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martedì 10 novembre 2009

Pietravairano OPERAZIONE “LONGA MANUS” – APPALTI TRUCCATI- C'E' L'UDIENZA PER SINDACO ED ASSESSORI

Operazione Longa manus , il pm davanti al gup farà le sue richieste. Il 20 maggio 2009 furono 9 le ordinanze di custodia cautelare disposte dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in relazione ai gravi indizi di colpevolezza evidenziati in ordine alle ipotesi di reato di “associazione a delinquere”, “concussione”, “corruzione”, “turbativa d’asta”, “truffa ai danni dello Stato”, “falso”, “abuso d’ufficio” e “incendio”.Le indagini, furono svolte dalla Tenenza di Piedimonte Matese e coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Scattate nel 2007 hanno tratto origine da una denuncia di un imprenditore che, nel rappresentare fatti circostanziati aventi ad oggetto richieste di “contributi” a fronte dell’affidamento di lavori pubblici da parte del comune di Pietravairano, aveva altresì lamentato la progressiva esclusione dalle gare di numerosi imprenditori - che pure avevano i requisiti necessari per prendervi parte - a beneficio di soggetti economici aventi la propria sede nei comuni di San Cipriano d’Aversa e Casapesenna.Effettivamente, i primi e tempestivi accertamenti eseguiti dagli investigatori, consentivano di conferire veridicità a quanto segnalato. Si procedeva quindi ad ulteriori approfondimenti, in particolare mediante l’effettuazione di intercettazioni telefoniche ed ambientali, le cui risultanze permettevano non solo di riscontrare appieno quanto appreso dal denunciante, ma anche di disvelare uno scenario molto più ampio che portava ad ipotizzare come le procedure amministrative regolanti l’assegnazione di lavori pubblici fossero state spesso “piegate” al fine di orientare l’aggiudicazione degli stessi in favore di determinate aziende.Furono poste in stato di detenzione carceraria il sindaco Rotondo Dario e dall’Assessore ai lavori Pubblici Del Sesto Enzo (nei cui confronti è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere), nonché dagli stessi imprenditori aversani, tra cui Gennaro Di Bello (destinatario di misura cautelare in carcere) che provvedevano puntualmente a corrispondere ai pubblici ufficiali denaro (cd “cammellino”) ovvero altre utilità Panarello Giuseppe e Di Duca Giuseppe (entrambi in carcere).