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domenica 3 maggio 2009

Arresto Diana/2 . Leggi il processo Spartacus 1 . Carmine Schiavone apprese da Diana dello strangolamanto di Salzillo.

Raffaele Diana notiziò Carmine Schiavone dell’omicidio strangolamento di Paride Salzillo, delfino di Don Antonio Bardellino il 26 maggio 1988 nella casa di Domenico Letizia. All'udienza del 17 giugno 2002, del processo Spartacus egli, parlando dell'abitazione del Gagliardi, ha ricordato: "nel momento in cui quella proprietà, che era del fratello cugino di Arturo Gagliardi, del cognato di Cicciariello, venne comprata da noi, fu tirato questo muro e rimase semplicemente un passaggio con un cancelletto, un cancello di ferro, che si entrava con la macchina dal portone accanto al <>, accanto a Letizia Domenico, e si usciva poi, se si voleva uscire, a piedi o con una moto dal palazzo di Arturo Gagliardi, dall'altra strada, di cui io so che poi quella casa ci misero ad abitare mio genero Pezzella Nicola con mia figlia, la moglie Pinuccia. Quello fu comprato come rifugio, lì fu appoggiato a pian terreno il cadavere di Salzillo Paride, poi fu caricato con il camion di Rafilotto che portava la sabbia sopra. Il camion stava fermo nel cortile dell'avvocato Ferraiuolo". Ed ancora: "l'abitazione di Alfonso Ferraiuolo si trovava in via... pare che arrivava a piazza Parroco Natale, via Croce, si trovava in linea d'aria sui 300-250 mt.. Questo camion fu lasciato a casa dell'avvocato Ferraiuolo e poi la sera è andato a casa a caricare che lì c'era un portone che stava la sabbia, i <>, sopra questa roba, gli inerti, è andato a casa di Gagliardi di cui il cadavere poi era stato trasportato nel frattempo che <> andò a prendere l'altro fratello". Gli si è chiesto: "ma lei tutte queste circostanze da chi le ha apprese?", ha risposto: "l'ho saputo da Rafilotto stesso, da mio cugino Sandokan, da Cicciariello, da Peppe Caterino, da tutti quanti loro. Il camion entrò in questa traversa a marcia indietro, entrò nel portone, c'era un portone grosso di legno, lì caricò la sedia con il cadavere di Paride Salzillo, entrò nel portone di Gagliardi. Il corpo fu strangolato in quel posto, poi fu portato dell'altro cortile". Basile, a proposito dello strangolamento del Salzillo : .. notai che tutto il gruppo partecipava all’esecuzione.. ; Quadrano , nel descrivere l’azione di strangolamento portata a termine da Caterino Giuseppe, afferma “…chi lo manteneva con i piedi chi con le mani.. ed ancora … noi stavamo intorno, lo mantenevamo, lo tenevamo fermo, dietro andò Caterino Giuseppe e gli mise la corda al collo ..”La fase progettuale (frutto del medesimo accordo, intervenuto tra Mario Iovine, Vincenzo De Falco e Francesco Schiavone di Nicola) segue una fase ‘esecutiva’ molto più complessa, realizzata sul territorio di Casal di Principe, cui prendono parte anche gli attuali imputati Caterino Giuseppe, Diana Raffaele, Schiavone Francesco di Luigi, D’Alessandro Cipriano, Iovine Antonio, Schiavone Walter e Zagaria Vincenzo.Nel riprendere, infatti, la valutazione di tale episodio, sulla base dei contributi sin qui illustrati e commentati, va tenuto ben presente che l’ampia ‘predisposizione’ di uomini e mezzi è finalizzata ad una ‘operazione’ di notevole complessità, che prevede – nelle sue linee di prospettiva – la soppressione contestuale di almeno di tre soggetti : Salzillo Paride, Salzillo Antonio e Basile Luigi (come si è visto, viene eliminato il solo Paride perché non si riesce ad ottenere la presenza di Salzillo Antonio, e Basile Luigi viene sostanzialmente ‘risparmiato’ – così come lo stesso Francesco Bidognetti – per volontà di Vincenzo De Falco, poi assecondata dagli altri componenti del gruppo) . Il riscontro diretto sullo svolgimento dei fatti avvenuto in data 26 maggio che è offerto, a ben vedere, dalla deposizione della madre di Paride Salzillo, Bardellino Maria. In effetti, nel corso del’esame dibattimentale di tale testimone, in data 28.10.’99, sono emerse – a seguito di contestazioni – alcune dichiarazioni che risultano parzialmente utilizzabili (se ed in quanto convergenti con altri elementi) per la presente decisione, in virtù della disciplina transitoria introdotta dalla legge di attuazione del ‘giusto processo’ (art.26 legge n.63 del 2001), che indica nel 25 febbraio del 2000 la definitiva ‘linea di demarcazione’ tra vecchia e nuova disciplina dell’esame o delle letture. In particolare, va ricordato che in precedenti contatti con l’autorità investigante, oggetto di contestazione durante il suo esame, Maria Bardellino aveva affermato che il giorno della sua ‘scomparsa’, nel maggio ’88, il figlio Paride aspettava una ..telefonata di mio fratello Antonio.. , telefonata che non arrivò, determinando un visibile stato di agitazione dello stesso Paride Salzillo e del suo ‘amico’ Luigi Basile . Costoro, infatti, rientrarono verso le 15.35 presso l’abitazione del Salzillo, da cui si allontanarono ..insieme.. : .. entrambi, mio figlio ed il Basile erano molto nervosi ed agitati, ed alla mia domanda del perché di tale stato di agitazione, mi risposero che non avevano ricevuto la telefonata di Antonio dal Brasile [1] … . Ed ancora : … andarono via insieme e verso le 23.30 ritornò solo Basile .. che andava cercando mio figlio Antonio… . Ora, tali dichiarazioni – pur nella loro utilizzabilità ‘concorrente’ – appaiono estremamente significative, in quanto vanno a confermare proprio la versione dei fatti resa da Luigi Basile in data 27 maggio ’88 (ed in tal senso legittimamente concorrono alla formazione del convincimento di questa Corte), su un aspetto fondamentale : Paride Salzilllo, il giorno della sua scomparsa effettivamente uscì di casa nelle prime ore pomeridiane in compagnia di Luigi Basile ed è da tale momento che se ne perdono le tracce.