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domenica 2 maggio 2010

CONTAGIATO DALL’URANIO UN GIOVANE MILITARE CASERTANO

Per l’Esercito la leucemia non è una grave patologia.

La denuncia del Presidente dell’Asso.Sintuc Avv, Prof, Ciro Centore –

La vicenda innanzi al Tar del Lazio



Caserta - Si chiana Nicola Arricale il militare di Valle di Maddaloni che è stato costretto a ricorrere al Tribunale Amministrativo del Lazio dopo essere stato colpito da leucemia dopo alcuni mesi di servizio militare con arruolamento di “volontario”. Assegnato ad un “Reggimento” di Verona, a fine settembre 2007 e poi trasferito a Bolzano, al II Reggimento Trasmissioni / III Compagnia, più che per il corso consueto e normale di qualificazione, veniva assegnato alla “pulizia dei magazzini, dei depositi e dei mezzi corazzati” e, cosa strana, veniva ad essere “il solo” soldato che non prendeva parte alle attività di studio e che era “comandato” a questo particolare servizio, benché, tra l’altro, fosse in possesso del III anno di studi Perito Elettronico e nulla fosse intervenuto per assegnarlo a mansioni di carattere esecutivo. Questo giovane, in ogni caso, provvedeva a queste pulizie per ben tre settimane si ritrovava a dover “svuotare” letteralmente centinaia e centinaia di sacchi contenenti “polveri non riconoscibili” e a dover, sempre su disposizione dei suoi Superiori, anche a “lavare” e “sverniciare”, con acqua bollente, due grossi VM, mezzi corazzati provenienti da teatri di guerra. Questo “lavaggio” interveniva con particolari strumenti a pressione, con antivernici, diluenti e altre soluzioni ad altissima temperatura e il tutto veniva eseguito senza protezione alcuna, per le mani o per la bocca, sicchè questo giovane si è ritrovato a dover lavorare in un ambiente senza misure di salvaguardia alcuna e senza che alcuno gli segnalasse o lo avvertisse che sia “le polveri” dei vari “sacchi a terra” e sia questi grossi VM davano luogo a particelle di presumibile “uranio arricchito” determinative di leucemia. Dopo circa tre settimane, questo giovane “casertano” veniva invitato, dai propri Superiori, a sottoporsi ad analisi di laboratorio, tra cui prelievi di sangue che rivelavano una grossa presenza di globuli bianchi tali da determinare, poi, una licenza di convalescenza, con rientro nella sua famiglia e la sottoposizione a cure varie. A tanto si aggiunga che sia il Collegio Ospedaliero Militare e sia il Ministero della Difesa non hanno riconosciuto la dipendenza di questa contratta “leucemia” come malattia dipendente dal servizio militare e causa dello stesso e lo hanno costretto a dover attivare un denunzia, di carattere penale e un processo di carattere amministrativo curato, dal Prof. Ciro Centore, noto avvocato amministrativista, di Caserta, che si occupa di vertenze militari e delle Forze Armate e che ha chiamato in giudizio l’Amministrazione per queste grosse responsabilità e per tutti gli indennizzi che ne derivano. Tra l’altro, occorre sottolineare che la leucemia e altre patologie tumorali, da alcuni anni, sono oramai oggetto di vertenze giudiziarie e sono state riconosciute, fondate perché si correlano a polveri e a proiettili di uranio impoverito provenienti da mezzi impiegati nei teatri di guerra (Irak / Afganistan e così via). Si sono costituite anche Associazioni all’insegna del logo “vittime dell’uranio”, a seguito di decessi denunciati pubblicamente dai familiari. Secondo un dato del dicembre 2009 la Regione con il maggiore numero di vittime viene ad essere proprio la Campania, seguita dalla Sardegna, dalla Puglia e dal Lazio, presumibilmente perché da qui vengono la maggior parte dei nostri militari. E proprio di recente la Magistratura italiana ha condannato il Ministero della Difesa a risarcire il danno “non patrimoniale” per una cifra pari ad un milione e quattrocentomila Euro, sottolineando il nesso e il collegamento tra servizio militare disimpegnato dalle vittime e uranio impoverito. Così come va evidenziato che il Ministro della Difesa, Larussa, proprio di recente, ha fatto approvare dal Consiglio dei Ministri, nella seduta del primo marzo scorso uno schema di disegno di regolamento teso al riconoscimento di causa di servizio e alla corresponsione di adeguato indennizzo al personale impiegato in missione all’estero, in poligoni di tiro e in siti dove vengono “stoccate” munizioni, nonché al personale civile che opera in zona di conflitto o in prossimità di basi militari, per la contrazione di infermità o patologie tumorali, connesse all’esposizione o all’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e alla dispersione di “nano particelle” di metalli pesanti. E’ stato necessario il varo di questo schema di regolamento, su cui si attende il parere del Consiglio di Stato, proprio perché erano sempre più ampie ed allarmanti le denunce degli ultimi tempi.