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venerdì 16 febbraio 2018

APPIA GATE2 – IL VIAGGIO FRA I COMUNI INQUISITI PER AVER OTTEMPERATO A FAVORI A PERSONAGGIO EQUIVOCI E DELLA CRIMINALITÀ. Seconda puntata

E LA PROSSIMA PUNTATA TOCCHERà A SANTA MARIA CAPUA VETERE ... DIREMO QUANTI SAMMARITANI HANNO FATTO E CONTINUANO A FARE IL DOPPIO GIOCO FACENDO GLI INFAMI COMPRESO I GIORNALISTI SAMMARITANI E CASERTANI CHE HANNO FATTO UNA BELLA FRITTURA DI PESCE PER DIRLA ALLA DE LUCA !!!
MEDITATE GENTE ...MEDITATE GENTE 

Comune di Caserta quanti episodi di malaffare sono accaduti dopo Tangentopoli !!!!


Non è facile parlare delle vicende giudiziarie avvenute per lo più nel capoluogo di provincia sia a livello comunale che a livello provinciale, ma ciò che è venuto fuori attraverso le migliaia e migliaia di pagine di ordinanze di custodia cautelare e addirittura di richieste di rinvio a giudizio che hanno corroborato le inchieste fra politica, camorra e appalti, ma soprattutto il nuovo mondo imprenditoriale nella città di Caserta  fa senz’altro capire che in questi anni c’è stata una decable anche sociale nei confronti di cittadini che avevano sperato in una vita migliore.

Il comune di Caserta si sa dopo la prima tangentopoli aveva voltato pagina ….. per modo di dire …  cercando di trovare una giusta collocazione sia dal punto di vista politico, sociale che imprenditoriale.  Invece nel 2008, il primo capo di imputazione del provvedimento di misure restrittive della libertà personale richiesto dalla procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di personaggi politici cittadini e nazionali( lo scandalo Annunziata)  segnò la vita politica amministrativa nel centrosinistra casertano per una telefonata ad un sindaco dell’alto matesimo Enzo Bove, oggi prosciolto da ogni accusa ma che all’epoca era indagato nel filone del Provincia-gate chiusa da tempo, Carlo Camilleri imprenditore beneventano, telefonando al sindaco sul suo cellulare chiedeva di soprassedere su una multa per eccesso di velocità contestata dalla polizia municipale  del comune di Alvignano. Purtroppo il Camilleri non era a conoscenza che in quel periodo il telefono privato di Enzo Bove era sotto intercettazione , del resto anche lui ed entrambi si sono  lasciati andare a qualche chiacchera di troppo. In quel periodo dalla sala ascolti della procura della repubblica si segnalò il telefono di Camilleri ai magistrati sammaritani che indagavano e chiesero di mettere sotto intercettazione anche il telefono dell’imprenditore . Fu così che iniziarono le inchieste su Caserta, mettendo sotto intercettazione tutti quelli che avevano rapporti con l’imprenditore Camilleri,  toccando un primo palazzo quello dell’Ospedale di Caserta che allargò a livello politico quel malaffare imprenditoriale con accuse , piaceri, piacerini e soprattutto nomine direttoriali. Da quel giorno che scattò l’indagine e l’inchiesta sono passati dalla prima ordinanza circa dieci anni e  nove anni di purgatorio della  signora Lonardo e suo marito Clemente Mastella che all’epoca dei fatti ricopriva la carica di Ministro della Giustizia . Fu la caduta del governo Prodi.
Da quella famosa telefonata che ha aperto una crepa sulla città di Caserta, la stessa non ha trovato pace nelle dicerie mediatiche che si sono susseguite anche nel comune e nella provincia.  Accordi, spartizioni, e tutto quello che non è mai accaduto in modo sfacciato, perché mettendo sotto controllo quel telefono dell’imprenditore  da quella intercettazioni è scattato un controllo a tappeto che talvolta si è incrociato con la Dda di Napoli  che ha richiesto le misure restrittive della libertà personale nei confronti di amministratori sia comunali , anche dirigenti dell’Ospedale di Caserta. E’ stata una vera e propria catena,   che oseremo dire, di Sant’Antonio dove tutti i personaggi politici di grido della provincia di Caserta  entravano a far parte di un connubio dove la criminalità malavitosa  dal 2008 si è messa la giacca e la cravatta e con abiti da rappresentanza entrava nei posti di potere mettendosi a disposizioni dei politici di turno  per poi esercitare quel millantato credito che  ha fatto individuare attraverso le intercettazioni, gli episodi di malaffare  che accadendo nei palazzi di potere .
Gli anni passavano e “l’astro nascente della politica casertana”, così veniva apostrofato Nicola Cosentino che dopo aver passato anni di fiorente attività camerale nella capitale d’Italia, ricopriva la nomina di sottosegretario al ministero di  economia e finanza,  conosceva il suo declino già nel 2011 quando i magistrati napoletani dopo le sue dimissioni si interessavano ai suoi movimenti politici in provincia di Caserta. Non candidandosi e dimettendosi nel 2011 non era immune da attività parlamentare e i magistrati lo accostarono alle attività illecite del clan dei casalesi. Da lì i magistrati napoletani della Dda di Napoli scoperchiarono il malaffare non solo in provincia di Caserta , ma lo allargarono alla città entrando di nuovo negli appalti dell’Ospedale  Sant’anno e San Sebastiano ( fu nominato da qualche giudice l’ospedale della camorra)  e nelle Asl ed accostarono il suo nome alla famiglia Zagaria e precedentemente anche agli Schiavone coinvolgendo  personaggi  politici regionali che oggi sono stati prosciolti dalle accuse.
Casalesi e marcianisani in sostanza si dividevano Caserta  e non a caso anche nel settore rifiuti  Caserta qualche giorno fa è stata chiamata in causa in merito a richieste di  interdittive antimafia nei confronti di società che gestiscono il servizio di raccolta dei  solidi urbani  , che guarda caso è venuto quando il titolare della DHI Alberto di Nardo ha iniziato a raccontare il sistema corruzione  e di  peculato nelle pubbliche amministrazioni che nessuna in provincia di Caserta è stata risparmiata dal malaffare forse solo qualche piccolo comune di 800 abitanti del matesino.
A questo poi ci aggiungiamo che circa due anni fa imprenditori san feliciani sono entrati prepotentemente nella città riciclando denaro proveniente da appalti illeciti con il benestare di colletti bianchi vicino alla criminalità organizzata, comprandosi attività nel centro storico di Caserta certificata da provvedimenti di misure restrittive di libertà personali nel 2017.
 Insomma Caserta per le elezioni politiche 2018 si affaccia in questo scenario politico che viene alla luce da circa dieci anni di malapolitica e dove nessuno, forse pochi oggi candidati può dire io non c’ero.

Nessuno può accreditarsi ad essere un politico che è uscito indenne da queste storie, perché tutti sapevano  ciò che accadeva in città