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sabato 27 novembre 2021

CASERTA E PROVINCIA - UN PENSIERO SULLA CASERTANIETA' CHE NESSUNO PIU' HA. CON I LIBRI NOI PARLIAMO DI CAMORRA MENTRE IN CALABRIA DICO CALABRIA PARLANO DI CULTURA MUSICALE DI OLTREOCEANO

 

C’era una volta Caserta, una città dove tutto si svolgeva in un fazzoletto di perimetro e dove gli amministratori locali anche se “fatti miei” cercavano di dare una parvenza alla vita sociale, amministrativa e politica. Anni fa, addirittura si riconosceva la validità culturale anche se si era di opposte idee ad alcuni personaggi sociali e politici, si riconoscevano il valore essenziale quello della “casertanietà” .

Oggi invece i nuovi “radical chic” che sono stati catapultati nella vita che viviamo oggi, sono persone che hanno cancellato anche la parvenza e il riconoscimento  culturale.  Purtroppo ci siamo genuflessi a personaggi quanto mai squallidi come il “pisciaiuolo salernitano”, cosi chiamavamo i salernitani quando venivano a Caserta per assistere a Casertana Salernitana, come “San Gennaro dei poveri” così veniva nominato  qualche personaggio della provincia di Caserta, in una delle ordinanze della misura restrittiva della libertà personale quando ci fu quella operazione su sull’Asl di Caserta e provincia .  

Oggi questi radical chic vogliono affossare Caserta, compreso anche quelli dell’opposizione politica all’interno del consiglio comunale della città di Caserta e della provincia di Caserta che non sanno come si affronta l’impatto ambientale della città .

Chi vi parla è un testimone oculare di 20 anni di battaglie contro discariche e Cdr ha consumato inchiostro su diversi giornali, quindi anche sul mio blog si può trovare traccia. Tanti anni fa risiedevo a San Tammaro a 3 chilometri dal CDR e 5 da discarica casone e 7 da Maruzzella.

Caserta e provincia ha osannato, ma anche personaggi di destra e di sinistra nazionali , i radical chic scrittori che scrivevano di camorra perché solo quello sappiamo fare. Ma adesso invece ci siamo specializzati anche nel deturpare un territorio, prima, dopo ed adesso, quella della provincia di Caserta e del comune di Caserta con impianti di rifiuti. Prima quello di San Tammaro , poi quello di Santa Maria Capua Vetere   ed infine quello di Caserta che si andrà a fare a due passi dal centro storico. Tutti sono favorevoli a quello di Caserta perché rinunciare a 26 milioni di euro è soltanto una pazzia per tutto l’endurance imprenditoriale che gira intorno, ma davanti ai soldi tutti passerebbero anche sul cadavere dei propri genitori e parenti invece di dare salubrità e vita ad un territorio.

Affermo questo perché, mentre in provincia di Caserta i nostri scrittori campani scrivono di camorra, anche se a nulla o poco sono avvalsi alcune pubblicazioni per far conoscere la storia culturale  della nostra provincia addirittura  con processi giudiziari che potrebbero insegnare come si vive, in altre regione come la Calabria, già la Calabria, si tenta a far conoscere chi come Scott lo Faro jazzista americano con indole calabresi , che ha suonato con Miles Davis ed altri mammasantissimi artisti del jazz, è stato uno tra i migliori artisti degli anni sessanta che morì in un incidente stradale. La vita di questo artista si va ad intrecciare con la vita sociale della Calabria e come concepivano il lavoro, qualunque esso sia.

 Il libro si  chiama Solid quel diavolo di Scott Lo Faro. Chi l’ha scritto si chiama Vincenzo Staiano ed è a tutt’oggi il direttore artistico dell’International Roccella Jazz festival, cosa diversa addirittura a Caserta che nessuno e quando dico nessuno compreso i radical chic casertani hanno pensato ad un ricordo a Fausto Mesolella che guarda caso nel 2013 fu anche ospite a Roccella per una sublime performance in un convento con la sua chitarra.

Facciamo conoscere il meglio della nostra provincia e città.

Ecco questo è il mio pensiero sulla casertanietà che nessuno più ha perché di casertani ce ne sono veramente pochi.