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lunedì 20 luglio 2009

CASO DI MALASANITA' A SANTA MARIA CAPUA VETERE, LA ASL CE2 PRIMA ANNUISCE , MA POI SI RITIRA LA PAROLA

Niente da fare ancora per la piccola Sofia, il contratto sottoscritto con la famiglia non è stato rispettato . Le parole che hanno seguito la lettera del padre da parte dei responsabili dell’Asl ce2 non hanno trovato riscontro . A distanza di nove giorni dalla missiva inviata alle redazioni dei giornali all’azienda sanitaria locale non hanno ancora deciso di dare assistenza domiciliare alla famiglia. Non ci sono infermieri capaci di eseguire una assistenza ad una bambina che ancora in stato comatoso. Come si ricorderà la piccola Sofia B., nata il 7 settembre 2007, presentò gravissimi problemi a causa di una asfissia grave, dovuta alla negligenza dei medici dell’Ospedale San Sebastiano di Caserta, contro i quali si è proceduto legalmente. Per tali sciagurate condotte la magistratura competente ha adottato gli opportuni provvedimenti, ma fino ad oggi ancora non è stata fissata neanche l’udienza preliminare davanti al giudice di indagini preliminari del tribunale di santa Maria Capua Vetere ne si è proceduto al rinvio a giudizio di circa 10 medici dell’Ospedale Civile di Caserta .La breve vita della bambina che non vede, non sente e viene alimentata a mezzo sonda digiunale è stata un susseguirsi di ricoveri ed interventi (ben 12 di cui 8 al cervello) in 5 strutture sanitarie di tre regioni diverse costringendo la mamma a dormire, per mesi, su di una poltrona di fianco alla povera Sofia che combatteva , in maniera caparbia, contro la morte.Adesso fortunatamente vive a casa con i genitori , pur avendo, però, sottoscritto un contratto con la ASL per l’assistenza domiciliare integrata, che prevede la presenza di un’infermiera a casa per tre ore al giorno, tre volte la settimana, che da circa due mesi l’infermiera a ciò deputata non si reca più presso l’abitazione e ciò per meri problemi burocratici.L’ ASL CE 2 competente, infatti sembra non avere mezzi e personale infermieristico idoneo ad assistere la mia piccola e non potere alleviare, in tal modo, la povera mamma così fortemente provata sia sul piano fisico che psicologico.La madre della piccola è praticamente prigioniera in casa e non può mai perdere di vista la bambina in quanto la stessa deve essere aspirata, notte e giorno, per la continua produzione di muchi .Con la presenza dell’Infermiera 3 volte a settimana per tre ore prima la madre aveva un po’ di tempo anche per fare la spesa, per dedicarsi ad un qualcosa di strettamente personale che potesse farle avvertire di possedere ancora un briciolo di dignità umana.Ora non più. E’ stato denunciato il comportamento dell’ASL nelle Sedi competenti; nonostante il repentino ed efficiente intervento delle Autorità Istituzionali questa struttura inerte ed inefficiente continua a far molto male ad una intera famiglia stremata dal dolore e dalla sofferenza ed in particolare ad una mamma segregata agli arresti domiciliari per la sola colpa di aver deciso di partorire all’Ospedale di Caserta ed alla sorella, studentessa, che è costretta a studiare anche di pomeriggio presso le aule universitarie. Ma è possibile che fino ad oggi non si sia trovata una risoluzione al caso visto che lo stesso è un caso unico e raro. Umiliazione che subiscono i genitori non potrà mai ripagare,ciò che i medici dell’ospedale san Sebastiano di Caserta hanno fatto nei confronti della famiglia.