più di 100 relatori/partecipanti e più di 5000 presenze.
“Questa esperienza - ha affermato mons. Pietro Farina, vescovo di Caserta - ci ha fatto capire che la comunicazione è importante ma non è un fatto automatico e scontato: la comunicazione va curata, studiata nel suo dinamismo per una vera e piena ed efficace trasmissione di idee, valori, sensazioni. Anche quando comunichiamo dobbiamo prepararci, dobbiamo aver chiaro in mente cosa dire: solo così possiamo avere in due la stessa idea, che crea reciprocità di rapporti; solo così possiamo dire di cominciare a comunicare veramente”.
Secondo Raffaele Mazzarella, il Festival è stato un’occasione per stimolare il confronto e il dibattito non solo sui mezzi ma anche sui messaggi della comunicazione: “C’è stata tanta partecipazione e una comunicazione vera ed autentica, espressione di questo Centro (Ccsp Campania, di cui è responsabile, ndr) ispirato alla tensione evangelizzatrice di San Paolo”.
Lo sguardo, intanto, è già rivolto al prossimo anno, quando il Festival farà tappa a Padova dove, dice don Gabriele Pedrina, direttore dell'Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali, "sarà un’opportunità grande di mettere in dialogo esperienze come l'Università con la facoltà di scienze della comunicazione e il corso di laurea in musica, arte e spettacolo, la stessa Chiesa che vanta una presenza storica nel mondo cittadino dei media, i tanti centri culturali, l’immenso patrimonio artistico".
E a Caserta cosa rimarrà di questa esperienza? Don Roberto Ponti, responsabile organizzativo nazionale del Festival, conclude che «Caserta conserverà la capacità di continuare a investire nell'interrelazione e nella capacità di intercettare tutte le risorse a vario titolo presenti sul territorio per il suo sviluppo. E poiché Caserta ha dimostrato che c'è un forte desiderio di partecipazione e quindi di comunicazione, d’intesa con monsignor Farina, abbiamo pensato alla promozione di un evento già annunciato: il Festival della Vita».