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mercoledì 2 dicembre 2009

CLAN BIDOGNETTI - ARRESTI A CASERTA DELLA SQUADRA MOBILE


Nella mattinata di oggi 2 dicembre, personale della Squadra Mobile di Caserta, diretta dal v. q. a. dr. Rodolfo Ruperti, ha dato esecuzione alla o. c. c. c. nr. 41423/2006/21 r. g. n. r.; nr. 30734/07 r. g. g. i. p. e nr. 781/09 reg. m. c. emessa dall’ufficio gip presso il tribunale di napoli, su richiesta della d. d. a. del capoluogo campano, per concorso in violenza privata continuata ed aggravata dall’avere agito al fine di agevolare l’organizzazione di stampo mafioso denominata “clan dei casalesi – fazione bidognetti”, nei confronti di:

1.      Barra Carmine, nato ad Afragola (na) il 10.11.1962, ivi residente - fratello della c. d. g. Barra Angela, nata ad afragola il 30.11.1963 (na) -, pregiudicato;
2.      Marmorale Antonio, nato a Caserta il 16.06.1958, ivi residente, imprenditore edile, arrestato anche per detenzione di arma comune da sparo;
3.      Fioretto Giosuè, nato a Napoli il 04.05.1963, pregiudicato, detenuto;
4.      Bidognetti Raffaele, nato a Villaricca (na) il 10.02.1974, pregiudicato, detenuto;
5.      Cristofaro Giovanni, nato ad Aversa il 16.08.1980, pregiudicato, detenuto;
6.      Cristofaro Pasquale, nato a Napoli il 06.10.1973, pregiudicato, detenuto;
7.      Barbato Giuseppe, nato a napoli il 20.06.1979, pregiudicato, detenuto.

Il provvedimento in argomento riguarda esponenti del clan dei casalesi ed in particolare della fazione bidognetti, tra i quali bidognetti raffaele, figlio del capoclan francesco alias cicciotto e mezzanotte, che, tra il 2003 ed il 2006, minacciavano ripetutamente alcuni stretti congiunti della collaboratrice di giustizia barra angela, già legata sentimentalmente per un lungo periodo proprio a bidognetti francesco, con il quale aveva anche concepito tre figlie, al fine di indurli a convincere quest’ultima ad interrompere la sua collaborazione con forze dell’ordine e magistratura.
Barra Angela, attualmente domiciliata in località protetta, aveva iniziato a collaborare proprio nel 2003, fornendo un importante contributo per individuare numerosi associati del sodalizio camorrista e svelarne le attività criminali.
Le indagini della squadra mobile di Caserta hanno permesso di acquisire decisivi riscontri circa le gravi minacce, perpetrate anche con l’uso di armi, subite da una figlia e dal genero di barra angela, al fine di indurli a convincere la collaboratrice di giustizia ad interrompere la sua collaborazione e rivelare agli esponenti del clan il contenuto delle dichiarazioni da lei rese alla magistratura