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sabato 1 novembre 2014

LETTERA DELLE ASSOCIAZIONI DI SANTA MARIA CV AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MATTEO RENZI


In occasione della FESTA DELL’UNITA’ che si terrà il 1° Novembre in P.zza Bovio , le “Associazioni Civiche”, che hanno sostenuto in campagna elettorale  il Sindaco Arch. Biagio Maria Di Muro e che sono parte della coalizione di maggioranza,  rivolgono un “invito aperto” agli organizzatori affinche’ ,  a fianco al tema della “cultura e legalità per lo sviluppo del mezzogiorno” di cui si andrà a dibattere, si ponga l’accento sul tema del “lavoro” e della necessità di approfondire le relative problematiche, per analizzare tutti gli aspetti che possono  essere messi in campo e provare in tal modo a porre rimedio alla emorragia di posti di lavoro che da anni ormai interessa la nostra città.  

Al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Matteo Renzi
e p. c. al Ministro dello Sviluppo Economico On. Federica Guidi
e p.c. On. Pina Picierno

e p. c. On. Rosaria Capacchione
e p. c. On. Vilma Moronese
e p. c. On. Camilla Sgambato

e p. c. al Presidente della Regione Campania On. Stefano Caldoro
e. p. c. On. Giuseppe Stellato

e p. c. al Presidente della Provincia di Caserta Domenico Zinzi
e p.c. al Sig. Sindaco di S. Maria Capua Vetere (CE) Biagio Maria Di Muro
e p. c. al Presidente Consiglio Comunale di S. Maria Capua Vetere (CE) Dario Mattucci

e p. c. a tutti i partiti politici, associazioni dei commercianti
e sigle sindacali presenti sul territorio
di Santa Maria Capua Vetere

IllustrePresidente delConsiglio Matteo Renzi,
siamo un cospicuo numero di Associazioni politico-culturali della città di Santa Maria Capua Vetere, una delle tante città della provincia di Caserta, che hanno appoggiato, nelle recenti elezioni europee, la candidatura al Parlamento Europeo della rappresentante del Suo partito On. Pina Picierno, nella circoscrizione Sud, consentendo, per l’effetto, alla nostra concittadina On. Camilla Sgambato, di surrogarla come deputata PD nel Parlamento italiano.

Le scriviamo con la speranza di poter ricevere qualche minuto della sua attenzione per esporle le preoccupazioni e le speranze che riguardano il mondo del lavoro, posando uno sguardo sulle numerose realtà produttive del nostro territorio che, un tempo, non conoscevano le crisi e le difficoltà di questo momento.

Santa Maria Capua Vetere, l’antica e prestigiosa Capua, capitale culturale della Provincia di Terra di Lavoro, vantava, fino a circa trent’anni fa, un comparto di importanti insediamenti industriali che offrivano migliaia e migliaia di posti di lavoro. Soltanto nello stabilimento dell’ex-Italtel (di proprietà statale) erano impiegati, negli anni Settanta, ben 7000 lavoratori, ridotti a 3000 ad inizio anni Novanta, allorquando l’azienda divenne la privata Finmek. Dopo il passaggio da un padrone all’altro, e con un’impressionante successione di piani industriali, lo stabilimento di Santa Maria Capua Vetere sospese definitivamente le attività nel 2012, lasciando solo alcune decine di lavoratori in mobilità salariale e fino al prossimo ottobre 2014; dopodiché per loro è previsto il licenziamento definitivo.

A riguardo ci corre l’obbligo e si vuole precisare che a nulla sono valsi i vari tentativi del sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Biagio Maria Di Muro e del gruppo di maggioranza, che, con ogni sforzo, hanno tentato di portare sui vari tavoli di trattative il recupero industriale di questa città.

In queste ultime settimane, la questione della verifica sull’opportunità di elaborare un programma per valorizzare e pubblicizzare gli insediamenti industriali, derivanti dall’adozione del PAC, Piano Regionale di Azione e Coesione per il rilancio delle aree colpite da crisi industriale, è stata posta più volte sul tavolo delle trattative tra Comune, Provincia e Regione; affinché, vista la drammatica situazione, si possano costituire i presupposti per la nascita di piccole e medie imprese, da insediarsi sul territorio o per la riqualificazione di quelle già esistenti, avendo come obiettivo principale di attrarre possibili investitori ed attivando, quindi, tutte le possibili procedure per raccogliere manifestazioni d’interesse a realtà imprenditoriali, intenzionate a realizzare investimenti anche a carattere innovativo nelle aree interessate, sulle quali, per ora, esiste un vincolo di destinazione industriale.

L’esperienza, purtroppo, ci insegna che questi vincoli possono cambiare in fretta: quello che oggi è spazio industriale, domani potrà diventare terreno edificabile….; è successo già tante, troppe volte, anche grazie alle interpretazioni molto libere delle norme in vigore, che consentono come con una generica dizione di attività produttive, sia possibile l’interscambiabilità. Nella nostra straordinaria città le iniziative imprenditoriali, infatti, sono state spesso mortificate. Destinazioni urbanistiche industriali e artigianali sono state identificate con finalità commerciali, con i conseguenti tentativi – in parte riusciti come per l’immensa area industriale dell’ex-tabacchificio – di poter trasformare le aree industriali della città in edificabili, passando prima per la destinazione commerciale.

Lo stravolgimento dell’assetto urbanistico, insieme al proliferare di supermercati e medie strutture commerciali, ha ovviamente avuto nefaste conseguenze sull’economia locale e sulla sopravvivenza, già resa difficile dalla crisi imperante. Le piccole attività commerciali esistenti si sono in breve tempo dimezzate, con conseguente aumento delle famiglie senza sussistenze e senza lavoro.

Nella nostra fervida città, come già detto, le iniziative imprenditoriali, infatti, sono state spesso mortificate e messe in secondo piano per favorire quella speculazione edilizia, che nulla ha a che fare con gli interessi collettivi. A questo ha contribuito anche il piano casa che, come al solito, è stato stravolto nelle sue intenzioni ed è stato inteso, specialmente in Campania, come un mezzo per favorire iniziative di carattere speculativo, senza pensare che il recupero delle attività industriali, artigianali e commerciali è prioritario su ogni altro aspetto.

La nostra richiesta è tesa ad un Suo opportuno e tempestivo intervento affinché si possa valorizzare, sostenere e promuovere il nostro patrimonio industriale in Italia e all’estero, adottando misure che favoriscano possibili investitori e, quindi, gli insediamenti di nuove imprese, ponendo, altresì, al centro dell’attenzione la necessità di sensibilizzare gli Enti preposti, nazionali e regionali, all’ adozione di disposizioni, azioni, strumenti e risorse di supporto alla promozione di innovative modalità di gestione delle aree industriali stesse.

A Lei, Sig. Presidente, vorremmo affidare, inoltre, la nostra preoccupazione riguardo alla volontà di alcuni professionisti e manager, lautamente pagati per licenziare e chiudere stabilimenti industriali, avallati da trasversalisti occasionali, di maggioranza e minoranza, sempre disposti a subire passivamente le speculazioni edilizie dei soliti potenti interessati alle aree industriali.

Lo smantellamento delle aree industriali, in nome dell’interesse per i lavoratori e con l’alibi della riqualificazione strutturale e ambientale del territorio, infatti, fa sempre comodo a molti, specie in un territorio invaso da clan malavitosi, bisognosi di riciclare i loro incassi illegali.
C’è da dire, inoltre, che molti furono, e sono ancora oggi, gli speculatori interessati alla dismissione di quelle strutture: speculatori edilizi chiacchierati che non attendono altro di poter mettere le mani anche su quei terreni attraverso i soliti e noti mezzi furtivi e artefatti.

Come associazioni-sentinelle, nel corso degli anni abbiamo dovuto difendere a spada tratta le destinazioni d’uso delle zone destinate agli insediamenti industriali. Il grande lavoro delle associazioni ha anche trovato un riconoscimento con l’ammissione, da parte del Consiglio Comunale di Santa Maria Capua Vetere, della legittimità delle tesi avanzate da esperti, in merito all’impossibilità di applicare la legge regionale sul piano casa e, quindi, di edificare 430 alloggi nel sito dove sorgeva l’ex tabacchificio, mettendo in evidenza tutte le ragioni che impediscono la cementificazione di un’area che è e deve rimanere a destinazione industriale, sia per la sua posizione vicina al casello autostradale, sia perché la zona, oggi acquisita da privati, fu in gran parte acquistata dal Comune e ceduta in uso all’ATI, al fine di favorire la realizzazione di un’industria e con la conseguente occupazione di centinaia di sammaritani, che avrebbero bisogno di guadagnare ancor prima di spendere in supermercati, ipermercati e centri commerciali vuoti a perdere.

In assenza di interventi urbanistici ostativi ad hoc, come da dichiarazioni programmatiche di coloro che a turno si sono esposti sia nella pubblica amministrazione che nei partiti, eccoci ancora pronti, per parte nostra, a fare tutto quanto potremo per continuare quell’opera di stimolo e di proposta che già da molti anni contraddistingue il nostro rapporto con il Sindaco che, nonostante gli sforzi profusi, da tre anni ormai è costretto ad affrontare ogni sorta di difficoltà ed ostacoli alla municipalità con ritardi e inadempienze della burocrazia, non adeguatamente sollecitata e vigilata dagli organi elettivi preposti.

In un momento così difficile per l'economia internazionale, lo sviluppo delle attività economiche deve essere l'interesse prioritario per l’amministrazione pubblica per la tutela del prestigio, delle capacità e delle risorse locali.

Da tempo noi associazioni stiamo cercando di porre l’accento su ciò di cui abbiamo veramente bisogno: dei siti industriali veri, che creino posti di lavoro sicuri, e non precari come quelli dei centri commerciali, che fagocitano i piccoli negozianti della città, dato che gli imprenditori non procedono all’assunzione di personale appartenente prioritariamente al bacino di riferimento, individuato nei lavoratori residenti nell'area di crisi, bensì reclutati tra quelli in esubero in attività commerciali di altre sedi, senza alcun beneficio per la locale disoccupazione.

Questa politica del malaffare ha portato via dal territorio la Finmek, l’ultima grande industria, il cuore produttivo di Santa Maria Capua Vetere, e se aggiungiamo poi che anche l’ATI, il tabacchificio, ha chiuso battenti, causando un’ulteriore perdita di posti di lavoro ed emigrazione, abbiamo il quadro completo della crisi di una intera cittadina e della provincia.

Quando le fabbriche chiudono, di conseguenza, trascinano con sé l’intera economia locale; negozi che vanno in crisi, con esercenti e artigiani che falliscono, soffocati dai debiti. E con la disoccupazione dilagante nasce la delinquenza: scassi, scippi, sparatorie, estorsioni, strozzinaggio e, infine, tanti suicidi…una scena ormai frequente in tutta Italia.

Nel corso di questi anni, che ci hanno visto impegnati in prima fila in questa lotta contro questo sistema e la barbarie che esso produce, stiamo incontrando decine e decine di giovani, studenti e lavoratori, che hanno visto peggiorare le loro condizioni di studio e di lavoro e che ora, assieme a noi, provano a lottare per riprendersi quello che spetta loro, auspicando nella necessaria collaborazione di tutti, ciascuno nel suo ruolo civile, sociale e politico.
Noi tutti, membri delle associazioni, saremo sempre più presenti sul territorio sammaritano - che ha tante potenzialità per rinascere - per indirizzare le nostre forze in una, al fine di non disperdere il patrimonio di tutta la nostra amata città.

Ciò che vorremmo è che questo Governo ci dia risposte efficaci e concrete rispetto a ciò che è stato fatto e non fatto in questi ultimi vent’anni. Non c’è più tempo da perdere. C'è bisogno di una svolta, in linea con tutte le promesse elettorali.
Certi di un Suo interesse, Le porgiamo i nostri migliori auguri per la Sua attività di governo, sottolineando la nostra disponibilità ad un confronto diretto, qualora decidesse di onorarci di una sua visita.

Santa Maria Capua Vetere, lì 1/11/2014
Distinti Saluti
 Nicola Cantone
Portavoce delle Associazioni
Risveglio Sammaritano

smcvdaily@gmail.com