Caserta. I cento punti critici, con acque tra uno stato di 'inquinamento' e 'forte inquinamento': hanno aperto le indagini con i carabinieri del nucleo regionale dei sommozzatori e i dirigenti dell’Arpac della regione campania , che hanno iniziato partendo proprio dalla foce del fiume Volturno . Questo è il risultato che è stato eseguito dopo il monitoraggio effettuato da Goletta verde lungo le coste italiane. I punti critici sono infatti 100, e non risparmiano nessuna regione bagnata dal mare. Maglia nera a Calabria e Campania, con 11 punti critici (un punto critico ogni 42 chilometri). Ieri infatti i carabinieri con i dirigente dell’Arpac hanno iniziato la perlustrazione nel mare inquinato della provincia di Caserta. La lingua di terra che si spinger fino al Garigliano sarà passata al settaccio. Un mare in questo stato, ha denunciato Stefano Ciafani, "non può più aspettare risorse economiche che continuano ad essere stanziate per grandi e inutili infrastrutture, come il ponte sullo Stretto di Messina o le nuove autostrade, mentre sarebbe urgente impiegarle in opere pubbliche meno visibili ma più utili, come ad esempio i sistemi di fognatura e trattamento dei reflui fognari". Proprioo ieri il presidente dell Ascom di Terra di Lavoro e quello del sindacato dei gestori dei lidi chiedono di accertare se non ci siano le condizioni per uno stato di calamità, visti i danni, non solo economici, che il «mare sporco» sta provocando in Terra di Lavoro. L'esposto denuncia si conclude con l'affermazione che i due rappresentanti di categoria si riservano il diritto di costituirsi parte civile nei confronti di eventuali responsabili della situazione di inquinamento. Per garantire la salute dei bagnanti e la tutela dell’ambiente è quindi "necessario che entro la fine dell’anno il ministero della Salute approvi il decreto attuativo, completando la normativa di recepimento della nuova direttiva sulla balneazione". Solo così, ha affermato il responsabile scientifico di Legambiente, "riusciremmo a salvare la salute del nostro mare e il turismo italiano”. Ma a minacciare il mare italiano non c'è solo l'inquinamento delle acque, c'è anche il problema dell'abusivismo edilizio sulle coste: solo nel 2008, ha evidenziato Legambiente, sono stati 3.674 i casi accertati di abusi edilizi su demanio marittimo, 4.697 le persone denunciate e 1.569 i sequestri effettuati. E Goletta verde, ha concluso Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, "ha incrociato un numero sempre maggiore di nuovi pirati del mare: amministratori pubblici, affaristi del mattone che, in virtù di interessi economici e politici, sfregiano le coste, si impossessano indebitamente di tratti di litorale e concorrono alla deturpazione del patrimonio marino".