I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Salerno, nell’ambito delle indagini
condotte da questa Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione in data odierna a
10 ordinanze di misura cautelare personale di tipo interdittivo (sospensione per la
durata di 12 mesi dal servizio pubblico svolto alle dipendenze della ASL di Salerno)
emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno, Dott. Sergio
DE LUCA.
Le ipotesi di reato contestate da questo Ufficio nei confronti delle persone sottoposte
alle indagini sono quelle di truffa ai danni dello Stato – art. 640, commi I e II, C.P. –
e false attestazioni o certificazioni nell’utilizzo del badge da parte di dipendenti
pubblici previsto dall’art. 55 quinquies D. Lgs. n. 165/2001(c.d. Legge Brunetta).
I soggetti coinvolti sono residenti nei comuni di Salerno, Mercato San Severino e
Nocera Inferiore.
L’attività odierna costituisce l’epilogo di una complessa indagine avviata nel
dicembre del 2014 che ha consentito di rilevare condotte fraudolente da parte di
numerosi dipendenti ospedalieri, i quali, con la complicità di altri colleghi conniventi,
potevano assentarsi ingiustificatamente dalla predetta struttura risultando però
regolarmente al loro posto di lavoro.
Le condotte criminose sono state accertate mediante l’installazione di telecamere che
hanno consentito il monitoraggio visivo di due orologi marcatempo per la rilevazione
delle presenze giornaliere, collocati all’interno del nosocomio. La capillare
ricostruzione delle condotte incriminate, incrociata con i dati delle presenze
giornaliere forniti dalla struttura ospedaliera, ha permesso di ricostruire nei minimi
dettagli il meccanismo fraudolento posto in essere dagli indagati e le indagini sono
state corroborate anche da un’accurata attività di pedinamento e appostamento
eseguita dai militari operanti, prontamente documentata.
Le indagini hanno quindi consentito di appurare il comportamento illecito dei
dipendenti pubblici che, invece di prestare la loro delicata mansione all’interno
dell’ospedale, passavano il tempo in cui risultavano al lavoro dedicandosi ai loro
interessi privati: come la spesa al supermercato, il parrucchiere, la partita a carte con
gli amici, la passeggiata in riva al mare.
Tali occupazioni private duravano, in alcuni casi, per l’intera giornata lavorativa del
dipendente che risultava falsamente al proprio posto di lavoro. Ciò grazie anche ad
una rete di scambio di favori messa in piedi dagli indagati.
Le qualifiche dei dipendenti coinvolti nell’operazione “Just in time” fanno
chiaramente intuire la delicatezza del compito loro assegnato: una caposala, quattro
infermieri, due tecnici specializzati disinfettori e tre operatori sanitari.
Particolarmente allarmante è la circostanza che nel corso delle indagini sono state
registrate gravi irregolarità nell’utilizzo del badge marcatempo da parte centinaia di
dipendenti della struttura sanitaria, la cui posizione è stata pertanto rimessa da parte
della polizia giudiziaria al giudizio di questo Ufficio.