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giovedì 11 settembre 2014

COMPRO ORO LA GUARDIA DI FINANZA DI OTTAVIANO FERMA DUE PERSONE

Nella mattinata odierna, i finanzieri della Compagnia di Ottaviano, al termine
di un'indagine coordinata e diretta da quest'Ufficio, hanno eseguito un'ordinanza
cautelare di arresti domiciliari nei confronti di due amministratori di un gruppo socie
tario operante tra ia provincia napoletana e quella casertana ed attivo nel commercio
dei preziosi. Nel contempo, è stato eseguito un provvedimento di sequestro preventi
vo "per equivalente", dell'importo di quasi cinque milioni di euro.
I due soggetti sottoposti alla misura degli arresti domiciliari sono Domenico e
Luigi Ammirati di Terzigno, rispettivamente padre e figlio, titolari di svariate società
operanti nel settore e ritenuti responsabili di riciclaggio di notevoli quantitativi di oro
usato di provenienza illecita.
Gli Ammirati sono titolari di tre esercizi commerciali di gioielleria, siti in
Terzigno e in Marcianise, a conduzione prettamente familiare, ed ivi esercitano altresì
l'attività di "compro-oro". Quest'ultima è disciplinata da una rigorosa normativa, che
prevede il monitoraggio di tutte le fasi dell'acquisto e della successiva rivendita
dell'oro usato, al fine di evitare che eventuali oggetti di refurtiva possano essere impunemente
smistati presso detti esercenti, in tal modo venendo agevolata la commis
sione di delitti contro il patrimonio.
Ciò è proprio quello che è avvenuto presso gli esercizi gestiti dagli Ammirati,
i quali hanno strumentalizzato l'attività commerciale per "ripulire" ingenti quantità di
oro di provenienza furtiva, mediante l'utilizzo di modalità originali e del tutto insoli
te.
Infatti, gF indagati, al fine di giustificare l'oro di provenienza illegale, hanno
provveduto ad alterare le quantità dell'oro lecitamente acquisito ed indicato sui regi
stri. Alcune vendite operate da finanzieri in incognito ed avvenute presso gli esercizi
commerciali gestiti dagli indagati hanno dimostrato come, a fronte di cessioni di po
che decine di grammi di oro usato, i titolari delle società annotassero sui registri ac
quisti per quantità che sfioravano il chilogrammo, in modo da poter giustificare
l'introito di preziosi acquisiti illegalmente da altre fonti.
Allo stesso modo, venivano realizzati artifizi contabili per sopravvalutare
l'oro di provenienza illecita ricevuto dai privati, registrando acquisti da parte dei for
nitori leciti in misura maggiore rispetto a quella reale. Ciò serviva a rappresentare un
volume di costi superiore all'effettivo ed a conseguire vantaggi anche dal punto di vi
sta fiscale, con l'abbattimento della base imponibile.
Tali artifìci consentivano agli indagati, nella successiva fase della rivendita
dell'oro usato, di cederlo a prezzi competitivi alle fonderie, con palese turbamento
delle regole della libera concorrenza rispetto agli altri operatori del settore.
La quantità di mercé oggetto dell'attività di riciclaggio è stata ricostruita gra
zie al meticoloso lavoro della polizia giudiziaria che, seguendo le direttive di
quest'Ufficio, ha proceduto all'analisi della contabilità alterata, all'assunzione di in
formazioni di centinaia di cedenti i preziosi (per comprovare la discordanza dei dati
contabili rispetto alle operazioni di vendita realmente avvenute), nonché alla disami
na dei flussi finanziari. L'indagine sì è estesa su tutto il territorio nazionale, attesi i
rapporti criminali che i soggetti responsabili avevano con operatori di settore in altre
città italiane ai quali rivendevano i preziosi.
Il meticoloso lavoro d'indagine ha portato a quantificare Poro oggetto di rici
claggio, nel periodo temporale dal 2009 al 2012, in g. 220.100,11 (cioè ben oltre Ì
due quintali, per un valore di €.4.910.972,96).
La solidità dell'impianto probatorio ha consentito a questa Procura della Re
pubblica di richiedere e ottenere dal competente Giudice per le indagini preliminari
remissione di un provvedimento cautelare personale e l'esecuzione del sequestro
preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di beni nella disponibilità degli
indagati per un valore complessivo di circa cinque milioni di euro.
Sono stati pertanto sottoposti a sequestro cinque appartamenti siti a Terziglio
e a Poggiomarino, l'immobile nel quale è ubicato il centro orafo gestito dagli indagati
presso "II Tari" di Marcianise, nonché conti correnti e depositi, quote societarie, au
tovetture ed ingenti quantità di preziosi e monili d'oro.
Oltre che sui beni degli indagati, il provvedimento ablatorio è stato eseguito
anche sui beni di una delle società gestite dagli indagati, grazie all'applicazione della
normativa in materia di responsabilità amministrativa da reato delle persone giuridiche
(D.L.vo 231/2001), che consente di aggredirne Ì beni fino al raggiungimento
dell'ammontare dell'importo dell'oro riciclalo da cui ha tratto vantaggio.
L'operazione costituisce un brillante risultato dell'Autorità Giudiziaria e della
Guardia di Finanza, impegnate quotidianamente nelle attività a contrasto delle forme
più insidiose di criminalità economica e, in generale, a tutela della sicurezza econo
mico - finanziaria dell'area nolana.
Noia, 11 settembre 2014
u. Procuratore della rkpubblica
Paolo