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venerdì 6 febbraio 2009

Il racconto di Sergio Orsi davanti al pm della dda di Napoli che è parte integrante del primo processo

Non c’è dubbio che la Eco 4 e la Ati flora sono le società dove ruotava il business dei rifiuti . Sergio Orsi già raccontò al pm Alessandro Milita alcuni episodi che addirittura sono contenuti nella prima inchiesta che tuttora è ferma davanti al gip Campoli . Sergio orsi raccontò il 5 giugno 2007 in un verbale la questione relativa al pagamento della tangente versata al clan di Mondragone. “Il mio primo incontro – racconta Orsi – avvenne in un ristorante di Formia, di nome "Italo Veneziano". Si trattava di un mese, se ben ricordo, estivo del 2000, ricordo che la gara indetta dal Consorzio CE4 era stata già vinta dall'Ati FLORA ma non credo che fosse stata già formalizzata l'aggiudicazione. Un giorno VALENTE Giuseppe - persona che conosco molto bene da circa dieci anni e che era presidente, del Consorzio - mi parlò delle necessità di incontrare Raffaele Sarnataro e Giacomo DIANA Giacomo detto "cappellone", persona quest'ultimo che io sapevo essere legato a La TORRE, come mi disse VALENTE stesso. Io lo conoscevo di nome come titolare della discarica Bortolotto di Castelvolturno. Mi disse che queste persone mi volevano parlare, senza darmi specificazioni delle ragioni inducendomi ad incontrarli. La preoccupazione era che costoro - titolari della COVIM o comunque interessati nella stessa, affidatari dunque del servizio di raccolta degli rsu del Comune di Mondragone - potessero dolersi del pericolo di essere successivamente pretendessi dal Consorzio; non ricordo se l'ECO4 fosse già stata costituita. Io dissi a VALENTE che il sevizio su Mondragone non era nei nostri piani e lo stesso VALENTE condivise la mia opinione, sicché ci accordammo di dare loro che non sarebbero stati disturbati su Mondragone. Accompagnato da mio fratello Michele, insieme a VALENTE Giuseppe, a bordo di due automobili distinte, arrivammo al ristornate di Formia.Ricordo che qui ci incontrammo a tavola con DIANA Giacomo, SARNATARO Raffaele. Non ricordo se sopraggiunse dopo o lo trovammo già li, ma comunque anche FRAGNOLI Giuseppe si fermò con noi. Dopo un po' ricordo che sopraggiunse anche Angelo Barbato , il quale era seduto ad un tavolo poco distante e fu fatto accomodare al nostro tavolo.
In quella occasione i presenti ci chiesero di entrare in società con noi, per una quota pari ad almeno il 5%, richiesta che ci colse di sorpresa. Sia io che mio fratello rifiutammo la proposta, non volendo ovviamente entrare in società con persone malavitose, dissi loro che non avevo intenzione di mettere a rischio le mie fìglie, le quali rappresentavano la FLORA AMBIENTE.
Loro mi dissero che avrebbero inserito BARBATO, risultando questi, a loro dire, persona "pulita". Al nostro diniego FRAGNOLI Giuseppe disse, rivolto a VALENTE, che "gli stava facendo perderetempo" e la cosa proseguì con un alterco tra VALENTE Giuseppe e DIANA Giacomo, per poiaggiungersi anche SARNATARO. Dopo il nostro diniego FRAGNOLI Giuseppe ci impose di non lavorare a Mondragone e noi. io e mio fratello, gli garantimmo che non avremmo operato in quel Comune. Ce ne andammo. Passarono alcuni mesi quando nuovamente VALENTE Giuseppe mi disse che era opportuno incontrare FRAGNOLI Giuseppe, all'epoca al soggiorno obbligato vicino Pescara. Non mi spiegò la ragione dell'incontro e VALENTE mi disse che era preferibile recarsi da lui per stare "in grazia di Dio".