Nel corso della notte, ad epilogo di indagini
coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, la Squadra Mobile di
Caserta ha eseguito un’ O.C.C.C., emessa dall’Ufficio del G.I.P. presso il
Tribunale partenopeo, nei confronti di:
1. MINUTOLO Franco, di Gennaro, nato a Caserta il
4.4.1967, res. a San Nicola la Strada (CE), imprenditore;
2. MINUTOLO Sebastiano di Gennaro, nato a Caserta il
21.10.1969, res. a San Nicola la Strada (CE), imprenditore;
3. PONTILLO Angelo, nato a Capodrise (CE) il 2.11.1961,
ivi res., con precedenti per usura, imprenditore;
4. TROMBETTA Luigi, nato a Marcianise (CE) il 19.10.1956,
ivi res., affiliato al clan BELFORTE,
detenuto;
a vario titolo indagati per concorso esterno in associazione
mafiosa ed estorsione aggravata dal fine di agevolare l’organizzazione di
stampo mafioso denominata clan BELFORTE,
detti I Mazzacane, attiva in
Marcianise (CE), Caserta e nei comuni limitrofi.
Le indagini sono state suffragate da attività tecniche
e dalle dichiarazioni di alcuni c.d.g., tra i quali GERARDI Antonio, CUCCARO
Domenico, FRONCILLO Michele, AVETA Pasquale e, più di recente, BUTTONE Bruno, i
quali, o per essere stati protagonisti diretti delle vicende delittuose in
questione o per avere ricoperto ruoli apicali o comunque di assoluto rilievo
all’interno del clan BELFORTE, hanno
svelato le connivenze tra alcuni imprendiotori del settore della produzione e
della commercializzazione di calcestruzzo, i citati germani MINUTOLO ed il
socio PONTILLO Angelo, ed il clan dei
Mazzacane.
Infatti, è stato appurato come i fratelli MINUTOLO e
PONTILLO Angelo, all’epoca dei fatti
proprietari della società CO.CEM s.r.l.
di Caserta, attiva nel settore del calcestruzzo, pur non essendo inseriti
stabilmente nella struttura organizzativa del citato sodalizio camorristico, nel
corso degli anni, avevano fornito ad esso un concreto, consapevole e
significativo apporto per agevolare il perseguimento delle sue illecite
finalità, segnalando ai vertici del clan le opere edilizie avviate sui
territori soggetti alla sua influenza criminale e, quindi, gli imprenditori da
sottoporre ad estorsione, fungendo poi da intermediari e collettori delle
tangenti per conto dei BELFORTE e,
riguardo al solo, PONTILLO anche per il contrapposto clan dei PICCOLO, alias I QUAQQUARONI.
Peraltro, al fine di mascherare contabilmente il
pagamento delle tangenti, gli stessi fornitori di calcestruzzo provvedevano ad
emettere fatture per operazioni inesistenti in favore delle ditte delle vittime,
“gonfiando” i costi rispetto alle effettive forniture di calcestruzzo, per
consentire la creazione di “fondi neri” destinati al pagamento delle
estorsioni.
Per la loro disponibilità, il clan ripagava i citati
imprenditori consentendogli di non pagare “il pizzo” e “consigliando” alle
ditte estorte di rivolgersi a loro per le forniture di calcestruzzo.
Con il tempo, “il sistema” era divenuto così
collaudato che gli imprenditori che avviavano nuove attività si rivolgevano “spontaneamente”
ai fornitori di calcestruzzo contigui al clan, affinché gli indicassero i
referenti dell’organizzazione che dovevano contattare per “mettersi apposto”,
assumendo poi l’incarico di raccogliere i ratei estorsivi.
Le indagini, inoltre,
hanno permesso di ricostruire anche una serie di condotte estorsive poste in
essere dagli emissari del clan BELFORTE,
tra i quali TROMBETTA Luigi, con l’intermediazione dei citati imprenditori: in
particolare quella relativa alla realizzazione del “Centro Commerciale
Campania”, per la quale la ditta appaltatrice fu costretta a versare una
tangente di 450 mila euro, divisa tra i Mazzacane
ed il clan ZAGARIA, ed a concedere
opere in subappalto in favore delle imprese di riferimento dei clan; nonché le
vessazioni subite da un imprenditore di Caserta impegnato nella realizzazione
nel capoluogo di un complesso residenziale di 24 appartamenti ed alla
costruzione di quattro capannoni industriali a Maddaloni (CE).