La Giustizia è ancora ferma. All’astensione dalle
udienze dal 6 maggio al 17 maggio proclamata dai Giudici di pace, si sono
aggiunti dal 13 al 17 maggio i Giudici onorari VPO e GOT. Migliaia i processi
che non si celebreranno. I motivi della protesta sono noti. I Giudici onorari
(Giudici di pace, Got e VPO), da anni attendono risposte dai Governi che si
sono succeduti, senza riscontro. Ogni volta che si forma un nuovo esecutivo
viene loro promessa una riforma che poi non giunge mai o, come è accaduto con
il precedente Governo, è stata predisposta una riforma punitiva ed
anticostituzionale.
Gli interessati lavorano ormai da decenni, occupandosi
di una gran mole del contenzioso penale e civile, senza alcuna tutela.
Come da sempre, anche nella riforma Orlando non sono
previste tutele previdenziali, per malattia e maternità ed i giudici onorari
percepiscono indennità forfettarie.
La riforma Orlando prevede, poi, un aumento delle competenze
che importerà per i Giudici di pace un carico di lavoro notevole ed un impegno
professionale e di studio che renderà il loro lavoro più gravoso. Gli stessi
pur a disposizione e pur fieri di assumersi tali incombenze, sono preoccupati
per quello che prevede la riforma in tema di corrispettivo del lavoro che sarà
poco più di una mancia e che li lascerà, ancora una volta, senza tutele
sociali.
Questo Governo nel contratto aveva previsto al punto
12), di occuparsi di riformare la riforma del Ministro Orlando, dai diretti
interessati indicata come la “schiforma”.
Fatto
sta che dopo l’istituzione di un tavolo tecnico, in data 7 marzo 2019 si era
raggiunto un accordo di massima, con l’impegno di predisporre un testo di
riforma da presentare entro un mese ma a tutt’oggi di tale testo non se ne ha
notizia e tutto rimane nel limbo, nonostante che i tempi per rivedere la
riforma Orlando stiano scadendo, visto che ciò dovrà essere fatto entro luglio
p.v. e tale data è più che mai vicina.
I
Giudici di Pace sono lavoratori “in nero” dello Stato che non paga contributi e
non concede ferie.