Disco rosso all’accorpamento delle unità di salute mentale
di Capua e Santa Maria Capua Vetere. Lo ha reso noto ufficialmente il direttore
del Dipartimento di salute mentale, comunicando che l’Asl Caserta ha
soprasseduto all’idea di riunire le due unità a Capua, fortemente contestata
dagli stessi utenti e dai familiari, sostenuti nella loro battaglia dal sindaco
Biagio Di Muro.
Il primo cittadino sammaritano – avendo incontrato diverse
volte sia gli operatori sanitari, sia i familiari, sia gli stessi pazienti –
aveva, a più riprese e fin dal primo momento, sollecitato l’azienda sanitaria,
sottolineando l’illogicità dell’iniziativa intrapresa.
L’ipotesi dell’accorpamento delle unità operative nel
Palazzo Fieramosca di Capua – aveva evidenziato il sindaco Di Muro – “non trova
fondamento neanche in una riorganizzazione volta a ridurre i fitti passivi
(l’immobile in cui si trova attualmente l’Uosm è concessa gratuitamente dal
Comune di Santa Maria Capua Vetere) ed è in conflitto con esigenze sanitarie
incontestabili: lo sradicamento da ambienti e territori abitudinari costituisce
un ‘vulnus’ per pazienti di questa natura. Inoltre, il plesso sammaritano
(posto al piano terra, altro fattore non irrilevante) dispone di ampi spazi
verdi, utilizzati per le attività ricreative, per i laboratori di giardinaggio
e pittura, per le attività ginniche, nonché per manifestazioni di notevole
impatto (come la “Breve estate calda”, con eventi legati al cinema, alla
musica, al teatro)”.
Alla luce di queste considerazioni, il sindaco aveva
dichiarato per le vie brevi di essere disposto a qualsiasi azione per bloccare
il trasferimento.
La notizia del ripensamento è giunta anche in coincidenza
della visita, nella struttura sammaritana, dell’inviato di una emittente
televisiva nazionale, il quale ha raccolto le testimonianze di operatori,
pazienti e familiari, nonché dello stesso sindaco, e ha ricostruito la vicenda.
“Si tratta – ha commentato Di Muro – di un grande risultato
per la comunità sammaritana ed è una vittoria condivisa tra operatori sanitari,
volontari, familiari, pazienti e amministrazione comunale che si sono battuti,
insieme, per evitare questo insensato scippo”.