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lunedì 23 febbraio 2009

Manie di protagonismo fra giornalisti casertani dopo Roberto Saviano e Rosaria Capacchione tutti vogliono assomigliare a loro .

Sono rimasto disgustato da ciò che ho letto a proposito nel provvedimento emesso dal Giudice di indagini preliminari del tribunale di Napoli Antonella Terzi su richiesta della direzione distrettuale antimafia del tribunale di Napoli in merito al capo di imputazione e le relative prove che vede un collega indagato che ha addirittura costretto un altro collega giornalista a soprassedere su alcuni articoli che venivano pubblicati sulla pagina dell’agro caleno su un noto quotidiano provinciale. Gli articoli a firma di un collega di Pignataro erano tutti contro la famiglia Lubrano- Ligato . Sia ben chiaro il riferimento non è certamente ai magistrati che hanno fatto il proprio lavoro.

Non desidero però prendere le difese dei giornalisti che hanno avuto una violenza privata ne di quelli indagati , ma ciò che è accaduto nella provincia di Caserta dall’inizio del terzo millennio fa pensare che purtroppo i giornalisti o pseudo giornalisti non hanno più quella caratura che li spinge a raccontare ciò che vedono ed a essere lungimiranti sugli episodi giornalieri.

Esercitare il mestiere di giornalista pubblicista o professionisti impone dei rischi che a sua volta sono ravvisabili in quello che scrive. La testata però, lo deve difendere fino alla morte. In sostanza non se lo deve cantare agli esterni ed ai personaggi politici che forse per qualche notizia e piccolo piacerino a direttori e redattori cambiano articoli o li cestinano perché danno troppo fastidio.

Ebbene ciò che ho letto nelle 20 pagine riguardo la violenza privata nei confronti dei colleghi della carta stampata , sono senz’altro disgustose perché confermano lo spaccato editoriale che vi è nella nostra provincia, al quale nessuno vuole porre rimedio , dove i personaggi politici del centro destra , del centro sinistra più in vista condizionano la stampa provinciale anche sulle notizie di camorra e di mafia . Questo è certamente un segnale incancrenito da psueduo giornalisti provinciale che agli ordini dei padroni e direttori cestinano notizie che potrebbero essere di interesse pubblico a notizie di camorra alle quali l’opinione pubblica non interessa . Gli stessi giornalisti che nulla hanno a che fare con un personaggio che ha fatto storia del giornalismo campana dai tempi dell’inizio di quella epoca che Napoli e la Campania l’ha sempre contraddista , Matilde Serao.

Oggi oramai i giornalisti campani non interessano più a nessuno . Dopo il boom italiano di Gomorra che non è riuscito a prendere l’Oscar e la Rosaria Capacchione che dopo il viaggio proficuo in America sono andati in sordina, i giornalisti campni che si occupano di camorra, sono stati relegati in un angolo, poiché l’opinione pubblica segue più con interesse il giallo di Garlasco e l’omicidio di Perugia di Meredityh che un processo di camorra dove la provincia di Caserta rimane anche per questo fanalino di coda .

Leggere dei giornalisti che all’epoca dei fatti facevano parte di un quotidiano provinciale dove addirittura nello stesso periodo 2003 il suo editore era inciampato in un incidente giudiziario negativamente , dall’altra invece si scopre che era parte offesa nello stesso periodo nel procedimento di camorra contro i Lubrano e Ligato .

Vorrei che queste poche righe le leggesse qualche giornalista che opera a livello nazionale o il presidente dell’ordine dei giornalisti nazionale o addirittura qualche personaggio politico e perchè no anche il presidente del consiglio, poiché capisca in che mondo macabro e senza uscita noi giornalisti puri viviamo e combattiamo giornalmente contro chi vuole sentirsi protagonista di una vita professionale così astratta dove oramai a nessuno più interessa .