Due ordinanze di custodia cautelere di cui tornata indietro perché non vi erano indizi . La dda di napoli per ben due ha cercato di bloccare i boss di Marcianise, ma dopo ulteriori rinvii fra la Corte di Cassazione e il tribunale del riesame di napoli il processo del duplice omicidio di Biagio Letizia e di sua moglie Giovanna Breda è approdato nuovamante davanti al giudice di indagini preliminari del tribunale di napoli. E’ davanti al gup 46esima sezione giuidice Dianni . Ma il procedimento è stato nuovamante rinviato perché la Corte di cassazione per la seconda volta si è dovuto occupare del provvedimento bis annullando l’ordinaza di custodia cautelare e inviando tutto il fascicolo al tribunale del riesama di napoli che ha fissato l’udienza per il 6 maggio 2010. Per effetto di questo rinvio è saltato il processo a cui tutti gli imputati hanno. Le ordinanze furono eseguite presso la Casa di reclusione di Milano Opera, con i militari del Nucleo Investigativo di questo Comando avevano dato esecuzione ad Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di Salvatore Belforte, 49enne capo dell’omonimo clan detto anche dei “mazzacane”, operante in Marcianise, Caserta e comuni limitrofi, ritenuto responsabile, in concorso, del duplice omicidio consumato in Marcianise, il 10 aprile 1997, in danno dei coniugi Giovanna Breda e Biagio Letizia. L’agguato venne attuato dal clan marcianisano poiché la donna era ritenuta secondo i malavitosi confidente dei Carabinieri, mentre il marito venne condannato a morte perchè, rifiutatosi di uccidere la consorte, stava peraltro tentando di costituire un autonomo sodalizio criminale.
La misura cautelare è stata eseguita su disposto di Ordinanza del Tribunale del Riesame di Napoli, che ha accolto l’appello proposto dai P.M. (dr. Raffaello Falcone e dr. Alfonso D’Avino) della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli in seguito al rigetto, da parte del G.I.P. competente, dell’applicazione dell’Ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Salvatore Belforte.
La misura era invece stata concessa dal G.I.P nei confronti del fratello, Domenico Belforte, e degli affiliati Felice Napolitano e Pasquale Cirillo. Nei confronti dei tre era stata data esecuzione, sempre dai Carabinieri di Caserta, il 7 aprile scorso. Adesso invece è tutto bloccato perché si dovrà aspettare il dispositivo del riesema di Napoli. In aula erano presenti gli avvocati Massimo Trigari, Vittorio Giaquinto, Romolo Vignola, Enrico Accinni , Peppe Foglia. Il processo è stato aggiornato al 4 giugno 2010 per la richiesta di abbreviati .