Il Diciassette di solito nella cabala napoletana porta sfortuna. E’ un numero che corrisponde alla disgrazia, ma per padre e figlio e più precisamente per Elio e Francesco Roma ha portato fortuna, ma è anche il numero di anni che hanno dovuto penare per chiudere quella trafila giudiziaria. Non a caso all’inizio del terzo millennio padre e figlio erano stati indagati per traffico illecito di rifiuti provenienti dal nord con l’aggravante dell’articolo 7 ( metodo camorristico) . Oggi alle 13.00 è finito un incubo . Dopo 17 anni infatti Il tribunale di Napoli presidente dottor Pellecchia ha assolto perché il fatto non sussiste Elio e Francesco Roma assistiti dal professor Camillo Irace, Francesco Chianese e Gaetano Cerci dal reato a loro ascritto . Una sentenza che mette un punto fermo su cio’ che è accaduto, addirittura prescrivendo il reato dell’articolo 7. La procura di Napoli ne aveva chiesto addirittura 15 e 20 anni di reclusione, ma alla fine le tesi difensive degli avvocati difensori Camillo Irace, Guglielmo Ventrone, Ferdinando Trasacco, Mario Griffo, Gennaro Iannotti e Vincenzo Montanino sono state accolte . Respirano Elio e Francesco Roma, perché la vicenda, con la formulazione della sentenza di assoluzione rende più plausibile le tesi difensive.